Shinrai
(Fiducia)
Alla Capsule Corporation
c'era sempre una quantità enorme di cibo, dato che Vegeta
aveva l'appetito tipico dei Sayan e suo figlio sembrava avere preso
tutto l'appetito dal padre, ma in occasioni come quella c'era ancora
più cibo.
Dopotutto non capitava poi
tanto spesso che la Terra venisse distrutta, gli abitanti sterminati
e che poi tutti potessero tornare in vita come se niente fosse.
Insomma, era proprio un
momento adatto per festeggiare, ed i Brief non si sarebbero mai persi
un'occasione di organizzare baldoria.
Vegeta non era tipo da feste
e divertimento, ma certo non diceva di no ad una cena lunga cinque
ore; quindi aveva la sua solita aria di chi ce l'ha con il mondo
intero, ma si abbuffava come tutti gli altri.
Già normalmente
Vegeta sarebbe riuscito ad essere gioviale nemmeno se in cambio
avesse potuto diventare per magia più forte di Goku, e
tuttavia dopo la battaglia contro Majin Bu (la cui versione grassa si
stava abbuffando al pari di lui e per giunta allo stesso tavolo)
l'umore del rincipe dei Saiyan era ancora più cupo del solito.
Finì di mangiare solo
quando fu davvero ad un passo dallo scoppiare per il troppo cibo, ed
in silenzio si ritirò in un angolo appartato del giardino.
L'aria fresca della sera gli
accarezzò il viso e gli portò il profumo dei cedri del
parco.
Aveva piovuto da poco ed
ancora si sentiva l'odore dell'erba bagnata.
Lì, in quell'angolo
tranquillo e libero dalla tecnologia, l'eco della festa era appena
udibile, abbastanza ovattato da non disturbare i suoi pensieri.
Sollevò lo sguardo
verso il cielo stellato e come ogni volta si ripetè che lui
apparteneva a quello: all'immensità dello spazio.
La Terra era un posto come
un altro dove fermarsi, anche se stavolta l'aveva fatto più a
lungo del solito.
Prima o poi sarebbe
ripartito.
Quando suo figlio fosse
stato grande.
Quando Bulma non ci fosse
stata più.
Forse sarebbe tornato ogni
tanto per vedere i suoi eventuali nipoti con un quarto di sangue
Saiyan nelle vene, ma prima o poi sarebbe ripartito per lo spazio
aperto.
Dopotutto la Terra non aveva
bisogno di lui, adesso che c'erano Kaarot, Gohan, Goten e Trunks.
Con guerrieri così,
che sarebbero diventati ancora più forti, non ci sarebbe stato
più bisogno che lui fosse una presenza costante sul pianeta,
ed avrebbe potuto tornare alla sua vera vita.
Salvo tornare ogni tanto per
battersi con Kaarot, ovviamente.
A quello non avrebbe mai
rinunciato.
E no: la recente esperienza
con Babidi non gli aveva insegnato proprio nulla a proposito della
rivalità tra lui ed il suo sottoposto, tranne che non avrebbe
mai più fatto immischiare nessuno.
Kaarot era un problema suo e
suo soltanto.
La sua nemesi, la sua spina
nel fianco, il suo tormento, il più rognoso degli avversari
che gli fosse mai capitato.
Superarlo era molto più
che una quesione di orgoglio: ormai era ossessione, veleno e ragione
di vita per il principe dei Saiyan.
-Ah, eccoti qui, Vegeta!
Perché sei sparito? Di là ci sono ancora i tayaki e gli
altri dolci-
Dannato Kaarot! Mai che si
facesse gli affari suoi! Mai che capisse quando qualcuno voleva
semplicemente stare da solo ed in pace.
Nel suo caso non era nemmeno
difficile capirlo, perché era praticamente sempre.
Vegeta non si girò
nemmeno a guardarlo.
-Non devo dare spiegazioni a
te né a nessuno, chiaro?-
-Va bene, va bene, come sei
scorbutico!- Kaarot inghiottì un un solo colpo l'ultimo
onigiri che aveva in mano -Volevo solo sapere se stavi bene, tutto
qui-
-Non sono affari tuoi-
-Ma stai pensando a qualcosa
di serio. Quando Chichi mi dice "non sono affari tuoi" di
solito vuol dire proprio che qualcosa non va e che ce l'ha con me..
ahio! Vegeta, ma perché mi hai colpito?-
Infatti Vegeta gli aveva
appena rifilato un cazzotto da manuale dritto sul naso.
-Come osi paragonarmi a tua
moglie, brutto scarto di terza classe?!- gli urlò addosso.
Kaarot evidentemente non
possedeva il minimo istinto di autoconservazione, perché
invece di cucire la bocca e sparire, rimase lì a dirgli -Ma
siete uguali! Anche lei sbotta e poi mi picchia!-
E Vegeta lo spedì di
nuovo a terra con un calcio.
-Nomina di nuovo quella
donna e ti garantisco che presto indosserai di nuovo l'aureola-
-E va bene, va bene! Che
caratteraccio che hai. Almeno mi dici cosa c'è che non va?-
-Non c'è niente che
non va-
-Secondo me...- tentò
Kaarot, ma Vegeta non gli diede il tempo di articolare la frase.
-Se proprio hai voglia di
parlare, rispondi alla mia domanda. Perché non dai il colpo di
grazia ai tuoi nemici?-
Kaarot lo guardò
confuso, sbattendo le palpebre, la testa inclinata prima da un lato e
poi dall'altro.
E poi rivelò la
verità del secolo.
-Bè, perché
morirebbero-
Vegeta si sentiva molto
vicino ad una perdita di controllo anche senza l'intervento del mago
Babidi.
-Razza di idiota, certo che
morirebbero! E allora? Non è questo lo scopo di un
combattimento?-
-No, per me no. Se un mio
avversario è forte potrebbe migliorare ancora e la prossima
volta la sfida sarebbe migliore. Ma se lo uccido, come potrei
affrontarlo di nuovo?-
-Sei un babbeo! Se lo lasci
in vita e lo lasci migliorare, la prossima volta potrebbe essere lui
ad uccidere te! Non lo capisci?-
-Urca, hai ragione! bé...
in questo caso vorrà dire che andrò nell'aldilà,
dov'è il problema? C'è un sacco di gente simpatica
che...-
-Piantala, cretino! Saresti
morto! Saresti sconfitto, te ne rendi conto?-
-E allora? Se vengo
sconfitto ma resto vivo mi allenerò da vivo, se vengo
sconfitto e vengo ucciso, allora mi allenerò da morto. Scusa,
non capisco perché per te sia un problema. A te non è
piaciuto l'aldilà?-
Vegeta strinse i pugni nei
guanti, indeciso se riempirlo subito di cazzotti o se tirargli prima
una testata sui denti.
-Kaarot... stai mettendo a
dura prova la mia pazienza. Te lo chiederò di nuovo, e
stavolta vedi di darmi una risposta sensata. Se tu sconfiggi un
avversario una prima volta, lo lasci andare, e poi lo sconfiggi una
seconda volta, perché dovresti sfidare la sorte lasciandolo di
nuovo in vita? Perché non lo uccidi?-
Kaarot gli sorrise, quel
sorriso stomachevole che splendeva di pura bontà e che Vegeta
avrebbe tirato giù a pugni.
Lo avrebbe fatto prima o
poi, vero come era vero che lui era il principe dei Saiyan!
-Sai Vegeta, non è
solo lo scontro. Combattendo contro lo stesso nemico io imparo a
conoscerlo. Lo vedo come persona oltre che come combattente, e vedo
chi è. Vedo qualcuno che si è impegnato quanto me, e
allora non mi va di ucciderlo-
Vegeta serrò i pugni
ancora di più, tutto il corpo che tremava di tensione.
"Quindi è per
questo che non uccidi me? Non solo per farmi migliorare e combattere
contro un avversario sempre più forte, ma anche perché
mi conosci?"
Non glielo avrebbe mai
chiesto. Avrebbe masticato chiodi, piuttosto.
-E poi, se un avversario è
più forte di me, posso imparare da lui-
Un'altro concetto che Vegeta
trovava al limite della demenza, perché lui si sarebbe fatto
ammazzare piuttosto che "imparare" da un suo nemico.
E tuttavia anche lui e
Kaarot erano stati nemici. E Kaarot lo aveva lasciato in vita.
"Che cosa hai imparato
da me?"
Ma anche quello non glielo
avrebbe chiesto. Piuttosto avrebbe inghiottito la lingua o l'avrebbe
fatta inghiottire a quello scarto di Saiyan.
-Anche tu, sai? Sei
intrattabile e sei stato crudele ed insensibile in passato, ma grazie
a te ho capito cosa vuol dire essere un Saiyan. Ho capito perché
sono diverso da tutte le persone che ho conosciuto in vita mia, e
quindi grazie-
Se Kaarot si fosse azzardato
ad aggiungere una sola parola, Vegeta lo avrebbe azzittito facendogli
inghiottire tutti i denti.
Ma per fortuna dopo quello
rimase zitto, per cui Vegeta si limitò a fare una faccia
schifatissima.
-Bah! Sei sentimentale da
far venire il vomito!- sbottò.
Kaarot lo liquidò con
un'alzata di spalle.
-Va bene, come dici tu.
Adesso torno di là. Tutti si staranno chiedendo dove siamo
finiti. A dopo-
Kaarot si voltò per
tornare in mezzo alla baldoria e probabilmente in cerca di altro
cibo, ma ormai Vegeta aveva quel tarlo nel cervello e non gli avrebbe
permesso di svignarsela.
-Fermo dove sei, Kaarot! Chi
ti ha dato il permesso di andartene?-
-Ma insomma, Vegeta! Avevo
capito che tu volessi restare solo-
Il principe dei Saiyan lo
ignorò. Gli si avvicinò quanto bastava per assestargli
uno spintone e poi gli diede un altro ordine.
-Non osare mai più
voltarmi le spalle mentre ti sto parlando. E adesso vieni con me-
-Dove?-
-Dove dico io. Seguimi-
Vegeta si alzò in
volo ed attese solo pochi secondi per essere certo che quell'avanzo
di sottoposto lo seguisse davvero, poi partì a tutta velocità
verso nord.
***
"Io imparo a conoscere
il mio avversario. Vedo una persona che si impegna quanto me. Non mi
va di ucciderlo".
Allora forse quella che
Kaarot provava verso di lui non era pietà. Era qualcos'altro
che Vegeta non riusciva a definire, per questo aveva bisogno di fare
quella prova.
Gettò uno sguardo
dietro di sé e vide Kaarot che ancora lo seguiva.
Stavano sorvolando una
pianura spoglia. Un paesaggio monotono e quasi deprimente sotto la
luce della luna, ma comunque molto migliore di certi altri che Vegeta
aveva visto.
Atterrò quando le
luci dell'ultima città che avevano superato furono appena
appena visibili, poco prima dell'inizio di una catena montuosa.
Kaarot atterrò
accanto a lui.
-Bene! E adesso che siamo
qui cosa facciamo?-
Kaarot era curioso come un
bambino, Vegeta invece era terribilmente serio quando si girò
a fronteggiarlo.
-Adesso colpiscimi con tutta
la tua forza-
-Cosa? E perché?-
Vegeta perse subito la
pazienza. Era una cosa semplice, come poteva non capire?!
-Perché te lo dico
io! Maledizione, io sono il principe dei Saiyan e tu sei un mio
sottoposto, e se ti do un ordine tu devi scattare all'istante! E
adesso colpiscimi!-
-Va bene, se ci tieni tanto-
Kaarot gli diede un pugno.
Un pugno ridicolo. Senza
nemmeno trasformarsi in super Saiyan.
Vegeta gli rispose con un
pugno che gli fece scricchiolare la mascella e lo fece volare per un
paio di metri.
-Non azzardarti mai più
ad insultarmi così, hai capito?! Quel pugno puoi darlo alla
fidanzata di tuo figlio oppure a tua moglie, ma non a me! E adesso
colpiscimi come si deve!-
L'infimo scarto di terza
classe si rialzò e tornò da lui massaggiandosi quella
faccia da schiaffi (o pugni, o calci).
-Spiegami almeno perché.
Non mi tiro indietro quando si tratta di combattere, ma così
mi sembra strano-
-Kaarot, o mi colpisci con
tutta la tua forza entro tre secondi oppure giuro che sarò io
a farlo, e allora nemmeno la tua adorata mogliettina riuscirà
più a riconoscerti-
-Chichi non me lo
perdonerebbe. Va bene. Preparati, Vegeta!-
L'aura di Kaarot esplose con
un boato illuminando d'oro la notte.
Come l'altra volta in cui
aveva visto il super Saiyan di terzo livello, Vegeta era in uguale
misura roso dall'invidia ed affascinato.
Era orgoglioso perché
la razza Saiyan aveva raggiunto un livello inimmaginabile nemmeno nei
timori di Freezer, ma allo stesso tempo era pazzo di invidia e rabbia
perché non aveva raggiunto lui quel traguardo.
Stava per urlare a Kaarot di
colpirlo invece di perdere tempo a fare lo spaccone, ma in quel
momento il suo sottoposto lo guardò negli occhi.
Era impressionante.
Quegli occhi azzurri
tenevano inchiodato Vegeta al suo posto.
Kaarot annuì in un
modo appena percettibile, poi il principe dei Saiyan non vide nemmeno
il colpo che arrivava.
Sentì il rumore del
pugno contro l'addome e poi nulla.
Il dolore arrivò
pochi secondi dopo, quando lui era già stato sbalzato via dal
colpo e si stava schiantando contro la montagna per scavare una
galleria nella roccia con il suo corpo.
Il dolore. Perfetto, chiaro,
sincero. Una cosa che non cambiava mai, per questo uno dei punti
fermi della vita di Vegeta.
Eppure era diverso.
La massa dei visceri si era
strizzata all'impatto sotto le nocche di Kaarot e le costole si erano
incrinate contro le rocce, ma quello era un dolore diverso da quello
degli altri combattimenti.
Era un dolore... pulito.
Non gli veniva in mente altro modo per definirlo.
Quello era un'ulteriore
enigma, e contribuiva a farlo incazzare ancora di più.
Dall'imboccatura della
galleria che lui aveva appena scavato con il suo corpo gli arrivò
la voce di Kaarot.
-Vegeta! Ehi, Vegeta? Come
stai?-
Come stai? Come stai?!
Che cazzo di domanda era?
Vegeta aspettò pochi
secondi che la paralisi del dolore sparisse e si disincastrò
dal buco nella roccia che aveva l'esatta forma della sua schiena.
Un calco perfetto delle sue
vertebre, completo di spalle e parte posteriore del cranio impresso
nell'arenaria.
Il dolore pulsava ancora sul
dorso ed alla bocca dell'anima, ed ancora lui non capiva.
Eppure ci era dannatamente
vicino. Sentiva la risposta come se qualcuno gliela stesse mormorando
all'orecchio ma lui non riuscisse a sentirla. Cosa che ovviamente lo
faceva incazzare ancora di più.
Kaarot aveva lasciato
svanire la trasformazione in super Saiyan terzo livello e adesso, per
raggiungerlo, aveva ostruito quel minimo di luce che proveniva
dall'esterno.
Si incontrarono a metà
strada nel tunnel, e non sbatterono uno contro l'altro solo perché
Vegeta aveva sentito i passi e si era fermato.
Ci sarebbe mancato anche che
dessero qualche testata nel buio per colpa di Kaarot. Perché
era sempre colpa sua.
-Che stai facendo, Kaarot?-
-Non mi rispondevi e volevo
venire a prenderti-
-Come vedi non ne ho
bisogno. E adesso togliti di torno e fammi uscire da qui-
Era uno spazio minuscolo, e
Kaarot non potè nemmeno girarsi per tornare indietro; dovette
camminare a ritroso, mentre Vegeta gli ringhiava ad ogni passo di
spicciarsi per nessun motivo in particolare se non prendersela con
lui.
Quando furono di nuovo
all'aperto Vegeta si sentì meglio. Erano lontani i tempi in
cui poteva viaggiare per mesi rannicchiato su un Jet Coaster. Forse
aveva sempre avuto una specie di avversione per i luoghi chiusi ma
l'aveva nascosta troppo bene, persino a sé stesso, e la stava
riscoprendo adesso.
-Allora? Che facciamo
adesso?-
La voce di Kaarot era dietro
di lui, ma lui non si girò nemmeno a guardarlo.
Quella era un'altra cosa
strana: quando Vegeta sapeva di avere a che fare con qualcuno forte
quanto lui, cercava sempre di averlo di fronte per tenere d'occhio
ogni sua mossa.
Con Kaarot non lo faceva.
Vegeta non si preoccupava
quando Kaarot era alle sue spalle.
L'unico suddito purosangue
che gli era rimasto era molto forte ma troppo ingenuo, sciocco, leale
(buono, sussurrò una vocina maligna nella sua mente)
per attaccarlo alle spalle.
E per Vegeta, che aveva
passato la vita nella paura di essere strangolato a tradimento, non
sentirsi in pericolo era destabilizzante.
Non gli piaceva. Nessuna
novità gli piaceva. Soprattutto non gli piaceva che i nemici
non si comportassero da nemici.
Dannazione, se lui avesse
avuto tutta la potenza di Kaarot avrebbe disintegrato chiunque si
fosse messo contro di lui, altro che battergli una mano sulla spalla.
Come stava facendo quel
povero stupido in quel momento.
Si scansò con un
gesto infastidito e tentò di fulminare quello scarto di terza
classe con lo sguardo, ma quello che ottenne in cambio fu la solita
espressione.
Una vaga sorpresa e poi quel
sorrisetto di chi "ehi, va tutto alla grande!".
Il principe dei Saiyan giurò
a se stesso che non avrebbe lasciato andare Kaarot finché lui
non avesse trovato la soluzione.
Lui non aveva paura della
forza di Kaarot. Allora forse era il diverso modo di combattere? In
fondo Kaarot era stato allenato sulla Terra con altre tecniche di
combattimento.
Vegeta decise di provare
quell'altra strada.
-Facciamo una gara io e te.
Un combattimento alla pari, ci stai? Niente trasformazioni in super
Saiyan e niente onde di energia. Solo noi-
-Senza trasformarci? E va
bene, io ci sto. Sei pronto?-
Vegeta gli rispose sferrando
il primo calcio.
Kaarot, dopo il primo
momento di esitazione (perché non aveva ancora imparato che
esisteva il gioco sleale... certo che no!) raccolse subito la sfida e
così cominciò lo scontro.
Era nulla rispetto alla
potenza che avrebbero potuto scatenare, anzi che avevano già
scatenato durate il loro duello poco prima che Majin Bu si
risvegliasse, ma forse era quello che serviva a Vegeta per capire.
Parava, tentava di colpire e
veniva deviato, era pura abilità tecnica piuttosto che forza.
Ed allora si rese conto che
i loro colpi erano diversi.
Kaarot colpiva alle cosce,
all'addome, alla mascella, lui invece mirava quasi sempre allo
sterno, sulle costole ed alla gola.
Lui tentava di uccidere,
Kaarot no.
I colpi di Kaarot non erano
una reale minaccia.
Kaarot non voleva fargli del
male.
Non voleva fargli più
male di quanto fosse strettamente necessario.
E certamente non mirava ad
ucciderlo.
Forse era per questo che il
dolore dei colpi di Kaarot che andavano a segno era così
pulito.
Quando combatteva con Kaarot
non era in pericolo.
Era... protetto?
Vegeta decise di fare la
prova: non appena si accorse dell'ennesimo pugno diretto alla sua
mascella non si difese e non schivò.
Si lasciò colpire, ed
anche se non stavano combattendo con le loro reali capacità il
colpo lo fece volare di nuovo contro la parete di roccia.
Vegeta tentava di pensare.
Si era scollegato da tutto ciò che lo circondava e non diede
importanza nemmeno al suo corpo che scivolava a terra.
Rimase seduto ad ansimare,
gli occhi velati, perso nella sua domanda.
E poi di nuovo -Vegeta, come
stai?-
Quello lo riscosse.
Nessun avversario fino ad
allora gli aveva mai chiesto "Vegeta, come stai?".
Nessuno si era mai
preoccupato per lui.
E adesso Kaarot era in
ginocchio accanto a lui con una mano sulla sua spalla.
Se fosse stato con chiunque
altro Vegeta avrebbe fatto di tutto per liberarsi ed allontanarsi a
distanza di sicurezza, ma con Kaarot non ne aveva alcun motivo.
Il suo ingenuo sottoposto
non era capace di infierire su un nemico.
All'improvviso per Vegeta fu
tutto chiarissimo: lui si fidava di Kaarot!
Non si era mai fidato di
nessun altro e adesso si fidava di quello scarto di terza classe
spedito su un misero pianetucolo del sistema solare che non era
nemmeno stato in grado di conquistare perché aveva preso una
botta in testa di cui ancora mostrava gli effetti.
Kaarot era un idiota, eppure
Vegeta sapeva che avrebbe potuto affidargli la propria vita (ed era
successo, cazzo se era successo! Su Namec gli aveva affidato persino
la propria morte!) ed uscirne illeso.
Perché finché
fosse stato con Kaarot, se lui fosse stato in difficoltà non
avrebbe avuto il colpo di grazia ma qualcuno che lo sosteneva.
Sarebbe stato al sicuro
anche se non era lui il più forte.
Ed a lui... a lui in fondo
andava bene.
Era questa la cosa
sconcertante.
All'improvviso Vegeta
scoppiò a ridere.
Oh, era così
semplice! Era una cosa talmente banale da rasentare l'idiozia, forse
per questo non ci era arrivato subito.
Rideva non per allegria ma
per sfogare la tensione.
-Vegeta, sei sicuro che non
abbiamo esagerato? Sei più strano del solito-
Lui non gli rispose.
Non riusciva a smettere di
ridere, e ad ogni movimento sentiva la mano di Kaarot aperta sulla
sua schiena come a sorreggerlo.
Anche questo lo faceva
ridere.
Quanto poteva essere stupido
Kaarot? Quanto poteva essere buono per preoccuparsi di
qualcuno che lo aveva odiato per anni?
Eppure quella mano che non
lo colpiva sulla sua schiena scendeva più a fondo a fare ciò
che nessuno aveva mai fatto.
Gli stava strappando via un
altro po' dell'amaro che lui si portava sempre dentro.
Vegeta continuò a
ridere verso il cielo stellato e non si preoccupò nemmeno
quando la gola iniziò a bruciargli e gli occhi a pizzicare.
Era al sicuro.
Sentiva solo questo.
Completamente al sicuro.
Rise per buttare fuori
tutto, perché non sapeva piangere, e si fermò solo
quando crollò esausto con la fronte contro la spalla di
Kaarot.
-Hai finito? Scusa ma non
capisco proprio cosa ci trovi di tanto divertente-
Vegeta scosse la testa.
Certo che Kaarot non capiva. Non avrebbe mai potuto capire.
Si puntellò su un
ginocchio per rimettersi in piedi.
Adesso si sentiva
meravigliosamente lucido, libero a dispetto delle ammaccature.
-Non importa se non capisci.
Torniamo a casa-
E schizzò in aria,
questa volta senza guardarsi indietro per controllare che Kaarot lo
seguisse perché era certo che lo avrebbe fatto.
Sarebbe tornato anche lui,
ed in ogni caso avrebbero sempre trovato un modo per incontrarsi.
Forse Vegeta, l'orgoglioso
principe dei Saiyan, non avrebbe mai avuto un amico, ma Kaarot era
senza dubbio il nemico migliore che avrebbe mai potuto desiderare.
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Cantuccio dell'Autore
Ciao a tutti, mi chiamo
Makochan ed è la prima volta che scrivo in questa sezione.
Sono imperdonabile perché
in tanti anni su EFP mi pare impossibile non aver mai scritto nulla
su Dragonball, il cartone a cui sono più affezionata.
Adesso, complice l'uscita di
Super e You Tube con le clip degli episodi di Z, ho voluto provare ad
indagare il rapporto complicatissimo tra Goku e Vegeta.
Soprattutto da parte di
Vegeta, perché pare che per Goku non ci sia nulla di
complicato al mondo.
Grazie in anticipo a chi
leggerà e commenterà.
Makoto
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