Qualche anno fa mi si è ingrigito il pelo, è
spuntata la barba, sono arrivate le responsabilità, tipo
quelle di essere una persona matura, un adulto che facesse le scelte
giuste, a guadagnarsi i propri soldi con un lavoro, trovare una
fidanzata anche non avrebbe di certo fatto schifo, essere un ragazzo
con la testa sulle spalle stando sempre attento alle persone che ti
vogliono vendere la droga o che ti vogliono far per forza bere.
Ma svariati anni fa per la prima volta ho tirato il freno, quando
convivi da tempo con una cosa chiamata "epilessia" pensi che sia molto
facile andare avanti, di poter andare a mille sempre come Saetta
Macqueen di "Cars" ma sai che purtroppo non sempre è
così. La mia infanzia si divideva tra ospedali, referti
dubbiosi e persone che davano per il mio futuro per spacciato
dicendomi:" Non ce la farai mai, questa malattia ti impedirà
di fare tante cose, rassegnati!". Da bambino pensavo che queste persone
fossero solamente dei medici che facevano il loro dovere, erano duri ma
forse avevano ragione ma con il passare del tempo ho capito quanto
hanno sbagliato. Per me l'infanzia in ospedale non è stata
facile, quanto avrei voluto stare fuori a giocare a calcio insieme ai
miei amici, a fare quello che fanno tutti i bambini e non vedere
persone con il camice bianco che mi facevano esami, teste mi
somministravano farmaci di ogni tipo. Li solo dentro una fredda camera
d'ospedale come Han Solo nella grafite "Nell'impero colpisce ancora"
pensavo che in qualche modo anche io avrei avuto tempo di giocare, che
ero li perchè era il posto migliore dove poter stare, quando
si è bambini una malattia si vive in modo molto strano, non
vedi il lato medico della cosa, la vivi come un gioco, come il bambino
di Benigni nel film "La vita e bella" che il padre gli fa credere di
giocare ad un gioco dove chi arriva primo vince il carro armato durante
la prigionia al campo di concentramento. La si vive più o
meno in questo modo, ancora adesso non saprei spiegare che cosa sia
l'epilessia a chi me lo chiede, clinicamente sono guarito eppure ancora
ripenso a quei giorni, carichi di tensione, che hanno purtroppo
modificato la mia vita senza ombra di dubbio, una malattia che forse mi
ha prescluso la strada ma sento anche questa "mia scomoda compagna di
viaggio" mi ha fatto diventare la persona che sono oggi, una persona
forte che affronta la vita a muso duro come cantava Pierangelo Bertoli,
una persona abbastanza sicura di se che però nonostante
tutto si fa ancora scoraggiare da tante cose. Non è facile
scrivere queste parole ma lo faccio pensando che di sicuro non sono
l'unico aver avuto una brutta esperienza con questa malattia, ci sono
tante persone che ne soffrono al mondo e molti purtroppo non hanno la
mia stessa fortuna.
Troppi muoiono durante una crisi, troppi prendono la cosa sotto gamba,
la medicina avanza e anche la ricerca piano piano, per me andare avanti
in questo periodo della mia vita ammetto non sia stato facile, nel 2004
ho avuto una crisi molto forte, pensavo di non farcela, secondo i
medici non avrei superato la notte e forse avevano ragione, magari
durante la notte sono anche morto per un attimo e invece la mattina
dopo ero li, ho avuto paura di non farcela, di non riuscire ad avere la
vita che avrei tanto voluto e che i miei familiari volevano per me, ci
sono certi momenti della vita dove sei continuamente in alto mare, dove
la barca in cui sei sembra possa affondare da un momento all'altro,
questa mia "scomoda compagna di viaggio" mi ha accompagnato per una
buona parte della mia vita, in qualche modo mi ha visto crescere, mi ha
visto diventare sempre più forte, rompere il buio delle
tenebre e della paura dell'essere diverso dagli altri,
perchè purtroppo è un sintomo che molte malattie
hanno ovvero quello di farti sentire inadeguato alla situazione che
stai vivendo, che pensi che sia colpa tua che non accetti il fatto di
avere qualcosa che un altra persona non ha, che pensi del
perchè sia capitata proprio a te e perchè tu la
devi tenere li con te come se fosse il tuo gioco preferito che ti porti
sempre in giro, le malattie a parte i danni clinici fanno anche questo
ma ho avuto il coraggio un giorno di guardare questa presenza che era
sempre dietro di me, pronta a spaventarmi, pronta a farmi sentire
inadeguato, non all'altezza della mia vita e dei miei sogni, un giorno
gli ho detto che era solo una lurida stronza e che io volevo che
scendesse dalla mia macchina, che se ne andasse per sempre, era una
presenza troppo pesante che mi ero portato dietro per troppo tempo. Che
ci crediate o meno quando ho iniziato la prima liceo sono guarito
clinicamente dall'epilessia, non è una cosa così
comune guarire da questa malattia, che ripeto è ancora in
fase di studio da parte della medicina moderna.
Quella presenza così brutta, perfida, infame e cattiva se ne
era andata per sempre, la mia vita era uguale a quella delle altre
persone e le persone che mi dicevano che mi dovevo rassegnare al fatto
di aver avuto la vita compromessa ho risposto con i fatti senza usare
troppe parole, sono riuscito a fare la maturità prendendo un
discreto 90/100, sono riuscito a prendere la patente che era cosa
insperabile fino a qualche anno fa, sono riuscito a fare quasi tutto
quello che volevo fare e anche a trovare Irene, la ragazza
più speciale del mondo che adesso condivide il
mio viaggio insieme a me.
La malattia mi ha fatto sicuramente dei danni ma mi ha dato la forza di
volontà di combattere ogni giorno senza mai tirarmi
giù di morale, ci sono stati i momenti critici... E' inutile
negarlo ma ne sono sempre uscito a testa alta e con tanta voglia di
ricominciare, adesso quella "mia scomoda compagna di viaggio" se ne
andata, molte persone ancora la portano con loro e la speranza
è che la ricerca possa avanzare sempre di più per
rendere ogni giorno un pò migliore per chi soffre di
epilessia, queste sono i pensieri e le confessioni di un ex epilettico,
non arrendetevi mai, per quanto la malattia possa essere forte
ricordatevi sempre che voi potete essere più forte di lei,
ci vuole tanta forza di volontà e anche tanta pazienza, non
mollate mai... Non spegnete la luna.
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