One at a time

di Najade
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Nickname sul forum e su EFP: Najade
Fandom: Supernatural
Personaggi: Dean Winchester
Numero Parole: 364 secondo Utelio

Inauguro la raccolta con quella che spero sarà la prima di tante flashfic, grazie all'input ricevuto dal contest La corsa delle Drabble&Flashfic indetto da AleDic sul forum di EFP. Lo scopo è quello di pubblicare più drabble/flashfic possibili (su uno o più fandom) entro e non oltre il due Giugno 2018.
Buona lettura!


Non le aveva notate da subito, quelle macchie sulla pelle che gli screziavano il viso; non ci aveva fatto veramente caso finché qualcuno non le aveva menzionate all’asilo con un vago accenno di derisione e da allora era stato impossibile distogliere l’attenzione da quelle stupide lentiggini. Erano tutto ciò che vedeva quando si guardava allo specchio, in punta di piedi sullo sgabello che trascinava sotto al lavandino ogni mattina ed ogni sera, temendo che le efelidi aumentassero ancora.
Poi era bastato che sua madre sorridesse, schioccandogli un bacio sulla guancia. “Sono le carezze degli angeli che vegliano su di te”, gli aveva sussurrato prima di spegnere la luce e lasciarlo dormire; e lui si era cullato nella consapevolezza d’essere al sicuro, scivolando nel sonno sulle note di ehy, Jude.

Quasi venticinque anni dopo, Dean Winchester la sapeva più lunga di così.
Sapeva che il senso di protezione era null’altro che un illusione, rapidamente slavata dalla realtà; sapeva – ancor più intimamente – quanto male in realtà facesse il tocco di un angelo. Nessuna carezza, nessuna lentiggine; erano piuttosto schegge di vetro e lingue di fuoco: l’impronta bruciante che lo strappava alla morsa dell’inferno per trascinarlo in una guerra che non aveva scelto.
Sapeva che sua madre aveva torto, e che gli angeli non si sarebbero fermati finché non avessero raggiunto il loro scopo, incuranti della distruzione che ne sarebbe derivata.

Un anno più tardi, Dean sapeva cosa significasse davvero trovarsi sotto l’ala di un emissario del Cielo. Nessuna carezza, nessuna lentiggine; era piuttosto un'incisione sulle costole, marchiata a ferro e fuoco in una lingua che non avrebbe saputo decifrare; era un inno all’umanità ed alla sua bellezza; era il monito di una creatura celeste che prometteva di riversare l’ira del Signore su chiunque avesse osato alzare un dito contro di lui.

E adesso, anche se a cullarlo nel mondo dei sogni non era più il sussurro di sua madre, ma la spossatezza dei muscoli; anche se a circondarlo non era più la casa in cui era nato, ma un sudicio motel; anche se vicino al cuscino non teneva più un orso di peluche, ma una pistola carica; nonostante tutto, Dean Winchester dormiva con la consapevolezza che un angelo vegliava su di lui.




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