Memoria

di Mel_mel98
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Memoria


 

Vissero felici e contenti, proprio come nelle fiabe, loro, che avevano sempre vissuto dentro ad un incubo.

Era bello il Porto Sicuro, lontano da tutti gli orrori dell’Eruzione, di W.C.K.D, di quel passato che tanti sembravano intenzionati a dimenticare.

Lui no. Non poteva dimenticare. L’aveva già fatto una volta, aveva cancellato la sua vecchia casa, la sua famiglia, la sua vita, non poteva permettersi di farlo di nuovo.

Ma ricordare, non poteva negarlo, spesso faceva male. I suoi ricordi erano lava incandescente che colava di notte sulle sue guance, e lui finiva sempre per svegliarsi con una maschera sul viso che certe volte gli impediva di riconoscere se stesso.

“Zio Minho?”

A quella voce però non sapeva resistere. Nessun brutto ricordo rimaneva, quando alle orecchie giungevano quelle parole.

“Sì?”

“Andiamo a pescare?”

Pescare era una definizione piuttosto generosa per la loro attività preferita, che consisteva principalmente nello stare seduti sugli scogli senza vedere l’ombra di un pesce per ore.

“Va bene.”

La sua canna da pesca l’aveva fatta Vince, quella del piccolo Nick invece l’aveva costruita il bambino stesso, ed era una delle cose di cui andasse più fiero.

“Zio Minho?”

“Sì?”

Oltre alla canna da pesca, a rendere orgoglioso il figlio di Thomas erano i racconti del passato che Minho condivideva con lui e con lui soltanto. Nick si sentiva grande, importante, e lo era davvero. Glielo diceva anche suo padre, che ascoltando lo zio sarebbe diventato memoria. Memoria, suonava senza dubbio come una parola importante.

“Mi racconti una storia delle tue?”

Nonostante le raccontasse come fossero classiche fiabe, Nick sapeva che tutto ciò che Minho diceva doveva essere accaduto davvero. Non sapeva nascondere le emozioni, o forse il bimbo era particolarmente bravo a leggere le espressioni del volto dello zio.

Minho guardava sempre verso il mare quando raccontava, il corpo impercettibilmente proteso verso un luogo lontano. Non piangeva mai quando parlava con Nicholas, non ne aveva il tempo, a malapena riusciva a respirare tra una parola e l’altra.

I ricordi fluivano da soli, chiari, limpidi, alle volte crudi e brutali, altre conditi di un’adrenalina che gli attraversava ancora le vene.

Quello era il suo modo di essere memoria, di non lasciarsi alla spalle tutto ciò che aveva vissuto. Non ricordava altro che quei tre anni, che decisamente erano stati costellati di tragedie. Ma erano l’unica cosa che aveva, che gli ricordava chi era. E non poteva lasciarli svanire.

“E va bene, vediamo casa viene fuori oggi, fagio.

C’era una volta...”

 

 

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Note dell'autrice

Grazie infinite per essere giunti fin qui, spero che questa lettura vi sia piaciuta e che, nonostante la brevità vi abbia comunque lasciato qualcosa.
Nella versione che ho pubblicato su Wattpad ho corredato il tutto di immagini meravigliose, ma sono troppo grandi perché possano risultare piacevoli, in questa sede, quindi finché non troverò una soluzione valida, credo proprio che rimarrà solo il testo.
Ah, e se voleste anche voi trarre ispirazione da dei prompt, ma non riuscite a trovarne, vi consiglio di dare un’occhiata alla seguente pagina: http://it100.livejournal.com/429935.html
Un bacio,

Mel





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