“Forza,
per di qua!”
Sakura
era davvero strana; se fino a qualche istante prima tremava di terrore
ad ogni
singolo scricchiolio ora sembrava eccitatissima dall’idea di
andare alla
ricerca di un fantasma.
Correva
almeno un paio di metri davanti a lui, ispezionando ogni angolo buio od
ogni
aula dentro alla quale il misterioso spiritello avrebbe potuto
nascondersi.
“Shaoran,
controlliamo nell’aula di musica?” propose la
ragazza a Li all’improvviso, così
all’improvviso che risvegliò il giovane dai suoi
pensieri cogliendolo
totalmente alla sprovvista.
“C-come?”
balbettò confuso lui, lasciandosi cadere la torcia di mano.
Kinomoto
si chinò e la raccolse per lui, prendendogli poi una mano
per riposarvi dentro
quell’oggetto. “In aula di musica. Ti va?”
Li
realizzò che non si era trattato di un’illusione
poco prima, il tocco di Sakura
era davvero ghiacciato, molto più del suo.
“Sì, andiamo…”
Percorsero
quel corridoio in un completo silenzio di cui Shaoran
approfittò per ragionare
meglio sulla situazione.
Senza
che nemmeno lui se ne rendesse conto arrivarono in un baleno davanti
alla porta
dell’aula di musica.
“Qui
dentro, andiamo.” Disse atona la ragazza, aprendo la porta a
scorrimento della
classe.
Li
vi fece capolino all’interno subito dopo di lei; con una
rapida occhiata nei
dintorni capì che nascosto lì non c’era
nessuno spirito.
“Neanche
qui c’è niente, Sakura. Non potremmo andare a
sederci? Sono stanco di girare
come un idiota per tutta la scuola!” sbuffò il
ragazzo dirigendosi verso la
porta, ma Sakura, lesta come una lepre, si parò tra lui e la
soglia e richiuse
con uno scatto l’uscio scorrevole.
“Ma
che cosa stai facendo?” le chiese confuso il castano.
“Sei strana da un po’…
che cavolo ti è capitato in bagno?”
Kinomoto
non rispose; un sorrisetto sornione si dipinse sul suo volto e
cominciò ad
avanzare lentamente verso Li.
Il
ragazzo deglutì, nervoso. “Ma che stai combinando?
Hai per caso bevuto?!”
Niente
da fare. La castana continuò la sua avanzata
finchè non ridusse il compagno
spalle al muro, impossibilitato a scappare.
“C’è
una cosa che vorrei fare…” disse finalmente lei,
afferrando la felpa scura di Shaoran.
“E…
sarebbe?” il giovane non ci capiva più
nulla… che Sakura stesse per… ?
“Questo.”
Alitò la ragazza poco prima di avvicinarsi al volto
dell’amico e stampargli un
passionale bacio sulle labbra.
Ma
dove si era cacciato Shaoran?
Quando
lo avrebbe ripescato, ovunque lui fosse finito, lo avrebbe riempito di
botte
per averla abbandonata sola ed al buio in quel freddo e desolato
corridoio.
Stava
scrutando in ogni singola aula di tutto il piano ma del vampiro ancora
nemmeno
l’ombra.
Procedendo
a velocità spedita, più per la paura che per
altro, si immise in uno dei
corridoi laterali e cominciò a controllare anche le aule di
quella sezione.
E
se, malcapitatamente, avesse incontrato il famigerato fantasma? Che
cosa
avrebbe potuto fare?
“Gli
dici ciao e gli
scatti una foto, almeno così possiamo tornarcene a
casa.”
Sarebbe sicuramente
stata la risposta di Shaoran.
Appunto,
Li! Non doveva perdere d’occhio il vero motivo per il quale
stava scrutando in
ogni singola stanza.
Guardò
sopra la porta della prossima classe che si accingeva ad esplorare. Aula di musica, c’era scritto.
Con
una violenta spinta aprì la porta scorrevole realizzando
che, finalmente, aveva
trovato Shaoran.
…
Eccome se lo aveva trovato!
“SHAORAN!”
esclamò lei scandalizzata.
Li
sbarrò gli occhi ed alzò il capo, scioccato.
“Sa-Sakura?!”
balbettò confuso facendo correre lo sguardo dalla ragazza
che aveva fra le
braccia a quella che stava sulla soglia dell’aula.
“Sì,
esattamente!” abbaiò la castana avanzando verso di
lui. “Sono la cretina che
hai abbandonato nel corridoio al buio! Tutto per venire qui a pomiciare
con…”
La
giovane avvinghiata a Li voltò all’improvviso la
testa, sorridendo canzonatrice
a Kinomoto.
“…
con ME?!” terminò la giovane scioccata, puntando
un dito verso la sua sosia.
Li
allontanò l’alter ego della sua migliore amica da
sé e fisso interdetto
entrambe.
“Volete
dirmi che cosa sta succedendo?!” domandò confuso
il ragazzo rivolgendosi alla
Sakura appena arrivata, quella che gli sembrava più sana di
mente.
L’altra
ragazza scoppiò a ridere di gusto, trattenendosi la pancia
per le risate.
“Siete davvero spassosissimi, entrambi!”
esclamò divertita.
Kinomoto,
scocciata, le si avvicinò afferrandola per un braccio, mossa
da un’inaspettata
scarica di adrenalina. “Si può sapere chi diavolo
sei? Sei il fantasma che gira
per la scuola?!”
La
ragazza smise di ridere sonoramente, ma il sorriso furbetto non si
decideva a
sparire dal suo volto. “In un certo senso sì,
anche se non sono un fantasma.”
“Rispondi
alla domanda!” sbottò Li, seccato per essere stato
preso in giro a quel modo.
“Chi sei?”
La
giovane fece un altro sorriso, rivolgendosi, stavolta, semplicemente
alla vera
Sakura.
“È
tanto che non ci si vede, Sakura-sama… ! Ti sei un
po’ scordata di noi, di
recente, e la cosa non ci ha fatto molto piacere, così sono
uscita dal mazzo a
nome di tutte le mie sorelle per farti uno scherzo e ricordarti che
esistiamo
ancora!” dichiarò la ragazza misteriosamente.
“Uscita
dal mazzo?” domandò Kinomoto interdetta.
Al
segno di assenso dell’altra si fece pensosa fino a quando
tutto, finalmente,
non le fu chiaro come il sole. “Sei una Sakura
Card!”
La
giovane, smascherata, simulò un ironico applauso.
“Brava, l’hai capito.”
“Perché
sei uscita ed hai fatto questa…” la card captor
arrossì, ripensando al modo in
cui aveva scoperto Shaoran e la carta con le sue fattezze.
“… cosa?”
“Ci
hai trascurate ultimamente. E, come ti ho già detto, la cosa
non ci ha fatto
molto piacere.” Asserì convinta l’altra.
Li
faceva scorrere lo sguardo da una all’altra ragazza, non
riuscendo però a
trovare il cappio della situazione… e come avrebbe potuto,
senza una
spiegazione adeguata?
“Si
può sapere che caspita succede?”
domandò seccato alla Sakura vera, dato che
ormai non capiva più assolutamente nulla di quello che stava
accadendo.
“Ti
avevo parlato, no, delle Clow Card?” gli domandò
di rimando lei, cercando di
dargli una siegazione breve e sensata. “Ebbene, dopo che io
le catturai loro
rinacquero sotto il mio nome, Sakura Card, per l’appunto.
Questa è una di
quelle carte… dovresti essere o Illusion o Mirror.”
La
carta, sentitasi nuovamente chiamata in causa, precisò
l’affermazione della
padrona. “Sono Mirror, Sakura-sama.”
“Ecco,
Mirror…” tentò di iniziare Kinomoto, ma
di nuovo la carta la interruppe.
“Perché
non ci hai più nemmeno sfogliate Sakura-sama? Il fatto che
adesso non
provochiamo più incidenti non significa che non
esistiamo… ci sentiamo sole nel
libro di Clow, desideriamo solo che la nostra padrona ci dedichi un
po’ di
attenzioni.”
Sakura
abbassò il capo colpevole; si era resa conto, infatti, che
da quando aveva
catturato e trasformato tutte le carte non le aveva più
prese in
considerazione.
Mestamente,
sorrise a Mirror e le posò una mano su di una spalla.
“Avete completamente
ragione, mie adorate carte. Vi prometto che d’ora in avanti
vi dedicherò maggiore
attenzione. Non vi trascurerò mai più.”
“Dici
sul serio?” domandò diffidente la carta inarcando
un sopracciglio.
“Certo!”
esclamò Kinomoto con volto radioso. “Non dovete
temere, vi do la mia parola!”
Mirror
si abbandonò ad un sospiro di sollievo.
“Quand’è così sono contenta.
Anzi,
siamo tutte molto contente. Ora, Sakura-sama, in onore dei vecchi
tempi, che ne
dici di riportarmi alla mia vera forma?”
La
ragazza fu davvero molto contenta di sentirselo chiedere; con un
sorriso si
tolse la collana che portava al collo, quella che nascondeva la chiave
della
stella, e recitò la vecchia formula magica per tramutare la
chiave nel solito
scettro.
“Chiave
che possiedi il potere della stella, mostrami il tuo vero aspetto!
È Sakura che
te lo ordina, rescissione del sigillo! RELEASE!”
Il
piccolo ciondolo si tramutò in un maestoso scettro rosa, con
una brillante
stella gialla sulla sua sommità; la ragazza puntò
questo verso Mirror, che la
fissava sorridente.
“Sei
riuscita a richiamarlo al primo tentativo dopo tutti questi anni, sei
stata
brava Sakura-sama!” esclamò la carta soddisfatta.
“E mi raccomando, ricordati
di non venir meno alla promessa che ci hai fatto.”
“Non
preoccupatevi!” esclamato questo, Sakura ritramutò
Mirror in una carta,
afferrandola al volo una volta riportato lo scettro della stella al suo
aspetto
originale.
La
ragazza osservò molto attentamente la sua povera carta, che
era uscita dal
mazzo solo per ricordarle che tutte le sue carte le erano ancora molto
affezionate e che, per questo, non avrebbe mai più dovuto
dimenticarsi di loro.
“E
così è questo ciò che facevi a
Tokyo?” le domandò all’improvviso
Shaoran,
ridestandola dai suoi pensieri.
“S-sì.”
Balbettò Kinomoto confusa. Il suo passato di Tokyo ed il suo
presente a Tomoeda
quella notte si erano drasticamente fusi assieme. “Quella che
hai appena visto
era una delle carte che mi sono preoccupata di sigillare sotto il mio
nome.”
“Dev’essere
stato un compitino molto interessante!” disse Li stringendosi
nelle spalle e
dirigendosi verso la porta dell’aula.
“Sha-Shaoran…
aspetta!” esclamò
Kinomoto che, ora più
che altro, voleva una spiegazione su ciò che aveva visto.
“Che stavi facendo
prima con Mirror? Aveva le mie sembianze, sì ma…
vi stavate baciando o sbaglio…
?” dire questo per lei non poteva essere senza conseguenze:
arrossì terribilmente,
impossibilitata ad evitarlo.
Ogni
singolo muscolo del corpo del castano si congelò
all’istante, immobilizzandolo
davanti alla stessa porta che stava per aprire.
“I-io..
ecco…” iniziò lui balbettando confuso
mentre si voltava, colpevole, verso
Kinomoto. “B-beh… tu, cioè
Mirror… ha preso l’iniziativa ed
io…”
“…
E tu l’hai corrisposta?” domandò
interdetta la giovane.
“Ma
io pensavo che fossi tu!” esclamò Li cercando di
giustificarsi, ma non si rese
conto che, invece, ottenne esattamente l’effetto contrario.
I
due si guardarono negli occhi per un interminabile lasso di tempo.
“Pensavi
che fossi io…” mormorò Sakura,
soggiogata dal caldo sguardo di Shaoran. “… e mi
hai ricambiata…”
La
giovane notò un inizio di cedimento nella maschera del
castano, i suoi occhi
imbarazzati non mentivano.
La
scena era illuminata solamente dal fioco chiarore della luna,
rafforzata dal
tenue baluginare della luce della torcia elettrica, che ora
c’era, ora no.
Forse
era grazie a quel criptico gioco di luce che, per la prima volta in
vita sua,
la ragazza dovette ammettere che lo sguado di Li aveva un qualcosa di
molto
attraente, quasi sensuale.
Peggio
del richiamo di una sirena, quegli occhi la stavano invitando ad
avvicinarsi,
anche solo di poco, allo statuario viso di lui, anche con
l’intento del solo
sfiorarlo.
Quell’armonia
idillica venuta a crearsi tra i due venne improvvisamente interrotta
dal
cedimento effettivo delle batterie della torcia, che in
quell’esatto istante di
debolezza si era sentita in dovere di spegnersi.
Era
il buio ora a tingere tutto, tenebre debolmente rischiarate da qualche
accennato raggio di luna, ed in quel momento l’uno
dell’altra riusciva solo a
percepire la sagoma che si stagliava tra
l’oscurità.
“Penso
sia ora di tornare all’ingresso…”
mormorò Shaoran impercettibilmente; la sua
voce era bassa e roca.
“S-sì…”
rispose Sakura che, solo allora, si rese conto di ansimare,
boccheggiando alla
ricerca di aria.
E
la prova si concluse così; nessun vincitore in quanto
nessuna coppia poteva
affermare né di avere una prova tangibile
dell’esistenza del fantasma, né di
aver anche solo visto lo spirito in questione.
Tornata
a casa, Sakura salì subito nella sua stanza e si
sdraiò sul letto, esausta.
Kero-chan,
avendola sentita rientrare, uscì improvvisamente dal suo
cassetto e le svolazzò
accanto, chiedendole come fosse andata la prova di coraggio.
“Bene.”
disse solo lei, omettendo tutto ciò che era successo con
Shaoran. “Alla fine il
fantasma era una Sakura Card.”
“Come?”
domandò sbigottito il guardiano. “Una Sakura Card?
Ma cosa… ?”
“Mirror
è uscita dal mazzo, anche a nome di tutte le altre carte,
solo per dirmi che si
sentivano un poco trascurate da me.” Rispose in fretta lei,
interrompendo la
domanda della bestia del sigillo.
“Sakura,
tu sei un vero casino!” la accusò il peluche
indicandola con una zampetta. “Non
ti eri nemmeno accorta che Mirror fosse scomparsa dal mazzo! Sei una
card
captor assurda…”
Ma
Sakura fermò lì l’ascolto della
ramanzina del guardiano, in quel momento aveva
altro a cui pensare.
Si
portò un braccio sugli occhi e riflesse a lungo su
ciò che era accaduto quella
notte.
Quando
aveva intravisto Shaoran baciarsi con un’altra ragazza si era
sentita… gelosa?
Ahem… ù___ù
GOOD NIGHT! ^___^
Guardate,
seriamente non so quale strana cosa stia accadendo qui ma, udite udite,
ho
deciso di tornare ad aggiornare questa FanFiction… *___*
stavolta con la speranza di finirla, logico!
Certo
che sono cambiate molte cose da quando ho scritto l’ultima
volta questa… cosa =ç=
Se
prima semplicemente veneravo
Twilight,
da qualche mese mi sono accorta che i libri di Anne Rice sono ottanta
volte
meglio; all’epoca attraversavo un periodo profondamente
romantico della mia
vita, mentre adesso aborro tutto ciò che sprizza cuoricini e
frasi dolci… oh
kami, sono diventata un ghiacciolo! XD [tipo Sasuke, attenzione O__O]
Ho
anche perso quel mio grande amore che nutrivo per CCS, purtroppo, e che
è
andato a riversarsi tutto su Naruto & company!
[ù////ù adesso
mi struggo per i biondi, non per i
castani]
In
ogni caso, come si suol dire, sono tornata all’ovile XD [anche se mi tengo attiva
scrivendo nel
fandom del mio nuovo grande amore *^*]
Ora
vi chiedo per l’ennesima volta di avere pazienza con
me… non aprivo questa
FanFiction da tantissimo tempo ed ho bisogno di tempo per riabituarmi a
questi
personaggi, perciò gli aggiornamenti saranno molto lenti e
saltuari. Mi dispiace
molto.
By
the way, sono davvero contenta di essere tornata qui
^__^
Alla
prossima!
Ja
ne’ttebayò!
PS:
so che ci sono errori e cose assurde, ma dovete perdonare quel periodo
di bimbaminkismo
che stavo attraversando allora!
T_____T
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