Horrificator: RIPRESA 16
-Non ho paura di questo mostro, ispettore Jones…-
Ce l’ho fatta, sono riuscita a dire la mia battuta senza sbagliare e
adesso… Oh Signore… Adrien si sta voltando verso di me, mi guarda alzando
gli occhi verdi… Sta guardando la mia bocca!
Le gambe! Dove sono le mie gambe? Signore… ho la bocca aperta, lo sto
guardando come una scema, si avvicina…! Non è possibile non è possibile non
è possibile! C’è un uragano nella mia testa, una tempesta di tuoni nelle
mie orecchie, non è possibile! Si avvicina ancora! Non sono io, non lo sto
facendo volontariamente, sono pietrificata, ma anche io mi sto avvicinando
a lui. Sento il suo respiro sulle labbra… Oh mamma mia, oh MAMMA MIA!
Aria, aria, aria, datemi l’aria, datemi…
Le sue labbra sono morbide sulle mie, la tempesta si placa con un ultimo
boato. Mi sto squagliando e ormai non ci sono più, non è possibile. Gli
occhi si sono chiusi da soli, sento le sue labbra e le mie si muovono. E
poi un brivido che rotola graffiando i miei sensi lungo la schiena e si
ferma dove lui infila la mano, sotto ai capelli e con le dita sento che
spinge… Mi chiama a sé, ho paura, è una cosa… bellissima.
Socchiudo gli occhi e vedo un lampo verde che mi trafigge e si conficca
nella mia pancia e di nuovo sento le gambe che vacillano. Mi aggrappo a
lui, porto le mani sul suo petto, sento il suo cuore che batte forte, con
l’altra mano mi afferra alla schiena e mi avvicina a sé. Siamo attaccati,
sento che brucia… Il suo corpo respira unito al mio, e le sue labbra… sento
qualcosa di umido e meraviglioso che sfiora le mie, con una leggera spinta
le viola. Che venga, che trovi il porto dove vuole approdare.
È il mio primo bacio, doveva essere un falso, e invece… cerco la sua lingua
con la mia, credo di aver aperto di più la bocca e aver stretto tra i denti
il suo labbro. Brucia, brucia tutto e si scioglie! Voglia liquida scivola
dalla mia testa fino alla pancia, le sue mani mi tirano di più a sé, il
brivido bollente scivola più giù, come una fitta nella mia intimità: voglio
ancora le sue labbra, ora è la sua lingua che cerca la mia, la mano dietro
la nuca si apre e si avvolge sulla testa, spinge, morde, cerca, lecca,
scende più giù e mi lascia a bocca aperta a cercare l’aria.
Aria, aria! Voglio la tua bocca ancora, intreccio le mani dietro al tuo
collo, sei un demone, un angelo, un incendio e un soffio d’aria d’estate.
Sei zucchero, miele e pepe, stringo i tuoi capelli: sei passione, sei
profumo di buono, sei mio…
Un tonfo sordo mi spaventa, sussulto staccandomi da te; apro gli occhi, ho
paura che sia tutto un sogno. Ti guardo, mi guardi e hai le labbra rosse e
anche il viso; mi guardi euforico e: -Wow…-, sussurri, ma non mi lasci
andare.
Neanch’io ti lascio, perché sono troppo folle di te, Adrien!
Provo a dire qualcosa, abbasso lo sguardo: ecco l’imbarazzo che mi colpisce
come un cazzotto, ma tu spingi di nuovo sulla mia nuca e di nuovo le tue
labbra schiacciano le mie, mi mordi, carezzi la mia lingua con la tua e il
tuo corpo si muove ed è forte sul mio. Lo senti il mio cuore che batte? Lo
senti, Adrien? Ti prego non smettere mai…
Una spinta, qualcuno corre e ci sta urtando, ma che importa? Ho gli occhi
aperti e ti guardo: tu li hai chiusi e non intendi lasciarmi. Mi vuoi
mangiare? Io sì…
-Qualcuno chiami un’ambulanza!-, urlano, uh? Che è successo? Mordimi, sì,
mordimi ancora, ora però sta a me… lasciati assaporare sul mento, la linea
dura del collo, le tue labbra morbide e polpose… lascia che io imprima
nella mia mente questo momento unico.
-Ha battuto la testa-, ecco: lo sapevo… parlano di me. Ho immaginato tutto.
Inspiro per dare aria al mio cervello. Hai vinto, imbranataggine. È stato
tutto un sogno.
Però le tue mani mi toccano ancora, anche se ho perso la tua bocca vedo il
tuo sguardo appannato… mi tiri per le spalle… -Spostiamoci-, sussurri. Mi
volto.
C’è Chloe stesa a terra.
-È svenuta quando vi ha visti-, spiega Alya trattenendosi dal ridere.
Solleva il pollice e fa l’occhiolino.
Ci guardiamo imbarazzati e mi accorgo solo adesso che stai stringendo la
mia mano.
-Marine…-, ti fermo con l’altra mano sulle labbra. Bruciano, come me.
-Non dire niente-, ti prego e tu mi tiri: via dall’aula!
Corri e io ti seguo, sono solo pochi passi, trovi una stanza aperta, entri,
mi trascini dentro, non capisco… Chiudi la porta.
-Se ho sbagliato, ti prego, dimmelo-, hai la voce roca: ma sei serio? Non
capisco… sono disfatta e non capisco… cosa hai sbagliato? Forse sono io…
sono io quella sbagliata…
-Marinette: dimmelo ti prego…-, mi tieni per le spalle, hai paura. Cavolo:
tu hai paura! Così mi uccidi…
-Ti amo…-, balbetto e scivolo giù.
Ora posso anche morire…
---to be continued (forse)---
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