Stuck in time

di DonutGladiator
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Questa storia partecipa al COWT8
Prompt: Sex on the beach
Pairing: Kirei/Gilgamesh

 
"Mi annoio"


 
La vita di un servant che era rimasto nel mondo umano era monotona e ripetitiva.
Con Kirei che non gli permetteva di muoversi liberamente come avrebbe voluto, Gilgamesh passava le sue giornate a dormire e le sue serate fuori, a girare per gli ormai noti bar della città di Fuyuki.
Ormai tutti i passatempi che all’inizio sembravano divertenti, come la scoperta dei passi avanti della tecnologia, erano diventati monotoni e divertirsi per davvero era difficile.
Il fatto poi che non invecchiasse, gli creava non pochi problemi.
Per qualche anno aveva anche provato ad andare in una scuola, ma si era stufato quasi subito di quel ciclo infinito di lezioni e obblighi e aveva lasciato.
La chiesa lo annoiava, e anche se ogni tanto ascoltava i sermoni di Kirei, non era veramente una cosa che gli dava soddisfazioni.
Lavorare era fuori discussione, anche se dopo qualche tempo Kirei gli aveva tagliato i fondi e lo aveva obbligato a trovarsi una fonte di reddito che gli pagasse le cose che voleva.
Inaccettabile.
Fortunatamente aveva i suoi modi per ottenere ciò che voleva, e anche il lavoro era durato per breve tempo.
-Kirei. Mi annoio.-
Il prete lo guardò dubbioso ma ormai abituato alle sue richieste. Sospirò, per poi chiudere il libro che stava leggendo e avvicinarsi a lui, spaparanzato come sempre sul divano, un calice di vino tra le mani e l’espressione malevola solita, che a lui irritava terribilmente.
Quando aveva espresso quel desiderio, non aveva calcolato ai contro della sua presenza perennemente attaccata al fondoschiena e le sue lamentele nel cercare sempre qualcosa che lo stimolasse.
Non gli piaceva nemmeno guardare la televisione, a parte qualche vecchio documentario storico e i giochi a premi, che erano veramente la sua più grande debolezza.
Peccato che la fascia oraria di questi ultimi fosse relativamente breve, e Gilgamesh non amava sforzare troppo gli occhi davanti alla televisione, che lui definiva come “quel demoniaco oggetto”.
-Cosa vuoi che faccia per farti divertire?- chiese, retorico.
-Non quello a cui stai pensando. Non ne ho voglia stasera.- liquidò lui, dandogli il proprio bicchiere per poi alzarsi in piedi per avviarsi alla cucina: -Voglio bere qualcosa di diverso dal vino. Ci sono tutti gli ingredienti, vero?-
Kirei sospirò, annuendo.
C’erano poche cose che rendevano Gilgamesh di buon umore.
La prima era il sesso. Di qualsiasi tipo e con qualsiasi persona che lo interessasse un minimo, compreso lui stesso, almeno la maggior parte delle volte.
La seconda, era l’alcool. Di qualsiasi genere.
Lo aveva portato in molti locali, ma lui aveva sempre preferito il vino a qualsiasi altra cosa alcolica gli avesse fatto provare.
A parte un cocktail.
Non sapeva perché, ma Gilgamesh, il re dei re, era un fan accanito del “Sex on the Beach”.
E la cosa, lo faceva divertire in maniera assurda.
Aprì lo sportellino basso della cucina, tirando fuori la vodka, un liquido ambrato alla pesca e gli altri due ingredienti per preparare il cocktail.
Kirei si avvicinò al frigo, tirando fuori il ghiaccio.
-Non capirò mai questa tua passione per questa roba. È così dolce che somiglia più a uno sciroppo che a un cocktail.-
Gilgamesh rise, tirando fuori la ciotola per shakerare.
-Non hai provato la mia versione alternativa.-
Praticamente più vodka che altro, il che gli faceva quasi più ribrezzo del cocktail originale.
Iniziando a mescolare i vari ingredienti, Gilgamesh diede prova delle mosse che aveva imparato negli anni passati nei bar.
-Potresti farti assumere come bartender. Non è male guardarti mentre mescoli i vari ingredienti. Faresti un notevole successo.-
Gilgamesh rise di nuovo.
-Mi stai adulando perché vuoi qualcosa in cambio, Kirei?- domandò, agitando per l’ultima volta il preparato.
Il prete prese due bicchieri lunghi precedentemente riempiti con dei cubetti di ghiaccio e li tese verso di lui, aspettando che li riempisse del liquido.
-Al contrario.-
Gilgamesh versò il cocktail nei bicchieri e poi allungò la mano, chiedendo tacitamente all’altro di passargli il bicchiere.
Il prete sorrise, abbassando lo sguardo e lasciando nella sua mano quello più capiente, portando alle labbra l’altro, facendo una delle sue espressioni disgustate dalla dolcezza di quella brodaglia che aveva preparato.
-Davvero. Non capisco come tu faccia a bere una cosa così disgustosa.-
 




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