La morte non perdona

di Monkey D Anjelika
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Le grida del popolo parigino si perdevano nell'aria sfiorando le orecchie della regina che ormai non sentivano più niente.
Niente in lei funzionava più come la monarchia nel paese dove aveva regnato per anni con amore.
Un amore non corrisposto.

Gli occhi cerulei, che una volta guardavano vivaci il mondo,  si erano spenti e vedevano quel mondo offuscato dalla rabbia.
Le labbra vermiglie, come il colore della città dove tutto era iniziato e dove quel tutto era terminato, avevano pronunciato parole che suonavano terribili per il popolo e avevano trovato compatibilità in altre che non erano di suo marito.
E i capelli, un tempo biondi e lunghi, erano bianchi per la disperazione.
Ma il bianco simboleggiava anche la purezza, la purezza del cuore della regina che nonostante tutto non aveva mai fatto nulla con cattiveria.

Ma lei era "l'austriaca" e non importava se si era pentita delle sue colpe.
Il popolo non perdonava.
E mai avrebbe trovato il perdono.
Neanche ora che la sua testa era staccata dal suo corpo aveva trovato pace.
Neanche nella morte aveva trovato il perdono.




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