CANTO IN FEBBRAIO
DI DINO FERRARO
Canto Febbraio , ebbro nei miei versi che fuggono lontano, nel freddo si destano, si cambiano d’abito ed oltre vanno, camminando, indenne sul filo della memoria tra mesta gente rimasta da sola lungo strade bagnate , ascoltando i loro passi nella fitta nebbia.
Ascoltando voci cantare, il cielo cambiare aspetto.
Ascoltando questa morte che ti prende per mano e ti porta via, verso un nuovo amore , verso di te che siedi nel mio cuore ferito, incapace di comprendere cosa c’è ancora da dire.
In viaggio verso questa realtà
Ridere ,morire
Provare a capire
Sono li che aspetto da tanti anni
Non fare tardi
Cercherò di uscirne vivo
Sogno o son desto ?
Bevo un bicchiere di vino
Ammirare volare i bianchi gabbiani sulle onde d’un mare in tempesta. Con un libro in mano ,senza paura di voltar pagina di chiudere questo capitolo infame .Abbandonarsi a mille melodie, navigando tra mille incertezze, naufragare in un’altra storia per giungere alfine sull’isola che non c’è , in una nuova dimensione più congeniale.
Incredulo, nudo
Seduto fuori al balcone
Con tanti ricordi intorno
Vai dove credi ,la tua fede ti ha salvato
Oh dio sono cosi felice
Senza paura di rimanere prigioniero dei propri incubi.
Eppure mi ritorna in mente i giorni trascorsi insieme le lunghe chiacchierate al bar sull’arte ,sul desiderio di partire di andare lontano da dove eravamo nati di non fermarsi a quel vago concetto di cosa essere oggi .
Senza paura di affrontare i grandi signori della guerra.
Continuando a ridere di se stessi.
Facendo finta che non è successo nulla.
Aprire , questa porta ?
Quando vieni di nuovo a trovarci ?
Te si miso o sottanino buono?
Me pareva nà cosa fine
Vincenzino
Ha chiamato ò cane
Sentite ,sono tre ore che aspetto ò tram
Giovinotto fatevi sotto che questi, vi buttano sotto.
Che scostumati , screanzati ,tale quale a mamma
Uhe carta e cesso
Mo te mette a pistola in bocca
Chiamate le guardie
Fate largo
Che macello
Sono , stati quei tre sfaccendati
Qui, bisogna chiamare subito il commissario
Pronto, il commissario non è in casa
E’ una cosa importante
Chi siete ?
Vicebrigadiere sgozzapecora
Questa è la casa di un commissario non il macello comunale
Ma è una cosa importante
Avete fatto il biglietto ?
Ma chest’amme coppe ò pullman
Da qui non scende nessuno
Oh madonna questi sono dei veri banditi
La signora è svenuta.
Fate largo sono un infermiere so io come intervenire
Simme troppo assai
Non si respira
Tenete le mani a posto
Signora m’avite pigliate per un maniaco
Che brutta bestia
Sarà quello che sarà
La storia si ripete
Facciamo finta di volerci bene
Sentite voi non m’imbrogliate
Cosa avete detto non la capisco
Scusate voi parlate giapponese ?
No , sono di piazza Dante
Fuori di testa
Quante spiegazioni
Allora lo volete questo perdono ?
Sacrilegio
Chiamate il parroco
Stà arrivando il commissario
Guardie e Ladri
Chi se rubato ò fazzoletto mio?
Vi dovete sempre farvi conoscere
Scusate capo, avete una sigaretta ?
Guagliò mò stai esagerando
Che scarafone
Chi ha scorreggiato ?
Che nebbia
Non se capisce chiù niente
Ma stà pizza è pronta ?
Fuggire , sfidando l’ignoto ,oltrepassando dimensioni ,momenti utopici che recludono la propria indole , prigionieri in uno scambio di dare e avere, in un progetto comune , navigare in mare aperto per vincere mille paure , sconfiggere quei mostri chiusi dentro se stesso. Un lenta agonia , un morire lento fatto di versi e canzoni , di pallide emozioni . Senza paura di gridare la propria ragione d’uomo qualunque.
Avete fatto bene
E già cosa vi credevate
Filippo
No , sò Pasquale
Chiedo scusa
Sono tre ore ed ancora non si fa viva
Vedete prima o poi qualcosa accadrà
Già la vita è una rota
Siamo tutti figli di san Gennaro
Io sono devoto di san Ciro
Guardate il delatore
Ci sono sempre stati e sempre ci saranno
Aprite, dobbiamo entrare ,fuori fa freddo
All’Anema e chi vè vivo
Tenete le mani a posto
Signora un bicchiere d’acqua ?
Mamma vado a giocare a pallone
Gli lo hai detto a tuo padre ?
Stà in cantina con gli amici
La musica in testa
Perplessi nel credere che una poesia
sarebbe stata capace di cambiare noi stessi.
Continuando a dialogare con un funambolo
con un ladro ,con un viaggiatore notturno
con un pazzo , con la morte e sua sorella sorte
con la fortuna d’un venditore di collant .
Senza paura di continuare a credere in ciò che si crede
giusto o sbagliato che sia.
Non chiedendo nulla in cambio , solo davanti ad un foglio bianco su cui far danzare i propri pensieri.
Una pacca sulla spalla
Un ciao come va ?
Tutto bene grazie
Mi sembrava una bella serata
Avete cambiato l’acqua ai pesciolini ?
Cheste sò cose è pazze
Puozzo campà cient’anni
Incredulo amore hai spezzato le catene della cieca fede per diventare un cane randagio a spasso per strade deserte. Hai cambiato gli uomini e le donne ,hai reso folli intere generazioni , hai fatto nascere una speranza in molti , visto una lacrima scendere, hai assistito a cosa incredibili. Hai cantato di gloria ed onori ,hai seguito il triste destino d’ognuno, hai donato la pace a chi disperato giace in un letto di ospedale ,hai reso alfine la vita santa attraverso il redento corpo suo morente.
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