Un nuovo albo di storie

di DonutGladiator
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COWT8
Prompt: Crepuscolo
Persoanggi: Katsuki
Niente ti viene regalato


Nessuno avrebbe mai dovuto dirgli che per lui era tutto più semplice perché il suo quirk era forte e allora la sua strada era naturalmente spianata.
Il cielo era ancora scuro e il sole dormiva sotto la linea dell’orizzonte, quando uscì di casa e iniziò a correre, facendo il suo allenamento giornaliero.
Era ancora arrabbiato per le parole che gli erano state rivolte dall’altra sezione.
Non capiva perché le persone dovessero giudicare gli altri senza conoscerli, anche se forse lui era il primo che l’aveva fatto con Deku.
Ma la sezione B, quella dei secondi classificati, delle “riserve”, non si doveva permettere di azzardare il minimo giudizio su di lui, soprattutto perché non avevano ancora avuto modo di conoscere quello che realmente poteva fare.
-Facile con un quirk del genere, cosa ci vuole a essere forti se si riesce a far esplodere tutto?-
Aveva subito reagito a quelle parole, rispondendo alla sua provocazione, ma non gli sembrava che l’altro avesse capito.
Sua madre gli aveva sempre insegnato che se nessuno fa giustizia per te, dopo un tot di volte allora sta a te farti giustizia da solo. La parte del numero di volte in cui doveva sopportare a Bakugo era sempre sfuggita e ogni volta, a ogni offesa, rispondeva con la stessa moneta.
Certo, metteva su una faccia strafottente e con le parole se le cavava, ma tornato a casa ripensava a quello che gli era stato detto, e la maggior parte delle volte faceva male.
Ripensare a quelle parole lo faceva solo innervosire e in quel momento, avrebbe tirato un pugno a qualsiasi cosa gli fosse passata accanto, peccato che in quel punto non ci fossero niente di più che alberi, e non era il caso far scoppiare per sbaglio un incendio.
Urlò per l’irritazione, facendo spaventare un gruppo di piccioni su un ramo e poi riprese a correre.
Si era fatto il culo.
Non aveva mai sponsorizzato l’allenamento che aveva fatto per diventare più forte, per allenare le braccia a sopportare il dolore, per far diventare le sue esplosioni più potenti.
Non aveva detto a nessuno di tutto quello che aveva sopportato per arrivare fino a quel punto, per essere così bravo.
Quindi poteva anche sembrare che non avesse fatto niente e anzi, avesse ricevuto solo fortuna nella sua vita. Soprattutto per chi non riusciva a essere bravo o forte, cercava di giustificare la bravura degli altri liquidandola come fortuna.
Era una cosa che lo faceva infuriare, ma lui non doveva e non voleva dimostrare niente a nessuno, sapeva l’impegno che ci aveva messo e probabilmente anche coloro che oltrepassavano la sua iniziale barriera, capivano quanto sacrificio c’era sotto il suo essere il numero uno, o almeno il provarci.
Il cielo cominciò a tingersi dei colori del crepuscolo: rosa, arancio e giallo si mescolavano al blu della notte, sfidandosi e guadagnando man mano più spazio.
Del sole non c’era ancora nessuna traccia.
Katsuki sospirò e si appoggiò a un tronco, esausto dopo la corsa e per quei continui pensieri.
Era arrivato nel primo punto di stop con più anticipo del previsto. Si mise a sedere e guardò il cielo, ripensando un’altra volta alle parole dello studente dell’altra classe.
Niente era stato facile per lui.
Né avere un simile quirk, né avere un simile carattere.
Ma non si era mai lamentato.
Mentre aspettava il sorgere del sole e il passare del crepuscolo, appuntamento abituale sotto l’albero di mele fuori città, si accorse che anche se avesse voluto, non aveva mai trovato qualcuno con cui poterlo fare senza alcun problema.
Non c’era nessuno per lui da poter chiamare amico.




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