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di vaniglia_lovefantasy
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“Sei sveglio?”

Quella la semplice domanda della mia amica, che era comparsa sullo schermo del mio cellulare alle 2 di una notte qualunque.

“Sì” mi limito a risponderle un paio di minuti dopo. Pochi giorni prima mi aveva rivelato i suoi sentimenti nei miei confronti, e mi ero sentito un idiota per non averlo capito prima e per aver continuato, imperterrito, a parlarle di Cristina. Da allora i nostri contatti si erano ridotti, sebbene ci vedessimo a scuola ogni giorno e fingessimo che fosse tutto come al solito.

“Posso farti una domanda seria? Oltre a quella che ti sto facendo ora intendo.“ ormai conosceva la mia ironia, e spesso prevedeva le mie battute prima ancora che gliele facessi. Però il tono così serio a quell’ora significava che c’era qualcosa che non andava.

“Sai benissimo che puoi, avanti, che succede?”

“Come reagiresti se un tuo amico ti dicesse che è depresso? Non con la voglia di vivere sotto alle scarpe come dici scherzando di averla tu, parlo di una cosa seria”

“Non saprei, dipende… è un modo sottile per dirmi che soffri di depressione?”
io e lei raramente abbiamo usato mezzi termini, e nell’ultimo periodo avevo notato che era cambiata parecchio, ma non avrei potuto dire se fosse dovuto a una depressione.

“No, una mia amica se n’è uscita così e non so che dirle” mi aveva rassicurato saperlo, per un attimo avevo temuto che fosse lei a stare male.

“Normalmente per questo tipo di problematiche c’è una motivazione di fondo… Hai provato a dirle di parlarne con qualcuno? Che sia un amico, un parente…”

“Lo sta facendo ora, parlandone con me”

“Okay, ma intendo, delle motivazioni per cui è depressa”

“Sì, è piena di problemi… Scuola, famiglia…”

“Capisco, beh, così a quest’ora non so aiutarti, possiamo riparlarne domattina? Sono un po’ stanco”

“Certo, scusami se ti ho disturbato, buonanotte, ti amo”
quel ti amo mi aveva imbarazzato abbastanza, così scrissi la risposta meno espansiva possibile.

“Notte”

***

Non l’ho più sentita da allora.

Solo la mattina dopo abbiamo scoperto che si era tagliata le vene alle 2:34 di quella notte, il tempo di chiudere la conversazione con me e di andare in bagno.





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