Sai mantenere un segreto?

di Zomi
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Aprì la porta con cautela, indugiando sull’uscio timoroso.
Doveva entrare, non poteva temporeggiare.
Sapeva, sapeva che lui aveva notato la sua scomparsa prolungata e rimandare l’irrimandabile era uno sforzo inutile.
Con la mano tremante ancorata alla maniglia, prese un respiro profondo e oltrepassò la porta di casa.
-Sono tornat…- cercò di annunciarsi, ma fallì.
-A-AH! ECCOTI DI RITORNO MALEDETTO!-
Una furia tutta bigodini e riccioli biondi si avventò su di lui, atterrandolo nel salotto di casa e facendogli battere la chioma verde contro il mobiletto delle chiavi.
-Traditore!!!- lo prese per la giugulare la furia bionda, sbatacchiandolo di qua e di là con forza, le unghie conficcate nella pelle lievemente scura.
-Ca… cough… Cave…-
-Come?!?- frignava la massa scomposta di bigodini biondi, lacrimando sulla maschera di bellezza al cetriolo e alghe di Guam –Come hai potuto?!?!-
Sentiva gli occhi lacrimargli per la mancanza d’aria, e a nulla serviva stingere i polsi di quella checca isterica che lo sovrastava con la sua esile mole ballonzolante sullo stomaco, massacrandogli le costole e sbattendo con la fibbia degli short di alta moda contro la fasciatura.
Bartolomeo in fin dei conti lo doveva sapere: se ami e convivi con una Dramma Queen come Cavendish, questa prima o poi ti ammazza.
Molto più probabile nel prima, che nel poi.
-Cappellone fedifrago!-  mollò la presa d’un tratto il biondo, incrociando le braccia al petto e fulminando, dietro le crespature ancora molli della maschera di bellezza, il compagno paonazzo sotto di lui.
-Spero che tu abbia una valida scusa per ciò che hai fatto!- strillò acuto.
-Per ciò che ho fatto non so, ma per il tuo omicidio credo che mi daranno per buona l’attenuante di “Era una checca isterica e pazza”! – respirò afono, sollevando il labbro superiore a mostrare i canini accentuati in una smorfia rabbiosa.
-C’è poco da scherzare Mr. Cannibal- sibilò Cavendish, incurvandosi a gocciolare con la maschera sulla camicia a quadrettoni del verde –Come pensi di difenderti?-
-Ma si può sapere di che parli?!?- sbottò esasperato, scalcandosi di dosso il biondo e  facendolo rovinare a terra.
-Hai usato troppa lacca e ti si è suicidato il cervello?!?- si alzò frettoloso, tamponando il fianco sinistro, tastando da sopra il tessuto della camicia se non ci fossero perdite.
Sembrava che tutto fosse apposto.
-Non fare il finto tonto con me sai!- lo prese per un orecchio Cavendish –Sai benissimo che non devi toccarlo! È mio, e solo mio!-
-Ma cos… AHIA!- si piegò in due dal dolore –Piantala, piantala!!!-
-Quando abbiamo deciso di convivere le regole sono state prese da entrambi: io non toccavo la tua squallida raccolta di musica e tu non toccavi i miei prodotti per i capelli!-
Si portò al viso quello del compagno, premendo la guancia impomatata su quella ruvida di barba di Bartolomeo.
-Non hai alcuna scusante- sibilò rabbioso.
-Dannazione Cavendish: si può sapere che stai blaterando!?- ringhiò, staccandosi dal biondo e ripulendosi il pircing del naso unto di maschera di bellezza.
-Del mio balsamo fiori di arancio e succo di mandragola!- strillò il biondo, stringendo i pungi lungo i fianchi e pestando i piedi a terra intirizzito.
-L’hai usato! Usato e finito!- pestò ancora una volta i piedi a terra, a sottolineare la sua indignazione –Non hai nemmeno gettato il barattolo, lasciandolo vuoto nel box doccia! Sei un animale! Un incivile dai capelli color sedano! Tu sei…
-Sicuro di non averlo finito tu la scora settimana?-
Gli occhi dardeggianti di Cavendish si posarono funesti su Bartolomeo, disseminandolo dalla punta del ciuffo smeraldino fino alla punta degli stivaletti punk neri che indossava.
-Come osi?!- tornò a fronteggiarlo petto contro petto, premendogli sul fianco e strappandogli un gemito sommesso.
-Stai forse insinuando che avrei finito io il balsamo, dimenticandomi di gettare il barattolo? Osi insinuare tanto?!?-
-Non sarebbe la prima volta- sbuffò, scivolando da lui –E poi ne hai un ripiano pieno in bagno di quella brodaglia, perché ti lamenti tanto?!?-
-Perché lo hai usato tu!- tornò a pressarlo, rincorrendolo per la casa.
-Ma mi hai visto!?- ruotò su se tesso Bartolomeo, ritrovandosi faccia a faccia con l’amante –Ti sembra che abbia bisogno delle tue porcherie per i miei bellissimi capelli?- si passò una mano sulla chioma verde, ghignando –Sei tu quello che ha bisogno di bigodini, balsamo e sangue di rana-
-Succo di mandragola!- lo corresse con tono acuto.
-Quel che è!- sbuffò stanco, massaggiandosi il fianco e dirigendosi sul divano.
Faceva un gran male, e la benda gli irritava la pelle.
Si gettò sul divano a faccia in giù, sospirando pesantemente.
Sapeva che Cavendish, brontolante che girava per casa ancora offeso, gli avrebbe fatto il terzo grado, ma credeva che glielo avrebbe fatto per il ritardo con cui era rincasato non per la sua maledetta fissazione per i capelli e i suoi prodotti da Barbie mancata.
Chiuse gli cocchi, una mano premuta sul fianco coperto e l’altra penzoloni giù dal divano.
Stava per appisolasi quando percepì le dita affusolate di Cavendish arruffargli il ciuffo alto.
-Che hai?- chiese piano vedendolo stanco e sofferente.
L’arrabbiatura per il presunto furto di cosmetici passata in secondo piano.
-Giornata pesante a lavoro- rispose in un mugugno con le labbra premute sul cuscino.
-Uhm- storse il nasino a punta il biondo –Sei in ritardo di quasi tre ore…- rifletté, facendo tremare la schiena di Bartolomeo.
Eccola, eccola che tornava quella fottuta paura delle domande del compagno.
-Dove sei stato?- smise di accarezzarlo.
-Ehm…- si schiacciò ancor di più al divano -… ho bevuto qualcosa con Rufy senpai-
Cavendish strinse la presa al petto della braccia.
Bartolomeo aveva tanti pregi, ma non quello di mentire purtroppo.
-Rufy senpai eh?- non celò una nota di gelosia e dubbio fondato.
-Ma non era in vacanza con i suoi fratelli…?- si addossò con il braccio piegato sullo schiena del divano, reggendosi il capo con la mano.
L’ennesimo brivido freddo attraversò il corpo di Bartolomeo, scuotendolo.
-Ehm… si si!- si votò a pancia in su a fronteggiare il compagno –Intendevo a bere per Rufy senpai, partito coi fratelli!-
Cavendish lo fissò a lungo, la maschera di bellezza ormai assorbita che lasciva la pelle del biondo lucente e morbida, ma che non celava il suo scetticismo.
-Uhm…- si avvicinò pericolosamente al verde, ancora steso sul divano e gravando su di lui con la punta del naso alzata.
Odiava che Bartolomeo gli nascondesse qualcosa.
Non dovevano esserci segreti tra di loro, e sapere che il suo compagno ancora non si fidava totalmente di lui lo mandava in bestia, trasformandolo quasi in un’altra persona priva di senno e raziocinio.
-Tu…- fece vibrare il naso -… puzzi di crema idratante per bambini-
-Come?!- si schiarì la gola, cercando di calare la nota acuta che la voce aveva assunto –Oh, eh… sarà la mia nuova crema idratante viso-
-Tu non usi creme idratanti!- lo bloccò sul divano,  le braccia tese ai lati del viso e il naso ancora in cerca di indizi.
I suoi  occhi cerulei vagavano sul viso sudaticcio di Bartolomeo, scendendo sulla camicia a quadrettoni fino a quella mano premuta con insistenza al fianco sinistro.
Sgranò le pupille trattenendo a stento un uggiolio.
-Oh mio… togliti la camicia!- ordinò, bisognoso della conferma definitiva.
-Oh Blondie- sghignazzò Bartolomeo, alzandosi con una spalla e mezzo busto –Lo vorrei fare tanto anch’io ma sai, oggi a lavoro è stata buna giornataccia e…-
-Oh taci, stupido fissato!- lo ricacciò contro il divano –Togliti la camicia e mostra che hai fatto!-
Bartolomeo ringhiò, gli occhi fissi sul compagno, testardo a non lasciargli l’ennesima vittoria.
-No!- sputò –Non è niente, non…-
-Bartolomeo Cannibal!- lo richiamò con durezza, le braccia tornate al petto in una stretta severa –Muoviti!-
Un’imprecazione lasciò le labbra del verde che sbuffando si sfilò di dosso la camicia, gettandola sul tappeto persiano del salotto.
-Contento?- sbottò, un braccio tornato penzoloni dal divano l’altro piegato sugli occhi.
Cavendish trattene piano il respiro.
Con dita leggere, come già aveva fatto in passato, tracciò il bordo candido della garza sterile che copriva il fianco di Bartolomeo, scivolando per gran parte sotto alla cintura dei jeans neri, seguendo di certo l’osso pelvico e la pelle bronzea che si tendeva sopra.
-Tu…- trattenne la rabbia –Razza di stupido! Un tatuaggio! Un nuovo tatuaggio!-
Si alzò rapido dal divano,  gli occhi infuocati puntati sull’espressione colpevole del compagno.
-Come ti è saltato in mente?!?-
-Ehm… sorpresa?- tentò.
-Sorpresa un paio di palle!- alzò le mani al cielo, esasperato –Perché non l’hai detto subito?!? Pensavo ti fossi ferito a lavoro o peggio!- si passò una mano sul volto, roteando gli occhi al soffitto –E perché diamine hai i jeans stretti proprio sopra la garza?!? Ma ti si deve dire tutto?!? Così si irrita la pelle!-
-Che dovevo fare?!?- sbottò fissandolo scomparire verso la cucina –Andarmene in giro con le braghe calate?-
-Un paio di pantaloni morbidi no?- tornò il biondo, reggendo del ghiaccio nelle mani.
Con stizza si sfilò i bigodini, liberando poi il bacino del verde e premendo sulla garza stretta il ghiaccio.
La sensazione fredda giovò presto alla pelle costretta di Bartolomeo, che liberò un leggero mugugno di piacere.
-Perché non me l’hai detto?- sbuffò offeso Cavendish –Perché tutti questi segreti?-
-Doveva essere una sorpresa- gli massaggiò un polso, cerando di rincuorarlo –Tu ami le sorprese-
- Bhè non mi piacciono se ti costringono a tenermi le cose nascoste!- abbassò il lembo dei jeans, sfiorando la benda e fissandola scendere verso l’interno del bacino e sfiorando il bordo abbassato dei boxer.
-Ma le sorprese per esserlo devono essere segrete…-  sollevò un sopracciglio.
Il suo ragazzo era davvero contorto a volte.
-Umpf! Abbi la decenza di tacere almeno-addossò il mento alla mano libera dal curare il fianco del verde -O rovinerai l‘effetto rilassante della mia maschera di bellezza: non posso innervosirmi!-
-Oh pardon madmuaselle- sghignazzò Bartolomeo, continuando ad accarezzargli il braccio con cui lo medicava.
Le gote di Cavendish si arrossarono appena, ma celò facilmente l’ilarità per la battuta e il piacere dei tocchi del compagno con un nasino stizzito e altezzoso.
-Posso almeno sapere che diamine ti sei tatuato addosso questa volta?- sbottò acido –Oltre  all’anello blu  sul petto che ti sei fatto? Un “I love Rufy senpai”?-
-Geloso?- lo punzecchiò.
-Ovvio che no!- gonfiò le guance –Allora? Me lo dici si o no?-
-Ovvio che no- gli tirò una linguaccia facendogli il verso, facendo tintinnare un piercing –Tra due settimane lo vedrai-
-Tra due settimane è il mio compleanno!- sbottò ancora offeso per i segreto che il verde non voleva rivelargli.
-Avrai due motivi per trepidare nell’attesa allora- sghignazzò.
La mano di Cavendish tremò, e ben presto il ghiaccio sintetico finì contro il volto di Bartolomeo e non più sul suo fianco.
-Trepida anche tu allora, in attesa di rivedere le mie chiappe!- strillò, per poi pestare i piedi a terra furioso –Ecco! Mi hi fatto innervosire! Ora dovrò rimettermi quella brodaglia in faccia: ti detesto Bartolomeo Cannibal, tu e i tuoi segreti!-
-Si si , ti amo anch’io- si rilassò contro il divano il verde, sghignazzando a ogni imprecazione che il biondo gli dedicava mentre si agitava nel bagno del primo piano.
Sospirò, guardando il soffitto.
Poteva andargli peggio, conoscendolo.
Chissà che avrebbe fatto quella dramma queen mancata quando avrebbe scoperto che si era tatuato il suo nome a formare una rosa sul suo fianco?
-… sarà divertente…- sghignazzò, speranzoso che quelle due settimane passassero in fretta




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