Una ragazza infernale e un bambino annoiato.
Una bambina con due codini bassi e ondulati si aggirava per il parco
infastidita, strisciando con i piedi.
“Codarde… mai che mi diano una mano!”
pensò a denti stretti. Ma guardandosi intorno ebbe il
piacere di puntare una possibile preda… emh…
possibile alleato. C’era un bambino occhialuto tutto solo,
accovacciato in un angolo che scarabocchiava sul terreno umido con un
bastoncino. Decise di avvicinarsi. L’obbiettivo era vestito
piuttosto pesante per il mese d’ottobre… la giacca
che portava era su per giù di una taglia più
grande e portava una sciarpa marroncina…
-Ciao! - esclamò la bambina fissandolo. Il bambino
alzò un attimo la testa nella sua direzione, anche se la
parte inferiore del viso era coperta dalla sciarpa a giudicare dalle
sopracciglia aggrottate non sembrava contento del contatto.
Tornò a ignorarla, ma la bambina non si arrese e si
accovacciò davanti a lui cercando di fissarlo dritto negli
occhi. -Ciaaao… - ripetè lentamente.
-...Ciao.- rispose rassegnato dopo un po’.
-Chi sei? -
-...Io. - rispose dopo averci riflettuto.
-Intendevo, come ti chiami? -
-Perchè dovrei dirlo a una sconosciuta? -
-E’ agli sconosciuti adulti che non si deve parlare, ma al
parco si va per giocare e fare amicizia con gli altri bambini. -
ribattè risoluta, il bambino sospirò…
-...Sakutaro Morishige. - rispose alla fine.
-Piacere! Mitsuki Yamamoto! - la bambina sorrise vittoriosa.
-Sakutaro… - il bambino sospirò annoiato e
tornò a giocare col legnetto. -Mi piace! È un bel
nome! - concluse annuendo. Il bambino si sorprese… era
l’ultimo commento che si aspettava a proposito di un nome
insolito… ma finito quel momento si girò e diede
le spalle alla bambina. -Vuoi diventare il mio commilitone? - gli
propose.
-...Il nonno mi ha detto di non entrare nell’esercito,
spiacente! - ribattè secco.
-Eh? Non intendevo sul serio… e non credevo neppure che
sapessi cosa fosse un commilitone… -
-Oh… capisco… quindi contavi di reclutarmi
sperando che non capissi i tuoi veri intenti… il nonno mi
aveva detto che l’esercito era subdolo, ma non fino a questo
punto. Non sapevo che fossero tanto disperati da cercare
bambini… -
-Non volevo reclutarti per nessun esercito! Era per dire! Volevo solo
chiederti di aiutarmi a recuperare un’altalena…
dei bambini si sono convinti che gli appartenga e nessuna delle mie
amiche ha voluto darmi una mano a riconquistarla! - spiegò
determinata.
-...Ah ...questo cambia tutto. -
-Quindi vuoi unirti a me in questa operazione di riconquista? -
domandò fiduciosa.
-...No. Non ho alcuna intenzione di azzuffarmi per una stupida
altalena. E poi… perché ti atteggi a
conquistatore? - disse il bambino con perplessità genuina,
ma anche un pizzico di cattiveria.
-...Tanto con quei vestiti così lunghi e pesanti saresti
stato lento, avresti inciampato e mi saresti stato sicuramente
d’intralcio! - sbuffò energicamente la piccola.
-La volpe non riuscendo a raggiungere l’uva disse che tanto
era sicuramente aspra… - sentenziò il bambino
senza nemmeno guardarla.
-…Eh?! -
-Niente… è una favola di Esopo, non mi aspettavo
la conoscessi comunque. -
-...Hai un’aria intelligente, eh? - disse leggermente
sarcastica e si sedette vicino al bambino. Dopo un po’
d’attesa Morishige cominciò a temere che Mitsuki
non avesse intenzione di spostarsi… -Perchè hai
dei vestiti così pesanti? - gli domandò
tirandogli leggermente la manica.
-Perchè non voglio ammalarmi. - calcando con troppa forza,
il bastoncino che il bambino teneva si ruppe…
-E allora perché sei seduto sulla terra fredda? - il bambino
rimase in silenzio senza fare una piega… -Quanti anni hai? -
-otto. -
-E quando li hai fatti? -
-A febbraio… - non gli piacevano tutte quelle domande, ma
pensava che prima o poi si sarebbe stancata… o comunque ci
sperava…
-Ah… sono più grande io! Di due mesi…
ma le bambine crescono più in fretta quindi è
come se avessi due anni più di te! - concluse allegra.
-...Te lo sei inventata. - affermò il bambino.
-E invece no! Guarda, sono anche più alta di te! -
-Non è vero… - disse scontroso, si
alzò e si misero a confronto, ma… -Ok,
forse solo un po’... Non avevi un’altalena da
riconquistare? - le ricordò speranzoso.
-...Non mi va di lasciarti da solo. - disse seria, poi gli diede delle
rapide pacche sulla testa lasciandolo un po’ disorientato.
-Del resto sono più grande di te, no? - mise le mani sui
fianchi nel tentativo di assumere una posa più
impressionante.
-...Ma sei seria? Stavo molto meglio prima che arrivassi tu a
disturbarmi. - disse sgarbatamente… “Forse dovrei
imparare ad essere meno diretto?” si domandò, ma
contro ogni pronostico la bambina si limitò a sospirare, poi
gli sorrise.
-Suppongo di non starti simpatica… - si guardò
intorno e localizzò un altro possibile obbiettivo,
cominciò a fare segnali con la mano cercando di richiamare
la sua attenzione. Morishige la osservava incuriosito.
La bambina puntata da Mitsuki si indicò timidamente con la
mano e quando Mitsuki annuì si avvicinò.
Anche questa bambina aveva i capelli raccolti in due piccoli codini, ma
erano alti e tenuti da due fermagli dalla forma sferica. La bambina
osservò i suoi due curiosi interlocutori, poi li
salutò incerta.
-Come ti chiami? - domandò cordiale Mitsuki.
-...Mayu Suzumoto. - rispose. La bambina si sentì un
po’ a disagio... il bambino sembrava fissarla molto
incuriosito. “Credo di aver già visto la sua
divisa da qualche parte...” pensò lui.
“Inoltre...” Mitsuki prese a guardarlo
storto… il bambino sospirò e si decise a fare la
domanda.
-...Quanti anni hai? -
-Otto… -
-Fatti a…? - domandò un po’ insistente,
la bambina non capiva cosa volessero da lei, ma rispose.
-Li ho fatti a dicembre... -
-Ah… avevi mentito! Le bambine non crescono più
in fretta! - rise il bambino puntando il dito contro Mitsuki. -O
comunque ti eri sbagliata… - annuì soddisfatto.
La nuova arrivata era più bassa di loro e appariva piuttosto
infantile, Morishige ci aveva messo un po’ a stabilirne
un’età indicativa. Mitsuki sbuffò.
-Scusate, ma voi chi siete? - domandò titubante la bambina.
-Io sono Mitsuki Yamamoto, lui è Sakutaro Morishige. Ti
andrebbe di farmi da commilitone? -
-…Ehm, cos’è un commilitone? -
domandò imbarazzata la bambina.
-Non ti fidare. Lei è una persona malvagia che vuole
qualcuno che le dia una mano ad azzuffarsi per recuperare
un’altalena. - la avvertì infastidito Morishige.
-Eh?! Non voglio, mi dispiace! - declinò allarmata la
bambina. Mitsuki guardò minacciosa Morishige che resse il
suo sguardo senza problemi.
-Ok… vuol dire che andrò da sola… -
-Ad azzuffarti? Non potrebbe essere pericoloso? - domandò un
po’ preoccupata Mayu.
-Ma no, tornerò sana e salva! - rispose spavalda, Morishige
si lasciò scappare una risatina a causa di questo suo
atteggiamento… -Comunque, lui voleva chiederti se potevate
giocare un po’ insieme è solo che è
molto timido… - dichiarò sorridendo malignamente.
-C-cos…? Dannata, impicciona, disturbatrice di quiete
pubblica...- sibilò irritato.
-Umh… va bene… - la bambina scrollò le
spalle e si sedette accanto al bambino poco solare mentre Mitsuki si
incamminava, di nuovo solitaria, verso la sua missione. “Beh,
sono più tranquilla non avendolo lasciato da solo. Ho fatto
la mia buona azione quotidiana...” ghigno la bimbetta.
-Allora, cosa vuoi fare? - domandò Mayu.
-...In realtà… non voglio giocare, puoi anche
andartene… - rispose. La bambina sembrò
intristirsi un po’. -Non hai fatto nulla di male…
è solo che non ne ho voglia… -
-E’ capitato qualcosa di brutto pure a te? -
domandò incuriosita.
-No… perché? A te sì? - la bambina
annuì.
-Un mio compagno di classe ha improvvisamente cominciato a nascondermi
le cose… così, senza alcun motivo! -
spiegò agitata. -Non so perché, ma sembra che
abbia cominciato ad odiarmi e sono un po’
preoccupata… -
-...Ah ...capisco. - in realtà non aveva la minima idea di
cosa risponderle, si sentiva un po’ a disagio, parlare con
due bambine in un solo pomeriggio non era proprio nei suoi
programmi… ed era stancante, non capiva perché
per gli altri esseri umani, le chiacchiere, apparissero come qualcosa
di naturale e spontaneo...
-Mi ha nascosto pure le scarpe da tennis e non ho potuto fare
ginnastica… -
-A me avrebbe fatto piacere… - si lasciò sfuggire
lasciando perplessa la compagna. -Non sopporto la ginnastica quindi
usare una scusa del genere mi avrebbe fatto comodo. - spiegò.
-La odio anch’io. - sorrise la bambina. -Non sono per niente
brava! -
-Già, alla fine è solo una scusa per misurarci e
far prendere in giro i bambini meno atletici è
più fragili! - disse indignato e fu un po’ deluso
dalla reazione insicura della bambina.
-Umh… in realtà non mi ha mai insultata
nessuno… inoltre, credo che uno scopo dovrà pur
esserci… -
-Sei troppo fiduciosa. - sentenziò -Non è che
solo perché un adulto dice una cosa, vuol dire che sia
giusta per forza. - Mayu prima lo osservò incuriosita, poi
le sue labbra presero una piega strana… sembrava un
po’ nervosa.
-Già… credo che anche gli adulti possano
sbagliare… - i due rimasero in silenzio per un po’.
-Ho detto qualcosa di offensivo? - domandò dubbioso.
-…No, pensavo solo a una cosa… -
mormorò.
-Ah… va bene… - e scese di nuovo il silenzio,
Mayu si sarebbe aspettata un’altra domanda, ma il bambino non
sembrava molto interessato.
-Se non ti andava di giocare perché sei venuto qua? -
-Mi ha costretto mia madre...- sbuffò.
-...Non ti piace tua madre?- domandò la bambina un
po’ inquieta.
-Beh… né lei, né mio papà
passano molto tempo con me… non li conosco bene e non ho
molto da apprezzare… - spiegò senza molto
entusiasmo. Dicendo qualcosa del genere a un adulto, avrebbe subito una
bella ramanzina, ma non era qualcosa che pensava con cattiveria, erano
semplicemente i suoi sentimenti e non aveva avuto motivo di cambiarli
fino a quel momento.
-Capisco… - annuì la bambina sentendosi un
po’ a disagio. -Anche mio padre non passa molto tempo con me
o con la mamma e a lei non piace molto… quando litigano lo
fanno per questo… -
-Forse potrebbero separarsi… - commentò
distrattamente Morishige. Mayu ebbe un sussultò e si fece
improvvisamente pallida. “Perchè l’ho
detto?!”-Lascia perdere, ho detto una cosa stupida! Nemmeno i
miei passano molto tempo insieme eppure non sembra affatto che debbano
separarsi e… litigano spesso… - mentì,
se litigavano non ne era a conoscenza… in ogni caso non
sembrava essere riuscito a tirarle su il morale che lui stesso aveva
fatto precipitare.
-O forse si separeranno anche i tuoi… e finiremo abbandonati
sotto un ponte perché uno solo dei nostri genitori non
sarebbe capace di mantenerci, o magari finiremo per essere spediti
avanti fra casa di mamma e casa di papà come dei
p… dei p-pacchi postali!- riflettè angosciata a
voce a alta. -Non voglio, non voglio, non voglio! - ripetè
più volte.
-Non accadrà invece…
perché… emh… - non aveva la
più pallida idea di cosa dirle e forse era un bene che fosse
troppo distratta dai propri pensieri per ascoltarlo, mostrandosi
così insicuro l’avrebbe solo ulteriormente
agitata… le passò una delle estremità
del bastoncino che aveva rotto. -Vuoi pasticciare qualcosa sul terreno?
- le propose, lei sorrise debolmente, forse intuendo il tentativo di
farla distrarre.
-Ok… cosa disegniamo? - domandò curiosa.
-In realtà… niente… sollevo il
terreno… faccio delle linee e dei cerchi... e
basta… così per passare tempo. - Mayu non
sembrava entusiasta della prospettiva. -Ma tu puoi disegnare qualcosa
se vuoi… - sospirò. Mayu si stancò
presto di smuovere la terra col bastoncino, disegnare in quel modo non
era divertente, sembrava più che altro una scusa del suo
nuovo amico per poter passare del tempo senza parlare, così
cominciò a stuzzicarlo col legnetto. Dopo un po’
il bambino si arrese e si girò irritato.
-Che c’è? -
-...Umh… ho avuto un idea più divertente. -
sorrise Mayu. -Inseguiamo i piccioni! - disse indicando un gruppo di
poveri uccelli intenti a beccare un pezzo di pane lasciato da
chissà chi…
-...No. -
-Beh… ma sarebbe più divertente, no? -
tentò la bambina.
-Se vuoi puoi farlo, io non ti fermo… -
-Ma noi dovevamo giocare insieme… -
“Perchè quella Mitsuki mi ha messo in questa
situazione?”
-Oppure… - sussurrò la bambina, poi
sembrò ricordare qualcosa… -Credo di dover
andare… in teoria dovevo passare dalla cartoleria per
prendere delle cose… - Morishige sospirò
“Devo averla annoiata davvero molto...” concluse
pensando che si doveva trattare di una scusa.
-Ok, va pure… -
-Sicuro? - lui annuì. -Ok, allora vado…
Ciao… - titubante gli fece cenno con la mano e si
allontanò. Morishige non era particolarmente dispiaciuto,
ansi era piuttosto sollevato per certi versi di non dover
più intrattenere la bambina… ma il tempo di
sessanta, centoventi minuti sentì il rumore di piccoli passi
che andavano velocemente nella sua direzione.
-Scusa se ti ho lasciato da solo! -
-Emh… fa niente… - rispose sorpreso di vederla
spuntare. -Ma non dovevi andare in cartoleria? -
-Posso farlo anche domani e poi mi sentivo un po’ in colpa a
lasciarti così… -
-Ah… capisco… - disse confuso.
-C’è qualcosa che non va? -
-No… ma perché ti sentivi in colpa? Non
capisco… -
-Beh, siamo amici… credo… -
-Amici? Eh, questa è probabilmente la prima e ultima volta
che ci vediamo, non è che siamo compagni di scuola o
qualcosa di simile… -
-Se non vuoi più incontrarmi potevi anche dirmelo. -
-No, non intendevo questo… - sospirò. E
finì per passare altro tempo a chiacchierare con quella
bambina, o meglio, a sentirla parlare… era un po’
una fortuna, non avrebbe avuto la minima idea di cosa dirle.
Subì anche qualche tentativo di Mayu di coinvolgerlo in
qualche gioco, ma più o meno riuscì sempre a
scoraggiarla. Poi la bambina dovette andarsene sul serio…
Ma si ripresentò poco dopo piagnucolando…
“Cosa le è successo?!” si chiese
allarmato.
Mitsuki notò soddisfatta che a sorvegliare
l’altalena era rimasto solo un bambino“Perfetto,
alla fine non mi servirà nemmeno aiuto, li ho praticamente
sconfitti per sfinimento, sono tutti andati a casa! O comunque quasi
tutti...” il bambino rimasto era il più
rognoso… un certo Yuuya… si avvicinò
di soppiatto, poi notò un altro bambino che andava verso
Yuuya con un succo di frutta. Mitsuki non poteva credere ai suoi
occhi...
-Tradimento! - protestò la bambina infuriata andando verso
di loro, il nuovo arrivato si girò verso di lei e le sorrise
ingenuamente.
-Ciao, Mitsuki! Questo è Yuuya Kizami il mio vicino di casa,
è un bambino di poche parole, ma… -
-Si, si! Già lo conosco questo fetente! - lo interruppe lei.
-Kurosaki… non mi sarei mai aspettata una cosa del genere da
te… -
-Ah… quindi sei tu la bambina con cui ha iniziato la sfida
mortale per l’altalena… - il bambino
deglutì.
-Che succede? - domandò un altro bambino, un quattrocchi dai
capelli chiari.
-Ah… lui si chiama Masato Fukuroi… da domani
darà un nostro compagno di classe. - spiegò
Kurosaki ansioso di cambiare discorso.
-Ah, quindi sei tu quella con cui sono cominciate le
ostilità dell’altalena. - disse il bambino
incrociando le braccia. -Dovete finirla, le altalene sono due, non vedo
perché dovete comportarvi in questo modo. -
-Non è l’altalena in sé il problema. -
disse brusco Kizami. -E’ una questione di principio, non mi
piace il suo comportamento quindi non andrà
sull’altalena. -
-E’ lui che ha cominciato tutto! Se volete rendervi utili
dovete allearvi con me! - Kurosaki e Fukuroi si lanciarono una rapida
occhiata perplessa, ma prima che potessero stabilire il da farsi
Mitsuki tirò fuori delle corde… -Allora sarete
miei prigionieri. -
-Cosa?! - protestò Fukuroi e guardò stupito
Kurosaki che invece sospirò e si lasciò legare
arrendevole.
-Prendilo come un gioco… la accontentiamo facendole da
ostaggi e aspettiamo che lei e Kizami la finiscano...- si
limitò a spiegare.
-Ma come sarebbe a dire?! Sono due squilibrati, non dovremmo
assecondarli! - poi si lasciò intimorire dallo sguardo
arcigno e poco raccomandabile della bambina, deglutì e sia
lui che Kurosaki si lasciarono condurre sotto uno scivolo.
-Come ci siamo finiti in questa situazione… e quelli
dovrebbero essere i miei nuovi compagni di classe?! -
cominciò a lamentarsi Fukuroi.
-Mi dispiace. - ridacchiò Kurosaki tranquillo. -Non sono
male come sembrano… di solito Kizami è un bambino
tranquillo e amichevole anche se a volte ha comportamenti strani ed
è meglio ubbidirgli… -
-Non dovresti andargli dietro! Peggiorerai solo le cose! -
protestò l’altro bambino.
-Tranquillo, siamo amici da tempo, so come gestirlo. - si
atteggiò Kurosaki rendendo il compagno solo più
nervoso. -Mentre Mitsuki è un tipo molto volenteroso e
affidabile. - Fukuroi sentiva il sospetto di essere preso in giro.
-Anche se non ha una buona fama… al parco e nella scuola
molti la chiamano la ragazza infernale… -
-Cominciamo bene! -
-Oh… c’è mia madre… hey!
Mitsuki! Dovrei andare! - le gridò Kurosaki. Lei si
voltò e sbuffò, ma alla fine fece un gesto di
consenso. Il ragazzo si slegò, saluto l’amico e
andò dal genitore.
-Ragazza inf… Mitsuki! Non è che potrei andare
anche io?! - la chiamò speranzoso dopo essersi fatto
coraggio.
-No! -
-Ma a che ti servo?! A Kizami non interesso come ostaggio! -
-Peggio per te che non ti sei messo dalla mia parte… - la
corda da salto con cui Fukuroi era legato non era stretta. Era
più rappresentativa, non capiva nemmeno com’era
possibile che si fosse fatto coinvolgere in quello stupido
gioco… cominciò a slegarsi sperando di
potersela svignare di nascosto, ma la bambina si girò verso
di lui immediatamente… “Cos’ha?! Gli
occhi dietro la testa?!” si chiese con orrore. Lei interruppe
lo scontro, andò verso di lui minacciosa e lo
legò più stretto…
-Ma stai scherzando?! - lei scosse la testa mortalmente seria.
-La guerra e guerra… - pronunciò solenne e
tornò da Kizami.
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