Tornare
a casa era sempre un sollievo, soprattutto da quando aveva i piedi
talmente gonfi da non permetterle di mettere nemmeno le scarpe da
ginnastica. Aveva dato uno degli ultimi esami che le mancavano per
prendere la laurea, il suo unico obbiettivo era quello di tornare
all’appartamento e dormire fino al weekend.
Certamente
non si aspettava di aprire la porta e trovare una Lydia furiosa
guardare qualcosa oltre la sua visuale, le braccia incrociate al
petto e lo sguardo che avrebbe potuto uccidere chiunque, magari era
anche sul punto di urlare. Provò a ricordarsi se qualcuno
sarebbe dovuto venire a trovarle, ma non le venne in mente nessuno,
forse era successo qualcosa e Lydia aveva dovuto chiamare qualcuno,
tipo l’idraulico.
Quello
che non avrebbe mai immaginato, una volta arrivata vicino a Lydia,
era di vedere Derek – vestito con una tuta da lavoro nera –
incollare della gommapiuma sull’angolo e sul bordo di un
mobile. Dopo uno sguardo più attento notò che l’intero
salotto era ricoperto di gommapiuma.
«
Grazie al cielo che sei arrivata! » urlò la rossa
guardandola arrabbiata « Derek sta rovinando il nostro
appartamento! » spiegò come se la ragazza non avesse già
visto lo stato in cui riversava la stanza in cui si trovavano e non
osava immaginare il resto della casa.
Derek
– che era super concentrato ad usare la colla a caldo –
si girò sorridendo smagliante quando si rese conto della
presenza di Stiles al quinto mese di gravidanza. Si alzò
pulendosi le mani sui pantaloni della tuta, avvicinandosi alla
Stilinski per lasciarle un bacio a fior di labbra, mentre Lydia se ne
andava sbattendo la porta « È andato bene l’esame?
» domandò posando la mano sul dolce rigonfiamento del
ventre della ragazza.
Erano
passati tre mesi da quando il licantropo aveva scoperto della
gravidanza e nonostante non avesse fatto le cose che voleva –
come poteva pretendere che la ragazza si trasferisse da lui lasciando
l’università solamente perché voleva averla
vicina – la loro relazione stava andando bene. Certo, aveva
ancora il segno della pallottola allo strozzalupo che Noah gli aveva
inferto quando era andato a fare le sue scuse, ma sapeva di
meritarselo.
Stiles
sorrise, incastrando il viso nell’incavo del collo aspirando
fortemente l’odore. Da quando era entrata nel quarto mese aveva
sentito il bisogno impellente di avere Derek vicino e Deaton le aveva
spiegato che era a causa della gravidanza. Al bambino non piaceva
stare lontano dal padre, sentendosi poco protetto e la ragazza si
ritrovò a pensare a come sarebbe stato fuggire in Estonia e
sentirne il bisogno, sarebbe impazzita senza ombra di dubbio. Si era
presa una bella strigliata, quando era andata dalla sua ginecologa
licantropo (sotto raccomandazione di Deaton), in quanto se Derek non
avesse mai scoperto della gravidanza lei sarebbe morta con il 98%
delle probabilità. Essere licantropi o semplicemente portarne
uno in grembo era molto più difficile di quanto si aspettasse.
«
Bene, il massimo dei voti. Ora mi mancano solo due esami prima di
poter iniziare a scrivere la tesi. » rispose la ragazza
sorridendo orgogliosa. Non era stato semplice per lei andare a
lezione quando il ventre era iniziato a gonfiarsi, tutti la
guardavano in modo strano e bisbigliavano, facendole immaginare quali
cattiverie stessero dicendo. I professori poi non erano stati da
meno, come se rimanere incinta fosse l’equivalente di aver
ucciso qualcuno, quando in realtà si stava facendo l’esatto
opposto. Cercava di non dare molto peso alla situazione, ma spesso si
ritrovava a sentirsi in colpa per essere rimasta incinta. Assurdo.
L’Alpha
sorrise, accompagnandola gentilmente a sedersi sul divano bordeaux.
Stiles si guardò nuovamente intorno notando che anche gli
spigoli dei muri erano stati ricoperti « Uhm, si può
sapere cosa stai combinando a casa mia? » domandò
cercando di non sembrare rude, infondo la faccia di Lydia l’aveva
anche fatta divertire. Si sventolò una mano davanti al viso
sentendo particolarmente caldo, il sudore che scivolava lentamente da
una tempia. Sapeva che durante questo mese avrebbe sudato di più,
avrebbe avuto più fame e finalmente sarebbero cessate le
nausee.
Derek
sembrò ricordarsi in quel momento di essere a San Francisco,
nell’appartamento delle ragazze, perché si guardò
intorno confuso « Sono venuto a trovarti. » rispose
titubante, facendo un’espressione talmente dolce che Stiles non
resistette al baciarlo « Intendo perché sembra che tu
stia cercando di trasformare il nostro appartamento in un magazzino
di gommapiuma? » alzò gli occhi al cielo Stiles, la mano
posata sul rigonfiamento del ventre.
«
Oh, quello. » si illuminò il licantropo « Be’
dato che sei qui e non con me, mi sento più tranquillo nel
sapere che non potresti farti male con qualche spigolo mentre sono
lontano. Meglio essere prevenuti che dispiaciuti, no? » rise
alzando le spalle. Il suo lupo non era stato tranquillo nemmeno per
un giorno da quando aveva scoperto della gravidanza, desiderando
prendere Stiles e nasconderla in camera sua fino alla fine della
gravidanza, ma sapeva di non poter fare una cosa del genere. Un’altra
cosa che poi lo rendeva tranquillo era il fatto che Deaton avesse
trovato un ginecologo donna licantropo per seguire la Stilinski, non
credeva sarebbe riuscito a non morire di gelosia se fosse stato un
uomo. Era un pensiero da eremita, ma non voleva nessun uomo vicino le
grazie della madre di suo figlio.
Stiles
rise di cuore, posando entrambe le mani sulle spalle dell’Hale
« Quando nascerà ricoprirai casa nostra di
materassi? » domandò cercando di non prendersi troppo
gioco della preoccupazione del più grande. Una volta finiti
gli esami Stiles sarebbe tornata a Beacon Hills, precisamente sarebbe
andata a vivere con Derek nella riserva, l’anello d’oro
bianco all’anulare che le ricordava ogni mattino della proposta
di matrimonio ricevuta nemmeno un mese prima. Aveva accettato senza
pensarci troppo, anche se era stato meschino, anche se le aveva fatto
credere di non amarla, Stiles non riusciva ad immaginare un futuro
senza Derek ed il suo bambino. La scelta giusta era sposarsi, lo
sapeva, e forse avrebbero dovuto farlo prima che la pancia iniziasse
ad essere prominente, ma Lydia era stata chiara: dopo la nascita
avrebbero organizzato il matrimonio perché non esisteva che
dovesse organizzare un evento così importante in poco tempo.
Si era praticamente autoproclamata la sua wedding planner e nessuno
aveva avuto il coraggio di negarle quel ruolo.
«
No, idiota. » rise a sua volta Derek « Il bambino sarà
un licantropo, sbattere contro gli angoli non gli farà nulla,
sono più preoccupato per la mia bellissima, intelligentissima,
spettacolare, umana futura moglie. » disse baciandole il collo
per ogni aggettivo pronunciato. Stiles chiuse gli occhi sentendo gli
ormoni risvegliarsi come impazziti. Nonostante si fossero fidanzati i
due non avevano mai consumato, più che altro perché
Derek aveva paura di far male al bambino, poco importava che la
dottoressa Parker avesse dato loro il via libera, ricordando all’uomo
con un sorriso malizioso che dopo il parto non avrebbero potuto fare
nulla per tre mesi e di approfittarne. Era irremovibile, nemmeno
quella volta che aveva messo un completo provocante regalatole da
Lydia era riuscita a farlo cedere.
«
E poi questo pomeriggio hai l’ecografia morfologica, credevi
veramente ti avrei lasciato andare da sola? » chiese il
licantropo sfilando i sandali dai piedi della ragazza, pronto a farle
un massaggio, ben sapendo quanto stesse soffrendo il quel periodo di
dolori. Stiles lo guardò sorridendo leggermente, era tutto
così bello e domestico.
♠♠♠
La
ragazza si appoggiò completamento contro il torso de suo
fidanzato, lasciandolo unire le mani davanti alla pancia all’ottavo
mese di gravidanza. Erano sdraiati sul loro letto, intenti a guardare
un vecchio film di cui non conoscevano bene la trama.
«
Tuo figlio mi sta facendo impazzire, scalcia da questa mattina. »
si lamentò Stiles imbronciandosi. Finalmente aveva dato gli
ultimi due esami ed era potuta tornare a Beacon Hills per riposarsi
mentre scriveva la tesi prendendosi tutto il tempo necessario. Derek
non l’aveva lasciata nemmeno per un giorno, prendendosi il
permesso di maternità dall’azienda che lui stesso
dirigeva, deciso a vivere appieno i due mesi che precedevano il parto
e i tre mesi successivi alla nascita del loro bambino.
Derek
le baciò la fronte, aprendo la mano sul ventre sentendo
effettivamente la mano – o era il piede? – del bambino
spingere prepotentemente dall’interno. L’uomo riusciva a
sentire il suo battito regolare, domandandosi cosa ci fosse che non
andava per farlo agitare così tanto « Vuoi che ti porti
via del dolore? » chiese mormorando dolcemente le parole nel
padiglione auricolare della ragazza, cercando di confortarla come
meglio poteva.
La
ragazza scosse la testa, sbuffando infastidita, lacrime di
frustrazione agli occhi « È che ho una voglia matta di
fragole, ma non voglio che tu esca per me, poi è anche notte
fonda. Dove le trovi le fragole, dove? » domandò
mordendosi il labbro inferiore per impedirsi di mettere il broncio,
non voleva sembrare una bambina capricciosa, ma aveva voglia di
fragole, ma non voleva rimanere sola in quell’enorme villa che
ormai era casa sua.
L’Alpha
sorrise, muovendo lentamente le mani sul ventre della ragazza,
riuscendo a calmare il bambino, sicuramente tranquillizzato dalla
presenza di suo padre ed Alpha « Possiamo sempre schiavizzare
Peter. » disse tirando fuori dalla tasca il cellulare. Suo zio
alla notizia di un pronipote era praticamente impazzito di gioia,
scordandosi quasi di essere uno squilibrato che aveva messo tutti
loro più volte nei guai, era come se la notizia gli avesse
fatto mettere la testa apposto e nessuno se ne stava lamentando.
Sapeva per certo, Derek, che lo zio sarebbe andato anche in un altro
Stato pur di portare alla donna incinta delle fragole.
Stiles
annuì, beandosi di quei momenti di pace, gioendo della calma
ritrovata del suo bambino. Era tutto diventato così calmo,
tranquillo, la tv che emetteva suoni al minimo del volume, era
talmente stanca che crollò addormentata ancora prima di
riuscire ad avere le sue care e desiderate fragole.
♠♠♠
Lydia
e Kira avevano organizzato un baby shower alla Villa,
approfittando del bel tempo per usare il giardino sul retro per avere
un pranzo in famiglia. Stiles non aveva potuto organizzare niente,
nemmeno scegliere il set di piatti da usare a tavola in quanto la
rossa era una vera maniaca del controllo e Derek non aveva fatto
assolutamente nulla per fermarla, anzi, aveva allungato senza tante
storie la carta di credito per acquistare il necessario per la festa.
Anche
se non erano stati invitati, parecchi Branchi intorno al loro avevano
mandato dei regalo in segno di rispetto per l’Alpha che stava
per diventare padre, così come i pochi compagni
dell’università di Stiles che avevano avuto il piacere
di conoscerla. E uno anche dal Dio Poseidone, ma quello Derek lo
aveva gettato nel fiume senza nemmeno cercare di capire cosa fosse;
inutile dire che non aveva preso bene l’informazione che fosse
uscito con Stiles mentre era incinta di suo figlio.
I
due futuri genitori non sapevano il sesso del bambino, ma Scott –
che gli aveva accompagnati per forza, obbligando la dottoressa Parker
a rivelare solamente a lui il sesso del bambino – aveva pensato
bene di fare una rivelazione fantastica, come aveva visto fare
nei video di Instagram. Sia Derek che Stiles ne erano preoccupati,
non sapendo assolutamente cosa aspettarsi.
Il
Sole riscaldava dolcemente i presenti, ma la donna gravida si era
riparata sotto il gazebo per evitare di essere troppo a contatto con
la luce per evitare di incorrere a delle scottature. Non aveva la
carnagione adatta per essere una californiana, troppo pallida e con
una resistenza talmente bassa che da bambina sua madre doveva
ricoprirla di crema solare per non farla diventare talmente rossa da
sembrare un’aragosta.
Derek
sedeva tranquillo accanto a lei, godendosi l’odore del Branco
alleggiare intorno a loro, una mano posata delicatamente sul ventre
della fidanzata coperta dal leggero abito azzurro con la stampa di
colibrì rossi. Guardava sentendosi in pace con il mondo Isaac,
Scott e Melissa giocare una partita ad Uno; Lydia, Jackson e Kira
chiacchieravano sorseggiando del succo d’arancia con ghiaccio
mentre Peter e Noah si occupavano della carne sulla brace, litigando
su chi dovesse essere quello a comandare e considerando il desiderio
di potere di potere dell’ex Alpha e la mania di controllo dello
sceriffo, Derek già sapeva che sarebbe dovuto intervenire
ovviamente in favore del suocero.
«
Preferisci un maschio od una femmina? » domandò per la
prima volta la ragazza prima di catturare tra le labbra la cannuccia
del suo bicchiere pieno di succo alla pera e ketchup. Disgustoso, ma
a lei piaceva.
L’Alpha
fece scattare un sopracciglio in alto, credendo in una domanda
trabocchetto, insicuro se dovesse realmente rispondere o
semplicemente… « E non ti azzardare a dire non
importa, basta che sia in salute perché potrei castrarti.
Anzi no, sarebbe una perdita anche per me, facciamo che ti porto a
fare una vasectomia. » aggiunse la Stilinski salvandolo appena
in tempo perché stava per dire quelle stesse esatte parole. Si
schiarì la gola, scegliendo attentamente quali parole usare
per non far scattare qualche attacco d’ira da parte della
fidanzata « Vorrei un maschio » disse e alzò una
mano quando la vide aprire la bocca per parlare « così
che, quando avrà una sorella, potrà proteggerla e
spaventare tutti i ragazzi che penseranno di poter essere all’altezza
di uscire con lei. » concluse ricordandosi di come suo padre
gli avesse detto dolcemente, il giorno della nascita di Cora, che lui
era suo fratello maggiore e che doveva proteggerla. Doveva ammettere
di non aver fatto poi un gran lavoro, ma stava sistemando le cose
lentamente.
Stiles
sorrise, sciogliendosi all’idea dell’Alpha che pensava
già ad avere un secondo figlio, del loro futuro insieme. Si
avvicinò maggiormente al fidanzato posando la testa sulla sua
spalla, chiudendo gli occhi senza trovare le parole per rispondere a
quel pensiero dolce che aveva fatto. Certo, sapeva che era un
pensiero un po’ sessista, ma era anche confortante sapere che
c’era qualcuno che tenesse a te in maniera particolare, come
quando Scott le era sempre stato accanto durante le loro serate nei
locali, accorrendo in suo aiuto quando qualcuno si faceva troppo
insistente.
Videro
Lydia marciare verso di Scott e capirono immediatamente che era
giunto il momento di scoprire il sesso del bambino. Derek aiutò
Stiles a mettersi in piedi, tenendole un braccio mentre
l’accompagnava al centro del giardino. I loro cuori battevano
così in fretta che tutti i licantropi credettero in un infarto
di coppia, soprattutto da parte di Derek.
Scott
si avvicinò a loro tenendo un ombrello e Stiles capì
immediatamente cosa doveva fare. Lo afferrò e attese che Derek
mettesse la mano sulla sua prima di puntarlo verso il cielo e
spingere il bottone per aprirlo.
Blu.
Del
fumo blu stava uscendo dall’ombrello. Aspettavano un bambino.
♠♠♠
Stiles
aveva iniziato ad odiare tutti, dopo la prima settimana nel nono mese
di gravidanza. Non lasciava entrare nessuno in camera sua, non
permetteva a Derek di lasciarla un attimo da sola e aveva severamente
vietato a chiunque di anche solo pensare di mettere piede nella
Villa.
Derek
guardava preoccupato la pila di coperte sistemate sul loro letto
domandandosi cosa dovesse farci, considerando che erano i primi di
settembre e che faceva caldo. La osservava silenzioso seduto sulla
sedia del vanity della ragazza, attento a non respirare troppo
pesantemente per non disturbarla, mentre cercava di non farsi vedere
intento a mandare un messaggio d’aiuto a Deaton.
Non
che avesse paura della ragazza, sapeva che non lo avrebbe avvelenato
con lo strozzalupo che teneva in tasca, ma non poteva che
preoccuparsi della sua salute mentale. Sembrava aver completamente
perso il senno e aveva perfino rifiutato la visita del padre di
quella mattina. Una cosa pazzesca, considerando quanto la ragazza
volesse bene al genitore.
Stiles
sistemò dei cuscini all’interno della piccola apertura
tra le coperte, come se cercasse di ricreare l’entrata di una
caverna, ma non sembrava essere soddisfatta, buttando tutto giù
per ricominciare. La cosa peggiore era il fatto che rimanesse in
silenzio, una cosa talmente inusuale per lei e non si stava nemmeno
lamentando dei dolori alla schiena per il peso del bambino come
faceva solitamente appena stava più di dieci minuti in piedi.
Era tutto molto strano e Derek non aveva la minima idea di cosa
stesse succedendo.
La
risposta di Deaton arrivò in fretta grazie al cielo, in poche
righe spiegò che Stiles stava nidificando, in parole
povere stava creando il luogo dove avrebbe dato luogo al suo bambino
con la protezione dell’Alpha, lontana da qualsiasi persona
potesse essere un pericolo per loro. E, oh, Derek non ne era molto
contento.
Se
il parto dovesse avere delle complicazioni, come poteva lui
intervenire? Doveva assolutamente parlare con Stiles, anche se in
quel momento così delicato non gli sembrava il caso.
Si
chiarì la gola cercando allo stesso tempo di non fare troppo
rumore, ben sapendo quanto fosse suscettibile nell’ultimo
periodo la ragazza. Si alzò dalla sedia avvicinandosi
lentamente al nido, ancora insicuro su come intavolare l’argomento,
ma non dovette sforzarsi poi tanto in quanto Stiles, sentendo l’Alpha
vicino gli si buttò addosso piagnucolando su quanto fosse
incapace nel creare il nido che avrebbe visto dar la luce a
loro figlio.
L’uomo
se passò dolcemente una mano tra i capelli castani,
stringendola contro il suo petto mentre lentamente la faceva sedere
sulle sue gambe nel tentativo di consolarla « Tranquilla,
Stiles, va tutto bene. » mormorò tra un piccolo bacio e
l’altro lungo il viso, ma la ragazza non si tranquillizzò
« Non posso partorire senza un nido, Derek! » esclamò
senza rendersi conto di quanto suonasse strano.
Il
licantropo inarcò un sopracciglio « Ma Stiles, dobbiamo
andare in ospedale per partorire. » disse titubante, impaurito
per la reazione che sarebbe potuta arrivare, ma cercò di
ricordarsi di sua madre. Lei aveva avuto parti in casa o
all’ospedale? Non riusciva minimamente a ricordarselo e d’un
tratto si chiese cosa avesse fatto suo padre in quella situazione.
«
No! » urlò Stiles « Nessuno deve avvicinarsi,
Derek! E se vogliono fare del male al bambino? » domandò
ormai piangendo, un turbine di emozioni negative che le scuotevano il
petto. Sapeva che la dottoressa le aveva detto di evitare di
sforzarsi e di evitare le forti emozioni, per non innervosire il
bambino, ma proprio non ce la faceva. Doveva prepararsi, suo figlio
stava arrivando e lei non era pronta.
Derek
sospirò afferrandole le mani « Ti prometto, Stiles, che
nessuno farà del male al bambino o a te. Sarò lì
ogni secondo, saremo io e la dottoressa Parker, te lo prometto. »
disse obbligandola a guardarlo negli occhi. La ragazza non sembrava
ancora completamente tranquilla, ma annuì lentamente guardando
dubbiosa quello che rimaneva del suo tentativo di fare un nido.
L’opzione
migliore era andare in ospedale, ma proprio non riusciva a fidarsi,
temeva qualche cacciatore potesse introdursi e rapire suo figlio e
ucciderlo. Era paranoico da pensare, ma non poteva farne a meno
considerando quante volte i cacciatori l’avevano ferita nel
trascorrere degli anni.
La
ragazza annuì, sentendosi finalmente più tranquilla,
riuscendo ad addormentarsi dopo tutta la fatica sprecata nel
tentativo di creare il suo nido.
♠♠♠
La
dottoressa Parker ne aveva visti di parti, ma quello di Stiles era
particolare. Le luci dell’ambulatorio erano scoppiate e c’era
del vento. Derek le stringeva la mano mentre lei urlava con tutta le
sue forze, spingendo per mettere alla luce loro figlio. Intorno a
loro si era creata una luce che sembrava quella delle lucciole, dando
la visibilità necessaria alla Parker.
«
Vedo la testa, manca poco! » urlò cercando di superare
il rumore del vento che stava facendo tremare le finestre. Sperò
con tutto il cuore che dall’esterno non accorresse nessun altro
medico perché sarebbe stato difficile spiegare quella scena a
dei semplici umani.
«
Non ce la faccio, fa troppo male! » urlò la donna
piangendo, il dolore che le sembrava volerla uccidere. Stiles sentiva
di non potercela fare, che una volta messo alla luce il bambino lei
sarebbe morta. Era così doloro, sentiva come se la stessero
tagliando a metà. Si girò verso Derek, chiedendogli
scusa con gli occhi per la sua debolezza.
Il
licantropo si fece più vicino, cercando di assorbire quanto
più dolore possibile, ma era troppo. Stiles stava provando un
tale livello di sofferenza che nemmeno lui riusciva a sopportarlo.
Pensò di far entrare gli altri licantropo per spartire
maggiormente il dolore, ma questo forse avrebbe peggiorato la
situazione ben sapendo come Stiles si sarebbe sentita in pericolo per
la vita del loro bambino.
«
Andrà tutto bene, amore mio, andrà tutto a meraviglia.
» provò a rassicurarla passandole una mano tra i
capelli, ma i suoni emessi dai monitor che controllavano le sue
funzioni vitali non promettevano nulla di buono. La dottoressa Parker
iniziò a puzzare di agitazione mentre cercava di far uscire il
più velocemente possibile il bambino e questo non fece altro
che far agitare l’Alpha.
«
Derek, voglio mio padre, ti prego, fallo entrare. » ansimò
la donna continuando a spingere per far uscire suo figlio, non
preoccupandosi dei fastidiosi rumori emessi dai monitor. Doveva
mettere alla luce il suo cucciolo, doveva concentrarsi solo su
quello, ma non poteva negarsi di vedere per l’ultima volta suo
padre. Il fidanzato non la lasciò sola, gli bastò
parlare per farsi sentire da Isaac che era proprio fuori la porta.
Noah
entrò correndo a posizionarsi vicino alla figlia, come se non
ci fosse un forte vento e una luce misteriosa. In quel momento sapeva
solamente che sua figlia aveva bisogno di lui e niente gli avrebbe
impedito di raggiungerla.
«
Un ultima spinta, Stiles! » esordì la dottoressa Parker
e Stiles lo fece, diede un’ultima dolorosa spinta sentendo come
il lontananza il dolce pianto di suo figlio, poi chiuse gli occhi.
♠♠♠
Derek
camminò lento verso la Villa, le mani piene di suo figlio di
appena due mesi e la spesa. Iniziava a fare freddo e si appuntò
di dover andare a procurarsi della legna per il camino in modo da
riuscire a riscaldare l’intera abitazione.
«
Siamo quasi a casa, Logan. » borbottò recuperando dalla
tasca dei jeans le chiavi di casa, fermandosi sul portico sentendo
l’odore del Branco all’interno. Non c’era giorno in
cui qualcuno non venisse nella sua dimora e non sapeva se esserne
contento od infastidito.
Entrò
puntando dritto al salotto dove sapeva di trovare gli altri, così
da lasciare il piccolo Logan e poter andare a sistemare la spesa in
cucina. Appena vi mise piede venne travolto dai versi estasiati delle
ragazze alla vista del bambino, alzandosi in piedi pronte ad
afferrarlo « Hey, quello è mio figlio, lasciatemelo! »
la voce allegra di Stiles fece sorridere Logan e Derek lo posò
tra le braccia della donna.
«
Ecco il mio piccolo principe. » sussurrò aprendo
lentamente la tutina imbottita, spogliandolo lentamente. Lydia scattò
una foto sorridendo, decisa ad averne il più possibile perché
non capitava ogni giorno di avere un mini Alpha da coccolare.
Scott
aiutò l’Hale a portare la spesa in cucina, sapendo di
lasciare Stiles in buone mani « Non è molto felice. »
disse il messicano catturando l’attenzione del nato licantropo
« Vuole alzarsi e camminare, ma nessuno glielo lascia fare. »
spiegò guardando sconsolato la ragazza rilegata sulla sedia a
rotelle da quando aveva era uscita dall’ospedale.
Il
parto era stato senza dubbi ricco di complicazioni e avevano
rischiato di perderla, fortunatamente la dottoressa Parker era
riuscita ad evitare il peggio usando le sette erbe, ma questo non
voleva dire che non ci voleva tempo prima che Stiles si sarebbe
rimessa in sesto e Derek non voleva rischiare di incorrere ad altre
complicazioni, anche se questo voleva dire subire il broncio
arrabbiato di Stiles per tutto il giorno.
«
È per il suo bene. » rispose sbuffando, ancora non
completamente ripreso dallo spavento che gli aveva fatto prendere.
Quando l’aveva vista chiudere gli occhi sul lettino d’ospedale
e le mistiche luci spegnersi lasciandoli al buio, aveva creduto di
essere rimasto solo, un’altra volta. Forse era stato per la
gioia di vederla stare bene che le aveva permesso di chiamare suo
figlio come un personaggio degli X–MEN, anche se non
disprezzava completamente il nome Logan.
Scott
annuì, comprensivo, immaginando che avrebbe fatto lo stesso
con Kira in una situazione analoga. Finì di aiutare ed insieme
tornarono in salotto, godendosi la vista di Stiles passare dolcemente
la punta dell’indice lungo il contorno delle labbra del
bambino, guardandolo come se ci fossero solamente loro.
Derek
sorrise, la sua vita era così bella.
♠♠♠
Logan
aveva iniziato a parlare, dicendo piccole parole come mama, papa,
‘cott, lu’o e altre che sentiva giornalmente dai suoi
genitori. Erano sdraiati sul letto, nelle tarde ore del mattino di
domenica. Stiles leggeva svogliatamente le ultime righe scritte per
la tesi mentre Derek era sdraiato accanto a lei e giocava con dei
pupazzi insieme a Logan.
La
stanza era riempita dalle risate del bambino, divertito dalle voci
del padre mentre impersonava i diversi personaggi.
«
E chi l’avrebbe mai detto che il Sourwolf fosse capace di fare
lo scemo. » disse Stiles chiudendo il laptop e posandolo sul
comodino, guardando con amore i suoi due uomini giocare
distogliendola dai suoi doveri.
L’Alpha
per scherzare schiaffeggiò la coscia della fidanzata e prima
ancora di staccare la mano dalla carne della giovane si ritrovò
con una manina schiaffata sul viso. Cadde il silenzio, sia Stiles che
Derek si girarono a guardare il bambino che ora sembrava sull’orlo
delle lacrime « No ‘ote a mama. » balbettò
con il labbro inferiore che tremava.
La
ragazza non resistette e scoppiò a ridere, correndo ad
afferrare Logan e tirarselo al petto per riempirlo di baci. Il suo
ometto l’aveva appena difesa dal grande e cattivo Alpha.
Derek
non sembrò nemmeno arrabbiarsi, tutt’altro, era contento
dell’istinto protettivo del figlio nei confronti della madre.
Erano
proprio una bella famiglia e Derek non vedeva l’ora di
allargarla.
About
Satan and Hell:
Eccomi
qua ragazzuoli con il continuo di Let’s
go hide in Estonia!
Scritta
in seguito a numerose richieste sia qui che su Wattpad, non so come
mi sia uscita, ma questa volta posso dirvi che ci sarà un
seguito di sicuro, senza che dobbiate pregarmi ^.^
Per
qualsiasi cosa non esitate a contattarmi, cercherò di
rispondere il più presto possibile.
Fatemi
sapere cosa ne pensate e non dimenticatevi che vi adoro.
Sel
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