CIAO a tutti!! ^^ Lo so, lo so, non vedevate l'ora di liberarmi di me, vero?! ^_^ No, scherzi a parte, so che in molti mi aspettavano con queste nuove ficci ^^ ragazzi e ragazze, non so come chiedervi scusa per questa mia assenza, ma sono certa di saper rimediare. Vi ringrazio da morire per le vostre mail che in questi giorni mi sono arrivate, sono state tutte molto belle e molto impazienti di riavermi XD ... non pensavo di esservi mancata tanto! ^^ Bene, direi che è il caso di non rubarvi altro tempo. Sono curiosa di sapere cosa ne pensate di questa ficcina che adesso vado a postare ^^ è la prima di sei fiction che vedranno la luce dalla mia mente bacata! XD Un bacione! A presto!!
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Scuola, a Edward non
piaceva la scuola! Spesso si domandava perché suo padre e sua madre
non lo capissero! Sbuffò sonoramente. ‹‹ Devo proprio andarci?
›› Domandò con voce lamentosa.
‹‹ Edward, per
favore, ne abbiamo già parlato. ›› Sua madre gli lanciò uno
sguardo significativo. ‹‹ Adesso, ti prego. Me lo hai presso,
niente disastri. ››
La sua manina era
stretta in quella grande e bianca della madre.
Edward Cullen, sette
anni, figlio di Esme e Carlisle Cullen, una famiglia intera di
vampiri.
I Cullen amavano
definirsi vegetariani, il loro sostentamento era solo il sangue
animale, vivevano a Forks, una cittadina piovosa e nuvolosa. Edward
adorava quella cittadina dove il sole osava mostrarsi solo due o tre
giorni all'anno.
Carlisle, suo padre,
era medico all'ospedale della piccola cittadina, il suo ruolo era
quello di far nascere i vampiri. Esattamente come gli umani, i
vampiri avevano lo stesso modo di nascere, serviva solo un piccolo
aiuto per rompere la placenta.
Esme invece, sua
madre, lavorava all'asilo come insegnante. I lunghi capelli color
caramello e il suo viso dolce, unito all'incredibile amore che sapeva
donare, la rendevano la maestra più amata dell'intera cittadina.
Sicuramente ci
sarebbero stati Alice e Jasper, i suoi migliori amici. Rosalie e
Emmett, sempre appiccicati. Edward sapeva che Jasper aveva una cotta
per Alice. L'aveva letto nella sua mente...
Ma il suo migliore
amico, agli aveva fatto giurare di non dirlo a nessuno. Neanche ad
Alice, come se lei non l'avesse saputo...
Se Edward leggeva
nella mente, Alice invece vedeva il futuro. Era raro trovare dei
vampiri con delle capacità extra, ma in quella cittadina c'è ne
erano addirittura tre. L'ultimo, era proprio Jasper, con il suo
potere, poteva sentire e modificare gli stati d'animo di chiunque lo
circondasse.
‹‹ Siamo
arrivati. ›› Annunciò suo padre.
‹‹ Fantastico...
›› Sibilò a bassa voce, ma per quanto fosse stato silenzioso,
l'udito dei vampiri era veramente imbattibile
Una pacca amorevole
sulla schiena era il massimo che Edward aveva concesso a suo padre,
non gli piaceva fare smancerie davanti alla scuola. Non lo
sopportava.
Forza Edward,
sono solo poche ore e poi, di nuovo a casa a caccia nel bosco! Il
pensiero di suo padre lo rincuorò.
Si lagnò entrando
nell'edificio. Fece schioccare la lingua contro i piccoli canini.
Gli umani sapevano
della loro presenza, non erano obbligati a rimanere nascosti, i
vampiri ormai erano amalgamati con loro. Ma Forks rimaneva comunque
il posto migliore per i piccoli vampiri in erba. Potevano
tranquillamente scorrazzare nei boschi e cacciare, senza avere paura
di incontrare e ferire gli umani.
Edward entrò con un
leggero broncio in classe, vide subito il suo banco, era lo stesso
dell'anno prima. Posò il piccolo zaino per terra e si sedette.
Sperava sinceramente di passare l'intero anno senza un compagno.
La campanella suonò
e l'insegnante fece il suo ingresso. La signorina Vittoria era sempre
molto appariscente, con quella sua lunga chioma rossa ricciolosa...
fu così che la sua prima lezione dell'anno ebbe finalmente inizio.
Quasi sei ore dopo,
Edward stava aspettando con ansia l'arrivo dei suoi genitori,
finalmente la scuola per quella giornata era finita e lui non vedeva
l'ora di tornarsene a casa.
La Mercedes di
Carlisle si fermò davanti all'edificio, molti degli altri piccoli
vampiri erano già sulla strada del ritorno verso casa.
‹‹ Ciao papà.
›› Lo salutò entrando in macchina. ‹‹ Dov'è mamma? ››
In quel momento si accorse che Esme non era con loro.
‹‹ Ci sta
aspettando a casa, abbiamo ospiti. ›› Rispose suo padre,
ingranando la prima e avviandosi verso la grande casa immersa nel
verde. Ad un certo punto Carlisle rise. ‹‹ Edward, è inutile che
ci provi, non sto pensando a chi ti aspetta a casa. ›› Ridacchiò
ancora, notando lo sforzo di suo figlio per leggergli nella mente.
‹‹ Uffa. ››
Mise il broncio, mentre una manina passava nervosa fra i capelli
ramati.
Fremeva
dall'eccitazione, chi poteva esserci a casa che lo stava aspettando?
Mille e mille altri pensieri gli affollavano la mente, e quando pochi
attimi dopo la grande casa bianca immersa nel verde comparve sulla
loro visuale, la sua agitazione aumentò ancora.
Carlisle parcheggiò
nel garage, suo figlio non attese nemmeno che il motore fosse spento,
aprì di slancio la portiera, dimenticandosi anche lo zaino in
macchina e si fiondò in casa.
‹‹ Mamma! ››
Urlò ai quattro venti, emozionato.
Esme comparve dalla
cucina con il suo solito sorriso, poi volse di poco la testa dietro
si se. ‹‹ Su, venite. ›› Dalle sue spalle, comparve un
piccolo bambino dalla pelle olivastra; Jacob Black, e poco dopo di
lui, una piccola ragazzina dallo sguardo impaurito.
<< Jake! ››
Esclamò contento il piccolo vampiro, smettendo di respirare, mentre
correva incontro al suo amico licantropo.
<< Eddy! ››
Lo atterrò per gioco, scoppiando a ridere con lui. Sapeva bene che
il piccolo Edward avrebbe potuto evitarlo leggendo nella sua mente le
sue intenzioni.
<< Che bello!
Era tanto che non venivi a trovarmi! ›› Erano amici per la pelle,
un po come il rapporto che si era instaurato fra lui ed Alice. Poi
osservò la piccola bambina che rimaneva vicina a sua madre, anche
Jake notò il suo sguardo e sorrise amichevole verso di lei.
‹‹ Lei è Bella.
›› La presentò Jacob, facendole cenno di avvicinarsi. <<
E' una mia amica. Vive con me a La Push. ››
Era carina, sembrava
timida, i capelli le arrivavano alle spalle, gli occhi castani lo
guardavano timorosi. ‹‹ C..ciao... ›› Mormorò salutandolo
piano con la manina.
Lo sguardo di Edward
era confuso. ‹‹ E' un licantropo femmina? Come Leah? ››
Domandò con voce sospettosa, senza mai staccare gli occhi di dosso a
Isabella.
Esme spinse
gentilmente con la mano la bambina. ‹‹ No Edward, lei è umana.
›› Spiegò.
‹‹ Non è una di
noi!? ›› Esclamò indignato osservando sua madre con i grandi
occhi dorati sgranati per la sorpresa di trovarsi una piccola umana
così vicina. Era raro per loro piccoli vampiri avvicinarsi così
tanto agli umani e adesso, una di loro era addirittura a casa sua!
Esme si avvicinò al
suo piccolo. ‹‹ Edward. ›› Sospirò, cercando di fargli
capire un po di cose. ‹‹ Lo sappiamo che Bella non è una di noi.
E anche lei lo sa, ma non puoi cercare di essere carino con lei?
Comportati bene e cerca di farla sentire a suo agio. ›› Sorrise
comprensiva. ‹‹ Sono sicura che diventerete ottimi amici. ››
Scompigliò i suoi capelli ramati, donandogli un ultimo sorriso.
Il suo discorso non
aveva proprio convinto il piccolo vampiro al cento per cento, Edward
fece schioccare la sua linguetta contro i canini, ma decise comunque
di fare quel piccolo favore a sua madre. Storse un pochino il naso e
si dedicò completamente alla piccola umana.
<< Ciao, io
sono Edward. ›› Disse schifato, come se stesse parlando ad una
cosa molto disgustosa.
Gli occhietti della
bambina lo guardavano tristi, non le piaceva quel vampiro, capiva
lontano un miglio che non la voleva li con loro.
Esme prese una mano
di Bella e le fece fare un ulteriore passo avanti verso Edward. <<
Edward, perché tu e Jacob non mostrate a Bella la tua stanza? ››
Propose, sperando di rompere il ghiaccio che si era formato fra di
loro. << Magari, giocate un po assieme. ››
Gli occhi dorati del
piccolo vampiro la guardarono allibiti, ma nessuna protesta uscì
dalle sue labbra. << Vieni. ›› Sbuffò, camminando
lentamente tendendo l'orecchio per ascoltare i passi di Bella
seguirlo.
Arrivarono nella sua
stanza. << Entra. ›› Le fece un cenno, i passi di Bella
erano timidi, impacciati perfino. Edward la guardava fra il curioso e
l'annoiato. << Quanti anni hai? ››
Di scatto la bambina
si voltò verso di lui. << Sette. E tu? ››
<< Sette. ››
Rispose tranquillo, aggiungendo poi... ‹‹ Quando raggiungiamo il
massimo dello sviluppo, la nostra crescita si ferma, si congela. Non
è uguale per tutti, alcuni di noi si fermano ancora bambini, altri
crescono, come mio padre fino ai trent'anni. ›› Spiegò Edward,
osservandola attento.
<< Ah. ››
Fu l'unica cosa che riuscì a dire la piccola Bella, mentre osservava
incuriosita la stanza di Edward. << Dov'è il tuo letto? ››
La sua vocina fu più che altro un sussurro.
Il piccolo vampiro
sghignazzò. << Noi non abbiamo il letto. ››
Fu in quel momento
che le sopracciglia di Bella si arcuarono in una muta domanda. <<
Come fai a dormire? ››
L'espressione del
suo viso era fonte di divertimento per Edward, si stava ricredendo un
po su quella piccola umana, forse avrebbe potuto davvero essere suo
amico. << Noi non dormiamo mai. ›› Le svelò con fare
saccente.
Le labbra della
bambina si aprirono in una O muta, come era possibile per loro non
dormire mai? Era così strano per lei, una cosa assurda, Jacob
dormiva un sacco di tempo!
Fu in quel momento
che Edward si accorse di una cosa strana. << A cosa stai
pensando? ›› Domandò sospettoso, mentre con un paio di passi si
era portato vicino alla bambina, tutto sotto lo sguardo curioso di
Jake.
Gli occhi di Bella
saettarono verso il suo amico di La Push, in risposta Jake fece
spallucce, non capiva nemmeno lui cosa volesse fare Edward. <<
Ehm, sto pensando che è strano... ›› Cominciò ad ammettere con
le guance che piano piano diventavano sempre più rosse.
<< Cosa è
strano? ›› Assottigliò gli occhi dorati, fissandola in modo
duro.
In reazione, Bella
si spostò di un passo indietro. << Che tu non dormi. Jacob
dorme sempre! ›› Sollevò le piccole spalle sbattendo più volte
i suoi occhioni castani.
Per una frazione di
secondo, Edward abbandonò la sua posizione rimanendo stupito del sua
risposta.
<< E russa. ››
Aggiunse, facendo sorridere per un breve attimo il piccolo vampiro
che si stava immaginando la scena, mentre Jake le rifilò un piccolo
scappellotto sulla testa. << Ahio! ›› Si massaggiò la
testolina castana, osservandolo con il broncio.
<< Io non
russo. ›› Obbiettò il piccolo licantropo, incrociando le
braccia.
<< Certo, come
no. ›› Soffiò ancora leggermene dolorante Bella, mentre la sua
mano continuava a massaggiarsi la testa.
Al piano di sotto,
Alice, Rosalie, Jasper ed Emmett avevano appena fatto il loro
ingresso. Ci misero pochi secondi ad arrivare nella stanza di Edward
e tutti i loro pensieri vennero focalizzati su Bella.
Alice già si vedeva
sua amica, Rosalie la stava studiando come se fosse stata una bambola
pronta per il trucco, Emmett la vedeva troppo fragile per poter
giocare con lui, ed infine Jasper la fissava curioso, gravitandole
attorno come un satellite, osservando ogni tanto anche il suo amico
dai capelli ramati che sprizzava gelosia da ogni poro.
Da quel giorno
cominciarono a passare le settimane, poi i mesi ed infine gli anni.
La situazione per tutti passava dalla comicità dell'essere piccoli
ai primi problemi dell'essere adolescenti, ma su tutte le variabili
della vita che capitavano al gruppo, una cosa sola rimase costante,
l'indisposizione di Edward verso Isabella e la remissività di Bella
verso Edward.
Nonostante le
suppliche di Esme, qualcosa aveva scatenato nel piccolo vampiro una
vera e propria ostilità verso la piccola umana, era passato dal
tirarle i capelli, a farle i dispetti, poi crescendo, i dispetti si
erano trasformati in derisione e a volte in persecuzione. Bella
subiva senza mai ribellarsi al gioco cattivo di Edward che, dal canto
suo sembrava non riuscisse più a sopportare la presenza della
piccola umana.
Quante volte assieme
a Tanya, l'aveva derisa e umiliata. Quante volte le aveva ripetuto
che lei non era una di loro! Quello che però nessuno capiva era
perché Bella non reagisse... finché un giorno, Jacob si presentò
davanti alla porta di casa Cullen come tutte le mattine e, quando
Edward gli aprì la porta, rimase per un attimo interdetto.
<< Che c'è?
>> Domandò Jake notando il suo strano silenzio.
Edward prese una
piccola porzione di aria. << Dov'è l'umana? >>
Jake gli diede una
pacca scherzosa ed entrò in casa, seguito dall'amico. <<
Edward, sono dieci anni che la chiami così, ha un nome sai? >>
Scherzò, ma non rispose alla sua domanda.
Edward assottigliò
lo sguardo. << Si lo so che ha un nome, ma perché non è con
te? >> Questo voleva sapere, dove fosse finita Bella! Perché
non era li con Jake?