Nero seme

di Ely_Pommy
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Ed egli impugnò la sua arma.
La sua punta era dorata ed affusolata. Nera e lucida. Essa era un’arma potente, anzi potentissima, poiché era in grado sia di creare che di distruggere.
Obbediente alla mano del suo possessore, aveva solo bisogno di un pensiero e di un suolo su cui agire.
Posata sul giusto terreno, poteva dare origine ad individui, creature, animali, mostri, vite.
Dal nero seme che usciva dalla sua dorata estremità si dischiudevano paesaggi e situazioni di qualunque tipo.
Grazie ad essa, ci si poteva trovare in ogni luogo e in ogni tempo.
Forse una foresta, in cui un cavaliere errava alla ricerca della propria dama. Forse un paesaggio infernale in cui un poeta si era perso, in attesa di una guida che lo portasse verso la retta via.
Forse, chissà, una metropoli attaccata da un mostro, oppure in una città futuristica dove la tecnologia ha preso il sopravvento.
Perché no, magari in una giungla dove un bambino viene salvato da una pantera.
Il tempo, le vicende, combattimenti, incontri, amori, misteri, imprese, morte, non c’erano confini al potere del nero segno lasciato dell’arma.
Quell’oggetto arrivava a creare mondi, dimensioni e galassie.
Il proprietario guardò quello che aveva appena fatto e sorrise.
Sembrava soddisfatto.
L’autore contemplò per un attimo il prodotto della sua penna guidata dalla mano.
La sua mente aveva ancora portato l’inchiostro ad incontrarsi con la carta e da quest’unione, era nata una nuova storia.
Fu così che lo scrittore chiuse il suo quaderno.
Ora i personaggi erano stati collocati nel loro paesaggio e nel loro tempo, così che potessero vivere le loro avventure.




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