Una chiusura
in apertura
- Sentito? Il vecchio Jam chiude la bettola.-
- Avrei scommesso che sarebbe morto lucidando uno dei suoi dannati
bicchieri, chi l’avrebbe detto…-
Captò per caso le parole dei due ragazzi, deformazione
professionale. Si bloccò in mezzo alla strada, fissando il
marciapiede. Poi si voltò, prendendo una direzione ben
conosciuta.
Benjamin aveva appena alzato la saracinesca, e adesso riempiva le
ciotole sul banco di noccioline. Erano le sei appena, poteva fare tutto
con calma, mai venuti clienti prima delle nove.
Aveva cominciato prima del solito, poteva infilarci pure una sigaretta
più tardi, guardando il rosa acceso del tramonto al metano.
Gli sarebbe mancata pure l’aria appestata si South Town nella
sua pensioncina in campagna?
Si perse a immaginarsi in sedia a dondolo sulla veranda, come ogni
vecchio in pensione che si rispetti, quando il cigolio della porta lo
fece sobbalzare. Un cliente? Dalle sei? Poi ne vide il volto.
- Miss Ryan! In anticipo di tre ore e mezza rispetto al solito, in
ritardo di nove anni rispetto al nostro ultimo incontro.-
Mary gli sorrise, e andò a sedersi al banco. Jam riprese a
versare le noccioline, poi mise via il sacchetto.
- Fuori l’aria, tre giri, elastico verde per chiudere.-
- Cosa?-
Mary indicò la ciotola colma di fronte a sé.
- Il tuo modo di mettere via il sacchetto, non è cambiato di
una virgola.-
- Cosa vuole farci miss, i vecchietti come me hanno una vita
abitudinaria. Ed anche i clienti diventano come me.
C’è quello del giovedì sera che si
lamenta del capo e beve tre birre. Quello che si scusa tutte le volte
di non avere spicci e quello che prende solo un bicchiere e mi mangia
tutte le noccioline.-
E quella ragazza bionda, nove e mezza, tutti i giorni, sguardo basso e
mai una parola, da una a tre bottiglie di roba che non daresti nemmeno
al tuo agente del fisco. Robaccia tenuta per scrupolo, caso mai fosse
arrivato un cliente disperato.
Come lei.
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