Dramma
genitoriale
Già di per sé la parola tesoro attira un pirata.
La parola divieto, per taluni, si traduce in obbligo assoluto. Ecco
perché la frase "vietato entrare" scritta a caratteri
cubitali sulla porta della cabina di Mirn era diventata una calamita
per due certi pirati.
-Non è uscita dalla sua cabina per tutto il giorno.- disse
Eustass Kidd al lumacofono che trasmetteva parole ed espressioni
dell'altra persona. Non era un segreto, in realtà, che si
sentisse quotidianamente con Trafalgar Law. Gli mancava l'anello al
dito ad entrambi, era questo che si vociferava fra le ciurme. L'unico
però che si azzardava ad assistere ai colloqui era Killer,
che non si spaventava davanti alla morte, figuriamoci a quei due.
Quel pomeriggio si tenne nei pressi del Capitano, in modo da impedirgli
di infrangere il veto.
-Tutto il giorno, ti dico. Neppure per mangiare.-
-Come sarebbe a dire?!-
-Killer l'ha servita nella sua cabina a vostra grazia. E ovviamente non
parla.-
-Beh, allora non sarà così grave.-
-Law, le donne a quest'età diventano pericolose.-
-Ha undici anni, cosa vuoi che stia combinando? Sarà in fase
di ribellione.-
-Spero sia solo una fase, Law, perché ti giuro, l'ho sentita
canticchiare una canzone da Marines.-
A Law venne quasi un accidente.
-Sei sicuro?-
-E puliva il ponte con aria sognante.-
-Tu pensi che... -
-Non si sarà... -
Entrambi faticarono a dire quella parola. Ma essa riecheggiò
ugualmente nelle loro menti.
Mirn si era forse innamorata?!
Mirn?
La bestiolina che avevano trovato in un'isola innevata, così
simile a loro da poter essere la figlia mancata dei due?! Capelli rossi
e cervellino acuto. No, non era possibile, lei amava solo la scienza e
Bepo. E poi, un Marines...
-Ok, valutiamo bene la questione.- fece Law. -Mirn viene da me e dice
che vuole stare con te. Non è normale.-
Kidd si sentì un filino toccato.
-Beh, scusa se qui non ho rospi morti da farle aprire.-
Law lo ignorò.
-Sa che io potrei entrare nella sua stanza col mio potere, mentre tu
non oseresti mai sfondare la sua porta, giusto?-
-Giusto... - bofonchiò Kidd. Un tempo forse
sì, ma da quando la nanerottola aveva iniziato a crescere,
le cose erano un poco cambiate.
-Quindi è venuta da te perché ha qualcosa da
nasconderci. Perciò, Kidd, apri la porta e vedi che sta
facendo!-
-Perché dovrei fare io lo stronzo?-
-Perché non è che fai molta fatica.-
La risposta secca di Law fece ridacchiare Killer.
-E tu che ci fai ancora lì?- borbottò Kidd -Stai
diventando una fottuta pettegola.-
Il Massacratore ovviamente sapeva. Provò un certo senso di
onnipotenza sui due poveri mentecatti, perciò, nella sua
magnanimità decise di concedere loro un indizio.
-Pensateci bene, da quanti giorni è così?-
-Sett... non le saranno venute le mestruazioni??!- Kidd si fece ancora
più pallido.
Killer non poteva farcela, ma non poteva neppure venire meno al patto
fatto con la ragazzina.
-Sette giorni fa... non abbiamo litigato?- domandò Law.
-Sai che novità, lo facciamo sempre.-
-Sì, ma ricordi com'è finita la lite?-
-Con: 'fanculo Trafalgar.-
Kidd ci ripensò su.
Con Law erano abituati a dirsi un po' tutto, anche le peggiori parole,
quindi non pensava ci fosse qualcosa in particolare che potesse turbare
Mirn, era abituata ai loro... ehm... convenevoli?
Poi ebbe l'intuizione.
-Non sarà perché ci siamo augurati di non vederci
mai più?- domandò.
Law annuì.
-Secondo me, teme che ci separeremo.-
-Ma è idiota? Perché non ce lo dice chiaramente?-
-Ha undici anni, Kidd. Temo che i giorni in cui salterà sul
letto per romperti le palle stiano finendo.-
Il Chirurgo della Morte sentì una fitta di nostalgia allo
stomaco e dallo sguardo che scambiò col Capitano
capì che anche per lui doveva essere lo stesso.
-Forse è meglio che sfondi quella porta, Kidd.-
-Di che state parlando?-
La vocina alle spalle del rosso fece venire un accidente a
tutt'e due i capitani.
-Mirn?! Che diavolo?-
La ragazzina sorrise sorniona.
-Volevo parlare con tutti e due, ho fatto in tempo, che fortuna!-
I due pirati deglutirono.
-Quando ci vediamo?- chiese poi.
-Eh? Fra tre giorni dovremmo incrociarci.- rispose Kidd. -Allora?
Ascolta, se pensi che ci stiamo per lasciare, beh, hai proprio pensato
male.-
La ragazzina inarcò il sopracciglio, guardò
Killer e poi scosse il capo.
-Ma non credo proprio nulla!- rise -Voi credevate... ?- rise ancora
-Fra tre giorni ve lo dirò, ciao papi!-
Con aria furbetta, Mirn trotterellò nuovamente nella sua
cabina.
-Non sarai innamorata di un Marine?- tentò Kidd. La risata
cristallina che seguì non era ne un sì,
né un no.
Il che non tranquillizzò affatto i due pirati.
Tre giorni dopo, l'arcano fu svelato.
In realtà, in anticipo sulla tabella di marcia, le due
ciurme si riunirono la notte del secondo giorno. Law trascorse quella
nottata con Kidd, mentre Killer andò a visitare Penguin.
Mirn fece finta di nulla. Se i due si aspettavano che confessasse prima
del dovuto, beh, si sbagliavano.
All'alba del terzo giorno, un bussare familiare trapanò i
poveri cervelli dei capitani. Senza attendere risposta, Mirn
spalancò la porta (wow, qualcuno era troppo curioso per
chiudere a chiave, eh?) e si lanciò all'interno, atterrando
col suo dolce peso fra i due.
-Ma che cazzo?!-
-Mirn!!-
Grazie agli dei non aveva attentato ai loro attributi maschili. I due
iniziarono a temere certi slanci pericolosi. La bambina fece loro un
sorrisone a trentadue denti.
-Indovinate che giorno è oggi?-
-Lunedì?-
-Buuu buuu! Papà Kidd, neppure ci provi!- Mirn scosse la
testa, poi si frugò nelle tasche della tuta e ne estrasse
tre ciondoli con piastrine.
-Tadaaaan!-
Kidd e Law sbiancarono.
-Lo sapevo, si è innamorata di un Marine!-
-Leggi meglio, papi! Sono per la festa del papà!-
La festa del papà?!
La causa di tutte le seghe mentali che si erano fatti era una
stupidissima festa del papà?!
In dubbio se essere deluso o preoccupato,il Capitano prese una delle
piastrine e vi lesse, incisi da mano inesperta, il suo nome, quello di
Law e quello di Mirn.
-Ho chiesto allo zio Heat di insegnarmi a incidere il metallo.-
spiegò lei -Purtroppo non sono venute proprio come volevo. E
in più... ecco... - parve insicura e per un attimo le
mancarono le parole. Arrossì un poco. Aveva preparato il
discorso, ma non riusciva proprio a parlare.
-Così... pensavo che... -
-C'è un errore.- disse Kidd, indicando i ciondoli.
Il cuore di Mirn quasi si fermò. Costernato, umiliato,
deluso.
-Già.- aggiunse Law -Perché non hai scritto nulla
dopo Mirn?-
Poi riprese a battere, risollevato dall'aria sorniona e complice di
Kidd e Law. Arrossì nuovamente, abbozzando un sorriso.
I due avevano capito cosa provava. Stavolta c'erano arrivati
senza
l'aiuto di Killer o di Penguin e in provvidenziale, magnifica,
sincronia.
-Perché... perché... -
-Che ne dici di Trafalgar D. Water Eustass Mirn?-
-Scordatelo, Water mi ricorda una latrina.- replicò Kidd,
schifato.
-Infatti, ho attirato uno stronzo.-
Fine della magnifica sincronia, ma a Mirn non importava. Per lei quel
pensiero valse molto più di mille parole.
Quella sera Kidd la aiutò ad incidere le tre targhette,
aggiungendo i cognomi mancanti e Mirn divenne Trafalgar D. Eustass Mirn.
Erano ufficialmente, almeno per loro tre, indissolubilmente, una
famiglia.
-Quando arriva il fratellino?-
-Non ti allargare troppo, nana.-
Kidd non sarebbe sopravvissuto ad un terzo Trafalgar, due erano
sufficienti.
Note:
Le feste aiutano molto la mia ispirazione. Mirn è un pg mio
e di Ale Mau. In genere è una bambina, ma stavolta ho optato
per una preadolescente, perché ero curiosa di vederla
più grande, ma non troppo, infatti uso sia la parola
"bambina" che "ragazzina". Alla prossima!
|