OS 1 - Scienza e religione
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Italia.
ATTENZIONE: Questa
One-Shot fa parte di una raccolta di One-Shot relative alla storia "Io
e te è semplicemente complicato" (più conosciuta con il
nome di "Io e te 3"), di cui trovate il link qui: https://www.wattpad.com/455486419-io-e-te-%C3%A8-semplicemente-complicato-prologo o qui https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3696063&i=1
In particolare, questa è la prima della serie di OS e si colloca, temporalmente, dopo il capitolo 14 di "Io e te 3".
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OS 1
Scienza e religione
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“It certainly is a puzzle.” He turned back to the broken road.
“But sometimes to find the answer, you have to take a leap of faith.”
― Dianna Hardy, Summer's End
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A
mezzogiorno si sentono i rintocchi delle campane arrivare dalla chiesa
giù in paese e io, come d'abitudine, mi sporgo dal balcone per
ascoltare. Chiudo gli occhi: mi godo i raggi del sole caldo sulla
pelle, l'arietta primaverile, profumata di mare e margherite, e il
pensiero che accompagna questo momento.
Immagino
quando le campane suoneranno per me e Alessandro, fra quattro giorni, e
ci uniranno in matrimonio. Sarà il momento più bello
della mia vita, anche se, onestamente, ancora non ci credo. Non mi
sembra vero.
"Ah, eccoti qua." mi distrae qualcuno, materializzandosi alle mie spalle.
È proprio lui. Il mio quasi marito, che viene a cercarmi ogni dieci minuti, se non mi vede nei paraggi.
Il mio quasi marito... è così strano da pensare.
Purtroppo,
però, balconi di villa Magna sono minuscoli. Esistono
prettamente a scopo decorativo, come espositori di gerani e decorazioni
architettoniche mozzafiato, infatti ci sto a malapena io, che sono
gracile e filiforme. Figuriamoci se uscisse pure lui! Non ci staremmo e
come minimo uno di noi cadrebbe di basso.
Dunque
Alessandro mi mette le mani sui fianchi e mi tira verso di sé,
per farmi rientrare. Prima che io possa dire qualsiasi cosa sullo
spavento che mi ha appena fatto prendere e su quanto abbia disturbato
il mio momento di contemplazione, lui mi chiude la bocca con un bacio e
mi mette una mano sulla schiena per tenermi ben stretta.
Sento
le sue dita allo stesso modo in cui sentivo i raggi del sole: calde,
protettive, impossibili da staccare, se non spostandomi con una spinta.
Vorrei dire lo stesso delle sue labbra e del profumo di margherite, ma
invece puzza intensamente di peperoni, ed è quello che mi
obbliga a staccarmi.
"Bleah! Che ti sei mangiato?"
Alessandro sorride colpevole: "Ile e Patrizia sono in cucina a preparare per il pranzo e io ho fatto un mini antipasto."
"Con i peperoni?"
"Quelli
gialli, non cotti, chiudono i pori della pelle e stimolano la diuresi.
Infatti-" si entusiasma, mostrandomi la mano che finora aveva nascosto
dietro la schiena. "Te ne ho portato un pezzo."
Mi esce un'espressione molto tirata: "Grazie, amore."
Prendo l'ortaggio tra l'indice e il pollice e sento già il mio stomaco urlare.
"Che c'è? Non ti va?" domanda Alessandro. "Oppure ti dà la nausea? Non è che per caso..."
Gli occhi color zaffiro del mio fidanzato volano verso il mio ventre, speranzosi, agitati e curiosi.
Gli
mostro un'espressione seccata: per quanto mi dispiaccia dirlo, è
decisamente tardo. E in alcuni casi addirittura fastidioso.
Finalmente se ne accorge e cambia radicalmente faccia: "Oh, scusa!"
Non
so se lo faccia apposta, o se sia inconsciamente così
indelicato, in ogni caso io ho accusato il colpo. Il mio buon umore
è ormai andato a farsi friggere, così mi volto di spalle
sospirando, tornando a fissare la luce del sole che filtra dal balcone,
stavolta con malinconia.
Non
posso passare cinque minuti di felicità, senza che torni questo
pensiero a farmi visita. O me lo ricorda Alessandro con la sua
ingenuità, o vedo Cris e il suo pancione stratosferico, oppure
mi passano davanti quelle tre pesti correndo e urlando e io... be', ci
penso.
Penso al fatto che sono sterile e che di bambini, molto probabilmente, non ne avrò mai.
L'ho
scoperto abbastanza recentemente, ma era svariato tempo che lo
sospettavo... chissà, forse perché ormai il mio lavoro fa
sempre parte della mia vita, o forse perché, semplicemente, una
donna queste cose le sente. Quindi ho fatto i test, segretamente, e ho
ricevuto la notizia. Per un po' l'ho tenuto solo per me, ma poi non ce
l'ho più fatta.
Alessandro come l'ha presa?
Non lo so, mi sta ancora fissando la pancia.
"Non
accadrà un miracolo, mi dispiace." lo stronco, mettendo in bocca
il pezzo di peperone e masticandolo nervosamente. "Ne abbiamo
già parlato."
Lui percepisce subito il drastico cambio di umore e cerca di recuperare la situazione: "Dai, amore, scherzavo. Stavo solo sperando in un miracolo."
Appunto.
Ancora più depressa, abbasso lo sguardo e fisso il tappeto persiano del soggiorno.
Io,
ad essere onesta, non sono sconvolta dalla mia condizione. Ma lui
sì. E non lo vuole dare a vedere, ma io so che nel profondo del
cuore ne soffre come non mai. Alessandro voleva una famiglia; era la
sua massima aspirazione nella vita, dopo la scoperta della crema anti
pori perfetta.
"Ehi..." posa il pollice sotto il mio mento e mi alza il viso. "Scusami, non volevo farti stare male."
"Mi
sembrava di averti detto che se continui così, non fai altro che
farmi sentire in colpa, quindi perché continui?"
"Non lo faccio apposta."
"Ma lo fai."
Quando
gli ho dato la notizia, avrei di gran lunga preferito scappare e non
farmi vedere mai più. È successo circa sei mesi fa e
sebbene per me non fosse una tragedia, ho pensato a lui e a quanto
desiderasse un figlio. Sapere di non poterglielo dare mi ha
inizialmente spaventato a morte; avevo paura di averlo deluso e che non
volesse più continuare a stare con me.
Lo
so che non dovrei affatto sentirmi in colpa per ciò che mi
è capitato, dopotutto è umanamente possibile e io stessa
un figlio non avrei saputo se volerlo o meno, ma così...
così è tutto più complicato. Temo che la gente mi
veda diversamente, che mi compatisca, che mi pensi in difetto. Temo che
quando lo sapranno i miei amici, l'affronteranno come una tragedia.
Temo che quando lo sapranno i miei suoceri, mi ripudieranno. Temo che
Alessandro prima o poi lo dirà a qualcuno, e poi mi
lascerà.
Non
ascoltare gli altri, dicono... sì, ma non è facile. Non
è affatto facile, se sei Gloria Ferrucci e hai passato buona
parte della tua vita temendo l'opinione altrui.
"Perché
tu sei la donna della mia vita e pensarti incinta mi farebbe salire al
settimo cielo." si giustifica Alessandro, sfoderando le solite frasone.
"Quindi lo desidererò per sempre e continuerò a sperare
in un miracolo, ma allo stesso tempo sono comunque felice, Glo."
afferma, avvicinandosi ancora di più al mio volto. "Sono felice."
Non lo so, non lo so davvero.
Io
sono una persona insicura. Brava, intelligente, educata, ma insicura.
Quando si parla delle relazioni con gli altri, do davvero il peggio di
me e non so mai come comportarmi. Certo, questo lato del mio carattere
era molto più forte un tempo, poi è arrivato Alessandro e
mi ha aiutato a smussarlo, a credere in me stessa. Ma il punto è
che credo altrettanto fortemente che non cambiamo mai.
Quando
succedono questo tipo di cose, poi, ne ho proprio la conferma. Quando
c'è un cambio di piani, o un evento negativo, quella parte di me
riaffiora, perché, fondamentalmente, non se ne va mai per
davvero. Io sono così e, sebbene sia riuscita a migliorare
tantissimo, non sarò mai troppo diversa da come sono stata
creata.
Essere
sterile fa parte di me, lo sento. In fondo, non ho mai desiderato
bambini, o sentirmi mamma. Però questo mi fa essere
terribilmente diversa dalla maggior parte delle persone, e in
particolare proprio da quella con cui mi sto per sposare. Lui sogna in
grande, io in piccolo, lui vuole una famiglia, io non posso averla, lui
crede nel matrimonio, io no.
Ok
quella del matrimonio è un'ulteriore faccenda che va ad
aggiungersi allo scoraggiamento attuale, ma non fraintendetemi; sono al
settimo cielo per il fatto che di qui a poco mi sposerò.
Quello
che voglio dire è che per me è un contratto come un
altro, una cerimonia come un'altra. Certo, sarò nervosissima e
tesissima e poi contentissima, nel fatidico giorno, ma se ho
acconsentito a farlo, è solo per lui. Di base, non sarei fatta
per queste cose, perché non mi accontento delle conferme
convenzionali e perché le vere conferme me le devo cercare da
sola, in altri modi e in molto tempo. E possibilmente con metodi
scientifici.
Eppure...
eppure non potevo dire ciò ad Alessandro e smontargli
l'eccitazione per il matrimonio. Ho acconsentito, e l'ho fatto
volentieri, perché farei qualsiasi cosa per lui. Quanto amo
questo ragazzo nessuno potrà mai quantificarlo davvero, anche
se... è vero, ho sempre paura che possa finire. E non
perché non mi fidi di lui o di me stessa, no, ma perché,
semplicemente, ho paura.
Sono fatta così. Sono insicura. Anche sulle sicurezze della vita. Da sempre.
"Senti."
dice, spingendomi con l'anca contro una colonna del soggiorno. "Ti
ricordi quando abbiamo fatto l'amore sul vestito di mamma?"
"Ah-ha." annuisco, leggermente preoccupata dalle sue azioni.
Alessandro ha infilato le mani sotto la mia maglietta e continua a premere contro il mio bacino. Qui, nel salotto della villa.
"Amore, c'è gente in giro..."
"Ma
sì." fa spallucce. "È stato epico quella volta, ti
ricordi? Ti ricordi il rumore delle molle del letto e mamma e
papà ospiti nella stanza a fianco? E quando ci siamo accorti
della macchia e abbiamo tentato di tirarla via con l'intruglio di
detersivi che avevi creato?"
"Era una miscela omogenea di solventi."
"È stato come nel film di Mister Bean dove lui cancella la testa della tipa nel quadro."
"La madre di Whistler."
"No, Mister Bean."
"Il quadro, amore. Il quadro è La madre di Whistler."
"Ah.
Comunque, anche se faceva ribrezzo e puzzava di vecchio, vederti quel
vestito addosso è stato uno dei momenti più eccitanti
della mia vita."
"Ti ecciti con poco."
"Non
dire sciocchezze." dice, continuando ad accarezzarmi la schiena. "Se
non fossi stato così preso, come minimo mi sarei ricordato di
mettere il preservativo. E se tu non fossi stata così presa..."
"Te l'avrei ricordato, ok. E con questo?" sfiato, controllando che non arrivi nessuno.
"Con
questo..." con la sua guancia, sposta il mio volto e poi lo fa arrivare
a mezzo centimetro dal suo. "Intendo dire che abbiamo fatto l'amore
senza protezioni sul vestito di nozze di mia madre ed è stata
una mezza cazzata, ma in realtà anche no. Mi fai perdere la
testa e non mi importa di niente quando sto con te, ok? Ed è lo
stesso anche per te, ammettilo. Tu puoi abbandonarti a me, ti puoi
fidare, ogni volta che vuoi. Sempre."
"Non è che non mi fido..."
Alessandro
mi bacia di nuovo, appassionatamente e si insinua attorno alle mie
forme con bramosia. So perché lo sta facendo: percepisce il mio
momento di sconforto e cerca in tutti i modi, con tutti i mezzi che ha,
di farmi stare meglio.
È così semplice e ingenuo, ma se non ci fosse lui, sarei persa.
Termina
il suo bacio con un'affermazione: "Se dopo quella volta del vestito
fossi rimasta incinta, ne sarei stato felice. Se non fossi rimasta
incinta, idem. Se non rimarrai mai incinta, idem con patate. Io ti sto
per sposare, Glo. Chissenefrega del resto."
Lascio
perdere il monitoraggio della zona e lo fisso negli occhi, così
vicini ai miei che sicuramente sto per diventare strabica: "Lo so."
Lui evidentemente nota il buffo sforzo delle mie pupille, così fa una mezza risata e mi sfila gli occhiali da vista.
È un gesto che mi fa sciogliere ogni volta.
Mio Dio... lui mi fa sciogliere ogni volta.
"Ma non sei mai sicura di me."
"No! Non di te..."
"Glo..."
non demorde affatto e continua a rassicurarmi, con la semplicità
e la spensieratezza che lo caratterizzano. Ho sempre invidiato questo
aspetto di lui: ho sempre voluto essere così spontanea,
così non curante degli altri e allo stesso tempo una persona che
sa piacere. Bella fuori e bella dentro... una persona al cento per
cento se stessa.
"Io
voglio solo sposarti, te lo giuro, e desidero il meglio con te e per
te. A questo punto che altro devo fare perché tu mi creda? Non
sono solo le battute sull'essere incinta... c'è dell'altro, no?"
Sospiro, ansiosa, e fisso i miei occhiali posati sul tavolo.
Sì, c'è sempre stato dell'altro. Con Alessandro, sempre.
Quando
andavo a scuola, passavo gran parte del tempo sul mio banco in prima
fila. Avevo il naso così tanto ficcato nei libri per non dovermi
guardare attorno, perché avevo paura di tutto e tutti,
perché mi sentivo inadeguata. Non avevo gravi traumi familiari
alle spalle, anzi, la mia famiglia è sempre stata un'ottima
famiglia, ma i miei incubi peggiori avevano luogo proprio tra le mura
scolastiche, dove subivo spesso atti di bullismo.
Per
carità; nessuno mi aveva mai messo la testa nel water o rubato
la merenda, per fortuna, però venivo costantemente trattata come
la pecora nera della classe. Le bambine si voltavano al mio passaggio
per ridacchiare, i bambini mi consideravano la più brutta e si
schifavano di aver a che fare con me. Ero troppo secchiona e
quattrocchi per piacere e troppo timida e silenziosa per trovare
un'amichetta. Insomma, ero la classica sfigata, perché
sì... perché lo sembravo e perché faceva comodo
averne una.
I
miei compagni si dividevano in esclusivi club e puntualmente mi
escludevano, non venivo invitata alle feste di compleanno e le mie
giornate di scuola erano solo... giornate di scuola.
Alle
medie è stato più o meno lo stesso, solo che mi ero
abituata, ormai. Ero partita direttamente con la consapevolezza che non
mi sarei trovata bene e quindi fu un po' più sopportabile.
Continuavo a non avere amici, ma almeno diventavo sempre più
brava in tutte le materie e avevo deciso di dare tutta me stessa per
avere la media più alta della scuola.
Non era l'attività più divertente del mondo, certo... ma almeno mi distraeva. E mi dava qualche soddisfazione.
Così
cominciai il liceo che ero Gloria il super genio e quando lo finii,
presi un bel cento e lode. Coltivare la passione dello studio mi
è indubbiamente servito e ha fatto di me la persona che sono,
però nel frattempo, in quei cinque anni, è successo
qualcosa che non mi sarei mai e poi mai aspettata in tutta la vita.
Ormai
mi ero davvero conformata all'immagine che i bulletti avevano creato di
me: brutta, sfigata, nerd, sola. E per il primo anno di liceo ero
talmente convinta di esserlo che nemmeno mi sforzavo di interagire con
i miei compagni. Tanto, a che sarebbe servito?
Poi
conobbi alcune ragazze, Cristiana, Federica, Marinella e Ilenia, che mi
fecero sentire per la prima volta parte di un gruppo. Era bello, ma era
comunque difficile non pensare che fossimo amiche perché eravamo
nella stessa classe e, bene o male, ci si dava una mano a vicenda. Ero
alle superiori, dopotutto, sapevo che ci poteva essere la
possibilità di crescere un po', ma ero comunque sempre troppo
intimorita per lasciarmi andare con loro, per partecipare alle feste
dove c'erano anche dei ragazzi, o semplicemente parlare di ragazzi.
E
quando un giorno una di loro mi disse che era evidente che piacessi ad
Alessandro Magno, io scoppiai letteralmente a ridere come un'isterica.
Non
era umanamente possibile, dovevano aver avuto delle allucinazioni, o si
guardavano troppi telefilm, perché non poteva essere vero che il
più bello della classe, e quasi della scuola, fosse interessato
a me.
Loro
dicevano di sì, d'altronde loro si leggevano tutte le fanfiction
esistenti sullo stronzo di turno che ama la sfigata di turno, ma io non
ci potevo credere. Non capite, per me era come scienza vs religione,
dove io ero la scienza e le loro opinioni la religione.
Alessandro
Magno era il ragazzo più quotato della scuola, dopo Lionel
Sanchez. Era stato rappresentante della classe, e poi dell'istituto,
era in prima pagina sui giornalini di Eva e, come se non bastasse, si
era pure messo assieme a Vacca.
Cioè, a Veronica.
Che
poi ci stesse davvero, o solo per sport, questo non l'avevo mai capito,
ma ehi... chi ero io per essere anche solo messa sullo stesso piano di
Veronica Rinaldi? Lei era la più ricca, la più social e
la più alla moda della classe. Dava feste a cui la gente avrebbe
pagato un rene per partecipare e, anche se non era uno schianto, era
comunque molto più gradevole di me, che al contrario ero sempre
stata uno stecco pallido e occhialuto.
Come un ghiacciolo Liuk con gli occhiali da vista, pensate che bello spettacolo.
Però
le mie amiche erano sempre più insistenti e io, di rimando,
sempre più sfuggevole a loro e allo stesso Alessandro.
Con
lui non c'era mai stato rapporto, almeno dal mio punto di vista. Si era
sempre dimostrato un ragazzo sicuro di sé, uno che faceva
esattamente quello che pensava, e a causa di ciò anche piuttosto
antipatico e superficiale. Proprio per questo non mi stupivo quando a
volte non mi calcolava e altre volte, invece, prendeva le mie difese
come se fossimo stati amici da una vita. Pensavo che lo facesse
più per dare fastidio a Vacca che altro, o semplicemente
perché preda delle sue tipiche manie di grandezza.
E invece c'era dell'altro. C'era dell'altro oltre a quello che vedevo, ma non solo di lui, anche di me.
Quanto
a lui, c'era qualcosa di nascosto sotto tutta quella autostima, ed era
semplice spontaneità. Alessandro era così perché
era così, si comportava esattamente nel modo in cui gli veniva
naturale comportarsi, e solo anni dopo avrei capito che piacere a se
stessi non è un difetto, ma una fortuna. Magno non era un
ragazzo antipatico, solo fortunato. Molto fortunato.
Quanto
a me, non riuscivo a convincermi di poter essere apprezzata da
qualcuno, non sapevo che mentre io tenevo gli occhi puntati sui libri,
qualcuno li tenesse puntati su me, non ritenevo che essere timidi e
chiusi avesse anche dei lati positivi. Pensavo di essere sbagliata e di
non potermi fidare di nessuno che dicesse il contrario; soprattutto se
questo qualcuno era Alessandro, bello e impossibile, Magno.
Ma dovetti ricredermi.
Ho
fatto una fatica terribile a lasciare che lui entrasse nella mia vita,
ma piano piano ci è riuscito... e ha cambiato tutto. Dal momento
in cui ha ammesso davanti a un microfono che io, proprio io, Gloria
Ferrucci, potevo fidarmi di lui, a quando si è inginocchiato di
fronte a me chiedendomi di sposarlo (be', la seconda volta, non la
prima, perché la prima è andata male), è stato la
persona più importante di tutta la mia vita.
Mi
ha dato la sicurezza per mandare a quel paese i bambini idioti che mi
prendevano in giro, mi ha permesso di credere in me stessa e ha aperto
il mio cuore di fronte a un sentimento che non avrei mai creduto di
poter provare: l'amore.
Una delle classiche fanfiction dove lo stronzo di turno ama la sfigata di turno? Non lo sapremo mai con certezza.
Come
dicevo prima, siamo quello che siamo, indipendentemente dalle
esperienze che facciamo e dalle persone che incontriamo. E soprattutto
alla luce delle esperienze e delle persone che fanno parte della mia
vita, avrò sempre paura. Avrò sempre paura di perderle,
di deluderle, di non essere adeguata, di non essere abbastanza.
Avrò paura di tornare la Gloria bambina circondata da gente che
non l'apprezza.
Ecco cos'altro c'è oltre a Gloria.
"C'è
che ho sempre avuto la sensazione di non meritarti." snocciolo infine,
guardando Alessandro e vedendolo sfocato. "Non so perché... o
forse sì, perché tu sei tu e io sono io. E ogni volta che
succede qualcosa di bello, non mi sembra vero, e ogni volta che succede
qualcosa di brutto, ho paura che sia finita."
Alessandro ride e annuisce, ma non parla. Ho detto qualcosa con cui è d'accordo. Forse pensa esattamente lo stesso di me.
"Sai come la chiamo io questa?" rilancia dopo un po', quasi con allegria.
"Come?"
"Ansia da matrimonio."
"Ah sì?"
"Già."
Incrocio le braccia: "Quindi io soffro perennemente di ansia da matrimonio?"
"Può darsi." è il parere dell'esperto. "Ed è anche per questo che ti amo. Non cambiare mai, Glo."
Alessandro
afferra delicatamente i miei occhiali da vista e me li rimette addosso,
aggiustandoli sul mio naso. E io torno a vederci, a vederlo, nitido.
Alla fine, gli vado bene così.
Gli
vado bene insicura, impaurita e sterile. Gli vado bene anche se sono
una nerd quattrocchi, anche se non sono la popolare Vacca, anche se non
posso dargli quello che vuole di più al mondo e dubito di
tutto.
Io
non vedo l'ora di sposare quest'uomo... e sì, sarà anche
solo una firma che non placherà le mie paure, però almeno
avremo fatto un altro passo insieme nel percorso della vita. E chi
potrà mai prevedere il futuro? Chi potrà sapere se un
domani vorrò provare a risolvere il mio problema, se
sentirò il bisogno di diventare mamma, o se, magari, adotteremo
un pargoletto.
Dal
mio passato almeno una cosa l'ho imparata: non si deve mai dare nulla e
nessuno per scontato, men che meno sé stessi. E anche se non
cambieremo mai, possiamo sempre trovare qualcosa o qualcuno che ci
faccia sentire felici di come siamo.
Non cambiare mai, Glo.
Sono forse le parole più belle che mi abbiano mai detto.
"Scusate se interrompo il vostro scambio di sguardi arrapati, ma noi saremmo qui da cinque minuti."
Chi ci ha così brutalmente interrotti è Marinella Argenti, la nostra testimone di nozze.
Date
queste premesse, è difficile credere che possiamo aver scelto
proprio lei per salvaguardare la nostra unione civile e religiosa,
eppure eccola qui.
Nessuno
sarebbe stato più adatto per il ruolo. In un certo senso,
è anche merito suo se ora stiamo per sposarci, dato che è
stata un cupido non da poco, ai tempi in cui ancora cercavo prove
scientifiche per le sue fantasie amorose su me e Magno. Forse lei
è la persona che più al mondo si lascia coinvolgere dalle
relazioni: le sue, quelle degli altri, quelle inventate,... tutte.
Marinella è assurda. Ma è anche una delle prime, e delle poche, che abbia mai considerato una vera amica.
"Volevo
parlarvi di una questione seria. Possiamo farlo ora, oppure...?" ci
indica, si sofferma sulla mia maglietta mezza alzata e poi inclina la
testa con fare allusivo.
Alessandro
si passa una mano tra i capelli, che riflettono la luce facendolo
sembrare ancora più biondo: "Nelli, tu non disturbi mai. Io e
Glo ci stavamo solo godendo uno degli ultimi momenti pre-matrimonio."
"Magno,
è una vita che vi godete momenti pre-matrimonio." ribatte lei,
maliziosa, e si mettono tutti a ridere. Tuttavia io mi sento in
imbarazzo e sviando lo sguardo, mi accorgo che Nelli non è sola.
"Questo è Sayid." presenta il ragazzo ad Alessandro, che non l'ha ancora conosciuto, e si stringono la mano.
Con
me tale Sayid ha già scambiato i convenevoli questa mattina,
quando me lo sono ritrovato inaspettatamente davanti alla villa, ma si
ripresenta comunque e mi dà un'ennesima conferma scientifica sul
fatto che, come tizio, non mi piace per nulla.
Non
capisco che sia venuto a fare qui, quale senso abbia partire da New
York per recuperare un'ex di cui non te ne è fregato nulla per
un mese, che ora si trova in Italia, a un matrimonio di amici. Non
riesco a trovare una logica dietro la sua presenza e quando io non
trovo una logica, molto spesso, effettivamente, non c'è. O
c'è dell'altro.
Sayid
ci sta guardando con fare speranzoso, le mani unite in grembo e una
postura tutto sommato composta. Nonostante la mia diffidenza, non posso
negare che sia un ragazzo piacevole alla vista e sicuramente molto
profumato.
È tutto il contrario di Nelli... e non perché lei puzzi, ma perché, in genere, composta non
è uno degli aggettivi che useresti per descrivere la mia amica.
Se Sayid sembra quasi rappresentare la calma e il controllo sulla
situazione, a confronto Marinella dà una leggera sensazione di
caos e apocalisse.
Marinella
sta per dire qualcosa e illuminarci sul perché della loro
presenza, ma Sayid la precede: "Potrei fermarmi qui alla villa e
partecipare al vostro matrimonio?"
Come, prego?
La
prima che fisso allibita è Nelli, la quale a sua volta è
rimasta interdetta dalla prontezza di Sayid, ma, effettivamente, non mi
sembra così sconvolta.
Scusate,
che cosa sta succedendo? Nelli dovrebbe essere oltraggiata dalla
richiesta di Sayid. È il suo ex fidanzato che l'ha trattata
malissimo, che l'ha mollata da sola e in difficoltà a New York e
che ora si ripresenta senza il minimo preavviso pretendendo di
rientrare nei fatti suoi!
"Certo che puoi restare."
Il mio quasi marito, come vi dicevo, alle volte è proprio tardo, e parla a caso.
"Amore!"
gli do un pizzicotto dietro alla coscia, ma lui non ne capisce il
motivo, e mi guarda smarrito, e anche un po' risentito.
Oh, Alessandro!
Sicuramente
non ha effettuato un minimo di ragionamento prima di acconsentire alla
proposta di Sayid, ma non si sta rendendo conto di che cosa
significherebbe.
"Un
momento, scusate, fermiamoci e pensiamo." mi faccio avanti allargando
le mani e cercando di prendere il controllo della situazione. "Nelli,
tu sei d'accordo con tutto ciò?"
"Vi
volevo spiegare." annuncia, lanciando un'occhiataccia a Sayid. "Io e
Sayid ci siamo chiariti. Glo, credimi, tra noi è tutto a posto e
siamo amici, ora. Semplicemente Sayid non ha pianificato come tornare a
casa e quindi dato che è qui, gli ho proposto di restare per il
matrimonio."
"Tu l'hai proposto a lui."
"Esatto."
E Mattia? Vorrei chiederle impanicata, ma non credo che sarebbe molto carino.
Cerco comunque di riformulare: "Marinella, forse non è la soluzione ideale per voi due..."
"Gloria."
Sayid si schiarisce la voce e mi interrompe, gentilmente,
assicurandosi, con uno sguardo di scuse, di non passare per un
maleducato. "Non vorrei dare fastidio. Io posso tornare a casa. Volevo
solo avere tempo per parlare con Marinella e sistemare la situazione,
di persona. Però capisco che il posto è vostro ed
è il vostro matrimonio. Non voglio disturbare."
"Ma
non disturbi!" si anima Alessandro, il quale probabilmente continua a
concepire villa Magna come un hotel di cui lui è il gestore,
dato che potrebbe essere la sua futura occupazione.
Il
che rappresenta un problema non da poco, perché Alessandro, con
la sua benedetta ingenuità, sta mettendo a repentaglio tutti i
piani. Tutti! Non possiamo accettare che Sayid resti.
"Amore,
non credi che forse potrebbe aggiungersi solo carne al fuoco?" gli
domando, facendogli l'occhiolino di nascosto agli altri due. Poi torno
a rivolgermi a Sayid come fosse un bambino da istruire: "Voglio dire,
nulla di personale, Sayid, ma io e Alessandro ci sposiamo anche per
provare ai miei suoceri che possono passarci la proprietà di
villa Magna, così mio marito avrà un lavoro. Ci sono
già state svariate complicazioni, la fiducia dei signori Magno
vacilla molto e non vorremmo che con l'aggiunta di un altro ospite il
lavoro aumentasse. Sai com'è, già stiamo cercando di
risistemare il giardino per poter ospitare gli invitati, abbiamo dovuto
improvvisare un po' di situazioni e..."
"Oh, ma io potrei aiutarvi." se ne esce lui.
Senza sapere, ovviamente, che il suo aiuto non lo vogliamo.
Ma
continua imperterrito e convinto di poter dare qualche valore aggiunto
al nostro gruppo: "Ce l'avete già un... come si chiama, Nelli? Un entertainer?"
"Un intrattenitore?" mi acciglio.
Alessandro ride: "C'è Diego."
"Io posso cantare." specifica Sayid. "Canto sempre ai matrimoni dei miei amici e parenti."
"Beh,
Sayid ha una voce bellissima." aggiunge Nelli, che si fa garante delle
abilità altrui, come sempre quando vuole ottenere qualcosa.
Ok,
va bene, siamo onesti: in effetti un cantante non ce l'abbiamo, ma a
che cosa serve un cantante ai matrimoni? Sanjay ha le casse super
potenti, Davide ha creato una playlist divertentissima e Lionel
insegnerà i balli caraibici alle ziette frustrate. Non serve
veramente a nulla.
"Che cosa canti?" si incuriosisce Alessandro.
"Oh, di tutto. Principalmente arabo e americano, ma in italiano ogni volta propongo Volare che mi piace un sacco."
Wow, originale.
"Ce
l'hai Sinatra nel repertorio americano?" domanda Alessandro,
mostrandosi seriamente interessato e consapevole della domanda appena
posta.
Il
che mi stupisce e non poco. Innanzitutto, non pensavo nemmeno che
sapesse chi è Sinatra. E poi, soprattutto, mai avrei immaginato
che che gli interessasse.
Per tutta risposta, mentre io e Nelli ancora ci interroghiamo sull'uscita di Magno, Sayid si mette a cantare un pezzo di My Way.
E sì, senza che nessuno gliel'abbia chiesto, a pieni polmoni nel
salotto di villa Magna, muovendosi esattamente come Sinatra, fingendo
di stringere fra le mani l'asta di un microfono.
"Oh
mio Dio!" Alessandro impazzisce. "È il cantante preferito dei
miei! Al loro matrimonio avevano in sottofondo l'intera colonna sonora
di Frank Sinatra! Sarebbero al settimo cielo, Glo!"
"Sembri una directioner." gli fa notare Nelli.
"Andiamo, è pazzesco!" esulta lui. "Sayid, sei assunto."
Nooooo!
"Amore..." tento nuovamente, ma lui nemmeno mi dà ascolto.
È chiaro che ormai sono sola contro tre persone e che sto combattendo una battaglia persa.
Infatti
la mia uscita è del tutto inutile: Alessandro si è
già prostrato ai piedi di Sayid con gli occhi a cuoricino, Nelli
è presa dall'orgoglio per essere riuscita a far piacere il suo
amico e a me non resta che fare un discorsetto al mio fidanzato,
più tardi. Io ho fatto del mio meglio, lo giuro, ma ormai la
frittata è fatta. Sayid sarà ospite di villa Magna per
questi ultimi giorni e Mattia Zingaretti non ne sarà affatto
felice.
"C'è la mansarda libera." dice Alessandro al nuovo ospite. "Puoi mettere giù le tue cose e dormire lì."
"Grazie infinite." fa Sayid, a mani congiunte. "Sarà un onore partecipare e cantare al vostro matrimonio."
Lancio un'occhiataccia a Nelli, un'occhiataccia davvero minacciosa, per quanto io possa risultare tale.
Lei
impallidisce un po', ma solo perché Magno ha assegnato a Sayid
la mansarda, e non perché si sente davvero pentita di aver
parcheggiato qui il suo ex. Mi chiedo cosa ci abbia combinato in quella
mansarda, anche se non risulta troppo difficile immaginarlo e,
comunque, mentre i due uomini fanno i directioner, io me la prendo in
disparte per coprirla di improperi.
"Che
problemi hai?" le ringhio addosso, non sembrandomi nemmeno me stessa.
Io non sono mai così aggressiva e maleducata, ve lo assicuro, ma
stavolta Marinella se lo merita!
Infatti risente del mio tono e mi guarda con aria colpevole: "Perché dici così, Glo?"
"Sayid non può restare qui!"
"Perché?"
"Perché è il tuo ex!"
"E
quindi?" mi affronta bonariamente, proprio come qualcuno che sul serio
percepisce la situazione in modo totalmente innocuo. Be', innocuo lo
sarà per lei, certo, ma non per noi. Solo che non glielo posso
dire.
"Marinella..."
cerco di utilizzare le parole con saggezza. "Sayid potrebbe essere una
figura mal vista, dopo quello che ci hai raccontato di lui."
"Io non ho raccontato mai nulla di lui."
"Be', ce l'ha detto Eva."
"Chiaramente."
sbuffa. "Ma comunque non conta; per me Sayid è solo un amico,
adesso. Anzi, per essere precisi, uno che l'amicizia se la deve
riconquistare. Non vedo dove sia il problema, se il posto c'è e
Magno è d'accordo; dopotutto, inizialmente, era lui l'invitato
che avrebbe dovuto accompagnarmi."
Nelli e le sue obiezioni mirate...
Incrocio le braccia: "Non precisamente."
"Mi vuoi dire che sapevate benissimo che non sarebbe venuto, grazie al vostro piano a prova di scemo?"
"Quale piano?"
"Quello di far ricongiungere le due metà di un cuore spezzato, obbligandomi, attraverso l'inganno, a rivedere Mattia."
"Beh..."
"Gloria."
si rasserena, sorridendomi e posandomi le mani sulle spalle. "Senti,
non sono arrabbiata per il fatto che mi abbiate incastrata, ok?
Né per essere stata usata come pedina in un grande marchingegno
che i miei amici hanno messo a punto per me. Anzi, se devo essere
sincera, ve ne sono quasi grata."
Eva
passa per il salotto in questo momento e si ferma di botto, per
intromettersi nella discussione: "Fase cinque, Argenti. Finalmente ci
sei arrivata. Brava."
Nelli
sta per picchiarla, così lei si dilegua salutando con un: "Di'
al tuo ex che è il benvenuto e che ci mancava un deodorante per
ambienti umano!"
Tutto
questo mi confonde e mi sconcerta, ma sia io che Nelli decidiamo di
ignorare la questione Eva e proseguire il nostro faccia a faccia.
"Gloria,
io sto facendo tutto ciò perché finalmente, dopo anni e
anni, sono felice." mi rivela accoratamente, con uno sguardo che,
effettivamente, non le vedevo addosso da tantissimo tempo. "Voglio
ricomporre la mia vita, pezzo per pezzo, in tutto e per tutto."
Sentire
ciò mi colpisce davvero nel profondo: era almeno dalla quinta
superiore che Marinella Argenti non si mostrava nella sua forma
più spontanea. E dopo tutti i discorsi sulla spontaneità
che vi ho fatto prima, capirete bene che io me ne intendo. Nelli sembra
sul serio felice, serena, innamorata. Sembra quasi cresciuta, come se
solo guardandola, si capisse che ha fatto un passo cruciale, che ha
raggiunto una consapevolezza da cui non potrà più
sottrarsi.
Marinella è un'adulta. Lo sto pensando per la prima volta.
E
non posso sapere che cosa l'abbia spinta così in avanti, ma
posso ipotizzarlo, e, improvvisamente, mi sento più tranquilla
riguardo quanto appena accaduto. Sono una persona di scienza, ma in
rari casi, posso anche fare un atto di fede.
"Ok." le sorrido.
"Sayid resta?"
"Sayid resta." confermo. "Ma tu lo ami ancora?"
"No." mi risponde. "Io amo Mattia."
***
ANGOLO AUTRICE
Scusate se ho pubblicato questa OS con un giorno di ritardo, ma sono stata incasinatissima :'(
Spero che vi sia piaciuta e che finalmente abbia soddisfatto le
richieste di chi voleva leggere da questo punto di vista in
particolare, o, più in generale, riguardo quest'amata coppia.
So che forse avrete letto qualcosa di non troppo felice riguardo la
nostra Gloria, ma come vedete non costituirà affatto un problema
insormontabile. A questo proprosito, ci tengo a precisare che quello
che leggerete nelle OS di questa raccolta sarà sicuramente
arricchente nei confronti della storia principale, ma non sarà
indispensabile per capirne la trama. Se vi andà di continuare a
leggere solo "Io e te 3" e non le varie OS, potrete tranquillamente
farlo senza che questo comprometta la comprensione dell'opera. Anche
se, secondo me, leggere qualcosa in più sarà sicuramente
divertente e vi permetterà di godervi una vicenda a 360°,
magari affezionandovi a pg che non avreste mai nemmeno considerato
interessanti.
La prossima OS in programma è prevista per lunedì
prossimo, sebbene vi avverto già che sarà più
probabile che esca il martedì 27, dato che mi si stanno
accavallando diversi impegni per il 26. Ma comunque vi lascio un bel
calendario come linea guida XD
26/03: OS n. 2
29/03: OS n. 3
05/04: OS n. 4
13/04: capitolo 15 di "Io e te 3"
Approfitto di questo spazio anche per ringraziarvi infinitamente della
vostra partecipazione al compleanno di "Io e te". Venerdì
scorso, il 16 marzo, ci sono stati due eventi che ci hanno fatto
divertire, proprio in occasione di questa ricorrenza. Uno è
stato la pubblicazione di una OS relativa a "Io e te 1" dove finalmente
il nostro personaggio maschile per eccellenza ha parlato (LINK: https://www.wattpad.com/545355184-io-e-te-%C3%A8-grammaticalmente-scorretto-il-mio),
e l'altro è stato il quiz di compleanno che vi permetteva di
vincere svariati premi, tra cui uno spoiler di quanto appena letto qui
sopra XD
Mi ha stupito tantissimo che abbiate provato a fare il quiz in ben 98 persone. Non l'avrei mai pensato!!
E tra l'altro, siete stati bravvissimi! In ben 92 avete risposto
correttamente a più di 20 domande su 31, il che significa che
ormai siete più esperti di me su questa storia U.U
Visto il vostro supporto e il grande successo dell'iniziativa (che
ripeto, è stata suggerita dalle ragazze del gruppo Telegram), ci
sarà sicuramente un altro test, stavolta un test sulla
personalità, dove ognuno di voi potrà vedere a quale
personaggio di "Io e te" somiglia di più. #staytuned
Il quiz di conoscenza generale su "Io e te" non verrà rimosso e potrete farlo ogni volta che vorrete al link: https://www.quotev.com/stats/10711990
Solo che, a partire da oggi, i premi non saranno più validi,
perché erano stati messi in palio per festeggiare il compleanno
XD
Ragazzi, non vi annoio oltre e non vi lascio domande, per questa OS. Mi
piacerebbe capire in generale se vi è piaciuta, se desideravate
leggere di Magno e Gloria e come avete preso le informazioni ultra
segrete che questa coppia ci ha nascosto finora. In quanto al resto
della OS, dove ritroviamo il nostro beneamato (non troppo) Sayid,
aspetto come sempre chi si schiererà a suo favore e chi invece
coglierà l'occasione per coprirlo ancora una volta di insulti XD
Alla prossima!
Daffy
***
Contatti:
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Link per "Io e te 2" su EFP
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