La Sorella Dalton

di LadyDP
(/viewuser.php?uid=1029903)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


“Non posso credere che tu glielo abbia lasciato fare, Joe” disse William.

 

“È nostra sorella! Avresti dovuto costringerla a scappare!” rincarò Jacl.

 

“Dove sono i tuoi attributi?” chiesero in coro.

 

“I miei ATTRIBUTI?!” esclamò Joe irritato, e all’unisono con lui Averell disse

 

“I suoi ATTRIBUTI?!”

 

“Siamo stati i primi a scappare alla prima difficoltà, come vi permettete di prendervela con Joe, che è stato l’unico a rimanere per difendere Wendy?!” disse Averell, alzandosi in piedi.

 

Il piccolo appartamento che avevano affittato con qualche soldo rubato che aveva regalato loro Wendy aveva solo quattro letti e un tavolo, con quattro sedie.

 

I fratelli abbassarono lo sguardo e cominciarono a grattarsi il collo, pieni di vergogna.

 

Joe incrociava le braccie, pensieroso.

 

“Dobbiamo farla evadere noi, stavolta” disse.

 

“Esatto, prendiamo le armi di Wendy e..” disse Averell, ma William lo fermò con una mano.

 

“Non sappiamo nemmeno se le faranno un processo. Le gaurdie non la conoscono, non sanno nemmeno che esiste, non sanno quello che ha fatto prima, penseranno che sia una ragazza onesta. Una donna contro tre uomini, sembra solo un tentativo di difesa. Forse la lasceranno libera” disse.

 

“Bè, non lo sapremo mai se restiamo qui seduti” disse Joe “Prima andiamo a prendere Wendy, ovunque lei sia, e poi facciamo fuori i suoi ricattatori” continuò, caricando una pistola.

 

“A me sta bene” disse Averell, improvvisamente minaccioso e carico, armato di tutto punto.

 

Jack e William non l’avevano mai visto così, e nemmeno Joe, ma a lui non dispiaceva affatto.

 

°°°

 

“Signorina, non credo che le faranno nemmeno un processo, per quello che ha fatto.

 

Però si lasci dire che il suo cognome non fa una bella figura, quindi potrei sbagliarmi” disse Luke, che brandiva le redini di Jolly, sul quale sedeva a mani legate la scaltra Dalton.

 

“Cosa significa? Che solo perché mi chiamo Dalton, mi sbatteranno in galera?” chiese lei, fingendosi infastidita e offesa per questo.

 

“Se riesce a dimostrare che non ha alcun legame coi quattro criminali allora la lasceranno andare senza problemi. Ce l’ha un attestato di nascita con sé?” chiese il cow-boy, da sotto il cappello.

 

Luke aveva già sospettato che la presenza della Dalton nello stesso saloon in cui si muoveva Joe non era una coincidenza, soprattutto in seguito alla segnalazione di Peabody.

 

“Certo che ce l’ho. Farò arrivare mio padre da New York, se servirà” disse, recitando alla perfezione. Ovviamente suo padre era morto, e sicuramente non era di New York.

 

Si era inventata un legame con la grande città per sembrare rcicca e rispettabile.

 

“Benissimo” rispose lui, mettendosi la sigaretta appena accesa in bocca.

 

Luke si voltò leggermente verso dietro, per squadrare il volto della ragazza.

 

Quella ragazza doveva essere imparentata coi Dalton.

Pur essendo più bella, la somiglianza era tremenda.





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3756476