FIGLI
DELL'OBLIO
Figli senza
storia detti figli dell'oblio, nati per lottare proprio come
faccio io, non mi arrendo, io non posso!
Naruto si era sempre chiesto perché. Perché
lottava ora che non aveva più ragione di farlo. Ora che
l'unica cosa che lo aveva spronato senza rendersene conto era stata
cancellata, distrutta, fatta a brandelli. Di lei non resterà
che un pallido ricordo, un nome su una lapide, su un memoriale e
nulla più. Un freddo simulacro di quello che sarebbe potuto
essere e che mai più sarà. Eppure andava avanti, non
aveva scelta. Lo faceva per lei, solo per lei.
Qual è
il mio futuro? forse lo decido io, ho creduto alle canzoni come
credo in Dio, è un difetto, io non penso!
Pensava di aver
superato il dolore della perdita, quel dolore che lo aveva squarciato
e dilaniato per settimane. E invece, a distanza di mesi da quel
giorno, dopo quella dannata guerra che si era portata via altri
amici, altri conoscente, altre brave persone, eccolo lì, a
piangere lacrime che non credeva più di avere su un piccolo
bracciale blu come i suoi capelli e limpido come i suoi occhi. Glielo
avrebbe regalato per il suo compleanno se solo Pain non avesse
attaccato il villaggio e non gliela avesse portata via in maniera
così improvvisa che non aveva realizzato subito cos'era
successo.
Aveva creduto di
poter salvarli tutti, di poter salvare lei e aveva fallito. Che cosa
aveva sbagliato? Aveva avuto fede e non era servito.
Non era servito.
Mentre il
cielo brucia sulla pelle quella mia, nell'indifferenza muore già
la mia poesia, cancellando quel ricordo.
Non riesce a liberarsi di quel bracciale, Naruto.
Semplicemente non può. È tutto ciò che gli è
rimasto di lei anche se non glielo ha mai dato. E ogni volta che lo
guarda vede i suoi occhi spenti dopo che Pain gliela ha portata via
davanti agli occhi. Quegli occhi gentili farsi vacui, il suo respiro
fermarsi e l'ultimo respiro rivolto a lui, solo a lui. In un impeto
di rabbia scaglia il delicato bracciale contro il muro facendolo
finire in frantumi che ricadono a terra in piccoli tintinnii come i
frammenti del suo cuore. Il rumore dei frammenti che cadono sul
pavimento riporta in se in biondo. Raccoglie con cura i cocci e
armato di colla e pazienza prova a rimettere insieme il bracciale
perché teme che i ricordi se ne vadano senza qualcosa che lo
aiuti a ricordare. Già tutti hanno cominciato a dimenticare
sotto la luce del tramonto ma non deve, non può farlo. Non
sarebbe giusto.
Volerò
sfiorando le nuvole, il vento graffierà la pelle, non mi
fermerà! E saprò trovare la strada che tra
polvere, fredde salite mi porta da te, mi porta da te.
È riuscito a rimettere insieme il bracciale
e tutti si chiedono perché non l'abbia ancora buttato.
Nessuno capisce, nessuno vuole capire.
Lui non può dimenticare per quanto ci abbia
provato. Ogni notte vede come Pain la uccide con pochi colpi ben
piazzati. Di come lei provi con tutta se stessa a difenderlo, a
salvarlo. Di come non lo abbandoni, di come non rinunci, di come non
si arrende nonostante il dolore.
Il dolore lo assale ogni notte e ogni mattina si
sveglia piangendo e non può farlo vedere a nessuno.
Rivive lo stesso incubo, ricordo, ogni volta che
chiude gli occhi.
E nessuno vede il suo dolore dietro i suoi sorrisi
sempre più forzati, nessuno vede che si sta arrendendo. Nella
sua mente un'idea su come porre fine a quella tortura c'è, ma
è ancora troppo codardo per metterla in pratica. O forse sa
che Kurama ha ragione e che così non risolverebbe nulla. Ma
sta cedendo e anche Kurama se ne rende conto. Vuole tornare da lei e
lo farà. Costi quel che costi.
Alzano la
testa ora i figli dell'oblio ed ognuno grida a squarciagola il
nome suo, forse urlando, stan vivendo! Ridono le foglie
quando volano nel blu, prova ad imitarle vola in alto pure
tu! forse adesso sto sognando...
Si addormenta con il bracciale in mano quella sera
e sogna. Non l'incubo di ogni notte, ma il momento in cui gli avrebbe
dato il suo regalo. Quel momento mai arrivato e che mai arriverà.
La vede sorridere timida, le gote rosse di
imbarazzo e piacere, gli occhi dallo sguardo basso ma luminosi e
pieni di felicità. Poi, nel momento in cui glielo mette al
polso, tutto si frantuma e la vede rivolta nella polvere, morta, lo
sguardo vacuo e spento. Rivoli di sangue le scorrono lungo il viso,
aliti di vita che l'abbandonano. E Pain è lì,
soddisfatto della sua opera. Sente la sua rabbia, il suo dolore
sommarsi a quelli della volpe ed esplodere. Non ce la fa, non ce la
può fare.
Si sveglia urlando.
Nessuno lo sente.
Nessuno l'ha mai sentito.
Guarda il bracciale che brilla alla luce della
luna che entra dalla finestra.
Ha preso la sua decisione. Neanche Kurama può
più dissuaderlo.
Volerò
sfiorando le nuvole, il vento graffierà la pelle non mi
fermerà! E saprò trovare la strada che tra
polvere, fredde salite mi porta da te. Ridono le foglie quando
guardano nel blu, prova ad imitarle vola in alto pure tu... Questo
tempo sta cambiando! Volerò sfiorando le nuvole, il
vento graffierà la pelle non mi fermerà! E saprò
trovare la strada che tra polvere, fredde salite mi porta da
te... Mi porta da te...
Lo
trovarono in un giorno d'estate, dorato come i suoi capelli e con il
cielo azzurro come i suoi occhi. Lo trovarono morto nel suo
appartamento con il bracciale in mano e il dolore negli occhi vuoti
della morte.
C'era
anche una lettera dove Naruto esprimeva quel dolore che nessuno aveva
scorto, nascosto così bene che nessuno sospettava della sua
esistenza.
Nessuno
lesse la lettera, nessuno voleva sentirsi incolpato.
Lo
seppellirono con tutti gli onori e il suo nome si unì a quelli
che ornavano il memoriale dei caduti e tutti presto dimenticarono
pure lui.
Ma
lui non aveva mai dimenticato, non aveva potuto.
Non
aveva potuto dimenticare quegli occhi farsi vacui, quel corpo, così
forte, così fragile, piegarsi sotto i colpi di Pain,
quell'ultimo sussurro che solo lui aveva sentito.
E
quel bracciale mai dato per colpa di un destino troppo crudele.
Non
aveva dimenticato Naruto, non aveva mai dimenticato.
E
con i ricordi nel cuore e il dolore negli occhi aveva detto addio a
tutto e tutti.
Doveva
tornare da lei, doveva darle quella risposta che non aveva avuto il
tempo di dare allora.
Troppo
ingenuo, troppo pieno di ideali.
Ti amo Naruto-kun.
Ti amo Hinata,
scusa per non avertelo detto prima.
Note
d'autore:
Ok, lo so. Questo non è il modo migliore per far vedere che
sono ancora viva, ma meglio questo che nulla vero? Vero?
Spero di non aver causato una valle di lacrime e nulla. Non c'è
altro da dire credo.
Non maleditemi grazie
I_S_Acquamarine
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