Capitolo 5
Max e Liz erano seduti sul divanetto del retro, ancora stupiti dal
gesto di Michael.
"Dovrei chiamare Maria,
magari lei sa qualcosa."
"Si, perché
no…"
Liz si alzò per utilizzare il telefono presente nella
stanzetta. La signora De Luca rispose al terzo squillo. La chiamata fu
breve, Liz riappese la cornetta dopo appena qualche momento, poi si
voltò verso Max.
"Maria ha dimenticato il
cellulare a casa, ma sta venendo qui insieme a Isabel."
Max notò che Liz era un po' perplessa.
"Tutto bene?"
"Sì, solo che
trovo strano che Maria e Isabel siano insieme."
"Avevano delle cose di
cui discutere. Senti, ho visto che di là c'è
Billy. A me quel tipo non piace e, secondo me, c'entra qualcosa con la
faccenda di Michael. Io credo che dovremmo impedire che intercetti
Maria."
"Non credo che Billy sia
una minaccia di alcun tipo, ma voglio vederci chiaro sul licenziamento
di Michael."
Affacciandosi nel locale, Liz vide che Maria e Isabel stavano entrando
proprio in quel momento nel Crash Down e quasi corse verso di loro,
impedendo a Billy di raggiungerle prima di lei.
"Menomale che siete
arrivate. Venite con me del retro, è importante."
Maria e Isabel si guardarono per un momento, poi la seguirono. Maria si
voltò indietro solo per mimare delle scuse a Billy, che non
aveva avuto neanche il tempo di salutare.
"Allora che succede?"
"Michael si è
licenziato."
Entrambe le ragazze rimasero allibite, anche se la più
infuriata sembrava Isabel.
"E' per caso impazzito?
Non sa che rischia di perdere tutto quello che papà
è riuscito a fargli ottenere? Se i servizi sociali scoprono
che non ha più un lavoro per mantenersi, gli revocheranno il
diritto all'emancipazione e potrebbe essere affidato a degli
sconosciuti!"
"Isabel, stai calma,
troveremo un modo per aggiustare le cose."
Maria, che era rimasta in silenzio per tutto il tempo, andò
verso l'uscita.
"Maria, dove stai
andando?"
"Da Michael, voglio
parlare con lui."
Maria uscì, mentre Max si rivolse a Isabel.
"Sei riuscita a farti
ascoltare?"
"Sì, credo che
questa ne sia la prova."
"Scusate, potete spiegare
anche a me?"
Liz non comprendeva cosa stesse succedendo. Isabel sospirò e
guardò Max. Sapeva che lui era restio a parlare con Liz
della questione del destino, quindi stava a lui decidere cosa fare.
"Liz, siediti. Dobbiamo
parlare di una cosa."
/***/
Maria non ricordava che la strada dal Crash Down all'appartamento di
Michael fosse così lunga. Forse non l'aveva mai percorsa con
l'ansia di non sapere come sarebbe finita la discussione che,
inevitabilmente, ci sarebbe stata da lì a poco. Era stata
veramente sul punto di smettere di lottare per la loro relazione. Era
stanca, la maggior parte delle volte era come combattere contro i
mulini a vento. Maria pensava che le cose fra loro fossero migliorate,
soprattutto quando lui, qualche giorno prima, aveva espresso la
volontà di rendere la loro relazione più
ufficiale. Peccato che, per ogni passo avanti che la loro storia
faceva, ce n'erano sempre almeno due o tre che li riportavano indietro.
Non potevano andare avanti così. Maria decise che quello
sarebbe stato un nodo cruciale per loro. O lo risolvevano, o fra loro
era veramente finita. Finalmente arrivò davanti allo stabile
dove si trovava l'appartamento e cercò un posto dove
parcheggiare la sua Jetta. Si sentiva un po' nervosa, ma era anche
più determinata che mai a dare una svolta al loro rapporto.
Bussò, aspettando e sperando che lui le aprisse la porta.
Quando lo fece, Maria riuscì a notare la sorpresa sul volto
di lui, prima che venisse mascherata da un'espressione più
neutrale.
"Ciao."
"Ciao… Mi fai
entrare?"
"Uh… Certo."
Michael la fece passare, poi chiuse la porta e si grattò il
sopracciglio, cercando di capire che ci facesse lei lì.
Probabilmente aveva scoperto che si era licenziato. Michael si chiese
se aveva parlato con Isabel o meno. Maria rimase in piedi, giocando con
le proprie mani.
"Accomodati pure."
"Grazie"
Entrambi si sedettero sul divano. Maria stava riflettendo per capire
come poteva iniziare il discorso. Alla fine decise di puntare sul
licenziamento come inizio.
"Liz mi ha detto che hai
lasciato il lavoro al Crash Down."
"Già."
"Perché? Max e
Isabel dicono che rischi di perdere l'emancipazione."
"Lo so, ma non potevo
continuare a lavorare lì."
"Intendi con me?"
Maria sperò che lui rispondesse di no, ma, d'altronde, in
quegli ultimi giorni lei aveva fatto di tutto per allontanarlo.
"Sarà
sicuramente più facile per tutti e due se non saremo
costretti a vederci anche dopo la scuola."
"Mi stai dicendo che tra
noi è finita?"
"Pensavo che fosse quello
che intendevi dire tu ieri…"
"Senti, possiamo parlarne
da persone adulte? Ho parlato con Isabel oggi. Mi ha spiegato un po'
meglio come sono andate le cose."
Michael annuì, anche se, dentro di sé, sapeva che
non bastava quello a sistemare le cose. Max aveva ragione, se lui non
si decideva a parlare con Maria, alla fine l'avrebbe persa.
Schiarendosi la voce, si sforzò di articolare qualche
parola.
"Ti avrà detto
anche della storia del destino… Max e Tess e… Io
e Isabel… Non è una cosa semplice. Max dice che
noi dobbiamo fare quello che vogliamo, ma a giudicare da quello che
c'è scritto su quel dannato libro, sembra che abbiamo poco
da scegliere."
"Mi stai dicendo che sei
obbligato a stare con Isabel?"
"Non è quello
che voglio e spero che Max abbia ragione… Ma non so nemmeno
io che pensare. Queste sono le prime informazioni concrete che siamo
riusciti ad ottenere sulle nostre origini."
"Sì, credo di
aver capito cosa intendi. Insomma, dopo aver passato tutta la tua vita
a cercare delle risposte, è normale che tu ne sia rimasto
confuso, quando le hai finalmente avute."
"Già. Sono
contento che tu capisca. Io… Io penso davvero che la nostra
storia non sia affatto stupida. Anzi, è…
Importante, per me."
Maria comprese che non era facile per Michael dire quelle cose. Non
perché non le pensasse, ma perché non aveva mai
avuto il bisogno di esprimere apertamente quello che provava. Al
contrario, aveva sempre impostato la sua vita tenendosi costantemente
sulla difensiva. Avvicinandosi un po' a lui, gli mise una mano sulla
sua.
"Sì, lo so. Lo
è anche per me."
"Non provo niente per
Isabel. Cioè… In un certo senso è la
mia famiglia. Lei e Max sono… tutto quello che
ho… O perlomeno finché non ho incontrato te."
Michael stava facendo quello che per lui era quasi uno sforzo
sovrumano.
"Tu sei l'unica persona a
cui io abbia mai permesso di avvicinarsi così tanto. Io non
sono di certo un buon fidanzato. Probabilmente non lo sarò
mai. Nonostante questo, tu sei ancora qua. Lo so che vorresti uno come
Max, premuroso, che riesce a esprimere bene a parole e con i gesti
quello che prova. Vorrei tanto poter essere come lui, ma non so se
posso riuscirci."
"Io non voglio uno come
Max. Certo, alcune volte invidio Liz, perché per loro sembra
sempre tutto più facile. Però… Sai che
noia? Sono così… prevedibili! Invece, con te, non
so mai che aspettarmi ed è questo che voglio."
"Ne sei sicura?
Perché non so se riuscirò mai a cambiare."
"Non voglio che tu cambi.
L'unica cosa che ti chiedo è di non chiuderti più
a riccio con me. Io non posso leggerti nella mente, per cui, devi farmi
capire cosa c'è che non va."
Michael la tirò verso di sé, per abbracciarla.
"Grazie."
Era più che altro un sussurro quasi accennato, ma per Maria
era più che sufficiente. Si girò meglio tra le
braccia di Michael, per stringerlo a sé, rifugiando il viso
fra la spalla e il collo.
/***/
Al Crash Down, Max, Isabel e Liz erano ancora seduti sul divanetto del
retro, quando il signor Parker scese le scale in modo abbastanza
concitato.
"Papà, che
succede?"
"Ho scordato che avevamo
un compleanno questa sera e Michael doveva attaccare alle sei. Con una
persona in meno, non so come fare. Avrei tanto bisogno di trovare un
sostituto già a partire da adesso."
"Per questa sera non
c'è problema, papà. Abbiamo già un
sostituto."
Liz incrociò prima lo sguardo di Isabel, poi entrambe si
voltarono e fissarono Max, che ricambiò il loro sguardo non
sapendo cosa volessero da lui. Quando finalmente intuì dove
le due ragazze volessero andare a parare, iniziò a scuotere
la testa per protestare, ma Liz fu più veloce di lui.
"Max prenderà
il posto di Michael, almeno per questa sera."
"Davvero Max?
Perché sarebbe veramente una manna dal cielo!"
"Ecco, io, a dire la
verità… Non ho mai fatto questo tipo di
lavoro…"
"Andiamo, Max, devi solo
girare degli hamburger e friggere patatine. Cioè, senza
offesa signor Parker, ma non credo ci voglia una laurea per fare questo
lavoro!"
"Tua sorella ha ragione,
Max. Sono sicura che non avrai problemi. E poi sarà
divertente lavorare insieme, per una volta!"
Max si sentiva tutti gli occhi puntati addosso e non riuscì
più a mettere insieme una scusa convincente. Sapeva che
poteva solo capitolare.
"E va bene.
Sarà un piacere per me aiutarla, signor Parker."
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