Come Giorno e Notte

di HikariBashin12
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Come Giorno e Notte
 
Non aveva più spirits sul proprio terreno di gioco e Dan aveva ancora Sagitto-Apollo drago; capì che non aveva più speranza, aveva perso. 
-Che delusione... Allora sarai tu a premere il pulsante.- disse. 
[... ]
-... Sono io, un essere pulsante... - disse il ragazzo dai capelli rossi di fronte a lui. 
-Tu saresti il pulsante?- chiese incredulo. Questo significava che... 
Il ragazzo dai capelli rossi portò la mano in avanti come se volesse che il proprio avversario la stringesse. 
-Barone, ti sono molto grato... É stato un duello avvincente... -
La colibrì sì staccò dal terreno di gioco e piano sì allontanò guadagnando velocità. 
NO! Non poteva andarsene, non voleva... 
-DAN BASHIN!- gridò. 
La navicella si allontanava sempre di più fino a ritornare alla nave madre. 
Uscì da essa come un lampo e si mise a correre verso la sala comandi. 
Mentre correva gli passarono davanti agli occhi molteplici scene rappresentanti il campo di battaglia e, dalla parte opposta alla sua, c’era sempre lui, Dan, il suo avversario, il suo rivale, il suo più caro amico. 
Per questo si dannò l’anima, per aver perso, per aver permesso a Dan di sacrificarsi, per non essere riuscito a fermarlo. 
I suoi occhi divennero lucidi e li strinse scuotendo la testa, non poteva piangere, non era da lui. 
La nave cominciò a tremare ed egli barcollò fermandosi un attimo per riacquistare l’equilibrio, poi partì di nuovo spedito verso la sala comandi. 
Entrò nella sala e la scena che gli si presentò davanti fu devastante: le navi presenti si scontravano tra di loro e molte cadevano in mare, solo la Magnifica Sofia restava intatta. 
-Effettuare un atterraggio d’emergenza.- ordinò Barone ancora in piedi davanti alla postazione del capitano. 
-Signor Barone, allacci la cintura di sicurezza... - disse Yorasu. 
-Taci... -era incazzato ma non di certo con il suo fedele Yorasu, era arrabbiato con sé stesso, ma adesso doveva pensare al suo equipaggio. 
Vide la Rampa e il terreno di gioco dissolversi davanti ai suoi occhi, il cielo che si apriva e la comparsa del Nucleo Pro-genitore. Aveva sentito molte leggende che sostenevano che esso potesse esaudire i desideri più profondi. 
-Nucleo Pro-genitore... Salvalo, ti prego... -
Lo sussurrò a se stesso e al Nucleo, senza dare giustificazioni. 
-Atterraggio completato.- disse uno dei membri dell’equipaggio.
-Attiva la barriera. Yorasu.- disse e chiamò poi il suo sottoposto, lo sguardo abbassato.
-Mio signore?- rispose egli.
-Ti affido il comando della nave, se arriva una comunicazione riferisci che non intendo parlare con nessuno, eccetto se si tratta della Magnifica Sophia, in quel caso trasferisci la comunicazione in camera mia.- disse il ragazzo avviandosi verso la propria stanza.
Percorse in silenzio la strada che lo separava dalla camera, la testa alta e lo sguardo assente, spento. 
Entrò nella stanza e la porta si chiuse dietro le sue spalle. Era frustrato, sconvolto. Diede un forte pugno alla parete di metallo che si piegò sotto il colpo. Ritirò la mano e la guardò, era la mano sinistra, quella che avrebbe dovuto stringere all’amico, la strinse a pugno tanto che le nocche divennero bianche e le unghie crearono dei profondi solchi sul suo palmo, la portò al petto e intanto scivolò a terra. Finalmente poté dare libero sfogo al suo tormento liberandosi in un pianto disperato. Non era da lui piangere ma come biasimarlo, da anni aveva atteso il suo rivale che era poi diventato il suo migliore amico…
Un allarme suonò per due o tre volte annunciando l’arrivo di una comunicazione, poco dopo sullo schermo della scrivania comparve Yorasu.
-Signor Barone, il capitano della Magnifica Sophia desidera conferire con lei.-
Mentre la Creatura Oscura parlava, Barone ebbe il tempo di ricomporsi, si schiarì la voce e diede il consenso. Il Mazoku scomparve dallo schermo e al suo posto comparvero Clarcky con il cappello in mano, Plym ancora in lacrime, Yus con uno sguardo serio ma occhi visibilmente lucidi e Hideto con sguardo sconvolto; della ragazza nessuna traccia. Barone e Clarky si guardarono finché il Mazoku non abbassò lo sguardo incapace di sostenere lo sguardo dell’altro.
-Barone…- cominciò l’umano ma venne interrotto dall’altro.
-É tutta colpa mia, non sono riuscito a fermarlo…- 
Il capitano stava per prendere di nuovo la parola e di nuovo venne interrotto.
-Tu non c’entri, Barone, nessuno sapeva cosa sarebbe potuto accadere.- disse Yus stringendo i pugni attorno al manubrio.
Clarky sorrise. -Ciò che ha detto Yus è vero, nessuno poteva saperlo.- 
I sensi di colpa non lo avrebbero mai lasciato ma, sapendo di non essere odiato, il Mazoku sperava almeno di poter imparare a conviverci. 
-Dov’è Mai?- 
Non c’era bisogno neanche di chiederlo, era ovvio che fosse sconvolta più di tutti, voleva solo delle conferme.
-Non so, probabilmente è andata in camera sua… Era sconvolta e non possiamo biasimarla: ha perso l’unica persona che abbia mai amato, non sarà facile d’ora in avanti per lei…-
Barone strinse gli occhi, sperava che l’amica non facesse nessuna stupidaggine, non voleva perdere anche lei.
 
Barone quella notte non chiuse occhio. La mattina successiva, contattò nuovamente l’equipaggio della Magnifica Sophia.
-Clarky, ti prometto che il sacrificio di Dan non sarà vano. Farò in modo cha la Terra torni al suo antico splendore.-
Il ragazzo dall'altra parte sorrise e ringraziò il Mazoku.
-Lo faremo insieme.-
 
Hikari Bashin




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