I Dominatori di Elda - La Guerriera Fenice

di Mayfa_P
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43 Saovine.

Sangue caldo sgorgava incessante dalle ferite profonde che solcavano la sua schiena, il dolore incessante martellava prepotente provocandole spasmi violenti, l’odore acre della cella penetrava a fondo nei suoi polmoni ad ogni suo respiro provocandole conati di vomito che tratteneva a stento.
A fatica si mise a sedere tentando di non far caso al dolore che la avvolgeva completamente, la cella in cui si trovava era rischiarata debolmente da delle piccole fiaccole appese nel corridoio.
Era sola.
Non sapeva se gioirne o meno, lentamente lacrime calde iniziarono a scendere copiose sulle sue gote mentre un grande senso di sconforto e impotenza la invadeva, come aveva potuto anche solo pensare di fidarsi di Erech, era da stupidi e lei aveva dimostrato di esserlo, avrebbe dovuto immaginarlo che lo avrebbe detto al Tiranno.
Il volto di Luthien compiaciuto mentre Mornon si accaniva sul suo corpo le comparve prepotente in testa, un urlo di rabbia uscì dalle sue labbra e un bruciore prepotente si impossessò della sua gola.
Non vedeva vie di fuga.
Non trovava una soluzione.
Forse non c’era.
Forse era giunta la fine, per lei e per quel viaggio che aveva deciso di intraprendere.
Aveva sottovalutato quanto potesse essere realmente difficile, si credeva all’altezza, non vedeva che in realtà non era in grado di compiere quell’impresa.
Si raggomitolò continuando a piangere mentre il pensiero volava a Nor e si ritrovò a pregare che a lui fosse toccata un’altra sorte.

Una mano dolce si posò delicata sulla sua nuca svegliandola dolcemente, il profumo famigliare giunse a lei come aria pura che inspirò profondamente, il suo amico la accarezzava accovacciato oltre le spesse sbarre regalandole un sorriso che non avrebbe pensato di poter vedere ancora.
Si portò a sedere il più rapidamente possibile e gettò le braccia al collo del giovane abbracciandolo, le sbarre le impedivano di poter appoggiare il viso nell’incavo del suo collo e assaporare a pieno il suo profumo.
“Non abbiamo molto tempo perciò devi ascoltarmi attentamente.”
La giovane annuì incapace di aprire bocca mentre si aggrappava al mantello di Nor come fosse la sua unica salvezza.
“Non so cos’abbiano intenzione di farti per ora l’unica cosa che posso dirti è che Erech non ha detto nulla, non sappiamo chi sia stato ad informare il Tiranno.”
Nilde respirò profondamente sentendosi più leggera mentre la testa iniziava a pensare chi potesse aver informato il Tiranno.
“Troverò un modo per farti uscire di qui, tu resisti!”
Il giovane regalo un ultimo sorriso alla ragazza prima di allontanarsi, Nilde rimase immobile ad osservare il suo amico allontanarsi fino a scomparire negli stretti corridoi dei sotterranei.
La solitudine la colpì come un pugno in pieno viso mentre lo sconforto si faceva di nuovo vivo, con l’ultimo briciolo di lucidità si obbligò a scacciare ogni pensiero inutile ed iniziò a studiare la situazione e a chi potesse mai averli traditi.
Un nome si fece subito spazio tra i suoi pensieri e si ritrovò a pregare che non fosse lui l’artefice di tutto.

 




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