E se è Destino, accadrà.

di Black fang
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PROLOGO Le lacrime non accennavano a diminuire. Le sentiva scorrere veloci ed inesorabili sul suo viso, sfiorandogli le labbra, fino a mischiarsi con le acque profonde del lago, emettendo un piccolo ticchettio appena udibile all’orecchio umano – unico suono che sembrava scandire lo scorrere del tempo – ed infine infrangersi dietro quello specchio d’acqua calmo e trasparente. La vista cominciò ad offuscarsi ma a lui non importava. Il suo sguardo rimaneva fisso sulla figura del suo re, mentre si allontanava lento e senza un accenno di rimorso sul suo volto ormai pallido, con la consapevolezza di aver vissuto la sua vita al meglio. Il giovane ragazzo il cui volto era una maschera di dolore, non poteva fare nulla in merito, se non starsene lì a guardare, e aspettare. Quando Albione avrà più bisogno di lui, Artù risorgerà di nuovo. Chiuse gli occhi, cercando di imprimersi le parole di Kilgarrah nel petto. Sperò solo di riuscire a vivere tutti quegli anni, per assistere al tanto atteso ritorno, perché in quel momento, Merlino era certo che il suo cuore non avrebbe retto a lungo. Al solo pensiero di andare avanti senza di lui gli sembrava quasi inconcepibile; Non svegliarsi più la mattina con le urla di Artù che lo raggiungevano fino alle sue camere, non sentire più quelle labbra pronunciare il suo nome o i suoi soliti insulti, che, con il tempo, aveva imparato perfino ad amare. C’è qualcosa che voglio dirti. Tutto ciò che hai fatto... Le sue spalle tremarono. Il suo intero corpo fu scosso da singulti. Per me, per camelot...ora lo so. Sentì per un attimo il terreno svanire sotto i suoi piedi. Si premette un palmo della mano sulle labbra, desirando disperatamente di fermare quelle calde gocce che gli erano ormai diventate tanto familiari. C’è qualcosa...qualcosa che non ti ho mai detto prima. Era ironico come le cose potevano cambiare come il giorno e la notte, da un giorno all'altro. Ma il giovane mago sapeva che tutto ciò a cui ambiva era poter tornare indietro quando lui era ancora lì con lui, avrebbe perfino gettato all’aria la sua dignità e tornare a fare il servo per quel biondino arrogante, solo per poter stare di nuovo insieme. Invece tutto ciò che gli rimaneva erano ricordi del suo viso che ghignava beffardo ogni volta che scopriva una bugia o quando ne combinavano delle belle all’insaputa del vecchio Uther, gli occhi che si cercavano per poi intrecciarsi, entrambi consapevoli della loro colpevolezza. Ti ringrazio. Le sue ginocchia cedettero, e lui si lasciò finalmente andare a tutta la sofferenza ed il rammarico per aver perso l’unica persona di cui gli fosse mai importato veramente.




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