4. In circolo
E di questo e d’altro ancora
i suoi versi di piuma coturni imbrattai.
Non v’era più neanche un fil di sorte a fendersi
nel biancore
opaco d’una luce di treno
che m’accorsi senza dubbi del suo ritratto
Scolava l’olio dalla fronte e le si scolpiva il viso
arso d’arioso e moderato vigore artistico
Nelle guerre dei giorni da venire
girini che nobilitano la divisa e le armi
di sorridenti e squamosi ricordi
Sconquassano le parole più delle carni
e timido rifuggo da quel sole che nasce ogni giorno
Questa
è l'ultima poesia che anima le mie "Raccolte dei giorni":
ringrazio di cuore tutti quelli che hanno letto questi miei lavoretti
ispirati alla ciclicità del tempo che fende ogni istante del
giorno. La relativizzazione della quotidianità, letta
secondo diverse (e spesso contrastanti) prospettive, voleva essere il
fulcro di questa piccola raccolta che è venuta fuori di
getto in pochi faticosi minuti. Grazie anche a chi ha recensito, a chi
ha letto qualcosa dietro a certe stomachevoli parole e a chi invece ha
preferito abbandonarsi alla mera lettera. Grazie, infine, a chi ha
provato qualcosa di sincero ed autentico leggendomi.
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