Note
Ciao a tutti!
La storia seguente partecipa al concorso “Tenderly – destroy me” indetto da aware_, blu petrolio sul Forum di EFP con
il pacchetto “inner darkness” che prevedeva l’utilizzo della
coppia Lucius/Sirius e della canzone “Violence” del gruppo Tender.
Colgo l’occasione per ringraziarla nuovamente per aver indetto questo
concorso in cui mi sono cimentata per la prima volta con una relazione
slash. Proprio perché si tratta di un qualcosa che si discosta da ciò che scrivo di solito, mi
piacerebbe avere il vostro parere a riguardo.
Note alla lettura:
- Uso della canzone: l'intera storia ruota intorno all'idea di sesso
e violenza, soprattutto violenza, vista da Sirius come l'unico modo per
sfuggire alla realtà. In particolare alcune strofe hanno proprio ispirato
lo svolgimento di alcuni capitoli, ricalcati su di esse, e per questo le ho
riportate all'inizio dei rispettivi capitoli.
- Lucius/Sirius: ho cercato, come da bando, di non cadere nell'OOC.
In particolare, non mi sembrava credibile che due personaggi così
incompatibili all'improvviso scoprissero di provare un amore travolgente
l'uno per l'altro, così ho ritenuto necessario creare un contesto
all'intera storia e quello della prigionia e della guerra calzava a
pennello.
Lucius è un vigliacco che farebbe di tutto per salvarsi ma che allo stesso
tempo è legato alla propria famiglia e ho ritenuto credibile che nelle
condizioni create dal contesto, vuoi per paura vuoi per inedia, alla fine
cedesse a Sirius.
Sirius Black è coraggioso, spavaldo, ma non è mai stato uno stinco di
santo: insomma, ho creduto che fosse quasi divertente per lui lanciarsi in
questa avventura, per sentirsi finalmente utile e che non fosse così
lontano dalla sua natura l'imprigionare un Mangiamorte senza troppe remore;
ma Sirius è anche un personaggio "rotto", che ad Azkaban ha sofferto molto
ed è difficile immagine che quella esperienza lo abbia lasciato indenne.
Sappiamo poco sulla vita dei prigionieri nella fortezza, a parte il fatto
che sono tartassati di continuo dai Dissennatori, e ho ipotizzato che
talvolta si abbandonassero al piacere per sfogarsi, per non pensare
(esponendosi quindi meno all'azione dei carcerieri)... in questi piaceri,
visto i tipi rinchiusi, ho nuovamente ipotizzato che fosse inclusa anche la
violenza.
Bene, adesso niente più chiacchiere buona lettura!
Al prossimo aggiornamento,
Mel
Capitolo 1
Sirius P.O.V.
All I need is someone to save
Want to be remembered
Want you to know my face
Malfoy Manor.
Casa mia per il tempo che riterrò necessario. Mi guardo allo specchio e il
riflesso che mi fissa non è il mio. Vedo lunghi capelli biondi, una
corporatura più snella, più magra e più bassa, un pallore deciso e infine
due occhi grigi così simili ai miei, eppure così diversi.
È strano realizzare che pur non essendo più nei miei panni è la prima volta
dopo tanto, troppo tempo che mi sento me stesso: non più segregato al
numero 12 di Grimmauld Place, non più con nullafacente, ma spia in casa
Malfoy… con le sembianze di Lucius.
Sfilo nella cupa ed elegante camera con i miei nuovi vestiti per acquistare
sicurezza nella parte, ripetendomi di dover migliorare il portamento: tutti
quegli anni ad Azkaban non gli hanno giovato.
“Più impettito e più sprezzante, Sirius.” ecco cosa mi ripeto.
Tento un sorriso mellifluo, cercando di imitarne il legittimo proprietario.
La mia versione è piuttosto convincente, ma forse troppo canzonatoria. E
non è per Lucius, no. È per l’Ordine.
“Te l’ho fatta, Silente!”
Il pensiero solo mi sfiora e una risata con voce non mia echeggia nella
stanza vuota. Voleva tenermi ad ammuffire in quella casa e invece eccomi
qui, cane da caccia nel covo dei lupi.
Ho promesso di salvare Harry, di redimermi per non aver fatto in tempo a
salvare James e Lily.
“Che ti piaccia o no, Albus, io aiuterò a sconfiggere Voldemort!”
In realtà ammetto che l’idea di tendere un agguato a Malfoy per prenderne
il posto con la Pozione Polisucco non è tutta farina del mio sacco e se non
fosse stato per quel pazzo di Crouch Jr non l’avrei concepita. A volte
anche i Mangiamorte sono utili.
Sono soddisfatto del risultato e mi lego i capelli pronto per passare alla
parte più attiva del piano: recitare e, soprattutto, portare la cena a
Malfoy.
Chiamo un elfo domestico cercando di essere il più sgarbato possibile e
l’atteggiamento è naturale perché mi basta immaginare di avere davanti
quell’orrido Kreacher; gli ordino perentorio di preparare cibo e acqua in
abbondanza, tutti i giorni alla stessa ora, e gli intimo di non farne
parola con nessuno, pena un castigo lungo e doloroso. Evidentemente Lucius
Malfoy è il tipo di uomo che manterrebbe una promessa del genere perché
l’elfo si inchina più volte con deferenza, intimorito, e si ripresenta poco
dopo con due portate succulente sparendo poi con un “pop” senza aggiungere
nulla.
Io, al contrario, mi dirigo furtivo verso i sotterranei del Manor: mi
accoglie un lungo corridoio in mattoni a vista con stanze adiacenti che in
origine dovevano fungere da prigione.
Alcune porte invece celano strategiche vie di fuga in caso di pericolo.
Tipica mentalità da Malfoy quella di prepararsi un modo per fuggire.
Finalmente raggiungo una porta di legno non ancora marcio e la apro.
Dall’altra parte della bacchetta, il prigioniero.
A malapena solleva il capo per guardarmi: è limitato nei movimenti perché
due catene massicce gli bloccano le mani sopra la testa.
La cella è fredda e spoglia, l’umidità è l’unica decorazione. È un luogo
squallido, come lui.
Appoggio il vassoio al suo fianco e sigillo la porta prima di liberarlo,
continuando a minacciarlo con la mia bacchetta.
- Mangia. – gli ordino.
Lui non degna il pasto nemmeno di un’occhiata e si concentra su di me
scrutandomi con odio e sdegno.
- Non accetto il tuo cibo, Black.
- Non è il mio cibo, Malfoy, è quello delle tue cucine. – lo correggo. – E
permettimi, da ex detenuto, di darti un consiglio: mangia se ti è concesso,
perché non so quando e se avrò voglia di venire a
nutrirti di nuovo. -.
Lui non cede. Forse è più stupido ma meno smidollato di quanto pensassi.
Resta immobile nel suo dignitoso contegno.
- Esattamente che cosa speri di ottenere, Black? – si informa. – Si
accorgeranno subito che non sono io. -.
Sorrido. Povero, illuso Malfoy.
- Sono io che faccio le domande. – chiarisco. – Quindi rispondi: sei forse
curioso di sapere che cosa farebbe il tuo signore nello scoprire che uno
dei suoi più fedeli Mangiamorte si è fatto sconfiggere e imprigionare a
casa sua da un usurpatore? No, non lo sei, vero? Allora ti conviene tifare
per me e aiutarmi in modo che ti lasci riprendere il tuo posto senza che
nessuno si accorga di nulla. -.
Il suo sguardo si fa ancora più temibile. Mi ucciderebbe se potesse, glielo
leggo in faccia. Poi digrigna i denti e non ribatte: sa che ho ragione ma
gli è rimasta ancora un briciolo di fedeltà a quel marchio che porta.
- Non ti renderò le cose semplici, Black.
- Che peccato. Ops, tempo scaduto per la cena.
Con un incantesimo lo rimetto in catene: Malfoy non è altro che un debole,
una banderuola, e non impiegherò molto a piegarlo.
Lui si agita come un’anguilla.
- Black! Devo andare in bagno!
- Prendilo come un allenamento per quando sarai ad Azkaban. – lo
sbeffeggio. – Quella prigione insegna tante cose, sai? Per esempio che se
lasci il cibo… arrivano i topi. Chissà se ti schiariranno le idee.
Buonanotte, Lucius.
- Cosa? – è inorridito. – Aspetta! ASPETTA, ho detto! Black! BLACK! -.
Mi richiama, ma lo ignoro e lo chiudo in un incubo. Urla pure quanto vuoi,
Malfoy: non ti sentirà nessuno. Cederai e io sarò ricordato come Sirius
Black l’eroe di guerra e non come Sirius Black l’infame traditore.
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La prima notte è proceduta bene.
Narcissa non si è accorta di nulla. Ieri sera mi ha accolto in camera
abbracciandomi e ha fatto per baciarmi ma le sono sfuggito ignorando la
morbidezza della sua pelle, così diversa da quella ruvida e sporca dei
prigionieri di Azkaban, e il profumo dei suoi capelli, così splendenti e
non unti come quelli dei prigionieri di Azkaban.
Da quanto non mi unisco a una donna?
Sono ormai più avvezzo a violenze, sangue mischiato ad acqua nelle docce,
grida di dolore in un luogo dove nessuno chiede nulla, nessuno usa premure.
Meno romantico di un bacio di un Dissennatore, ma l’unico modo per
scollegare la mente per pochi secondi, per non impazzire del tutto. Per
ricordarsi di essere ancora umani.
Ma non potevo cedere, non con mia cugina.
- Sono molto stanco. – ho mentito, cercando di sembrare convincente.
Mi sono steso accanto a lei e so che avrei dovuto fingere affetto, che
avrei dovuto ignorare la repulsione per la mia parente, ma non ci sono
riuscito. Così, con una punta di disgusto per lei e una valanga di
compiacimento per me, mi sono finalmente addormentato.
Al mio risveglio la osservo di nuovo: Narcissa è bellissima, ancora
dormiente, e sembra un angelo, ma non suscita in me alcuna reazione. Mi
ritrovo quasi a sorridere nel pensare che i miei gusti forse sono cambiati,
che adesso preferisco braccia forti, spalle larghe e spinte vigorose, in
me, fino a togliermi il fiato.
Oh, Lucius me lo toglierebbe davvero il fiato con tutta la rabbia che cova.
Forse spinto da quel pensiero o da pietà sollevo la pesante coperta verde e
lo raggiungo nella sua cella. Non si aspetta una mia visita così presto e
sobbalza. Scorgo vergogna nei suoi occhi grigi e ne capisco il motivo
appena sono investito dal tanfo di escrementi.
Il ratto intento a divorare la cena di Lucius scappa seguito da un paio di
scarafaggi.
Noto che lui ne ha pestati tre: probabilmente volevano salirgli addosso.
Faccio evanescere il cibo e le carcasse degli insetti, poi lo libero e
faccio apparire vestiti puliti e caldi. Glieli porgo senza ostilità,
indicandogli con un movimento del viso la porta del piccolo bagno.
Lui gira la testa e rifiuta il mio aiuto.
- Non puoi stare in queste condizioni, Malfoy. – insisto.
Ma la sua voce è gelida quando finalmente mi parla.
- Queste condizioni sono come tu mi hai ridotto. Un comportamento
da vero Grifondoro. Lo vedo il tuo vero volto, Black: ti atteggi a
paladino, ma non sei diverso da noi.
Il mio me giovane probabilmente si sarebbe surriscaldato a sentire una tale
infamia, ma Azkaban insegna anche a crescere.
- Il mio vero volto, Malfoy, è quello di chi ti sta porgendo vestiti puliti
e che ieri ti ha offerto del cibo. Siamo in guerra e comprenderai che non
posso tollerare certi atteggiamenti da parte di un prigioniero e che questo
va ben oltre la puerile divisione in Case.
Lui di nuovo rifiuta. Sta resistendo più del previsto, lo ammetto.
- Malfoy, non dimostri niente a nessuno restando immerso nelle tue feci. –
faccio un ultimo tentativo.
- Ti scopriranno presto.
Sono parole al vento e non ho nemmeno voglia di ripetermi. Faccio per
uscire, ma la sua voce mi richiama, per un’altra domanda.
- Che cosa farai, Black, oggi alle tre quando Voldemort ti porterà due
prigionieri da torturare?
Mi fermo. D’improvviso il pericolo diventa reale.
Sono turbato, ma raccolgo tutta la mia infinita sfacciataggine e gli
rispondo prendendomi un’ultima soddisfazione su di lui.
- Ti ho già detto che le domande le faccio io, Malfoy: tu le coccole a tua
moglie, dopo il sesso, le fai?
Serro la porta alle mie spalle e i suoi insulti mi seguono fino alla fine
del corridoio.
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