Tutto questo scritto è
nato dalla mia fantasia a parte riferimenti a ciò che
realmente accaduto, i personaggi non mi appartengono, non ci lucro
sopra e soprattutto non ho la presunzione di sapere cosa realmente
c'era nella loro testa. Questa è solo un interpretazione
personale.
Salve a tutti questa è la mia prima storia( se
così si può chiamare, diciamo che è
più una lettera) qui e probabilmente anche l'ultima
però ci tenevo troppo. Dopo che ho visto il film su Wilde (
si io arrivo sempre presto sulle cose lo so sigh ) mi sono
fiondata a leggere il De Profundis e..e non potevo non scrivere nulla!
Cioè mi sono chiesta possibile che il caro Bosie una volta
diventato adulto per lo meno non si sia reso conto della
responsabilità che ha avuto in tutta la storia. Possibile? I
sensi di colpa dove sono? Non posso credere che qualcuno mandi
praticamente in rovina un uomo e se ne vada in giro fischiettando come
se nulla fosse. Mi sono rifiutata di credere a questo, non si sanno
molte cose su Bosie perciò ho immaginato che il ragazzo
nella sua crescita si sia reso conto del suo comportamento
perchè anche se è vero che Wilde poteva scegliere
se denunciare il padre di Bosie, poteva cacciarlo definitivamente dalla
sua vita però resta comunque un comportamento anche e
soprattutto prima del carcere sbagliato da parte del giovane. Diciamo
che si è approfittato della situazione e Wilde lo ha
lasciato fare anche se la questione andrebbe snocciolata e non lo
faccio qui altrimenti le note diventerebbero più lunghe
della storia e non è il caso. Comunque ho voluto dare
umanità a Bosie perchè se penso che abbia fatto
tutto per i divertimenti fregandosene altamente di aver ferito una
persona, soprattutto facendo tutto consapevolmente il mio cuore va a
brandelli, quindi qui di seguito Bosie adulto spiegherà
perchè ha fatto quel che ha fatto. Spero vi piaccia e se vi
va fatemi sapere cosa ne pensate. Oddio quanto ho scritto in queste
note O.O non lapidatemi. Un saluto.
A
Oscar Wilde...
Questa
è una lettera di redenzione per liberare la mia anima dai
peccati che ho commesso, sporca com'è di sangue e sudore
soprattutto il tuo, amico mio. Mentirei se ti dicessi che la lettera
che tu scrivesti per me durante gli anni di detenzione non ebbe alcun
effetto sulla mia persona ma ai tempi ero troppo giovane e immaturo per
capirla, per comprendere il male che ti avevo fatto, fu una pugnalata
al cuore e la voglia di stracciarla e gettarla nel fuoco fu tanta.
Quando la lessi per la prima volta nella solitudine della mia stanza
sentii la rabbia salire in me così come l'odio nei tuoi
confronti, scesi di corsa le scale precipitandomi davanti al camino
dove il fuoco ardeva impavido con l'intenzione di gettarcela dentro,
volevo vederla ardere, ridurre in cenere insieme alle parole che vi
erano scritte ma qualcosa mi impedì di farlo.
Una volta davanti
al camino mi bloccai, caddì in ginocchio con la tua lettera
stretta tra le braccia e scoppiai in un pianto disperato, piansi tutte
le lacrime che fino a quel giorno non erano riuscite a lasciare i miei
occhi, se mi avesse visto mio padre in quelle condizioni mi avrebbe
dato del debole, della femminuccia deridendo la fragilità
che in
me risiedeva latente, ma tu no amico mio, non mi avresti deriso il tuo
cuore era troppo buono per un' azione simile, sono sicuro che fra le tue
braccia avrei trovato rifugio accogliente, mi avresti consolato
carezzandomi i capelli donandomi tutto l'affetto di cui avevo bisogno
ma che non ero in grado di restituire. Probabilmente io dopo essermi
ripreso dal pianto avrei riso di te, sbeffeggiando la tua indole
così sensibile e sentimentalista, prendendomi gioco
dell'amore
che non meritavo ma che tu imperterrito continuavi a donarmi.
Ma tu
quel giorno non vi eri ed io mi arrabbiai per questo, distrussi tutto
ciò che in casa mi capitava a tiro, bevvì litri e
litri
di alcol, posai la tua lettera in un cassetto chiuso a chiave poi
caddì svenuto sul letto. Di quel giorno non ricordo
più
nulla a parte le botte che presi da mio padre per aver lasciato la casa
in quelle condizioni poi il buio totale.
Ora sono qui, io che scrivo a
te non da una fredda prigione ma dal salotto dove abito, solo come
è giusto che finiscano quelli come me, triste
perchè
finalmente la consapevolezza di ciò che ho fatto mi ha
raggiunto, sono anni ormai che rileggo la tua lettera lo stesso giorno
alla medesima ora e solo adesso ho compreso ciò che tu
desideravi io comprendessi, saresti fiero di me ne sono sicuro,
perchè tu hai sempre voluto il meglio per le persone che
amavi.
Vorrei poterti guardare negli occhi ancora una volta in modo che tu
possa leggere nei miei il senso di colpa che mi attanaglia ( come
è giusto che sia d'altronde ), il pentimento quello che tu
tanto
bramavi di avere da parte mia, sono stato la tua rovina e tu ora sarai
la mia, la giusta fine per un vigliacco.
Sono consapevole del fatto che
non leggerai mai questa lettera ma che se te l'avessi spedita quando
eri ancora vivo al posto di tutte le altre contenteneti parole orribili
di cui tutt'ora mi vergogno saresti stato felice, avresti gioito del
mio
cambiamento, del mio essere diventato una persona migliore.
L'immaginazione quella che tu dicevi mancarmi ora ti assicuro
è
fervida in me, passo ore e ore ad immaginare come sarebbe stata una
vita al tuo fianco non come sanguisuga ma come compagno fedele e
rispettoso, immagino come sarebbe stato chiederti scusa quando ancora
avevo la possibilità di farlo, fantastico su quali sarebbero
potute essere le parole che mi avresti rivolto e tutte le volte il
finale è diverso ma sempre bello.
Quello che hai fatto o facevi
con altri uomini non è un reato, la tua non era depravazione
con
la fede non avresti cambiato la tua indole, non saresti stato diverso
menchè meno ti avrebbe guarito da qualcosa che sono certo
non
essere una malattia, amare non è mai sbagliato me lo hai
insegnato tu stesso. Colpevoli della tua incarcerazione siamo io e mio
padre ma anche l'ignoranza di una società che con la sua
pochezza
di come piace chiamarla a te immaginzione ha dato vita ad una legge che
invece di dar contro ai criminali si scontra e umilia quello che di
più bello esiste al mondo: l'amore. Penserai che io sia il
meno
indicato a parlare di tale sentimento, io che ho seminato odio ovunque
andassi persino nel tuo cuore ed invece di crescere frutti marci sono
nati meravigliosi fiori profumati, questo solo perchè il
terreno
su cui ho piantato era puro.
Se adesso mi riempo la bocca di questa
parola è solo perchè la mia mente ora
è propio
come tu volevi che fosse, tante volte hai cercato di insegnami i giusti
valori ma io ero troppo ribelle, non volevo capire ne vedere ero povero
dentro. Un ragazzino che ha conosciuto l'amore soltanto quando ti ha
incontrato ma non sapevo cosa fosse quel sentimento che mi ribolliva
nel
sangue, non avendolo mai ricevuto io l'ho tradotto nell'unica cosa che
conoscevo cioè l'odio.
Sono stato umiliato da mio padre,
trattato male e non capivo perchè tu mi riservavi quei
trattamenti sempre carichi d'affetto, quei gesti delicati, quelle
parole amorevoli che un genitore di solito spende per un figlio. Per
questo ti odiavo e mi comportavo male con te, è questo il
motivo
delle parole orribili che ti rivolgevo, ogni volta che ti vedevo o che
eri al mio fianco il mio cuore scoppiava di quella che ora so
essere
gioia allora reagivo ma con le uniche azioni che il mio cervello
conosceva e i risultati erano disastrosi.
Credevo che tutto ciò
che facevi per me mi fosse dovuto questo è ciò
che mi era
stato insegnato ma ora so che avrei dovuto stendere un tappeto
di
petali di rose ad ogni tuo cammino, che avrei dovuto baciarti le labbra
con dolcezza, prenderti le mani morbide come velluto e posarle sul mio
petto in modo che sentissi tu stesso la felicità del mio
cuore
quando si trovava in tua presenza. Ho sprecato tutte le
possibilità con te ora tu non ci sei più e sento
la tua
mancanza ogni giorno, straziante è il dolore che mi pervade
quando ti penso, perdonami Oscar per quello che ti ho fatto, per non
averti saputo amare come meritavi, vorrei abbracciarti, stringerti
forte dirti che andrà tutto bene come avrei dovuto fare
quando
tu eri in prigione.
Una volta dissi a mio padre che doveva esserci lui
in prigione non tu mi sentivo talmente colpevole che non sapevo cosa
fare per espiare i miei peccati, ho avuto delle idee sciocche ma per
fortuna i tuoi amici mi hanno fermato, avrei solo contribuito a
infangarti più di quanto avessi già fatto.
Le mie notti
dopo l'accaduto erano costantemente agitate solo una fu calma, l'unica
in cui ti sognai e il sogno fu così bello che il mattino
dopo mi
svegliai con il sorriso, sognai che ti aspettavo fuori dal carcere il
giorno della tua scarcerazione era una mattina di sole e i colori
riempivano l'aria, ti corsi in contro abbracciandoti subito dopo
salimmo in carrozza diretti chissà dove, tu con la testa
apoggiata alla mia spalla ed io che ti sussurravo dolci parole
all'orecchio, ti vidi sorridere ed era per merito mio, avevo fatto
qualcosa di buono per te, peccato che era solo un sogno.
Mi piange il
cuore a sapere che tu hai passato i due anni più tristi
della
tua vita credendo che di te non m'importava ma per me il non scriverti
e non venirti a trovare erano un atto d'amore, l'unica cosa sensata e
giusta che avrei potuto fare per te. Avevo paura di ferirti nuovamente,
paura di quello che avrei potuto scrivere o dire, sai bene che delle
sbarre non mi avrebbero fermato nel dire cattiverie, sai bene che se mi
avessi consegnato nuovamente il tuo cuore avrei potuto distruggerlo con
una stretta di mano. La mia non è una giustificazione io
avevo
il dovere morale perlomeno di farti avere mie notizie, di scusarmi e di
esserti vicino ma ero troppo confuso e sciocco per capire il modo
giusto di fare le cose.
Ora se ti avessi davanti mi inginocchierei
chiedendo il tuo perdono cosa che quando ero ragazzo non avrei mai
fatto ma se qualcuno a quei tempi mi avesse spinto ai tuoi piedi
obbligandomi a chiederti scusa, sarebbe stata senz'altro una buona
cosa. Però su questo ultimo punto ho anche da dire che le
scuse
sono valide solo se sincere e in quei giorni non sarebbero state altro
che menzogne perchè non mi sentivo in colpa per quello che
ti
avevo fatto, non ne capivo la gravità ma queste che ti sto
scrivendo ora che il fiore dei miei anni è appassito e le
rughe
solcano il mio volto, credimi amico mio sono parole sincere, non
c'è niente di più vero in tutto ciò
che ti sto
scrivendo.
Ho ballato sul tuo corpo sia da morto che da vivo, non ho
avuto rispetto del tuo essere, ti ho umiliato come uomo, come persona e
come individuo, il tuo essere è stato da me completamente
risucchiato come se fossi un vampiro e tu invece che portarmi rancore
sino alla fine dei tuoi giorni come avresti avuto ragione di fare, hai
trasformato la tua rabbia in benevolenza, il tuo odio in amore e il
rancore in affetto.
Il carcere ti ha reso una persona migliore di
quella che già eri e quando ci siamo rivisti quel giorno
invece
di tirarmi un bel pugno sul naso tu mi hai abbracciato, come due vecchi
amici che si rincontrano dopo una vacanza, ed io ero convinto di
meritarmi quell'abbraccio, non ero degno di te e anche questa ne
è la prova.
In quell'abbraccio mi sono sentito a casa, al sicuro
dal mondo orribile che mi circondava ero spaventato ( lo sono sempre
stato ) ma non lo avrei mai ammesso nemmeno a te che sapevo non mi
avresti tradito, sarei annegato volentieri quel giorno, nel tuo profumo
e sarebbe stata la morte più bella che possa immaginare, ma
non
la meritavo come non meritavo te. Mentre io sono stato giudice, giuria,
carnefice e forse anche carceriere nella tua vita tu per me sei stato
la salvezza rischiarando la mia anima che era stata inghiottita dalle
fauci nere dell'egoismo purtroppo però essa, già
stata
maledetta da quando sono nato ci ha messo un pò, troppo
tempo a
ripulirsi ed ora è tardi, lo ripeterò sino allo
sfinimento perchè questa è la punizione che mi
è
stata data per gli errori che ho commesso.
Adesso grazie a te so
cosa vuol dire piangere, esprimere i propri sentimenti, so che
non è cosa da deboli anzi non vi è persona
più
forte e audace di colei che sa mostrarsi sensibile difronte alle
disgrazie o alle gioie altrui, mi sono lasciato consumare dalla
vendetta anzichè farmi ricostruire, risanare dal tuo amore,
dal
tuo affetto incondizionato, dovevo lasciare che la tua freschezza mi
travolgesse, sarei diventato un bravo ragazzo se ti avessi ascoltato.
Invece che odiare mio padre mi sarei dovuto concentrare su di te,
ricambiando ciò che tu mi offrivi, sarei dovuto essere un
ispirazione per te mentre scrivevi invece che impedirti di farlo, se
invece di accusarti di non dedicarmi abbastanza tempo ti avessi messo
le mani sulle spalle baciadonti la testa sono sicuro che non avresti
smesso di scrivere, non saresti stato così frustrato in mia
presenza da farti mancare l'ispirazione, sarei potuto essere per te la
tua musa invece sono stato la tua rovina.
I tuoi scritti erano poesia
così come lo eri tu, il modo in cui colloquiavi usando
termini
sentiti e frasi melodiose erano fonte di piacere per le mie orecchie ma
naturalmente non avrei mai commesso l'errore di dirtelo, anzi ti
prendevo in giro davanti ai miei amici per il modo in cui parlavi, ti
facevo soffrire consapevolmente, ma come già detto (non in
mia
difesa ) io non conoscevo il nome di ciò che provavo e
trasformavo il positivo in negativo. Quando mi guardavi con quei tuoi
occhi tristi dopo che ti avevo fatto del male sentivo che avrei dovuto
fare qualcosa per rimediare e ora so cosa era; posarci sopra le
mie labbra, asciugandoli dalle lacrime che io stesso avevo causato.
Sono malato
Oscar, malato di qualcosa di incurabile che tormenta le mie
giornate e rende le mie notti fredde, il sudore bagna la mia pelle
avvizzita, la bellezza che da giovane rendeva la mia carne appetibile
è svanita ma al suo posto ho ottenuto qualcosa di meglio, un'
anima.
Il rimorso è la malattia che non mi da tregua ed anche se
mi sono pentito di ogni mia singola azione, anche se annego ogni giorno
nel dolore il rimorso non vuole abbandonarmi, questo perchè
avrei voluto poterti dire tutto di persona, come un uomo d'onore, come
un ragazzo sincero avrei chinato il capo al tuo cospetto e tu invece di
schiaffeggiarmi come era solito fare mio padre mi avresti fatto una
carezza, avresti preso il mio volto fra le mani e con un sorriso mi
avresti perdonato.
Quelle carezze che tu solevi farmi e a cui io non
sapevo come rispondere perchè non conoscevo la via di mezzo
nei
sentimenti, o era bianco o era nero, o non mi toccavi o se lo facevi
doveva essere un contatto di tutt'altro genere, non ero abituato alle
forme d'affetto delicate ma ora darei qualsiasi cosa pur di riceverne
anche solo una e poterla ricambiare. Vorrei mostrare al mondo e a te
soprattutto la parte di me che per anni ho tenuto nascosta, non sapendo
di averla, vorrei uscire per strada gridando il tuo nome, gridando che
è colpa mia, che sono io il bastardo che anni fa ha segnato
la
tua vita ma a cosa servirebbe? Da ragazzo sicuramente se mi fosse
venuta in mente un idea simile non avrei esitato a portarla a termine,
perchè non avevo freni inibitori, non capivo dove stesse il
confine da non superare, le mezze misure non facevano per me, tutto
quello che mi veniva in mente indirizzato alla tua persona erano
certamente cose non ponderate, illogiche e irrazionali.
Starnazzare per
strada il tuo nome non avrebbe certo contribuito a farti uscire di
prigione, a pulire la tua reputazione così come adesso non
servirebbe a riportarti indietro da me, anzi mi prenderebbero tutti
per un vecchio pazzo e forse finirei in prigione, magari nella tua
stessa cella, e potrei così respirare nuovamente il tuo
odore o
almeno ciò che ne è rimasto. Ho tutti i tuoi
scritti li
leggo sempre, solo quelli coprono la mia libreria, perchè
non
oso comprare altro che non riporti il tuo nome in copertina ed ogni
volta che lo leggo ne carezzo la superfice, lettera per lettera, il mio
cuore sussulta perdendo un battito, il tuo nome così
musicale e
melodioso, O s
c a r W i l d e,
lo sto ripetendo anche ora ed un sorriso amaro mi increspa le
labbra.
Mi piace pensare a noi come due facce di una stessa
medaglia, gli opposti che per quanto ci provino non possono far altro
che rimanere indivisibili, dipendenti l'uno dall'altro, io con le mie
scenate cercavo di farmi odiare da te, speravo tu mi allontanassi
definitivamente, tu esausto delle mie continue aggressioni verbali mi
cacciavi ma inevitabilmente io tornavo perchè senza la tua
presenza la mia vita era buia e vuota, e tu mi riaccoglievi quasi a
braccia aperte come se mi stessi già aspettando.
Le persone
pensano di me e continueranno a pensare negli anni a venire
che io
ti abbia solo usato, che il mio interesse non era rivolto a te ma alle
tue richezze ed ai piaceri che da esse potevo godere, so bene che chi
leggerà la tua storia o meglio la nostra storia
penserà
di me che io mi sia comportato da ignobile usando a mio piacimento una
brava persona, nessuno canterà del mio amore per te ma del
mio
averti ridotto sull'astrico per puro interesse personale, l'immagine
che ho dato di me stesso è di un ragazzino legato ai soldi e
ai
piaceri della vita ma se qualcuno scavasse nel profondo vi noterebbe di
certo qualcos'altro.
Leggere nel profondo, scavare alla ricerca della
verità è cosa da pochi, le persone preferiscono
giudicare
e sentenziare senza dare possibilità di replica, l'apparenza
molte volte inganna ed io sono riuscito persino ad ingannare me stesso
ma, non te, non so cosa tu abbia visto nella mia persona da
affascinarti a tal punto da finire in carcere per me, da impedirti di
lasciarmi definitivamente senza cedere ogni volta alle mie scuppliche.
Forse sei riuscito a guardare dentro di me andando oltre al mio aspetto
fisico, perchè sono sicuro di credere che se fossi stato
solo
attratto fisicamente da me non avresti esitato a mandarmi a quel paese
definitivamente, di giovinotti belli il mondo ne è pieno,
quindi
tu hai saputo vedere quel qualcosa di cui accennavo prima. L'anima mia
così come la vedo ora è quel che tu cercavi di
portare a
galla, di far riemergere dall'abisso in cui era sprofondata e non ti
sei arreso, credevi in me e lo hai fatto fino alla fine dei tuoi
giorni.
Non
hai fallito del tutto con me Oscar te lo posso assicurare,
il tuo sacrificio non è stato vano ma, non nego che ora che
sono
adulto penso che avrei dovuto esserci io al posto tuo, forse il carcere
mi avrebbe raddrizzato oppure no, non mi è dato saperlo, ma
voglio che tu sappia che ti sono immensamente grato per ogni cosa che
hai fatto per me e con me, eri l'unica persona a cui piacevo realmente
che mi accettasse per quello che ero o che credevo d'essere, la tua
compagnia era quanto di più prezioso avessi al mondo e me ne
rendo totalmente conto solo ora, purtoppo. Indubbiamente ero un ragazzo
confuso e la confusione di allora si può ritrovare in queste
righe
perchè a volte sapevo ciò che stavo facendo,
sapevo di essermi
comportato male e doverti delle scuse, il senso di colpa di cui
accennavo sopra alle volte bussava decisamente alla mia porta ma io non
sapevo accoglierlo come si deve, mentre in alcuni casi non ci provava
nemmeno a riscuotermi. Ciò che intendo dire e spero di
riuscire ad
esplicarmi nel migliore dei modi è che rispetto alla tua
situazione mi
sentivo e contemporaneamente non mi sentivo colpevole, capisci ora la
mia mente quanto fosse contorta allora? Fatico anche in questo momento
a scrivere come realmente si sono svolti i fatti, più
correttamente
quali fossero i miei sentiminti rispetto ad essi, ho fatto un viaggio
introspettivo nel passato e nel presente per cercare di elaborare e
comprendere in maniera chiara ciò che avevo provato.
Mi
sono trovato in difficoltà lo devo ammettere e ci ho messo
parecchio
tempo prima di riuscire a buttare giù queste parole,
perchè desideravo
che fossero il più sincere possibili e con mia grande
sorpresa e gioia
ci sono riuscito, il tuo piccolo Bosie è cresciuto, si
è fatto uomo non
è più il giovanotto sconsiderato no, ora sono un
essere umano proprio
come lo eri tu, dotato di ciò che tutti dovrebbero avere e
pochi usano,
un cuore.
Per
quanto riguarda mio padre tu solevi dirmi che il mio odio per lui mi
accecava ed ora sono fiero di dirti che l'odio che nutrivo si
è
dissipato, l'ho perdonato non del tutto sono sincero ma quel terribile
sentimento è stato sostituito dalla compassione.
Certo averlo
compreso prima ora non sarei qui a scrivere a te che sei volato nel
cielo come la più bella delle stelle una lettera piena di
rammarico e
pentimento ma come si usa dire meglio tardi che mai.
Poche
parole userò nei suoi riguardi, lui non si è mai
pentito forse era
troppo tardi per la sua anima, semmai ne avesse una, ma forse tutti la
possediamo solo che per alcuni è difficile tirarla fuori,
c'è chi ha
bisogno di una mano che non arriva mai, per cui brancolano come corpi
vuoti nell'attesa che qualcuno si accorga di loro.
Forse
in un' altra vita avrà l'occasione di essere una persona
migliore,
sempre che ci venga data una seconda possibilità di questo
ovviamente
non posso esserne certo ma, di una cosa sono sicuro voi due non siete
nello stesso posto, siete troppo dissimili, tu sei la poesia
più bella
che io abbia mai letto anzi che il mondo abbia avuto in dono, lui
è la
prima parola scarabocchiata di un bambino che sta imparando a scrivere,
diversi nel corpo e nello spirito.
Ed
io beh, posso definirmi come il disegno astratto di un pittore pazzo,
visto macchia informe dagli occhi comuni ma immagine sensata per un
vero artista, tu hai saputo vedermi Oscar hai messo in ordine quelle
chiazze di colori scandagliate, hai trovato l'ordine nel disordine, il
senso nella follia, la bellezza nelle mutilazioni.
Sai
perchè non ti ho curato quando stavi male malgarado tu con
me lo avessi
fatto? Perchè avevo paura di perderti, so che può
sembrare sciocco e
insensato ma è così, io non riuscivo a guardarti
in quelle condizioni,
così debole che un soffio di vento poteva ucciderti, e se
fossi morto
nonostante le mie cure avrei dovuto convivere con i sensi di colpa,
guarda ironia della sorte i sensi di colpa hanno trovato modo di
raggiungermi nonostante tutto.
Da
giovane ho fatto una promessa a me stesso che non avrei mai confessato
a nessuno di aver ricevuto la tua lettera, l'ho nascosta per bene,
perchè non volevo che mi venissero fatte domande a tal
proposito,
volevo che mi lasciassero in pace con il mio dolore, volevo sentirlo
salirmi lungo le vene e tenerlo tutto per me, l'ultimo atto egoistico
forse, ed ora non so cosa ne farò di questa che sto
scrivendo.
Se
da un lato mi piacerebbe incenerirla e gettare ciò che ne
rimane al
vento nel nostro posto segreto con la speranza che in qualche assurdo
modo possa raggiungerti, dall'altro desidererei che dopo la mia morte
venisse trovata così che le persone sappiano anche la mia
verità e magari
non mi considereranno più solo un mostro.
Vorrei
che le persone imparassero una lezione da questa storia ognuno ci
vedrà
quello che vuole o meglio quello che è di questo sono
sicuro; date
l'opportunità agli altri di cambiare senza però
lasciarvi soggiogare,
amate perchè l'amore è la chiave per imparare a
rispettare ciò che
ritenete diverso e se dovete farvi perdonare un torto fatelo subito,
non aspettate che sia troppo tardi come ho fatto io, abbracciate chi
avete ferito e le crepe si riempiranno d'oro.
Con
queste parole concludo la mia lettera a quella persona fantastica che
era Oscar Wilde, il mentore e l'amante più giusto che ho
avuto la
fortuna di incontrare, sacrificatosi in nome di un amore che da molti
era ed è tutt'oggi ritenuto sbagliato. La sua firma, il suo
nome e le
sue opere non moriranno mai, lui non morirà mai
verrà sempre ricordato
con affetto anche da chi non ha mai avuto il piacere di conoscerlo di
persona. La sua sventura negli anni avvenire verrà piansa
non derisa,
son certo di questo perchè lui ha donato amore e gli
verrà restituito
in ogni modo l'universo crederà opportuno.
Qui
di seguito la prima poesia che scrissi per te ma non ebbi mai il
coraggio di dartela, la feci sparire ma la ricordo ancora anche
perchè
credo che se tu l'avessi letta avresti capito in quali condizioni mi
trovassi, i miei bizzari comportamenti forse ti sarebbero sembrati
più
chiari o forse no. Con questo scritto ti chiedevo l'aiuto che a voce
non ti avrei mai chiesto ma poi mi tirai indietro anche con questo, fui
un codardo.
Spero
solo che se in un quelche modo queste parole ti dovessero arrivare tu
possa perdonarmi ti ho amato ma non lo sapevo, ciò che
rimane del mio
cuore appartiene a te. Per sempre tuo Bosie.
Spirito
libero sei mentre le tue labbra si posano sulle mie
In
un tocco dolce e delicato, salato per la alcrima che scende dal mio
viso.
Tu
nemmeno te ne accorgi perso come sei nel calore del mio corpo, sfiori
la mia pelle
Come
se fosse seta pregiata ti adagi senza graffiarla, sono una reliquia
nelle tue mani.
Occhi
mi scrutano ed io mi sento nudo anche se vestito, amore ed odio si
intrecciano in questa danza tumultuosa,
il
vincitore si prenderà ciò che rimane di me.
Tendimi
la mano e salvami prima che sia troppo tardi, prima che rovini l'unica
cosa bella che la vita mi ha dato.
Sono
fra le onde del mare che annaspo per rimanere a galla, da un lato uno
scoglio poco sicuro dall'altro la spiaggia.
Non
lasciare che affoghi o che mi aggrappi a quel pezzo di roccia
avvolgimi
tra quei pezzetti di conchiglie sbriciolati e non lasciarmi andare.
Tienimi
con te e non lasciare che uccida ciò che di buono hai
salvami
mio Oscar Wilde.
Bosie
Douglas
Note:
Io non so scrivere poesie e non so se questa possa essere chiamata
tale, so solo che ci ho provato a scriverla come si deve quindi spero
che vada bene. Se ci sono correzioni da fare fatemi sapere e mi
informerò meglio sulle poesie così da saperla
scrivere meglio ove ci dovesse essere una prossima volta. Grazie a chi
legge, recensisce e a tutti insomma. Baci.
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