Piccola nota dell'autrice, le parantesi sono i pensieri della protagonista. Spero che non vi arrabbiate se ho cambiato i caratteri a qualche personaggio.
Ero in soffitta a cercare delle decorazioni di Natale,
quando mi imbattei in una vecchia scatola. Sopra
c’era scritto: ricordi di Ginevra. L’aprì e
dentro trovai dei miei CD, di quando ero un'idol in
Giappone, dei miei poster, i poster degli Starish, una
bellissima foto io con gli Starish al mio ultimo
concerto ed una bellissima foto di me con gli Starish. Da allora erano già passati più di 20 anni. Li
ricordavo come fossero di oggi. Fu una delle
più belle esperienze della mia vita. Guardai la foto e
riconobbi mio cugino Tokiya insieme a Ittoki, il mio
amico Syo, con cui continuavo tutt’ora dopo tutti questi
anni, tra il gruppo lui era il basso, il più simpatico, il suo carisma mi aveva catturato fin da subito, ci piaceva sfidarci a braccio di ferro ma perdeva sempre poi amavamo molto gli sport di lotta. io e Ren eravamo
cane e gatto quando ci conoscemmo. Non ci
potevamo sopportare: lui snob, figlio di papà,
egocentrico e stronzo all’ennesima potenza, tutto
perché non ero rimasta affascinata da lui all'inizio, poi
perché gli rispondevo sempre per le rime; dopo un bel
po' abbiamo iniziato a piacerci. Poi c’era il tipo dalla
doppia personalità: quando non portava gli occhiali (che
cosa bizzarra), diventava terrificante; al contrario di
quando li aveva, era dolce e gentile di cui non ricordo il nome.
C'era Cecil il principe dagli occhi verdi, la voglia di cantare era forte più di diventare Re;
poi il tipo riservato, gemello di Tokiya, solo nel aspetto il loro carattere era molto riservato, erede di una delle famiglie più prestigiose del Giappone, ed
infine Haruka la nostra compositrice, con cui avevo
instaurato un buon rapporto. Ora lei è felicemente
sposata con mio cugino. Il loro amore ha superato tante avversità. Come il mio: per via della lontananza, vari tradimenti sia miei che suoi, le nostre carriere, dopo aver superato queste avversità ora siamo felicemente sposati.
Contunuando a cercare trovai una
foto del mio compleanno a casa dello zio Jigen, fratello maggiore di mio padre una persona molto tranquilla e riservata,
insieme a Tomoyo, abbracciata a Toya, il suo ex
fidanzato, poi mio cugino e per finire lui Levi. Solo a
vedere il suo sguardo mi sentivo ancora vibrare nel
basso ventre. Io amo tanto mio marito e non dovrei fare questi pensieri.
A Tokyo era sopranominato “Mister Ice” Levi, grande amico di Tokiya e Toya. Si
conoscevano da anni, anche se lui era più grande di
loro. Era il terrore del quartiere quando era ragazzo, soltanto a sentirne il nome, la gente scappava. Mio
cugino era una persona tranquilla non amava le risse,
però se c'è bisogno prendeva a pugni le persone. La
testa calda era Toya: qualsiasi motivo era buono per
attaccare briga. In una rissa si sono conosciuti Tokiya, Levi e Toya; poco dopo sono diventati grandi amici. A Tokyo erano conosciuti con il sopranome di
“GLI AMICI DI ADE”, (il loro
soprannome la dice lunga). Dopo aver conosciuto Tomoyo, Toya aveva messo la testa
a posto. Anche Tokiya l’aveva messa da quando
aveva iniziato a cantare.
Mentre guardavo le foto, trovai quella con Makoto,
Haruka, Rin, Rei e Sousuke al loro primo anno di
superiori. Erano arrivati secondi alla staffetta, si erano
divertiti molto quel giorno, che la sera eravamo andati
a festeggiare al McDonald. A quei tempi ero fidanzata
con Sousuke da un mese. Quella sera era venuto
anche il mio grande amico Mark e anche mio fratello Ruben. Non andavano d’accordo con Sousuke, Mark
perché da quando ero impegnata con lui, non
stavamo più tanto insieme. Ruben era geloso, perché
gli avevano rubato la sorella (che tragico che era).
Mentre sfogliavo le foto ne trovai una bellissima di me e
con Mark all'inizio delle medie, eravamo molto tesi ma
allo stesso tempo felici perché stavamo nella stessa
classe a combinare guai. Tre anni dopo da quella foto si
sarebbe spento per un cancro ai polmoni.
Ora che vi ho raccontato qualcosa della mia vita, vi
racconto dalla seconda media mia fino ad ora. |