Sweet Escape

di _Akimi
(/viewuser.php?uid=648843)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Sweet Escape
 
{Mormori dolcemente
che dovremmo andare avanti
e abbandonare una cosa qui.}
Kalafina – Hanataba

I loro corpi nudi si stringono l'uno con l'altro, le coperte a proteggerli e un lieve tepore a svegliare il più grande che – pigramente – schiude gli occhi davanti alle prime luci mattutine.
È arrivato il Giorno – pensa osservando il volto addormentato di Tobio; le sue palpebre tremano appena nel sonno e Oikawa si chiede se sia giusto, per il suo stesso egoismo, abbandonare tutto quello che Kageyama ha costruito qui.
Una vita vagabonda, è ciò che hanno sempre vissuto, ma la compagnia che li ha accolti ha insegnato loro qualcosa che Tōru non dimenticherà mai.
Ha trovato una famiglia, complicata e inusuale, che li ha cresciuti e fatti diventare adulti.

Ed è esattamente nei tendoni colorati del circo che Tōru lo ha incontrato per la prima volta, con la punta del naso all'insù ad osservare il suo elegante volteggiare.
Il Corvo – così lo chiamano, anche se dietro alla sua cupa apparenza si nasconde un ragazzo qualsiasi, alle volte taciturno e riservato, un aspetto che ammalia il mangiafuoco Oikawa ancora adesso, nonostante abbia imparato a conoscerlo piuttosto bene.
Non è cambiato da allora, è solo un poco più grande, e da bambino prodigio è divenuto la sorpresa della compagnia, un talento così sprecato - questo è almeno, quello che Tōru vede ad ogni sua esibizione.

Perché non essere più soli non significa aver trovato una casa, un posto di cui fidarsi e dove poter tornare; Tobio non capisce, non vede nulla oltre le funi che percorre, i volteggi che esegue e il battito di mani del pubblico abituale.
Oikawa sogna in grande per lui, per entrambi; parlavano di Europa - Monte Carlo, la famiglia Orfei -, un mondo lontano dalla piccola tenda che li ha ormai resi prigionieri.
Esatto, sono tenuti in trappola dalle stesse persone che chiamavano famiglia, delle figure ora così distanti che hanno fatto dell’arte circense un guadagno, non una passione.

E Oikawa vuole andare via, non sa ancora come e quale sia la destinazione, ma vuole portare con sé Kageyama perché, nonostante le bugie e le delusioni, Tobio è l’unica persona di cui si può fidare ciecamente.
Solo loro due contro il mondo, oltre i costumi di quella società che non hanno mai seguito, che impone, invece di convincere.
È arrivato il Giorno di abbandonare tutto, e osservandolo risvegliarsi al suo fianco, Oikawa è ancora più convinto di aver preso la decisione giusta.
«Dobbiamo fare in fretta, Tobio-chan.»
Sfila la coperta, balza sui cuscini e si agita come un folle; è il segno di una libertà, la loro libertà, finalmente! - e il piccolo sorriso pigro che appare sul viso di Tobio lo emoziona ancor di più.
«Dove andremo, Oikawa-san?»
«Ovunque, in qualsiasi posto desideriamo.»
Ed è così che il mangiafuoco promette al corvo che la vista fuori dal suo abituale nido sarà, certamente, lo spettacolo più bello alla quale entrambi abbiano mai assistito.




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3760507