Una mattina una ragazzina castana di undici o dodici anni a giudicare
dall'aspetto, si incamminava verso la scuola, seguita a ruota da un
bambino sui sei anni dai capelli rossi forse un po’ lunghetti
per un maschietto, gli arrivavano fino alla base del collo.
La ragazzina si fermò e si girò.
-Ma che stai facendo, Harold?! Smettila di seguirmi come un
anatroccolo, devi andare nella tua scuola! - si lamentò lei.
La scuola del bambino era un isolato indietro, in teoria lei avrebbe
dovuto lasciarlo là, in pratica il bambino aveva continuato
a seguirla senza che lei se ne accorgesse, sapeva essere
incredibilmente silenzioso quando voleva. Il bambino emise un brontolio.
-Non mi piace lì… per oggi non posso venire a
scuola con te? Mi lasciano sempre solo o mi prendono in giro, i miei
compagni sono davvero cattivi… - rispose il bambino cercando
di muovere a compassione la sorella.
-Non posso portarmi dietro un bambino di sei anni in un liceo e poi non
puoi stare sempre con me, ho quindici anni, non abbiamo niente in
comune! Dovresti imparare a stare con quelli della tua età.
- spiegò leggermente spazientita.
-Ah ah... Tranquilla mia piccola Celia… Per quanti anni
dimostri, tu e la tua sorellina potreste essere gemelle! - disse una
ragazza decisamente più alta e formosa dai morbidi ricci
corvini mentre si avvicinava ai due.
-Guarda che sembrare più giovani è una bella
cosa! Dici così solo perché sei gelosa! E poi non
sai nemmeno distinguere i maschi dalla femmine, sceema, sceema.- disse
Harold facendo una linguaccia mentre si nascondeva dietro la sorella.
La ragazza rise e prese il bambino in braccio.
-Hey! Restituiscimelo! - esclamò Celia agitata.
-Mi piacerebbe davvero tanto avere un fratellino o una sorellina
così piccola… gli metterei dei
vestitini da bambolina e gli acconcerei i capelli con qualche molletta.
Sono sicura che ci starebbe bene… - disse affettuosamente la
ragazza mentre il bambino era confuso e paralizzato.
-A-aiuto! - balbettò. Celia lo riprese e la
incenerì con gli occhi.
-Andiamo, scherzavo… - rispose dolcemente. -Non devi
arrabbiarti così. - sorrise e le accarezzò la
testa. Celia si ritrasse con una smorfia infastidita. -Lo sai che ti
adoro, averti in torno e come avere un’adorabile e graziosa
sorellina… magari un po’ suscettibile. - Celia
mise il broncio e si girò.
-Ci vediamo a scuola, Carly. Ora devo accompagnare il mio fratellino. -
si limitò a dire allontanandosi. Carly sospirò,
poi sorrise e riprese la sua strada.
-Quella ragazza… è cattiva con te? -
domandò confuso Harold.
-Eh? È una vera strega non lo vedi? Hai visto cosa voleva
farti? - disse con tono impostato come se stesse cercando di intimorire
il bambino con una storia dell’orrore.
-Tu me le hai fatte veramente quelle cose! Ci sono un sacco di foto in
cui porto un vestito verde e un fiocco blu sulla testa! - le
ricordò. Celia sorrise, poi sospirò.
-Carly è convinta di voler essere mia amica a tutti costi,
ma non fa altro che prendermi in giro e trattarmi come una bambina! Non
lo fa davanti a tutti e a volte prende anche le mie difese ma... - la
ragazzina sbuffò. -Non capisco proprio come dovrei
comportarmi con lei. - spiegò infastidita. Harold sorrise.
-Non ho capito niente. - le disse. “...Ma che hai da
sorridere allora?”
Celia stava cercando di studiare, ma era un po’ distratta e
ripensava a ciò che le era stato detto la mattina.
“Umh… in fondo che importa se sembro
più piccola? E poi non è che se mi concentro e mi
preoccupo di questo diventerò più alta e mi
crescerà il seno.” pensò. In
realtà non avere il seno non le dava alcun fastidio, ma
temeva che le altre ragazze l’avrebbero presa in giro
dicendole che si vedeva che pensava ancora come una bambina. Non ne era
così sicura, ma quando l’aveva detto alle medie le
sue compagne prima erano sembrate sbalordite, poi l’avevano
effettivamente presa in giro. Non ci teneva a fare di nuovo una figura
del genere quindi preferiva non dirlo. “Chissà
cosa penserebbe Carly?” si chiese infastidita.
“Comunque non sarebbe scomodo avere un grosso seno? Come
farei a dormire a pancia sotto? È la mia posizione
preferita!” pensò divertita. Mise via il libro e
si distese sul letto a pancia sotto, poi cominciò a
rotolarsi. “Vorrei proprio vedere come farebbe una tettona a
rotolare così bene...”
-Sembra divertente! - esclamò una vocetta. Celia
finì per cadere dal letto atterrando sul braccio.
-C-che diamine, Harold! Da quanto sei qui? - chiese dolorante. Il
bambino stava seduto sul pavimento con un quadernetto e una matita
verde in mano. Abbandonò gli oggetti e cominciò a
rotolarsi sul pavimento.
-Da parecchio… - disse fermandosi. -Sai, credo che
potrebbero svaligiarci la casa con te presente, tanto non te ne
accorgeresti, sei sempre così distratta… -
-Una cosa è non notare una pulce come te, un’altra
un ladro o due...- rispose indispettita. -Dovrebbero essere dei ninja
per non farsi notare… -
-Ninja? Cosa sono? - chiese curioso il bambino.
-Umh… - Celia ci pensò sedendosi a terra. -Delle
persone molto silenziose che ti derubano e uccidono senza che te ne
accorgi… sono vestite di nero e di solito sono
asiatiche… - spiegò in modo non troppo preciso.
-Sembra terribile! - esclamò preoccupato il bambino.
Pensandoci, Harold era un maschio… crescendo avrebbe potuto
superarla e anche di parecchio in altezza. Celia diede
un’altra occhiata al fratellino e si
tranquillizzò, sembrava così deboluccio di
costituzione che le era davvero difficile immaginarlo come un ragazzo
più alto di lei “...Eh?! M-mi sto davvero mettendo
in competizione con il mio fratellino per quanto riguarda
l’altezza e mi sto consolando del fatto che sembri deboluccio
invece di preoccuparmi di farmi crescere il seno?!”
pensò inquieta e sospirò. “Forse ho
davvero il cervello di una bambina di sei anni in un corpo da
quindicenne che dimostra undici anni...” sospirò
rassegnata, a volte le venivano in mente cose molto infantili, ma in
qualche modo, pensare a certe cavolate, rendendosi conto che erano
tali, la divertiva molto... si accorse che il fratello stava guardando
fisso verso di lei già da un po’
“Ma… che gli è preso?”
-Stiamo giocando al gioco degli sguardi, giusto? - chiese dopo un
po’ cercando di non perdere la concentrazione.
-...No. - rispose Celia.
-Ah… è che mi fissavi… - rispose il
bambino, poi tornò al quadernetto e alla matita verde e
cominciò a scarabocchiare qualcosa. Dopo un po’ lo
sentì emettere degli strani balbettii e si
preoccupò.
-I...Ie...e...eri… Ho m...m…messo…
un...n...na… ra...n..n? - il bambino sembrò
sforzarsi, aveva l'aria parecchio frustrata, poi ricominciò.
Nel frattempo Celia si avvicinò sempre più
irrequieta. -Rana… si c’è scritto
rana!- concluse prendendo il respiro. -Nnn… nellla
borsa… d...di… ant...tttipa…
antipatica… No, non è così…
Ah ho capito! - concluse soddisfatto. -Ieri ho messo una rana nella
borsa di quella antipatica! È questo che
c’è scritto! - si girò verso Celia che
si accorse che quello che aveva letto e su cui stava scarabocchiando
era il suo diario. -Guarda Celia! Ho imparato a leggere, hai visto? -
disse con orgoglio.
-Promemoria per me… nascondere meglio il diario
perché ora la piccola pulce sa leggere… - disse a
voce alta la ragazza.
-Allora? A chi hai messo una rana nella borsa, Celia? Celia? - Celia lo
prese di peso e lo mise fuori dalla porta.
-Ora devo studiare, a dopo… -
-Hey! - si lagnò il bambino spingendo contro la porta ormai
chiusa a chiave. -E dai... fammi entrare... -
La ragazzina guardò il diario e notò delle
scritte verdi che aveva lasciato il bambino. Ci mise un bel
po’ per decifrarle e pesò che il fratellino ci
avesse messo molto per riuscire a scriverle. Alla fine
riuscì a capire cosa aveva scritto, era qualcosa del tipo
“Caro diario di Celia, oggi Erin ha tirato dei libri in testa
a me e a dei bambini che mi stavano infastidendo… credo che
dovrei sposarla. Non ho mai visto una bambina così
incredibile. Pensi che Celia ne sarebbe contenta?” Celia per
un attimo rise “Che carino… spero che gli altri
bambini non gli facciano male... Mah, in caso basterà che li
terrorizzi e minacci in qualche modo per farli smettere... si... credo
che dovrebbe andare bene.” Poi rilesse il messaggio
“Eh… è normale che gli piaccia una che
gli ha tirato in testa un libro? Così piccolo ed
è già masochista?” riflettè
“Meglio che lo tanga d’occhio… o prima o
poi mi porterà a casa una teppista...”
Angolo diversamente serio dell’autrice:
Non ho nulla contro le ragazze dal seno prosperoso… e
neanche Celia in realtà, ma il mondo è bello
perché è vario, c’è chi
preferisce un seno piccolo e chi ne preferisce uno grande, insomma, se
c’è anche chi ha Harold come personaggio preferito
ci possono essere preferenze di ogni tipo. Personalmente non disdegno
nessuna misura, ma non mi piacciono i seni innaturalmente
grandi… p-perchè sto parlando di una cosa simile?
S-suona piuttosto bizzarro... Eh. Non sono lesbica ma apprezzo molto le
donne da un punto di vista estetico, diciamo…
Scherzi a parte, spero vivamente che a qualcuno la storia possa essere
piaciuta.
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