Ivy's pov
"Ragazzi"
entrai nel vagone dei miei amici sedendomi insieme a loro. Lee e
Angelina erano immersi in una discussione sul quidditch. Fred e George
sembrava stessero elaborando un magnifico piano. Charlie e Logan non
capii bene cosa stessero facendo. Avevano un libricino fra le mani e
ridevano a crepapelle. Erano una bella coppia. Peccato che fossero due
idioti. Mi soffermai a guardarli. Lui aveva la chioma nera arruffata.
Grandi occhi blu oceano e un sorriso bianco splendente incorniciato da
labbra carnose. Non aveva un gran fisico, neanche era molto alto, però
raccoglieva molti consensi dal corpo studentesco femminile. Forse anche
un po' per il modo di vestirsi. Charlie si girò verso di me facendomi
l'occhiolino. "Jackson" lo chiamò un ragazzo Corvonero. Lui si alzò
uscendo dal vagone. "Allora? Ti dispiace che sia finito quest'anno?"
Chiese Charlie sedendosi accanto a me. "Un po'. È stato davvero bello"
ammisi stingendomi nelle spalle. L'aria spavalda di Charlie mi fece
intuire che anche a lei dispiaceva. Ormai avevo imparato a capirla.
Avrei rivisto mio padre, mia madre... La mia famiglia. Ecco forse
perché lei odiava tornare a casa, perché non aveva la mamma o il papà
ad aspettarla. Aveva solo Remus, e non per dire qualcosa; però Remus
non era il tipo di uomo a cui affiderei mia figlia. E lei sembrava
distrutta dall'idea di non avere i suoi genitori ad aspettarla. Ha
sempre detto che non era un problema, che Remus era stato un buon
compromesso. Tutti noi, almeno noi in quel vagone, sapevamo che non era
così. Lei aveva bisogno dei suoi genitori. Era concentrata sul suo
futuro, e sembrava avere le idee belle chiare su cosa volesse. Delle
volte sembrava essere una guerriera, altre volte sembrava una bambina
piena di paure e incertezze. Logan entrò nel vagone accarezzandole il
mento. Lei sorrise. Avrei voluto avere il suo dono. Ascoltare i loro
pensieri. Per capire se si fossero resi conto di piacersi. "Non vedo
l'ora di tornare a casa, mia madre mi prepara sempre la torta di
cioccolato e..." Tutti gli sguardi furono rivolti su Angelina.
"Effettivamente non è buonissima" guardò fuori dal finestrino in
imbarazzo. "Ivy, come ti trovi in Corvonero? Credi che giocherai a
Quidditch?" Logan si rivolse a me. "No, non lo so, cioè proprio in
squadra non vorrei entrarci..." risposi incrociando le braccia. "Ci
stai a provare quest'estate? Mi serve un cercatore e tu sei perfetta"
mi tese la mano. Notai lo sguardo di Charlie diventare se possibile,
ancora più glaciale. "Non saprei... però proviamo" gli strinsi la mano.
Sapevo che facendola ingelosire avrei mosso qualcosa dentro di lei.
"Sai che tutti in Sala Comune parlano di Ivy? Sembra si sia distinta
anche con Piton strappandogli dei bei voti" rise lasciandomi la mano,
rivolgendosi verso Charlie. Lei fece un sorriso che sembrò più una
smorfia. Solo in quel momento mi resi conto di quanto in realtà fosse
andato tutto come speravo. Tutto l'anno mi ritrovai a spiegare di
essere la nipote del ministro. E questo mi pesava facendomi perdere
ogni cosa. Certo ero soddisfatta, però solo in quel momento capii
realmente di essere andata oltre ogni aspettativa. Finalmente il mio
amore per lo studio e per scoprire sempre nuove cose era risultato più
che soddisfacente. "Charlie, che hai?" George notò Charlie. Aveva le
braccia conserte e si stringeva nelle spalle. La guardai. Non poteva
essere gelosa di me. "Ho fame" borbottò. Quando doveva nascondere
qualcosa che non andava si inventava qualche bisogno primario da
soddisfare. Logan le porse un pacchetto di cioccorane. "Grazie" lei
sorrise. "Se non ci fosse stato Potter avresti dovuto entrare tu nella
squadra. Solo che ti piace quel Baston..." Logan le puntò l'indice
sulla guancia. "Ti pare che io entro nella squadra di Quidditch? Ma fai
il serio" rispose lei addentando la rana. "Sono serio. Se non ti fosse
piaciuto Baston eri nella squadra. Diventi tutta rossa già solo quando
ti saluta nei corridoi" la prese in giro. Lei gli rivolse uno sguardo
d'odio. "Dai, lo sanno anche le pietre che sei cotta di lui" rise
stringendola a sé. Sì, perché tu no, di lei. Vero? Pensai. Charlie
sbottò a ridere rimanendo abbracciata a lui. "Scusa stai ascoltando i
miei pensieri?" chiesi fingendomi arrabbiata. "No. Credimi. Non l'ho
fatto con l'intenzione. Solo che dopo un po' non riesco a trattenerlo"
rispose lei. Logan la lasciò andare. "Che lavoro fanno i tuoi
genitori?" chiesi a Logan curiosa. "Mia madre è una babbana, lavora con
il ministro babbano. Mentre mio padre lavora per tuo nonno. Auror"
spiegò. "Figo, Auror? E com'è? Che ti racconta?" scattai in avanti
nella sua direzione. "Beh, per cominciare dice che c'è un allarme
fondato sul ritorno di Vold..." Angelina sussultò alle parole di Logan.
"Se non proprio di LUI stesso, stanno tornando i suoi seguaci. E Potter
è diciamo il richiamo. Farlo tornare tra noi non è stata una buona
idea. Li spronerà a cercarlo di nuovo. Perché ora sanno precisamente
dov'è Potter da Settembre a Luglio. Mio padre dice che non è nulla di
buono. Anzi." Logan ci guardò. "In circolazione è pieno di maghi non
completamente in regola. Il primo è il tuo amichetto Malfoy. Mio padre
ha fatto numerose indagini sulla loro famiglia. Hanno sempre avuto
soffiate prima di offrire agli Auror prove certe. E poi..." "Tuo padre
ha carcerato il mio" lo interruppe Charlie, concludendo il suo decanto
al padre. Charlie sorrise. "Malfoy? E perché?" chiesi curiosa. "Perché
è un mangiamorte. Ivy" Charlie posò una mano sulla spalla di Logan
poggiando il ginocchio sulla seduta del treno. "Sembra essere" la
corresse Logan. "Lo è" Ripeterono in coro anche Fred e George. "Fin
quando non ci sono prove non è così" rispose Logan. "Cos'è lo
proteggi?" chiese Charlie, "assolutamente" rispose lui alzando le mani.
"Qualcosa dal carrello cari?" chiese la signora del carrello, "Sì, un
po' di tutto" ordinai alzandomi. Pagai tornando a sedermi con una
enorme busta fra le mani. "Prendete" dissi aprendo tutto e buttandolo
sul sedile.
Il
sole fuori dai finestrini cominciò a calare. E capii che era il momento
di andare via. Andare a casa. Ed aspettare mesi per rivedere i miei
amati amici. Cioè Charlie, Fred e George li avrei rivisti. Però Lee
Jordan, Spencer, Daphnee... e tutte le nuove conoscenze... non li avrei
rivisti prima della fine delle vacanze. Ed un tratto mi ritrovai a
sperare che volassero. Che finissero. Tutto sommato a me non è mai
pesato studiare. "Siamo arrivati" Charlie si alzò prendendo il suo gufo
albino , Blue. Salutò dal finestrino delle teste rosse che agitavano la
mano. "Seduti. Seduti" Percy, il prefetto intimava di star seduti tutti
i ragazzi nei vagoni. Charlie non lo sopportava. "Alle scale piace
cambiare" imitò Charlie mentre apriva la nostra porta. "Black non mi
sfidare. Potrei farti..." Charlie alzò il sopracciglio. "Ne possiamo
anche parlare il prossimo anno. Con permesso" Lo spinse passando
avanti. Passai anche io con Bering seguita da Fred e George. "Mi
dispiace fratello, sono finiti i tuoi momenti da prefetto" Lo canzonò
Fred. Lee e Angelina uscirono soffocando una risata. Scesi dal treno
dietro Charlie che mi aiutò. "Logan?" chiese notando che ormai eravamo
scesi tutti del nostro gruppo. "Sta parlando con Eileen" rispose Lee
indicando un finestrino. Una bellissima ragazza alta, muoveva i suoi
capelli neri e lunghi fino alle gambe con fare seducente. Sbatteva i
grandi occhioni verdi. Per un minuto provai a decifrare cosa stessero
dicendo. Lei le posò una mano sul braccio. "Remus" sentii Charlie
correre dall'uomo malconcio al lato della banchina. "Charlotte" la
stava abbracciando forte. "Remus" lo abbracciai. I weasley ci
salutarono calorosamente. "Ivy, tesoro... non so se te l'hanno detto i
tuoi genitori... ma non sono riusciti a venire. Vieni a cena da noi e
ti vengono a prendere" Molly sembrava rammaricata. "Venite voi?" chiese
a Remus. "Sì, va bene" rispose posando una mano sulla spalla di
Charlie. Logan salutò tutti con la mano dirigendosi dai suoi genitori.
Una donnina bionda occhi chiari e suo padre, uomo bianco di carnagione,
moro e barbuto. Alto quasi due metri e largo quattro. Mi echeggiò nella
mente quanto potesse essere difficile per loro stare insieme. "Andiamo"
Remus camminò come apri fila. Charlotte si guardava ancora dietro. "A
Charlie piace Logan" la canzonai. "Che?" chiese lei imbarazzata. "Ti
piace Jackson?" Fred e George ci raggiunsero in un minuto. "No" rispose
lei ridendo. "Scrivi Fred" George indicò il fratello, "cosa George?"
chiese Fred fingendo di avere un blocchetto e una penna, "obbiettivi
per la vita" dettò lui. "Sì" lo esortò Fred facendo finta di aver
scritto. "Dire a Logan che Charlie è innamorata di lui" rise George.
"Vi uccido. Giuro che lo farò. Ti giuro. Lo farò. Non è vero che mi
piace" Charlie si girò verso di loro. "Oh sì invece. Se non ti piace
che problema c'è? Se oggi Fred ti dicesse che ti amo, mi ci farei una
risata... Perché non è vero" George rise. "Ti ha nel sacco. Amica. E
non guardare più Baston. Ora sei solo di Jackson" rise di nuovo Fred
continuando a camminare. "Ma la smettete? Non mi piace. Siamo amici"
rispose Charlie mettendo le cose nel portabagagli.
"Allora?
Pareri su quest'anno?" chiese Molly girandosi verso di noi.
"Riassumibile in terrificante" risi. "Hai avuto paura del troll? O di
Raptor?" chiese apprensiva. "Nono, parlavo dei voti di Charlie" risposi
ridendo. "Sì, diciamo che avrei potuto fare qualcosa in più" ammise
Charlie. "Charlotte. Ne avevamo già parlato. Devi studiare. Altrimenti
passerai tutta l'estate prossima senza vedere nessuno!" Remus la fissò
severo. "Quindi mi stai dicendo che rimarrò con te quando ti
trasformerai?" lo sfidò Charlie. "Charlotte. Non mi sfidare. Perché
potrei iniziare già da quest'estate" disse austero. Sull'argomento
scuola era intransigente. Non pensavo finisse così. "Certo" rispose
lei. "Come fase iniziale se non studi almeno un'ora al giorno ti puoi
scordare di uscire." Alzò il dito. Categorico nella sua scelta tornò a
guardare dritto avanti a sé. "Grazie tante" borbottò Charlie al mio
orecchio. La guardai torturarsi le unghie. Durante il viaggio rimase in
silenzio.
"In
che casa sei capitata?" Chiese Ginny tenendomi la porta di casa.
"Corvonero" risposi giocherellando con la cravatta che tenevo ancora in
tasca. "Che ha?" chiese indicando Charlotte che si buttò a peso morto
sul divano. "Ce l'ha con me" risposi sedendomi affianco a lei. "Scusa,
è tanto drammatico per te studiare un'ora al giorno?" sussurrai in modo
che solo lei potesse sentirmi. "Il punto è che non va bene così Ivy.
Hai notato che mi piace Logan? Ammesso e non concesso che sia così,
perché lo devi dire a tutti? Sai che i miei voti sono uno schifo e non
so neanche come ho fatto a passare l'anno? Stai zitta, se voglio, lo
dico io!" sbottò andandosene dai gemelli. "George" lo chiamò
passandogli la mano sul braccio. Quanto odiavo quando non si accorgeva
delle cose. Ha fatto milioni di volte quel movimento su almeno cinque
suoi amici. Ma solo con uno era differente. E lei non lo accetta. "Non
ho salutato Diggory" disse dandosi una mano sulla fronte. "Diggory...
ancora sei amica sua?" chiese Fred ridendo. "Certo" rispose ridendo
anche lei. Mi stava evitando. Sentii le lacrime del nervoso affiorare.
La presi per il braccio tirandola. "Sei matta?" chiese fissandomi. "Non
mi ignorare. Ho sbagliato. Cioè non ho sbagliato, c'ho visto bene che
vi piacete. Però evidentemente ancora non siete pronti ad accettarlo.
Però svegliati o te lo porteranno via" dissi seria. "Ivy, non ti sembra
un po' presto per questi discorsi? Tu hai dodici anni ed io
quattordici... mi sembra prestino per aver trovato la mia anima
gemella... no?" chiese ridendo, "D'accordo... quando avrò ragione, mi
ringrazierai." Risi. "Mi mancherete" disse abbracciandoci tutti e tre.
"Perché tu sei così scema da non studiare un'ora per non vederci?"
chiese Fred ridendo. "Sì" rispose Charlie.
"A
tavola" urlò Molly. Adoravo il cibo che preparava Molly. Mi buttai a
tavola pronta a mangiare qualsiasi proposta. Charlie si mise seduta
affianco a me stretta nelle spalle. Le mie fauci si bearono di
molteplici pietanze. "Ivy" Charlie rise guardandomi. "Tutto buonissimo
Molly" dissi cercando di mandare giù un pezzo di pane troppo grande.
Risero tutti quanti. Tutto sommato non so perché non volevo tornare a
casa. Non mi mancava nulla. E due mesi di distanza dai doveri, in fin
dei conti non mi facevano poi così ribrezzo.
Quando
tornai a casa con i miei genitori mi guardai intorno tutto il tempo. La
maggior parte dei dettagli di casa me li ero dimenticati. Eppure nella
mia camera era ancora tutto come l'avevo lasciato. Aprii la finestra
leggermente. Pensai a quante cose erano cambiate. E quanto sarebbero
cambiate in futuro. Draco era stato strano tutto l'anno. Aveva una vera
e propria ossessione per Potter. E le parole di Logan riecheggiarono
nella mia testa. Come poteva essere un Mangiamorte. Come si diventa
Mangiamorte? E se stesse tornando davvero? Charlotte sarebbe stata in
pericolo, in quanto mezzosangue? E anche Logan. E il padre di Charlie,
Sirius, mio zio. Era davvero un mangiamorte? Mia madre me ne parla
sempre come se fossero stati gli anni più belli quelli passati con lui.
Ma perché è mio zio? Sentii la testa scoppiare. "Piccolina" mia madre
entrò in camera da letto sedendosi sul mio letto a due piazze. "Mamma"
sussurrai impietrita. Lei mi spostò i capelli dal viso e con un sorriso
dolce stampato sul viso, mi accarezzò il mento. "Dimmi" aprì il letto
per infilarmici dentro. "Chi è parente con Sirius Black?" chiesi di
getto. "Io" rispose mia madre. "Di che genere? Cioè tu sei una Nott"
risposi. "Siamo parenti, non so di che genere" tagliò corto nervosa.
"Mamma" la chiamai di nuovo prendendole la mano. "Dormi Ivy" rispose
lei. "No, aspetta. Mi puoi regalare una scopa?" chiesi accennando un
sorriso. "Chiedi a tua nonna. Sai che lei l'ha comprata a Thomas, e
vorrà comprarla anche a te" rispose spengendo la luce nella stanza. Si
chiuse la porta alle spalle. Vorrei tornare ad Hogwarts solo per avere
qualcuno con cui parlare prima di addormentarsi. Luna e Spencer erano
un buon compromesso.
Il
giorno dopo mi svegliai riposata e felice. Era una bella mattinata. Il
sole imperava sul giardino. La mia elfa domestica mi aveva portato il
cibo in camera. Le mie cose erano tutte perfettamente in ordine. Eppure
c'era qualcosa che non mi quadrava. C'era la finestra spalancata e un
gran profumo nella stanza. Mi alzai ancora insonnolita uscendo fuori al
balcone. "Caspita Charlie. Non puoi farmi sentire male così! Ti rendi
conto?" chiesi facendola girare. "Hai già studiato?" chiesi sorridendo.
"Ho detto a Remus che il giusto compromesso era studiare con te tutti i
giorni. E quindi sono piombata qui. Tua nonna mi ha fatto troppe
domande su come fossi stata... Invece tuo nonno ha grugnito come
sempre. Tuo padre mi ha trattenuta in un discorso sul quidditch, e tua
madre mi ha salvata chiedendomi se potevo venire a svegliarti.
Ovviamente non l'ho fatto..." Si girò fra le mani i mille gingilli che
avevo sopra la scrivania. "Charlie... Secondo te è vero? Malfoy è..."
mi bloccai pensando a quanto fossero amici i miei genitori con i suoi.
"Malfoy è un idiota" rispose sedendosi sul letto. "Non hai caldo
vestita tutta di nero?" chiesi notando solo in quel momento che la cosa
più colorata che aveva era un bracciale grigio. "No, e muoviti che hai
la prima lezione di Quidditch" disse alzandosi. "Stamattina sei
inquietante" dissi prendendo una canottiera fiorata color tiffany e
bianca e un pantaloncino di jeans. "Sì?" chiese rigirandosi fra le mani
la mia bacchetta. "Che ti ha detto Ollivander della bacchetta? Sì, me
lo ricordo che me l'avevi detto... ma non me lo ricordo più." Disse
guardandola. "Sono contento che lei me l'abbia chiesto! Vede signorina,
l'arte delle bacchette è tanto bella quanto complicata. Comunque,
parlando della sua bacchetta...Il legno di carpino sceglie come
compagno per la vita una strega o un mago con un'unica e pura passione,
che qualcuno potrebbe definire un'ossessione, anche se, francamente, io
preferisco il termine "sogno", e che è quasi sempre destinata a
realizzarsi. Le bacchette di carpino si adattano allo stile magico del
loro proprietario più in fretta di molte altre e diventano così
personali che gli altri maghi faranno molta fatica a utilizzarle anche
per gli incantesimi più semplici. Allo stesso modo, le bacchette di
carpino acquisiscono il codice d'onore del loro proprietario e si
rifiuteranno, nel bene e nel male, di fare qualunque cosa che non
corrisponda ai principi del loro padrone." Imitai Ollivander prendendo
le sue sembianze. La cosa bellissima di essere una metamorfomagus era
che potevi divertirti con poco. Lei rise rigirandosi la bacchetta di
legno d'orato fra le mani. "La nonna dice che lei invecchiando è
riuscita a repirlo, e se io non volessi? Mi piace così tanto" dissi
entrando in bagno per fare la doccia. Charlie rimase in camera. "Sto
parlando con te" tornai indietro. "Se parli e te ne vai non ti capisco
testa di rapa" mi seguì. "Reprimerlo non vuol dire non averlo. Ivy, io
riesco a non sentire i pensieri di tutti con una gran fatica. Però ti
posso assicurare che se volessi potrei in qualsiasi momento. Remus per
almeno due ore al giorno mi fa prendere lezioni di occlumanzia. Silente
altrettanto. Silente pensa che io possa essere una grande arma. E che
devo essere ultra protetta. Però non voglio. Cioè funzionerei benissimo
come Auror. Immaginami lottare contro un mago oscuro. Potrei anticipare
le sue mosse. Essere sempre un passo avanti. Sarebbe bellissimo" disse
sedendosi sul muretto del bagno. Il mio bagno aveva la doccia nascosta
da un muro. Era molto grande e pieno di statue. Intarsi d'orati
ovunque. Molte volte mi chiedevo se fosse proprio indispensabile avere
tutto questo lusso. Soprattutto dopo essere stata dai Weasley.
Sicuramente erano molto più caldi fra di loro. Rispetto alla mia
famiglia. Anche mia madre veniva da una famiglia ricchissima. I Nott. I
miei bisnonni quattro volte l'anno danno un ballo. Ogni cambio
stagione. Mia madre porta mio padre. Io ho sempre ballato con mio
fratello. Credo che però sia finito quel periodo. Al compimento dei
diciassette anni invece, ti fanno fare quattro balli dove dovrai fare
una sorta di debutto. Consiste nell'imparare un complesso ballo.
Trovare un accompagnatore. E presentarti alla società per quello che
sarai. Mia madre l'ha dovuto fare con la sua gemella. Erano molto
simili. Se non per il fatto che una fosse mora e l'altra bionda. Mia
madre è mora con gli occhi chiari. Quasi chiarissimi. Mentre mia zia ha
dei capelli color platino e gli occhi color ambra. Lei non è mai stata
sposata. Non ha figli, ne un uomo. E sembra non volerne, perché ne
potrebbe avere a quantità industriali. Sono sempre state bellissime.
Una Corvonero e una Tassorosso. "Quindi prenderai lezioni da Logan e i
Weasley" Charlie interruppe il mio flusso di pensieri facendomi
sussultare. "Sì" risposi temendo il peggio. Odiavo litigare con
Charlie, perché è capace di non parlarti per un lungo tempo. "Sono
contenta. Sai Logan è un cacciatore molto abile. Anche Fred e George
sono bravissimi" disse lei tranquilla. Troppo tranquilla. Quasi atona.
"Sì. Sono molto bravi" risposi cauta. "E tu hai paura che io sia
arrabbiata perché Logan ti ha chiesto di entrare nella squadra" mi
fissò a braccia incrociate mentre mi asciugavo i capelli. "E lo sei?"
chiesi guardandola dallo specchio. "No. Sei matta? Potrei essere gelosa
di te? O di Logan? Anzi, sai che vi dico? Se vi piaceste mi farebbe
anche piacere" rispose lei con voce acuta. Mi girai di scatto. "Sei
seria? Non mi piace Logan. Non è mio tipo" risposi ridendo. "Lo so"
rispose lei sedendosi di nuovo.
Rimanemmo
in silenzio camminando verso una radura abbandonata. "Però mi devi
spiegare una cosa. Baston. Ti scambierebbe per un manico di scopa se
fosse più potente di quello che ha. E tu butti via Logan per lui. Sei
scema. Fattelo dire" dissi ridendo. Lei si limitò a ridere, non
rispose. Capii che non voleva parlarne.
Fred
aveva qualcosa di fumante fra le mani. Guardai anche George. Ridevano
come matti. Mi girai a guardare Charlie. Scuoteva la testa poi spalancò
le braccia. Guardai nella sua stessa direzione. "Tu non dovevi venire
per forza" scherzò Logan da lontano. "Non sapresti che fare senza di
me" rispose lei avvicinandosi a lui. Gli tolse la sigaretta dalle dita.
"Bene" lui si girò di scatto a guardare il cielo. "La giornata ci
assiste" disse rivolto a me. "Non ho la scopa però" risposi facendo
segno. "Non ti preoccupare. L'ho portata io. Allora preparati perché
Fred e George ti aiuteranno" disse indicandoli. "Charlie che fa?"
chiesi guardandola sedersi su un tronco spezzato. "Charlie" la guardò.
"Mmh?" rispose lei portandosi le ginocchia al petto. "Sarebbe carino
che anche tu imparassi no?" chiese sorridendole. "Io su quel coso non
ci salgo. Brutte esperienze" rispose. "Dimenticavo che non sai neanche
tenerti in piedi" la prese in giro Logan. "Ah Charlie, hai un
appuntamento con Baston domani. Verrà ad insegnarti come stare su una
scopa" Fred la fissò ridendo. "Cosa? Cosa hai fatto?" chiese
arrossendo. "Un gioco da ragazzi. Sai, è stato piuttosto facile" Si
misero intorno a Logan. "Baston, credo che il prossimo anno non ci
sarò, devo recuperare per la McGrannit, e sai che se vai male non ti
fa giocare" recitò George, "sai, Charlotte, Black... lei va bene a
scuola, e poi, è una bella ragazza no?" anche Fred recitò, "siete
pessimi" scosse la testa ridendo, "se ti interessa ci ha dato ragione,
soprattutto sul tuo essere una bella ragazza" Fred rise, "vi odio...
con tutto il cuore" arrossì Charlie guardandosi le scarpe. "Beh,
comunque non è un appuntamento. Mi insegnerà a giocare a Quidditch no?"
chiese sedendosi di nuovo. "Per Baston è come portarti a cena fuori...
sai che ti..." lei interruppe Logan, "mi scambierebbe con una scopa più
potente? Già me l'ha detto Ivy... comunque ragazzi, credo che domani
morirò. Dobbiamo studiare pozioni e ci ha dato tanto da dover
cominciare ora. O ci boccerà." guardò Logan, che stava giocherellando
con i suoi bracciali, "Charlie, che roba?" chiesero tutti e tre
insieme, "Pozioni" risposi ovvia. "No, ragazzi... no... non si può...
no... non posso cominciare a studiare adesso. Cosa ne farò della mia
fama?" Fred si portò le mani sulla testa, "io non studio" rispose
George. "Non avevo dubbi. Come farete?" chiese Charlie rivolgendosi ai
gemelli e a Logan, "io ho Angelina, George ha te" spiegò Fred, "date
per scontato che vi faremo copiare?" alzò un sopracciglio, "Logan, sai
che ieri..." lo accarezzarono, "sì, copierete" disse alzandosi di
scatto. "Oh ecco... così sei la mia piccola migliore amica... ora ciao.
Vai a studiare, che se no veniamo bocciati" George mi spinse. "Mi stai
spingendo" disse Charlie infastidita. "Ti sto accompagnando con forza"
rispose spingendola ancora più forte. "Mi fai male" disse ridendo, "non
sei credibile se ridi, vai a studiare, se mi fai andare male..."
Charlie si girò di scatto puntandogli un dito sul petto, "George, se
vuoi andare bene studi... se decidi di fidarti di me, non mi assilli"
lo minacciò ridendo, Logan sbottò a ridere. "Charlie" la chiamò Fred,
"non provare a dire niente" sbottò mentre ricominciava a camminare,
verso il suo tronco, "attenta... ecco te l'avevo detto" inciampò nella
radice di un albero, "ti sei fatta male?" Logan le prese la mano, la
alzò lentamente controllando che non si fosse fatta niente. "No,
tranquillo" rispose lei sistemandosi i pantaloni. "Vai a studiare"
George e Fred le fecero cenno di sedersi, "scusate se stavo per
rimetterci le penne" rispose fingendosi offesa. Riprese a camminare.
"Charlotte" la chiamai, "Ivy, da quando mi chiami Charlotte?" chiese
ridendo mentre la raggiungevo, "Ti sei fatta male?" imitai Logan
ridendo. Notai che rise anche lei. "Dai, vieni a giocare?" Cercai di
convincerla, "Il primo anno a lezione di volo mi hanno portato in
infermeria, sono caduta ancora prima che iniziasse a muoversi, mi sono
rotta un braccio" ammise. "Charlie... scusa se rido... ma, seriamente
sei riuscita a romperti un braccio senza che neanche partisse la
scopa?" avevo le lacrime per quanto stavo ridendo. "Non è divertente"
rispose incrociando le braccia. "Oh sì, lo è" rispose Logan fra le
risate, "bene, sì, ridete pure... se mi fa salire sulla scopa cosa
faccio?" chiese nel panico, il suono delle risate non si fermava più,
inarrestabile, "mi aiutate" era seria. "Charlie, ti fa salire sulla
scopa, se ci riesci bene... se cadi... riderete... non prenderti sempre
troppo sul serio, tutti abbiamo qualcosa che non riusciamo a eccellere,
ma ci si diverte mentre la si fa..." tornai seria per pochi secondi.
"Smetterai mai di prendermi in giro?" chiese lei trattenendo la risata,
aveva la risata contagiosa, "mmmh... credo di no. Penso proprio di no.
Charlotte" risi di nuovo. "bene, vado a studiare... per fortuna che
miei amici... e dovreste starmi vicino" disse girandomi le spalle, "non
troppo... considerato che non ti tieni in piedi neanche su una scopa"
George cominciò a ridere, scatenando una risata. Ancora, "Seriamente.
Se mi fa salire sulla scopa?" chiese in preda al panico. "Dipende di
che scopa si tratta" rise Fred. "Sicuramente ti diverti su entrambe le
alternative" proseguì George. "Dipende" Logan rincarò la dose. "Da
quando voi fate battute di questo tipo?" chiese lei in imbarazzo. Li
guardai. "Charlie, siamo maschi... che ti aspettavi?" chiese Fred
ridendo. "E poi ammetti che non ti dispiace, Baston" disse ridendo
George. "No, non mi dispiace. Questo non significa che farei quello che
pensate voi. Maniaci" rise lei aprendo il libro sulle gambe. "Già...
non sarebbe per niente carino" rise Fred. "Dai, che schifo" sbottò lei.
"Che schifo?" tutti e tre parlarono in coro. Mi salì un moto
d'imbarazzo. Li guardai tutti. Provai a pensare a ciò che stava
pensando lei. "Che schifo. Non andrei mai con Oliver" ribattè convinta.
E ci credevo. "Questo è parlare" George le diede un buffetto sulla
spalla. S'immerse nella lettura del suo libro. La guardai convinta che
stesse pensando a qualcosa. Avrei pagato per riuscire a capire cosa
stesse pensando. "Ivy. Ti muovi" George mi chiamò. "Sì" risposi
mettendomi affianco a loro. C'erano quattro scope a terra. "Su" dissi
facendola levitare a mezz'aria. Mi misi a cavalcioni. "Ora, Ivy, cerca
di afferrare il boccino prima che puoi ok?" Logan mi sorrise schiudendo
la mano. Tutti e quattro andammo alla ricerca del boccino. Ed era
divertente. Se solo Charlie non avesse deciso di fare l'asociale. "L'ho
visto" urlai in preda all'entusiasmo. Planai sulla testa di Charlie che
alzò lo sguardo impietrita. "Scusa" urlai continuando a seguire il
boccino. Era a qualche passo da me. Dovevo solamente sporgermi un po'.
Ce l'avrei fatta. "Preso" urlò Fred davanti a me. "Come hai fatto? Io
ero più vicina di te" dissi ancora in volo. "Ivy... Devi imparare la
velocità. Prova a prendere più confidenza con la scopa. Deve essere la
tua fedele compagna. Se non ti fidi, lei non riuscirà mai a dare il
cento per cento. Prova a convincerti che non ti succederà mai nulla."
Logan mi si affiancò. Avrebbe potuto essere un bravo insegnante. Lo
guardai annuendo. "Vai" George lasciò il boccino tenendomi la scopa per
dargli il vantaggio. Mi lasciò andare. Volai in alto. E poi in basso.
Toccai le foglie più alte degli alberi. Per poi sentire il terriccio
innalzarsi. Sentivo l'aria nei capelli. Sul viso. Ed era una sensazione
bellissima. Quasi di libertà. Potevo fare ciò che volevo. E la scopa mi
seguiva in ogni movimento. Avvistai il boccino volare fra le fronde
degli alberi. Accelerai più che potevo. Spostai tutto il mio peso in
avanti. Chiusi la mano sperando di averlo afferrato. Caddi.
"C'eri
quasi" George mi raggiunse aiutandomi ad alzarmi. "In realtà..."
schiusi la mano sentendo qualcosa di metallico e freddo dimenarsi nella
mano. "L'hai preso!" urlarono tutti e tre. "Impari in fretta Caramell.
Mica come quel salame lì giù" scherzò Logan indicando Charlie intenta a
ripetere ciò che stava studiando. "Vi sento" urlò lei. "Ti vogliamo
bene" urlò Fred ridendo. "E adesso. Prova a schivare i bolidi" Fred e
George mandarono in aria altre palle. Presero delle mazze e risalirono
sulla scopa. Salii anche io alla loro altezza. "Arrivo, intanto
provate. Ivy. Stai attenta. Se ti prendono ti fanno male" mi avvertì
Logan. Lo guardai dirigersi verso Charlie. "Sei pronta?" chiese Fred.
Annuii tenendo lo sguardo fisso sui bolidi. "Ecco" George battè la
mazza contro il bolide. Mi spostai il più veloce che potei. Mi stavo
divertendo da matti. "Le stai schivando tutte. Ivy... seriamente, sei
molto portata" si congratulò Fred. "Grazie" risposi atterrando. Mi
concentrai ad ascoltare cosa stesse dicendo Charlie. "No, non credo...
Sono arrivata fino ai distillati" si spostò i capelli dal viso. "Dai,
Charlie... non te li devi imparare tutti ora. Stai un po' con noi. Ci
prendiamo una pausa" mi avvicinai cauta. Sapevo di star interrompendo
un loro momento. Però non sopportavo vederla sola mentre noi ci
divertivamo. "Va bene" rispose lei chiudendo il libro. I gemelli si
buttarono sull'erba. "Chi vuole?" George alzò la mano con uno strano
composto. "Tutti" rispose Fred. "Cos'è?" chiesi curiosa. Mi sdraiai
affianco a loro. "Erba" rispose tranquillo Fred. "Erba?" chiesi
confusa. "Foglie d'Aconito" spiegò George. "Non sono tossiche?" chiesi
spaventata. "Sì, certo. Se non trattate lo sono. Solo che, se si sa
togliere il componente nocivo, si riesce a trarne un gran beneficio"
spiegò Fred. "Wow. E cosa si prova?" chiesi notando che anche Charlie
si era avvicinata. "Beh, ti rilassa... ti diverte... dipende un po' da
quello che cerchi" Charlie sorrise. "Non ho capito bene. Funziona in
base a ciò che vuoi?" chiesi guardandola. "No, funziona in base a ciò
di cui ha bisogno il tuo inconscio" spiegò meglio Logan. Guardai Fred
chiudere la cartina con il composto. "Non è legale vero?" chiesi
retorica. "No. E non parlarne con nessuno" George mi puntò un dito
contro. "No di certo" risposi fissandolo. "Mercoledì c'è una festa in
spiaggia. Che ne dite di andare?" Chiese George accendendo la sorta di
sigaretta. "Ci sto" Charlie si mise seduta insieme a noi. "Anche io"
Logan si mise seduto a guardare il cielo. Charlie appoggiò la schiena
su di lui e le gambe le stese su quelle di Fred. George mi porse la
sigaretta. "Che devo fare?" chiesi in imbarazzo. "Ispira. Tira il fumo
verso l'interno e poi respira. E lo butti fuori" rispose Charlie
lasciando passare il braccio di Logan intorno al suo collo. Seguii il
suo consiglio. Cominciai a tossire un fumo violaceo. "Ditemi che è
normale" farfugliai. "Sì" rispose Logan ridendo. La passai a Fred. "Ci
stai tu Ivy alla festa? Sarà legendaria" rise Logan. "Certo. Ci
inventiamo che dormiamo dai nonni?" chiesi a Charlie. "Dormiamoci
d'avvero... credo che la facciano lì vicino la festa" rispose fumando
anche lei. "Mmmh" mormorai pensierosa. I nostri nonni non erano mai
stati molto apprensivi, Charlie avrebbe potuto benissimo vivere con
loro. Eppure non hanno mai neanche pensato che fosse possibile. E poi
con me, non ricordavano un compleanno che sia uno. Ormai con Charlie
era diventata un gioco. Scommettere quante date avrebbero tirato fuori
prima di dire quella giusta. Invece Thomas, lui sì, che veniva
venerato. Lui era il nipote perfetto. Di cui ricordavano la qualunque.
Un qualcosa di fumante mi distrasse dai pensieri. "Vuoi riprovare?"
chiese Logan porgendomela, annuii. "Allora, Ivy" Charlie si avvicinò a
me inginocchiandosi. "Tira verso l'interno il fumo. Respiralo. Spingilo
fuori" spiegò. Eseguii cominciando a tossire. "Ma cos'è?" chiesi
riprendendo fiato. "Eh" risposero in coro ridendo. "Senti, è un tipo di
tabacco, diciamo, che ti fa divertire. Viene dalla coltivazione di
Goblin" spiegò Fred. "Allora, tu hai tirato fuori un fumo violaceo.
Perciò diciamo che ti aiuterà a concentrarti e aumenterà le tue
prestazioni su qualsiasi cosa farai. A Charlie è diventato Rosa tenue,
ciò vale a dire che aumenterà la percezione delle emozioni. Logan e
Fred è uscito grigio, ciò vale a dire che non ha fatto nulla a loro.
Mentre a me è uscito giallo. Tutte le emozioni forti si trasformano in
assenza di emozioni." Spiegò George. Guardai Logan sdraiato a pancia in
su, con Charlie appoggiata fra le gambe. Fred appoggiò la testa sulle
mie gambe. "Va a finire che sono io il candelabro?" chiese George
ridendo. "No, vieni qui" Charlie gli fece segno di andare da loro.
Erano un po' più spostati rispetto a noi. E Logan stava facendo
scorrere le sue dita affusolate sul braccio di Charlie delicatamente.
Pensai di uccidere George se solo si fosse avvicinato. "No, mi piace
fare il candelabro" rispose ridendo. Si buttò a terra sdraiandosi con
me e Fred. "Dai" Fred si girò a pancia in sotto guardando Charlie e
Logan. "Quanto sono idioti" sbottò George. "Ssssh. Che non sento che
stanno dicendo" dissi in un sussurro. Charlie stava ridendo di gusto.
"Aaah, aspetta" rise Logan. "Sai a chi lo puoi chiedere? A Hagrid,
sicuramente lo saprà" Logan le tolse i capelli dal viso. "Ma il Drago
nano dell'Australia, è praticamente impossibile da comprare qui"
farfugliò Charlie. "No, secondo me se sai cercare lo trovi" rispose
Logan. "Che ore sono?" chiese lei. "Quasi mezzogiorno" rispose lui
guardando l'orologio. Quasi la abbracciò. "Per pranzo vengono anche
Diggory e un suo amico. Non lo so perché, Remus me l'ha praticamente
affibiato" borbottò Charlie. "Cedric? Il Diggory che mi ha fatto cadere
dalla scopa?" chiese Logan. "Ehm" rispose lei senza aver tempo di
difenderlo. Che si videro due ragazzi in lontananza. Charlie cominciò a
giocare con l'erba davanti a lei. Logan si alzò piegando le ginocchia
intorno a Charlie come ad abbracciarla. Spostò il peso in avanti
posando la testa sulla spalla di Charlie. "Charlotte" la chiamò un
ragazzo alto. Un bel ragazzo. "Scusate, io sono Cedric" si presentò a
noi. "Ivy" strinsi la sua mano concentrandomi sul ragazzo dietro di
lui. Era di un castano chiaro. I lineamenti molto delicati. "Ryan" si
presentò. "Ivy" gli strinsi la mano sorridendo.
Tra
chiacchiere e partite di Quidditch volò il pomeriggio. "Ma Charlotte e
Logan?" chiese Cedric. Effettivamente erano spariti. "Non lo so, magari
si sono andati a fare una passeggiata" risposi. Sentimmo un rumore di
passi. "No, Logan" urlò Charlie. "Dai, muoviti" borbottò lui.
Finalmente erano nel nostro campo visivo. Charlie era in braccio a
Logan. "Dai. Mettimi giù" borbottò. "Fermati. Mi stai facendo male"
rise lui tenendole le mani. "Vorrei tanto che si mettessero insieme
quegli idioti" sbottai indicandoli. "Forse fra una ventina d'anni ce la
faremo" scherzò Fred. "Anche quaranta se andiamo di questo passo" lo
corresse George. "Cinquanta" lo corressi ridendo. "Perché si
piacciono?" chiese Cedric. "Abbiamo ragione di credere di sì" rispose
Fred. "Beh, effettivamente" convenne Ryan ridendo. Risi anche io. Logan
la mise giù facendo sfiorare i loro visi. Charlie si girò di scatto
verso di noi. "Ivy, c'è un giardino bellissimo di fiori di pesco" disse
indicando la stradina da cui erano sbucati. "Ma che siete andati a
fare?" chiese Cedric incrociando le braccia. "Una passeggiata. Voi
stavate giocando" rispose Charlie. "Cenate con noi?" chiese Logan
avvicinandosi. "Con noi chi?" chiesi guardandolo. "Noi. Remus mi ha
chiesto di tenerti d'occhio stasera" rispose scrollando le spalle. "Da
quando sei super amico di Remus?" chiese ridendo. "Da quando ho
cominciato a passarti a prendere per uscire" rispose scrollando le
spalle. "Stasera c'è un locale babbano, vicino casa mia. Sembra
facciano una festa" dissi. "Magari ceniamo tutti da me" proseguii. "Con
i tuoi nonni?" chiese Charlie fingendo di rabbrividire. "Dai, non li
spaventare, non sono così male" risposi vedendo la sua espressione
cambiare in un accenno di stupore. "Tuo nonno non è così male?" chiese
sgranando gli occhi. "Dai non sono mostri" risi. "No, intatti. I mostri
sono meglio" rispose lei prendendo le sue cose. "Dove vai?" chiese
Cedric. "Ehm, a casa" rispose, "Charlie" Logan le prese il braccio
bloccandola. "Sì, ok. Devo rimanere con te. Ricevuto" rispose tornando
affianco a noi. "Possiamo fare una cosa. Ceniamo dai nonni? Con un po'
di fortuna saranno già partiti" Dissi sorridendo. "Vero. O sennò
andiamo da nostra zia a chiedere se possiamo mangiare da lei" disse
Ivy. "Più semplicemente, da me?" chiese Logan sedendosi di nuovo
sull'erba. "Tutti da te?" chiese Charlie sgranando gli occhi. "Beh? Mia
madre non fa che chiedermi di conoscerti...vi... insomma di vedervi"
disse sorridendo. Sorrisi anche io. Sbagliando aveva ammesso che la
madre la voleva conoscere. Tramite la metropolvere ci ritrovammo in
pochissimo tempo davanti casa di Logan.
"Mmmh,
è il caso che vi dica, che casa mia non è magica. Zero. Niente di
niente. E vivo con i miei nonni in casa. E... vabbè" Logan sembrava
imbarazzato. Eppure era al centro di Londra. Charlie gli posò una mano
sulla spalla sorridendo. "Log, tranquillo" sussurrò. "Logan" una voce
venne dalla porta che si aprì. "Tu sei Charlie" la madre di Logan
l'abbracciò forte. "Emh" Logan si grattò la testa e poi si morse le
nocche. "Ho visto tantissime foto di te e Logan. Sei molto bella" disse
la mamma tenendola ancora fra le braccia. "Ehm, lei deve essere la
madre di Logan. Piacere" disse Charlie guardandomi interrogativa.
"Entra tesoro. E voi siete?" chiese a noi. Ecco. La differenza che
Charlie non capiva. "Ivy Caramell" e fui sollevata di non dover
rispondere al "la figlia del ministro della magia?" chiese sorridente
la madre di Log. "Ehm, la nipote" risposi seguendo Charlie. "Fra
pochissimo torna anche Dan" la madre entrò in casa chiudendo la porta
alle sue spalle. "Ah io sono Hanna" disse la madre. "Hanna, scusami,
potrei sapere dov'è il bagno?" Chiese Charlie in imbarazzo, "ti faccio
andare a quello più bello, entra in camera di Log. E poi spingi la
porta con tutte le foto" Disse indicando una stanza buia. Logan la
seguì accendendo la luce.
La
cena fu molto divertente. I genitori di Logan erano un vero spasso. La
nonna e il nonno ci riempivano di complimenti. Ed io strinsi amicizia
con Ryan. Era bello sentirsi parte di un gruppo. E fino a quel momento
non capivo l'importanza di sentirsi parte di un qualcosa di forte.
Li
guardai uno ad uno. Ed erano tutti felici. Charlie mi sorprese.
Solitamente con chi non conosceva era silenziosa. Invece in quel
momento parlava e raccontava tutte le avventure ad Hogwarts. Era seduta
fra Logan e Fred, parlava con i genitori di Logan come se li conoscesse
da una vita. "A che famiglia appartieni?" Chiese il padre di Logan
sorridendo. Calò il silenzio. "Mmmh... Buono, cos'è stufato?" Chiesi
mentre George mi guardava scuotendo la testa. "Black" rispose Charlie.
"Charlotte Black" annuì l'uomo. "Già" rispose lei secca. "Tuo p..." il
padre di Logan cercò di parlare, venendo interrotto da Logan. "Tutto
buonissimo mamma. Grazie a tutti della cena. Ora usciamo" disse
alzandosi. "Sei contento?" La madre di Logan sbottò contro suo padre.
"Grazie di tutto" farfugliò Charlie in imbarazzo. "Grazie a voi
ragazzi. Divertitevi" dissero in coro i suoi famigliari. Uscimmo di
casa seguendo Logan. Era rimasto in silenzio camminando affianco a Fred
e George. Charlie era intenta in un discorso con Cedric, ed io mi
guardavo i piedi affianco a Ryan.
"Quindi
Corvonero, a che anno sei?" Chiese lui togliendoci dal silenzio
imbarazzante. "Devo iniziare il secondo. Tu?" Chiesi notando che i
ragazzi si erano fermati. "Devo iniziare il quinto... Sono nella
squadra, tu? Ambisci ad avere un ruolo?" Chiese rallentando. Voleva
parlare. "Sì, beh, vorrei essere prefetto... caposcuola e poi forse
pensare di entrare in squadra, ancora non lo so... Però sarebbe bello
essere anche cap..." venni bloccata. "Come Logan. Prefetto. Capitano.
Il ragazzo perfetto" sbottò Cedric girandosi verso di me. "Quindi?"
Chiese Charlie nervosa. "Sono ambizioni che hanno tutti. Tu sei
prefetto e capitano. Come lo è Logan. Come lo è tanta altra gente. Che
problema c'è se ambisce anche lei a quei posti?" Chiese Charlie
indispettita. "Nessuno Charlie. Dico solo che non tutti riescono"
rispose Cedric. Logan entrò in un bar. Sembrava totalmente immune alle
discussioni. "Log" Charlie lo seguì entrando anche lei. Fred e George
si misero al tavolo parlottando tra di loro. "Cedric... Dimenticala"
Ryan gli posò una mano sulla spalla. "No, senti. Devi essere sincera.
Ok?" Si girò verso di me. Annuii. "Quante possibilità su un milione?"
Chiese fissandomi. "Due barra una, domani uscirà con Oliver. E finché
Logan sarà al suo fianco lei non vedrà altro. Anche se ancora non se ne
sono accorti" risposi sedendomi con Fred e George. "Uscirà con Baston?"
Chiese stupito. "Sì" risposero in coro i gemelli. "Se possiamo darti un
consiglio. Lasciala perdere. Non è cosa tua" Fred agitò la mano da
lontano. Capii che stava facendo cenno a Ivy e Logan di raggiungerci.
La London Eye illuminava i loro volti mentre si avvicinavano. Charlie
teneva fra le mani un bicchiere arancione e Logan una bottiglia
marroncina. "Cos'è?" Chiesi a Charlie. "Come hai detto che si chiama?"
Chiese guardando Logan. "Eh?" chiese lui guardandola di rimando. "Va
bene, ok. Non è importante" risi. "Scusate" Fred si alzò. Guardammo
tutti dove stava andando. C'era un gruppo di ragazze poco distante da
noi. Charlie le fulminò. "Mi fai fare un sorso?" Chiesi distraendola.
"Tieni" rispose porgendomi il bicchiere. Le ragazze si avvicinarono
presentandosi. "Odiose" brontolò Charlie. "Già, e poi che bisogno
c'era?" Chiesi guardando il panorama, "Ivy... e se in realtà scoprissi
che Oliver non mi piace?" Chiese posando il bicchiere sul muretto,
"sarebbe una manna dal cielo... Cioè non ha nulla di bello, è un
fissato di Quidditch... mi sembra uno sfigato! E francamente credo che
tu sia l'unica ad andargli dietro, nonostante sei bellissima ed hai la
fila. Sei simpatica quando vuoi, certo un po' lunatica... ma ti
capisco, l'influenza di Lupin..." mi diede uno schiaffo giocoso sul
braccio cercando di trattenere una risata. "E poi io so che a te piace
un altro. Ti conosco." Dissi tornando seria. Lei mi guardò sorseggiando
la sua bevanda. "Ivy, ti chiedi mai, di chi si sia innamorato mio
padre? Cioè... non mi ha certo partorita lui no? Eppure mia madre è...
sparita" disse guardando anche lei il panorama. "Non per forza si
dev'essere innamorato... tu sei innamorata di Oliver? O di Cedric?"
Chiesi guardandola negli occhi. "No, ma che c'entra?" Chiese con lo
sguardo glaciale, "tu fai quello che vuoi con loro. Ci giochi. Certo
non sei mai andata oltre. Però magari sei stata un bellissimo errore di
gioventù" risposi scrollando le spalle. "Cioè pensi che sia capitata?"
Chiese fissandomi. "Senti, non ti rovinare la serata. Magari domani ne
parliamo con Remus." Risposi girandomi verso i ragazzi. Stavano
approfondendo la conoscenza con quelle ragazze. Mi girai verso Charlie.
Si era scolata tutto in un sorso. La serata passò velocemente. Le
ragazze se ne andarono poco dopo. E noi rimanemmo a scherzare e ridere
sul muretto. Come quando da piccola accompagnavo Thomas alla stazione,
lo vedevo divertirsi con i suoi amici, e speravo che anche io trovassi
tutto questo. E grazie a loro. Lo avevo. Fred e George mi abbracciarono
scompigliandomi i capelli. Charlie posò la testa sulla spalla di George
mentre teneva Logan abbracciato. Cedric e Ryan rimasero immobili a
guardarci ammirare il panorama. Forse sì. Era fin troppo perfetto. Per
durare.
Tornammo
tutti alle proprie case. Ed io mi buttai sul letto leggendo un libro.
Sentivo gli occhi bruciare dalla stanchezza. E poi, caddi in un sonno
riginerante.
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