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​Era chiusa. Schiva. Ne aveva passate di tutti i colori e aveva imparato a tirarsene fuori da sola. Anche se a fatica.

​Parlava poco, non diceva quasi mai la sua opinione.

​Aveva il terrore di dire o fare qualcosa di sbagliato.

​Se incontrava persone che non conosceva diventava un blocco di marmo, muta, spaesata.

​Non credeva nelle proprie capacità ed era sempre alla ricerca di approvazione.

​Invece era una persona normale e aveva le stesse doti del resto del mondo. Solo che non se ne rendeva conto.

​E in fin dei conti stava bene anche così. Aveva trovato un suo equilibrio nella negatività e andava avanti, nascondendo i suoi pensieri e le sue emozioni.

​Poi il caso fece si che iniziasse ad avere a che fare con persone che le emozioni le tiravano fuori a forza.

​E non andava bene. Lei non sapeva metabolizzare le emozioni. Né quelle negative, né quelle positive.

​Eppure una persona in particolare riuscì a passare oltre questi muri, a capirla, a vedere quelle qualità che lei per prima non vedeva.

​Essendo se stesso riuscì a guadagnarsi la sua fiducia.

​E le botte emotive arrivarono, una più bella dell'altra, ma anche una più forte dell'altra.

​La lasciarono spaesata, completamente incapace di fare alcunché, tranne ripensare agli eventi da poco passati, desiderando riviverli e rimanerci per sempre.

Quante volte aveva desiderato andare indietro nel tempo e perdersi per sempre in quell'abbraccio, in quella sensazione bellissima di sicurezza e protezione.

Adesso va meglio. Lei sta imparando piano piano a vivere e a non restare chiusa nel suo bozzolo. Sa che può farcela adesso.

Ma sa anche di poter chiedere a lui nel momento del bisogno, fosse anche solo per un parere o per una parola di conforto.

Ed è una sensazione bellissima sapere di poter contare su qualcuno.

E sa che in qualsiasi tempo, passato presente e futuro, associerà sempre Claudio a sicurezza e protezione.