Dopo
l’ultima one shot pensavo che sarebbero trascorsi mesi, prima di
pubblicare qualcosa. Poi… giovedì sera c’è
The Voice of Italy, per chi non lo sapesse. Nella squadra di Albano
c’è un/una concorrente, che durante il primo Knock Out ha
cantato un pezzo di Mina che conosco benissimo “Un anno
d’amore”. Mentre la ascolto, la mia mente cosa fa? Va
diretta a Sherlock e al periodo trascorso all’estero, lontano da
John. Così nasce questa… cosa. Portate pazienza. O la
scrivevo e la pubblicavo o non me la sarei mai tolta dalla testa.
I personaggi non mi appartengono, io li uso solo per tediare il
prossimo con ciò che mi passa per la testa. Spero che non
ricordi altre storie. In questo caso, sarebbe assolutamente
involontario.
Buona lettura.
Un anno d’amore
Sei seduto al tavolino esterno di un bar. C’è caldo e il
sole splende alto in cielo. Fai finta di sorseggiare un cappuccino. In
realtà, stai sorvegliano l’uomo che controlla la cellula
italiana dell’organizzazione di James Moriarty. Lui si trova nel
suo ufficio, ma sai che presto uscirà per andare a un incontro
al vertice con altri capi sezione di altre nazioni. Tutti ti credono
morto, Sherlock Holmes. Nessuno ha capito chi stia implacabilmente
cancellando l’eredità lasciata dal genio del male
irlandese. Molti credono che sia una lotta sotterranea e interna per la
supremazia. Pensano che uno dei vari bracci destri stia tentando di
prendere il controllo completo dell’organizzazione e di
sostituirsi a Moriarty, annientando i rivali più pericolosi.
Nessuno sospetta che tu abbia inscenato il tuo suicidio e stia portando
avanti meticolosamente e spietatamente la tua missione. Hai già
scoperto tutto quello che ti interessa sul referente italiano. Potresti
farlo arrestare dalla polizia, informandola delle attività
illecite gestite dall’uomo, tramite Mycroft. Se non lo hai ancora
fatto, è solo perché sai che quell’uomo ti
porterà ad altri capi.
La radio del bar è accesa, sintonizzata su una stazione che
trasmette solo musica italiana. Non hai problemi a capire i testi delle
canzoni. Ti mantieni dando ripetizioni di inglese a studenti svogliati.
I ragazzi pensano che tu conosca benissimo quella lingua complicata e
dura, nativa di un’isola fredda e nebbiosa, ricca di leggendarie
tradizioni. Nessuno ha capito che sei inglese. “Tutti guardano,
ma nessuno osserva,” sbuffi, infastidito. Ignori quella fitta
dolorosa, che senti fugacemente in mezzo al petto, al ricordo
passeggero della persona cui la ripetevi in continuazione. Ti concentri
sulla canzone che stanno trasmettendo. Non vuoi… non puoi
pensare a lui. A John Watson.
Dall’attacco dell’introduzione musicale, sarà una
melensa canzone d’amore. La voce di una donna sussurra. Disperata.
Si può finire qui
ma tu davvero puoi
buttare via così
un anno d'amore
Il viso di John appare chiaro nella tua mente. È la sua voce,
piena di dolore e di rabbia, nemmeno troppo repressa, che ti chiede se
vuoi veramente andare via da Londra, lasciandolo indietro, facendogli
credere che tu sia morto. Abbandonandolo, dopo che lo hai salvato,
probabilmente non solo da una vita tediosa e monotona. Trattandolo come
se non fosse importante per te. Come se non ti fidassi di lui.
Cancellando ciò che avete costruito. Rinunciando alla vostra
straordinaria e profonda amicizia, nata in modo inaspettato, per
entrambi, ma non per questo meno vera e importante.
se adesso te ne vai
da domani saprai
un giorno com'è lungo e vuoto senza me.
Sei andato al cimitero per vederlo. Sei sfuggito alla sorveglianza
degli inetti e stupidi uomini di Mycroft, perché solo pochi
giorni senza John ti sono sembrati eterni. Quando tuo fratello lo ha
scoperto, si è infuriato. Non che ti sia importato molto. Dovevi
essere sicuro che John stesse bene. Dovevi vederlo un’ultima
volta, prima di partire. Salutarlo, a modo tuo. E fargli quella
promessa che ripeti ogni giorno, come un mantra, affinché ti
aiuti a trovare la giusta motivazione per andare avanti. Hai sentito il
suo urlo. Il modo angosciato in cui ha gridato il tuo nome, mentre
volavi giù dal tetto del Bart’s. Non credevi fosse
possibile imprimere tanta disperazione in un solo nome.
Il tuo.
Non riesci a dimenticarlo. Non sei mai riuscito a capire come
funzionasse il cuore della gente. Sai, però, come funzioni il
cuore di John Watson. Sai di averlo fatto a pezzi. Come sai che lui ti
perdonerà. Volevi comunque essere certo che lui stesse superando
il momento peggiore. Volevi un ultimo ricordo, prima di partire. Volevi
essere sicuro di avere fatto la scelta giusta. John sta soffrendo, ma
è vivo. E nulla è più importante di questo. Lui
è forte. È sicuramente riuscito a superare il dolore.
E di notte
e di notte
per non sentirti solo
Ma tu non lo hai superato, vero? Il dolore del distacco. Il peso della
solitudine. Tu ricordi tutto. La prodigiosa memoria, di cui ti vanti
sempre, è la tua qualità migliore. E la tua maledizione
più grande. Tu non puoi dimenticare nulla. In quelle lunghe e
noiose notti, fatte di attesa e insonnia, non puoi che tornare a lui.
Non puoi che trovare sollievo nell’aprire le porte in cui
custodisci gelosamente ogni ricordo dell’unica persona che abbia
abbattuto le mura che ti eri costruito, per proteggere il tuo cuore.
Per non farti ferire. Per non farti distrarre dagli inutili sentimenti.
Era stato inutile. Anni di pratica e negazione, spazzati via
dall’incontro con quel piccolo uomo emotivo. Ti ha sempre
meravigliato la velocità con cui John ha divelto le tue difese,
costringendoti a fare i conti con la tua umanità. Obbligandoti a
capire che persino tu, Sherlock Holmes, hai bisogno di qualcuno. Ai
più John può sembrare un uomo comune e banale.
Non lo è.
Per quanto tu non glielo abbia mai detto, sai quanto John Watson sia unico e straordinario.
ricorderai
i tuoi giorni felici
ricorderai
tutti quanti i miei baci
In queste notti solitarie e noiose, ti rifugi nei ricordi. Ricordi i
casi risolti. Ricordi le corse folli per le strade di Londra. Ricordi
le risate. Non hai mai riso tanto in vita tua, come da quando conosci
John. Ricordi i suoi rimproveri. Il suo modo di essere furioso. Il suo
modo di farti capire quando e quanto tu stia esagerando, con un solo
sguardo. Il suo modo di prendersi cura di te. Ricordi la sua fiducia
infinita verso di te, che gli leggevi negli occhi. La sua ammirazione
per l tue capacità. La meraviglia che gli illuminava gli occhi
di quell’incredibile blu, ogni volta che spiegavi la soluzione di
un caso. John non si è mai sentito minacciato dalla tua
intelligenza. Né offeso dai tuoi insulti. Lui ti ha sempre
veramente accettato per ciò che sei, senza cercare di cambiarti.
Eppure lo hai fatto, inconsapevolmente. Sei cambiato, per tentare di
essere l’eroe di John Watson. E per lui sei morto. Ricordi il
modo composto e dignitoso in cui è crollato davanti alla tua
tomba. Avresti voluto andare da lui e abbracciarlo. Consolarlo.
Rassicurarlo. Un pensiero assurdo, vero? E non solo perché
avresti messo John in pericolo, mandando a monte il piano accuratamente
studiato insieme a Mycroft per tenere al sicuro le persone cui tieni.
No. L’assurdità non sta in questo. La cosa che ti ha
sconvolto e stupito è stato quell’impulso di volere
abbracciare John, che hai controllato a stento. Perché tu non
abbracci la gente. Non la consoli. Eppure, per lui l’avresti
fatto. Avresti stretto John fra le tue braccia, perché sarebbe
stata la cosa giusta da fare. E sai che ti sarebbe piaciuto. Che non
avresti provato imbarazzo.
e capirai
in un solo momento
cosa vuol dire
un anno d'amore
cosa vuol dire
un anno d'amore.
E ora capisci. Finalmente comprendi che cosa voglia dire… amare.
Impossibile, vero? Tu non puoi essere afflitto da questo male, comune
all’intera umanità. Tu non puoi essere stato contagiato
dall’insensatezza dei sentimenti. Soprattutto, non puoi essere
stato travolto dal peggiore di tutti. L’amore. Emetti uno sbuffo
sprezzante. Tu non sei innamorato di John! Se glielo dicessi… Ti
scappa una risata. Se dicessi a John di essere innamorato di lui, il
caro dottore spalancherebbe gli occhi e ti direbbe: “Io non sono
gay!” Nel tono più scandalizzato possibile. No. Tu non sei
innamorato di John. Giusto?
Lo so non servirà
e tu mi lascerai
ma dimmi, tu lo sai
che cosa perdiamo
se adesso te ne vai
Alla fine hai deciso di lasciarlo a Londra. Hai deciso di rinunciare a
vivere altre avventure con John, pur di saperlo sano e salvo. Per un
breve attimo, hai pensato di rivelare la verità a John e di
chiedergli di seguirti nella tua lunga missione. Vi sareste divertiti.
La vostra complicità sarebbe diventata sempre più
profonda. Lontani da Londra. Soli. Forse…
Non lo hai fatto.
Se John fosse sparito da Londra, anche lasciando trascorrere alcuni
mesi dal tuo finto suicidio, qualcuno avrebbe potuto sospettare la
messinscena. John sarebbe stato al sicuro, con te, ma la signora Hudson
e Lestrade sarebbero stati il bersaglio della vendetta degli uomini di
Moriarty. No. Hai preso l’unica decisione logica e giusta. John
capirà. Nuovi ricordi li formerai e li immagazzinerai nella tua
mente, quando tornerai a Londra. Nuove avventure le vivrete quando
avrai sgominato l’organizzazione di Moriarty. Allora sarete
ancora Sherlock Holmes e John Watson, soli contro il mondo.
Perché tu tornerai da John.
non le ritroverai
le cose conosciute
vissute
con me.
Devi fare presto. Sei sicuro che John si stia annoiando a morte. Non ha
nulla da fare, a parte il suo lavoro in ospedale. L’adrenalina
non gli scorre più nel sangue. Ha bisogno di te, per questo.
Sicuramente si è trovato una qualche insulsa fidanzata e tu non
sei lì a farla scappare. Devi fare in fretta e tornare da lui.
Devi salvarlo dal suo pessimo gusto in fatto di donne. Una volta
tornato, ricomincerete a scorrazzare per Londra, alla caccia di
assassini, ladri e di chiunque commetta un qualche tipo di reato. John
non si dimenticherà di te. Non ti sostituirà con una
delle sue ottuse fidanzate.
E di notte
e di notte
per non sentirti solo
ricorderai
i tuoi giorni felici
ricorderai
tutti quanti i miei baci
La notte è il momento peggiore, quando non puoi condurre
indagini. Sei chiuso in camere anonime e senza anima. Camere in cui
hanno vissuto altri uomini, donne, bambini… I ricordi della tua
vita precedente sono ciò che ti dà la forza di compiere
la tua missione. Sono sempre lì a ricordarti perché stai
facendo quello che stai facendo. Quei ricordi, ben protetti dietro a
porte sicure, sono la linfa vitale cui ti aggrappi per non impazzire, a
causa della solitudine, che non ti è mai pesata tanto, come dal
giorno in cui Mike Stamford ha portato un ex medico militare,
claudicante e senza futuro, nei laboratori del Bart’s.
e capirai
in un solo momento
cosa vuol dire
un anno d'amore
cosa vuol dire
un anno d'amore.
La voce della cantante grida la propria disperazione. La propria
delusione. La propria maledizione. Il tuo uomo sta uscendo e tu sei
pronto a seguirlo. Non ti farai fermare da quella canzone, che sembra
volerti ricordare le tue colpe e quello che ti sei lasciato indietro.
Non hai tempo per i rimpianti. Tu devi pensare al futuro.
A tornare da John.
“Perché io
tornerò da te e ti farò capire che cosa sento per te.
Quanto tu sia importante. Aspettami, John. Perché noi abbiamo un
futuro.”
Ti fai questa promessa, ogni giorno, da quando sei partito.
Perché questa è la tua luce, in fondo al lungo tunnel
buio in cui vivi.
E la tua luce è John.
Anche se non è fisicamente con te, lui ti guiderà fuori
dalle tenebre. E quando tornerai da lui, tutto sarà come prima.
Perché John ti avrà aspettato e ti accoglierà a
braccia aperte. Per continuare la vostra avventura insieme.
Qualsiasi cosa sia ciò che ti stringe il cuore in una fitta dolorosa, ogni volta che pensi a John.
Forse qualcosa chiamata amore.
Angolo dell’autrice
Come ho spiegato all’inizio, non è nulla di che. Solo pensieri accompagnati da una bella canzone.
Grazie a chi sia arrivato fino a qui . Grazie a chi voglia lasciare una riga di commento.
Alla prossima.
Ciao!