Cap. 1 - Nero
Cap.
1 - Nero, sempre più nero
Una folata
di aria,
come se un tornado avesse spalancato la porta, era entrata nella
stanza,
buttando a terra gran parte dei fogli che, un attimo prima, stavano
sparpagliati sul massiccio tavolo in legno presente in sala insegnanti.
Uno
sbuffo contrariato,
seguito da veloce occhiata in tralice, accolse l’incauto
nuovo arrivato, il
quale, dopo aver mosso verso l’alto un sopracciglio, senza
nemmeno accennare un
saluto o una parola di scuse, si diresse alla macchinetta del
caffè, dalla
quale si servì abbondantemente.
-
Non disturbiamoci a
rimediare al danno, mi raccomando – il
borbottio a mezza voce giunse senza difficoltà alle orecchie
di colui che era
appena stato ribattezzato “maleducato
essere a due zampe”.
La
donna nel frattempo
si chinò ed iniziò a raccogliere i fogli caduti,
che altro non erano che gli
appunti per le lezioni della prima settimana, tentando inutilmente di
ridar
loro quell’ordine che aveva faticosamente ottenuto nella
precedente mezz’ora di
lavoro. Aveva ricevuto quel materiale da poco più di una
giornata e già stava
insultando il suo predecessore in ogni lingua a lei conosciuta, incluso
il
codice binario(1).
Inginocchiata
a terra,
guardava con disperazione il risultato ottenuto –tre sole pile di fogli, quando
avrebbero dovuto essercene almeno
cinque, una per ogni anno più i test di valutazione–
e maledisse nuovamente
l’intruso, cercando di raggiungere la scatolina piena di
graffette che sapeva
d’aver lasciato sul tavolo, accanto alla borsa.
Tastò
in lungo ed in
largo il ripiano in legno, senza distogliere lo sguardo da terra, quasi
avesse
paura che gli appunti si sarebbero ancora mischiati non appena si fosse
distratta. Due scarpe da ginnastica bianche si fermarono a pochi
centimetri
dalla pila numero tre, quella più alta. Samantha le
fissò con astio, forse
còlta dalla tentazione di levarsi lo spillone con cui teneva
sommariamente
appuntati i capelli e piantarlo su uno dei due piedi, inchiodandolo
così al
suolo, stile tortura medievale.
-
Cercavi queste? –
In
tutta risposta alzò
piano lo sguardo, facendolo scorrere prima lungo due gambe
chilometriche
fasciate da jeans blu scuro, passando per un maglioncino bluette, fino
ad
arrivare al viso.
Un
sorriso
strafottente, segnato dalla barba incolta, capelli ricci sparati in
ogni
direzione, che s’allungavano sul collo e sulla fronte in
delicati boccoli -che
avrebbero fatto invidia alla regina
Maria Antonietta-, facevano da contorno ad occhi
incredibilmente azzurri,
che la squadrarono dall’alto in basso come se lei fosse uno
gnomo da giardino.
Samantha
gli strappò di
mano con poca gentilezza la preziosa scatolina e pinzò il
più in fretta
possibile i fogli, ormai sgualciti, prima di rialzarsi da quella
scomoda
posizione. Una volta in piedi si prese del tempo, spazzolando la gonna
del
completo nero dall’inesistente polvere –quella
scuola era più linda e disinfettata di un ospedale, grazie a
Miss Brown ed al
suo esercito di api operaie– prima di riportare
l’attenzione sul suo
interlocutore.
Purtroppo,
nonostante
il suo metro e settanta, unito ai tacchi dei sandali che indossava,
dovette
comunque guardare ancora più in alto per poter incrociare
quegli occhi che, nel
frattempo, non avevano perso un solo istante ed ogni sfumatura della
sua
rabbia.
-
Nuova arrivata? – s’informò
il biondino.
-
Inizio questo
semestre. Sostituisco il professor Fletcher. – rispose la
ragazza, in tono
evidentemente seccato.
-
Ottimo. Era ora che
la dirigenza svecchiasse un po’ lo staff. – fece
una pausa, poi riprese subito
– Wood. Inglese. –
-
Davis – disse lei
afferrando, se pur con una certa riluttanza, la mano tesa di fronte a
lei.
La
stretta tra i due
fu breve, ma energica. Si squadrarono con diffidenza per qualche
secondo
ancora, prima che lui tornasse a dedicare la sua attenzione alla tazza
di
caffè, ignorando la ragazza.
Samantha
finì di
raccogliere le sue cose dal tavolo, infilandole nella capiente borsa,
dopodiché
prese la porta ed uscì, diretta verso l’aula che
Samuel Higgs, il dirigente
scolastico della West Point Academy(2), le aveva assegnato per i suoi
corsi.
Aveva
appena chiuso
la porta dietro di sé quando sentì due voci:
-
Ehi Alex, questa
volta ti è andata buca! –
-
Dai Mark, ma se
nemmeno ci stavo provando – rise il primo –
E’ troppo giovane –
E rigida
– aggiunse tra sé.
-
Tempo un mese e
scapperà a gambe levate, dopo aver provato le classi di
Fletcher. – profetizzò
il primo.
Samantha
entrò nella
stanza e poggiò la borsa sulla cattedra, guardandosi intorno.
Quel…
quel… Wood
l’aveva decisamente indisposta. Troppo strafottente, per i
suoi gusti.
Non
sarebbe stato
facile, ma non gli avrebbe dato soddisfazione.
“Troppo giovane”,
aveva detto. Come se lui fosse tanto più vecchio.
Samuel
l’aveva
prevenuta -Fletcher
aveva la fama di
pozione soporifera, tra gli studenti- e l’ultima
cosa che le serviva in
quel momento era ritrovarsi tra i piedi un collega supponente e pieno
di sé.
Non
poteva –e
nemmeno voleva- rinunciare a quel posto,
benché ancora a
titolo provvisorio. Il professor Fletcher, nonostante fosse oramai
prossimo
alla pensione, non aveva certo intenzione di mollare alla prima
neolaureata la
cattedra che deteneva da oltre quarant’anni, ma una brutta
caduta dalle scale,
con conseguente lussazione dell’anca giusto pochi giorni
prima dell’inizio del
semestre, lo aveva costretto a letto.
Higgs,
suo ex
professore di storia alla British Columbia(3), ed attuale dirigente
scolastico
della WP High School l’aveva contattata per una sostituzione
in extremis. Sam
aveva accettato l’offerta prima di tutto per riconoscenza.
Samuel Higgs era
stato uno dei pochi insegnanti che aveva saputo guadagnare il suo
rispetto e la
sua ammirazione, nonostante la sua materia fosse per lei del
tutto… insipida.
L’altro
motivo era
proprio Higgs. Una vecchia volpe, doveva riconoscerlo. Le aveva
prospettato la
situazione come “estremamente
appetitosa
e conveniente”, per usare parole sue. Non ci
aveva messo molto a
convincerla. Il West Point era poco distante dalla British Columbia,
che lei
ancora frequentava per ottenere un secondo master, dopo quello in
Linguaggio
crittografico(4) già conseguito, e lo stipendio le sarebbe
stato utile. Gli
orari, inoltre, erano totalmente compatibili con le sue esigenze.
Quello
che, però,
aveva tralasciato di comunicarle era il livello a dir poco disastroso
delle classi
che lei aveva ereditato. Livello che, per inciso, lei aveva scoperto
poco
prima, dopo aver messo mano alle scartoffie riesumate dal fondo dello
schedario
riservato ai corsi gestiti da Fletcher. Dallo stato in cui li aveva
trovati,
dubitava che quei dati venissero aggiornati regolarmente.
Le
risatine seguite
al suo scasso –il
vecchio, per dispetto,
non aveva voluto darle una copia delle chiavi- non avevano
certo
contribuito a migliorare il suo umore, né a risolvere il suo
problema che, in
quel momento, sembrava in prospettiva ancor più nero del
completo che
indossava.
Non
aveva esperienza
nell’insegnamento, non ad un’intera classe,
quantomeno. I suoi pregressi si
limitavano a qualche ripetizione pomeridiana a singoli studenti, oppure
ai
compagni di corso, che le chiedevano delucidazioni sugli appunti che
lei
passava volentieri in caso di assenza.
Aveva
chiesto a
Samuel qualche consiglio in merito, per partire col piede giusto senza
farsi
prendere dal panico, e lui, per tutta risposta, le aveva “caldamente”
consigliato di “rubare”
ai colleghi più anziani.
Questo
spiegava la
sua presenza a scuola quel lunedì mattina. Le sue lezioni
sarebbero iniziate
solo la settimana successiva, quindi Samantha aveva deciso che, in quei
primi
giorni, avrebbe seguito i corsi degli altri professori, come una
studentessa
qualsiasi.
Si
era quindi
procurata, in segreteria, il piano completo di studi del primo
semestre. Doveva
solo decidere da quale iniziare. Non conoscendo nessuno di loro,
pensò bene di
affidarsi al banale, ma rigoroso e sempre utile, ordine alfabetico.
-
Dunque, vediamo… A…
A… A… nessuno il cui nome inizi per A –
mormorò, facendo scorrere la matita
sull’elenco.
-
Passiamo alla B,
allora… Ecco qua! Bright. Suzanne Bright, insegnante di
geografia. –
La
signora Bright
aveva lezione l’ora dopo la pausa pranzo con la terza classe.
Doveva solo
trovare qualcosa con cui occupare la mattinata. Il nome seguente era
Burns,
Richard Burns, educazione civica. Poi c’era Rose Clayton, di
chimica. Nessuno
dei due aveva lezione il primo giorno.
C’erano
poi Grant, Mc
Key, Norton, Simmons ed infine Turner e Wood.
Wood.
Alexander Wood,
professore di inglese nonché responsabile del club di teatro.
Il biondino
riccioluto ed indisponente incontrato poco prima, dunque, era davvero
un
insegnante!
La
sua lezione
sarebbe iniziata dieci minuti dopo, giusto il tempo per Samantha di
trovare
l’aula. Non ci avrebbe creduto finché non
l’avesse visto coi propri occhi.
Angolino
di Lune:
Di
che parliamo? Per chi mi conosce non sarà una
sorpresa sapere che… mi son presa una cotta virtuale. Questa
volta la colpa è
di un riccioluto biondino dagli stupendi occhi azzurri, di cui non
farò il nome
nemmeno sotto tortura, ma se proprio volete un termine di riferimento
potrei
suggerire Simon Baker (Patrick Jane, The Mentalist - Nick Fallin, The
Guardian), anche lui altrettanto
biondo, ricciolino e occhi-azzurri dotato.
Lo dico perché, nonostante questa sia una
Originale, alcuni tratti fisici e del carattere sono influenzati dalla
mia, al
momento, ossessione.
Il resto è tutto frutto della mia… tastiera. E
dei
personaggi che man mano si verranno a delineare.
Spero gradirete e… avviso subito: niente
aggiornamenti a breve scadenza. Gnaa fo. Ma prometto di provarci,
parola di…
Patrick.
Per
saperne di più:
(1)
Il codice binario altro non è che il linguaggio
macchina. In pratica è una lingua che utilizza solo due
caratteri (zero e uno),
chiamati bit, che opportunamente disposti in sequenze di 8 (ossia un
byte)
creano dei comandi eseguibili e/o elaborabili da un processore.
(2) Non
esiste una West Point Academy a Vancouver. O
forse sì. A me piaceva il nome, suppongo che da qualche
parte ne esista davvero
una con questo nome, anche se non in Canada.
(3) La British
Columbia invece esiste ed è
l’università principale di Vancouver, decisamente
la più grande, sicuramente
quella che offre più facoltà di studio. Si trova
al 2329 di West Mall. E qui
trovate l’elenco delle facoltà.
Con lo stesso nome viene definito anche il
quartiere universitario.
(4) Il Master in Linguaggio Crittografico dubito
che esista. Licenza poetica.
Il Bachelor’s Degree dura
dai 3 ai 5 anni in Canada
e corrisponde alla nostra Laurea quinquennale. Gli studenti che
desiderano
conseguire un baccalaureato o una laurea sono chiamati
"undergraduate". L'ammissione a un corso di laurea prevede
solitamente il conseguimento di un diploma di scuola secondaria
superiore. Le
lauree richiedono normalmente 3-4 anni di studio a tempo pieno, a
seconda della
provincia e del tipo di corso (specialistico o generico). Un
Baccalaureato
Honours indica di solito una specializzazione nella materia e un
più elevato
livello di impegno accademico. In alcune università il
conseguimento di una
laurea Honours può richiedere un ulteriore anno di studio.
|