Lo so

di Hetty
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«AAAAAAAH! AAAAAAH! CHE COSA HAI FATTO! AAAAAH! AAAAAH!»
Nadia tornò in sé e afferrò il nefasto messaggio.
«AAAAH! NO, NOOOO!»Basta piangersi addosso,
era giunto il momento di agire.
«PERCHÉ LO HAI FATTO, PERCHÉ?! SEI BRUTTO E CATTIVO, TI ODIO, NON SEI PIÙ MIO FRATELLO! SEI CATTIVISSIMO, NON TI VOGLIO PIÙ VEDERE!»
Avrebbe chiesto aiuto alle sue amiche, da sola non poteva farcela. Afferrò il cellulare e cercò il numero di Serena, niente messaggino, non c'era tempo. Questa era un'emergenza, una vera emergenza.
«BRUTTOOOOO! LO DICO ALLA MAMMA ADESSO, COS
Ì POI VEDI... MAMMAAAAAA!»
«Sere, sono io. È un'emergenza. Sono in grossi guai, ho bisogno del vostro aiuto. Chiama le altre. Non posso spiegarti ora, per telefono.»
«MAMMA! MAAAAAMMA!» gridò a squalciagola la figlia di Nadia, tirandola per i pantaloni, «GUARDA CHE MI HA FATTO! GUARDA! ORA LA MAESTRA MI SGRIDA!»
Nadia finse di non sentire, ma quando la bambina le fece scivolare a terra i pantaloni della tuta, rivolse lo sguardo verso di lei.
«Scusami un attimo Sere, tesoro. QUANTE VOLTE TI HO DETTO A MAMMA CHE NON DEVI DISTURBARMI MENTRE STO AL TELEFONO? E DOVE STO ADESSO? AL TELEFONO, STO. E QUINDI NON MI DEVI SCASSARE, CAPISCI A MAMMA? GUARDA CHE HAI FATTO A MAMMA, TIRAMI SU ‘STE BRAGHE CHE POI FAI SEMBRARE A MAMMA UNA SCOSTUMATA. VUOI UNA SCOSTUMATA PER MAMMA, TU?»
La bambina si rannicchiò, tenendo il quaderno aperto con entrambe le manine. Scosse la testa per far cenno di no, lasciò cadere il quaderno e sistemò i pantaloni della madre.
«Oh, brava, così mi piaci! Adesso fai la brava a mamma e vai di là a giocare con il tuo fratellino, vai, a mamma, che tengo da fare.»
La bambina tirò su con il naso e si asciugò una lacrima. Raccolse il suo quaderno, lo chiuse e se lo strinse al petto. Senza dire una parola, girò le spalle e si avviò mesta verso l'altra stanza.
«Eccomi scusami Sere, tesoro, tenevo la creatura un po' in crisi, ma una mamma sa sempre come risolvere queste cosa, ma che ti sto a dire, tra mamme ci capiamo subito! Ma torniamo alle cose importanti, chiama tutte qui, fammi 'sto favore che se no non so dove si va a finire. Grazie cara, ciao, ciao, bacini baciottelli, ciao!»
Nadia chiuse la conversazione. Sapere che le ragazze sarebbero arrivate entro breve la rincuorava. Averle vicino la faceva stare bene, il loro supporto era importante. Loro erano la sua forza, in questo mondo pieno di nefandezze e invidie, erano la sua boccata di ossigeno.
Si sedette e riguardò lo strumento del demonio che aveva tra le mani. Ma come era potuto succedere, proprio a lei? Beh, di cose invidiabili ne aveva molte, forse troppe, doveva aspettarselo, prima o poi. Alzò gli occhi e guardò la gigantografia della foto delle sue nozze. Com'era bella, in quel giorno speciale! Il suo traguardo, il suo ingresso nella vera vita, il giorno in cui il suo destino era giunto a compimento! Spostò gli occhi sulle riproduzioni delle ecografie delle sue creature: com'erano adorabili, così piccolini e così perfetti! Sospirò e sorrise. Quanto le mancava un piccolino tra le braccia... Si chiese quanto ancora doveva aspettare per poter stringere un'altra creaturina al petto e riempirla d'amore... Dell'amore che solo le vere mamme erano capaci di dare, quell'amore immenso, sconfinato, che non è possibile trovare altrove. Aveva grandi poteri, grandi doni e non vedeva l'ora di mostrare al mondo quanto valesse.
I suoi bambini, i suoi gioielli, il suo vanto.
Le signore del palazzo le facevano sempre complimenti e solo le invidiose senza amore se ne stavano zitte. Zitelle inutili, che crepassero nella loro invidia!





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