Chiamata in attesa

di yonoi
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         Le mie ultime ore sono immerse in un’incandescenza fuori dal tempo: quella dei tubi al neon che corrono lungo il cemento quadrato del soffitto, denso di ombre e di sporcizia negli angoli, e quella dei muri bianchi, che solo nella mia cella si colorano di cartoline e di foto con le orecchie arricciate.
        
        Mi hanno domandato cosa desideravo come ultimo pasto, ma mi è sembrato strano sprecare il poco tempo che ancora mi rimane pensando al cibo. E poi mangiare serve per continuare a vivere: mentre io, circondato dal bianco, tra poco non sarò più.
        
        Indosso abiti puliti, gli effetti personali li ho già consegnati quando mi hanno portato qui. Già non ho più una storia, e mi resta una sola cosa da consegnare. 
    
       Ora li sento venire: sono in due e torneranno per accompagnarmi in fondo a quel corridoio immerso in una luce abbagliante. Molto probabilmente, mi dovranno sorreggere.
  
       Ma non è ancora il momento.

      Sopra di me il quadrante bianco dell’orologio indica che mi resta ancora un’ora intera, e ho anche il diritto di fare una chiamata. I due mi portano per l’appunto un telefono, un vecchio modello con un filo lunghissimo, che si perde chissà dove.
      
      Per comporre le cifre, occorre infilare le dita in un disco e farlo scorrere: le mie tremano un poco, e in quel tremito che fa scivolare il biglietto col tuo numero di telefono, dalle mie dita incerte fino al bianco del pavimento, io ritrovo l’ultima ragione della mia vita.
   
      Mi risponderai, adesso? Lo sai bene che dopo, non potrò più disturbarti.

      Ho cercato il tuo volto tra i parenti e gli amici, durante l’ultima visita.

      Ti ho cercato, non c’eri.  

     Così ho voluto riservarmi la speranza per quest’ultima ora. Solo per questo tremo, non tremerò per quello che succederà tra poco, neppure per il fatto che l’affronterò da solo.

         L’eternità, per me, è già cominciata: è in questa pausa che si protrae sulla linea libera, nell’attesa di dirti che porterò il mio amore e il tuo volto con me, per sempre.

         Non dovrò consegnarlo poco prima di lasciare la cella.

         Mi farà compagnia quando dovrò attraversare quel corridoio senz’ombre, diretto verso lo splendore di una luce incognita.

         Volevo che lo sapessi.

         Ma perché non rispondi?




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