Guarda le stelle

di Stardust Revolution
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26 prompts challenge
1/26: SONNO: 1. Fenomeno periodico di sospensione più o meno completa della coscienza e della volontà, indispensabile per il ripristino dell'efficienza fisica o psichica. 2. Stato di silenzio o d'immobilità.
 
Questa ff fa parte di una challenge del gruppo facebook : 
 
 
 
Grazie a chi la leggerà.
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Guarda le stelle. Gli dice una voce.
Apre gli occhi scavati dalla stanchezza. Il capitano James T. Kirk osserva silenzioso il mare che ha davanti. L’Enterprise solca quel mare, altrettanto silenziosa. Si volta. Dov’è tutto l’equipaggio? Non c’è nessuno . Nessuno è nella sala comandi. Prova a chiamare Scorry ,ma nessuno risponde. E’ solo. Solo sulla sua immensa nave. Solo in quell’immenso mare. Un brivido cerca di scuoterlo , ma la stanchezza è troppa e nemmeno la paura della solitudine lo accende. Da quanto tempo è che vaga senza meta? E dove è diretto? Dov’è casa sua? Ha mai avuto una casa? Si è mai sentito a casa?
Gli occhi gli pesano. Vorrebbe chiuderli e dormire. Dormire fino alla fine dell’universo ,fino alla fine di tutto. Si sente inadeguato , nella sua mente qualcosa scava , nel suo cuore qualcosa si torce , nella sua anima qualcosa grida senza voce.
Guarda la sua nave , dove sono andati tutti? Non c’è più nemmeno Spock.
Ha perso tutti.
E’ colpa mia , si dice.
La Morte è arrivata , ha preso i suoi compagni e ha lasciato lui. Ma lo ha davvero lasciato? E’ lì da solo ad osservare il vuoto e infinito terrorizzante cosmo. E’ vivo? E’ morto? Non lo sa. Sa solo che ha un gran sonno e vorrebbe dormire. Dormire , forse , per sempre.
Guarda le stelle. Di nuovo quella voce.
Da dove viene? Chi è?
Poi ogni cosa si muove , le immagini davanti ai suoi occhi scompaiono lentamente , come avvolte da una bianca nebbia di luce.
“Guarda le stelle , Jim.”.
Di fianco a lui è seduto il dottor McCoy , tra le mani un bicchiere di brandy. Lo agita piano e sorride mentre guarda fuori.
“Sono sempre belle. Anche se spesso mi danno molta nostalgia.”, aggiunge Leonard.
Jim lo guarda , poi volge lo sguardo attorno a se : è nella sua cabina , con il suo più caro amico , sulla sua cara Enterprise.
“Jim, mi ascolti? Stai bene?” , gli chiede Leonard.
Jim lo guarda, per poi annuire lentamente.
“Si. Scusami. Credo di essermi addormentato per qualche istante.” , ammette.
Leonard rise:
“Se sei stanco ti lascio riposare. Anche un capitano deve farlo ogni tanto ,non credi?” , si alza , portando con se il bicchiere mezzo vuoto.
“Si.”, sorride appena Jim.
Non è solo. E’ stato solo colpa di un sogno, di un incubo. Jim saluta Leonard , che scompare oltre la porta , si stende sul suo letto , il viso rivolto verso finestra. Ha sonno. Non dorme da troppe ore e la sua testa è affollata costantemente da pensieri. E i pensieri pesano sulle spalle di un capitano.
Guarda le stelle.
Di nuovo gli risuona nelle orecchie la frase del suo amico e all’improvviso la tensione lo lascia andare. Non importa dove stia andando. Non importa dove sia casa sua. La sua famiglia è lì, il suo equipaggio. Casa sua è lì, la sua nave. E allora tutto ha un senso , anche se non ce l’ha. Là , perso all’ultima frontiera per arrivare dove nessuno è mai giunto prima , non è da solo.
E gli occhi gli si fanno pesanti e finalmente cede al sonno. L’ultima cosa che vede prima di dormire sono le stelle. 
 




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