Sonno

di titania76
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Questa flashfiction partecipa alla challenge #26promptchallenge indetta dal gruppo facebook Hurt/Comfort Italia - Fanfiction & Fanart


#26promptschallenge - prompt 1/26
#SONNO:
1. Fenomeno periodico di sospensione più o meno completa della coscienza e della volontà, indispensabile per il ripristino dell'efficienza fisica o psichica
2. Stato di silenzio o d'immobilità.

Titolo opera: Sonno
Fandom: Saint Seiya
Ship: Saga/Aiolos (In questo caso è solo platonica)
Parole: 478
Tags: #angst #dormire #sensodicolpa #ombre #vendetta #rassegnazione #canon
Warning: livelli elevati di introspezione

*****

La vita non era stata giusta con lui. Lo sapevano tutti. Lo dicevano tutti, sottovoce.
Anche Saga ne era consapevole, così come era conscio che era stato per mano sua che la falce della Morte aveva ghermito la sua vittima.
Ogni volta che chiudeva gli occhi, nel silenzio delle stanze del Grande Sacerdote, si ritrovava di fronte alla lapide sulla quale era scolpito il nome di Aiolos.
«La tua vendetta», sussurrò con voce straziata. «Tutte le notti mi ricordi che le mie mani sono sporche del tuo sangue.»
Si rigirò fra le lenzuola profumate. Quell'odore era un tormento per lui. Gli rammentava la purezza del suo amico. Gli rammentava che quello non era il suo posto, che aveva usurpato il ruolo che Shion aveva assegnato a un altro. Eppure... lo meritava quel ruolo. Lui era destinato ad essere il successore del Grande Sacerdote; Aiolos non sarebbe mai stato adatto.
Ne era certo. Ne era certo! Altrimenti...
Kanon aveva ragione, dentro di sé covava una bestia, un demone terrificante che era stato capace di alzare la mano su una neonata e di colpire a tradimento un amico.
Si rigirò di nuovo. Anche per quella notte gli dèi si stavano divertendo a tormentarlo con l'immagine della tomba del “traditore”. E lui, la sua coscienza sempre vigile, quella vocina che non smetteva mai di sussurrargli all'orecchio che doveva porre rimedio alle sue colpe, avrebbe invaso le restanti ore del giorno.
Quando sarebbe finita? Quando avrebbe avuto un po' di pace?
Saga avvertì una stretta alla gola e il fiato intrappolarsi a metà. Aprì di scatto gli occhi: Aiolos era lì, sopra di lui, con quei suoi occhi limpidi e un sorriso serafico disegnato sulle labbra, e gli stringeva le mani al collo.
«Presto potrai riposare anche tu, amico mio», gli sussurrò con voce pacata. «Presto anche tu conoscerai la stessa pace che tu hai dato a me.»
La sua vista iniziava ad annebbiarsi, mentre il suo petto veniva liberato dal peso che lo stava opprimendo. Sapeva di poter credere alle parole di Aiolos. Non gli aveva mai mentito. Era venuto ad annunciargli la sua morte. Se fosse stato cosciente abbastanza a lungo, avrebbe accolto quel fato con serenità. Ma l'altro non lo avrebbe mai permesso. Avrebbe combattuto con tutte le sue forze e avrebbe prosciugato quel poco di energia che gli rimanevano, relegandolo nell'angolo più remoto della sua coscienza, dal quale non sarebbe più emerso.
Se solo avesse avuto un poco di forza in più, per resistergli...
Chiuse gli occhi, giusto in tempo per non vedere il sole albeggiare oltre le pesanti tende del baldacchino. Pregando di poter assaporare almeno pochi minuti di riposo.
«Riposa, amico mio. Per quest'oggi nessuno verrà a reclamare soddisfazione. Rimarrò io a vegliare su di te», vibrò leggera nell'aria la voce del Sagittario, mentre un timido raggio di sole filtrava da uno spiraglio del tendaggio.






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