Just the last of the real ones

di Anonimadelirante
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Just the last of the real ones

 

 

È l'uomo del Tempo. È il Dottore. Ma anche lui è un figlio dell'universo. A volte, istanti lunghi e terribili, che spezzano il respiro in gola nonostante i millenni di esperienza, è solo un figlio dell’universo. Questa è una di quelle volte.

L’ha visto correre e ridere e morire e l’ha pianto. Non c’è un altro modo per dirla. L’ha pianto decine di volte e, ogni volta, non ha potuto fare a meno di pensare che--

Ma poi – c'è un poi. Ci sono stati momenti strazianti in cui l'ha dubitato, ma c'è un poi. C'è perché la morte non è qualcosa di definitivo, meno che mai quando si è Signori del Tempo: l'universo è immenso e da qualche parte dovranno pur andare la luce e i sorrisi e la vita quando si spengono – il fatto che lui non sappia dove è insignificante, non importa, non è mai stato importante sapere per poter credere. No. Poi c'è Missy. Missy, ch’è il Maestro nel sorriso carminio e negli occhi grandi, folli, spezzati, un ritmo in quattro tempi che freme nelle sue dita lunghe e grondanti di sangue; lo è mentre inclina la testa e stringe il proprio bastone da passeggio, lo è mente lo fissa con uno sguardo liquido, lunghissimo, insondabile. Il Dottore, questo, l'ha sempre saputo. Ha visitato troppi mondi per poterli contare, ricorda ogni morte che si è lasciato alle spalle, ha stretto mani ad ha corso a lungo e sempre, sempre, alla fine di ogni corsa, voltandosi appena, l'ha visto. Vista. Non è importante: Missy è il Maestro e lo è nel modo in cui sorride spietata, in cui uccide, in cui studia le sue reazioni – lo è, ai suoi piedi, inginocchiata, una paura antica a serpeggiarle su per la spina dorsale, più antica di loro, entrambi, che hanno visto nascere il terrore di diversi pianeti, che sono stati negli incubi di troppi; lo è, mentre lo guarda da dietro le ciglia lunghissime e dice – dice Sono tua amica. E dice Senza speranza.

Non c'è virtù migliore, Senza testimoni, non c'è verità più amara, Senza ricompensa.

Il Dottore questo lo sa e l'ha sempre saputo: Missy, il Maestro, ha sempre girato intorno a lui, o forse è lui a gravitarle, gravitargli, intorno intorno ad uno dei tanti Soli che gli è capitato di vedere nei suoi viaggi, con la luce e il fuoco che brillano per sempre, all'infinito, nel Vortice del Tempo che tutto inghiotte, che ha inghiottito anche la ragione del Maestro, e che pure dà senso ad ogni cosa. Anche se tutto ha una fine. Perché poi c'è di nuovo un inizio, c'è ancora la vita, c'è... c'è ancora un poi. E in questo poi, in quel poi, insieme a lui, c'è sempre il Maestro, c'è Missy, con la sua insolenza, con la sua follia, con quattro colpi di dannazione eterna. Sono gli ultimi di una razza morente. E Missy è l’ultimo autentico baluardo di ciò che è e da cui è sempre fuggito – è ciò a cui è sempre tornato.

Sono tua amica, e non mente nonostante lo odi. Sono tua amica.




 

 

N/A: scritta per la quinta settimana del #COWT8 con The last of the real ones. Missing moment di una puntata di cui non mi ricordo il numero dell'ultima stagione, quella del monologo sulla virtù, btw. Sì, sono secoli che non scrivo niente sul Doc&Co e torno con 'sta... 'sta... sciocchezzuola. Vbbb. Prima o poi finirò anche la mia vera Doc/Master. Sarà un bel giorno. Fra qualche secolo. Forse.
Oh! Comunque, buon compleanno a me! *batte le mani*


 





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