Capitolo 6
Preparativi per la partenza
A metà dicembre, prima delle Vacanze, ci preparammo per la
partenza per Durmstrang (i miei avevano naturalmente autorizzato il viaggio,
come i genitori degli altri tre ragazzi). Saremmo partiti durante le vacanze
di Natale e avremmo pertanto perso soltanto due/tre giorni di scuola.
Pensavo che Lily avrebbe avuto qualche problema per la mia partenza… magari
le sarei mancato… tutt’altro, era elettrizzata per le possibilità che si
aprivano alle sue convinzioni di salvare il Mondo magico!
- Mi spiace solo di non poter andare personalmente a
Durmstrang - diceva - In effetti ci sarebbe stato il rischio che mia madre e
zia Mary… per non parlare di mio padre, che l’avrebbe subito saputo… mi
bloccassero prima di partire… Sono capaci di tutto! Pensano di chiudermi in
un’urna, in una stanza protetta da tutti gli incantesimi magici che sono
capaci di preparare… beh, non mia madre, lei non ha poteri magici… ma gli
altri due sì!
In effetti potevo anche capirli: Lily era dolcissima,
gentile, generosa… anche io, da genitore, avrei voluta proteggerla, anche da
quella maledetta profezia che prevedeva una impresa rischiosa per lei…
- Non preoccuparti… Ti racconterò tutto, quando ritornerò, e,
se ci sarà qualcosa da fare, la faremo insieme - dicevo per
tranquillizzarla.
I giorni successivi pasarono velocemente. Un giovedì di
dicembre, uno degli ultimi giorni di scuola di quell’anno, fummo dispensati
dal seguire le lezioni ed accompagnati, nel pomeriggio, a Hogsmeade per
acquistare il necessario per il viaggio. Ci accompagnava la prof.ssa
Sinistra, con cui saremmo dovuti andare a Durmstrang.
Ritrovai pertanto Giorgia, Godric e l’elegante Astoria
Greengras, che mi aspettavano fuori del portone di Hogwart insieme con la
prof.ssa di Astronomia. Andammo quindi, con uno dei carri che si muovevano
autonomamente (guidati dai Thestrall, come sapevamo) a Hogsmeade.
Mentre stavamo andando, Astoria, vicino alla quale ero
seduto, mi rivolse qualche parola di cortesia. Poi parlammo degli animali
che trainavano la nostra: - Scusa, O’Neil, tu vedi i Thestrall?
Erano esseri magici invisibili che avevo già incontrato
(almeno un puledro) a MacDonald Castle l’anno prima. Non l’avevo
effettivamente “visto”, dato che solo coloro che assistono alla morte di una
persona possono vederli…
- No, per fortuna no. Ma ne ho accarezzato uno, con Lily,
addomesticato… - dissi.
- Lily ha un Thestrall? - chiese stupita Astoria.
- Beh, non è suo, è di sua zia, che ne ha diversi. Ma in
realtà nessuno di noi due lo vede…
- Io purtroppo sì, non da molto: li vedo anche adesso,
trainare la nostra carrozza… - mi disse, seria.
- Oh, mi dispiace per te. Hai avuto un lutto recentemente…
- Sì, purtroppo. Questa estate è morta Nikly… la mia elfa
domestica… come una sorella maggiore per me… - disse.
Rimasi sbalordito. Sapevo che i maghi avevano al loro
servizio elfi domestici (come ce ne erano tanti nel castello di Hogwarts),
ma pensavo li trattassero come gli antichi Romani trattavano gli schiavi,
che li angariassero e li disprezzassero. E non pensavo che i Serpeverde
avessero sentimenti positivi verso qualcuno. Ma poi subito pensai che ero
veramente stupido: anche mia sorella era in quella Casa e, malgrado fosse
una noiosa rompiscatole, era una brava ragazza e le volevo bene. E anche
Cain MacDonald, avevo scoperto, malgrado il nome inquietante e
l’appartenenza a quella Casa (e una eccessiva attrazione per i serpenti) era
un bravo ragazzo. E Lily non faceva altro che dire quanto fosse sensibile e
gentile suo padre (cosa di cui però, ad essere sincero, dubitavo
fortemente). Beh, ero prevenuto e mi vergognai di esserlo.
- Mi dispiace, Astoria - dissi.
- Fa parte della vita che tutti, prima o poi, ci lascino…
però fa male quando non puoi più veder qualcuno a cui vuoi bene … - disse
semplicemente.
No, non era affatto superba come alcuni pensavano, non era
altezzosa né superba. Era una ragazza gentile e sensibile.
Nel frattempo Gotric e Giorgia parlavano fittamente… non
volevo sbagliarmi, ma i due provavano interesse l’uno per l’altro. Sorrisi e
pensai a Lily e a tutto quello che le avrei raccontato dopo il breve
viaggio…
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Il giorno dopo, nella Sala di Corvonero, Cho Chang e Marietta
Edgecombe non facevano altro che parlare di Harry…
- Lily, cosa pensi? - disse una volta Cho alla mia ragazza
mentre stavamo tranquillamente davanti al focolare tutti e quattro - Non è
adorabile Harry Potter? E’ anche tanto tanto carino…
- Attenta a quello che dici… - disse scherzosamente Marietta
- Peter ti sta ascoltando!
- Sì, è un bel ragazzo… non bello come Peter, naturalmente -
aggiunse diplomaticamente - ed è anche molto buono e coraggioso. E penso che
tu gli piaccia, da come ti guarda… per me è molto timido e inesperto in
questo campo, e non riesce a trovare le parole per parlarti…
Cho sorrise. In effetti, dopo la morte di Cedric, Cho aveva
passato un brutto momento (piangeva spesso), ma ora sembrava molto più
serena. E ci eravamo accorti che lei (insieme a Marietta e ad altri
Corvonero) si recava abitualmente nella Camera delle Necessità insieme ad
altri ragazzi e ad Harry Potter… Da cosa può nascere cosa, pensai.
- A me sembra un po’ svampito - intervenne Marietta che, come
migliore amica di Cho (stavano sempre insieme), si sentiva in diritto di
dire sempre la sua - Mia madre dice che la maledizione di Voi-sapete-chi
potrebbe avergli danneggiato il cervello e che i disturbi potrebbero essere
più consistenti nel periodo della crescita… E poi è troppo magro. Io
preferisco, ad essere sincero, Michael Corner, che tra l’altro è un
Corvonero, ed ha un bel fisico…
- Ma, Marietta, esce con la Weasley! - disse Cho, fingendosi
scandalizzata.
- Secondo me… non dura! I due sono troppo diversi… - aggiunse
Marietta, sorridendo apertamente - … e, quando la rossa lo lascerà, ci
penserò io a consolarlo! Voi non sapete quello che ho saputo su Ginny
Weasley…
Preferii allontanarmi: quei pettegolezzi da ragazze non mi
coinvolgevano troppo. Uscii dalla Sala di Corvonero, dicendo che andavo al
Circolo di Scacchi Magici (era un club che l’Inquisitore Supremo aveva
autorizzato… in realtà giocavamo poco a scacchi e, se non c’erano Serpeverde
ad ascoltarci, approfittavamo per leggere riviste “proibite” (quelle che
parlavano male del Ministero, come il Cavillo) e scambiarci opinioni sulla
Umbridge (generalmente insultandola ampiamente, dato che aveva messo
d’accordo tutte le case, a parte le Serpi, su una cosa: era la peggiore
insegnante che mai avessimo avuto, noiosa e/o odiosa). ma, passando in un
corridoio, sentii un flebile singhiozzo dietro una tenda… mi fermai e mi
avvicinai. C’era Astoria che, quando mi vide, si asciugò furtivamente un
lacrima e mi fece un timido sorriso.
- Scusa, non è niente… ero un attimo giù - mi disse.
- Posso fare qualcosa? - le chiesi.
Dovevo averle ispirato fiducia, dato che si aprì un po’ con
me.
- Posso farti una domanda? - mi disse.
- Certo, Astoria.
- Come ha fatto Lily a farsi notare da te? - mi chiese
sottovoce.
Problemi di cuore? Io avrei dovuto confortarla? Oddio, qui ci
voleva Lily! Io ero il meno indicato!
- Beh, apparteniamo alla stessa Casa. Ci piacevamo, ma come
persone... Siamo diventati prima amici e poi… piano piano… ci siamo
innamorati. Ora ci vogliamo bene… ma prima, quando tutti dicevano che
andavamo insieme, in realtà stavamo solo bene l’uno con l’altro, non
facevamo niente. Non è stato programmato, è venuto spontaneo…
Sorrise: - A me piace un ragazzo più grande della mia Casa…
Ma lui non mi vede… E quella…rompiscatole della Parkison l’ha capito e mi
prende continuamente in giro… So che tu sei un ragazzo molto corretto e non
lo dirai in giro…
- Non curarti di quello che pensano gli altri - le dissi - La
Parkison, poi, mi sembra l’ultima da prendere in considerazione… Tu
comportati normalmente e cerca la sua amicizia, se posso darti un consiglio…
e non pensare ad altro. Vedrai che le cose si aggiustano da sole…
Mi sorrise. Era un sorriso mite, buono.
- Grazie, Peter. Sei gentilissimo, come sempre. Ora vado.
Salutami Lily e dille che è fortunata. E anche tua sorella è in gamba, lo
sai?
- Oddio, è un po’ rompiscatole, di solito - dissi scherzando.
Astoria sorrise e si allontanò verso i corridoi che portavano alla Casa dei
Serpeverde.
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Arrivarono infine le vacanze di Natale, che passammo ognuno
nella propria famiglia. Io sarei dovuto poi tornare ad Hogwarts qualche
giorno prima dell’inizio delle lezioni per recarmi, insieme agli altri tre
ragazzi e alla professoressa Sinistra, a Durmstrang. Silente mi aveva anche
informato, tramite un gufo, che aveva già contattato con una lettera la
prof.ssa Poliakova, a cui aveva fatto il mio nome: lei mi avrebbe dato le
informazioni che cercavamo sui portali che conducevano al Bosco degli
Inferi, la misteriosa dimensione creata dal mio psicopatico antenato.
Salutata Lily poco prima di Natale (e scambiatoci i regali e
“qualche” bacetto), tornai, come detto, con mia sorella a casa, e passai le
feste, come al solito, con i miei. I giorni di vacanza volarono e, il 7 di
gennaio, ero di nuovo ad Hogsmeade per la partenza per Durmstrang: erano con
me, naturalmente, anche Astoria, Georgia e Godrig, nonché la prof.ssa
Sinsitra.
Dall’Ufficio Postale di Hogsmeade avremmo dovuto raggiungere,
con una serie di passaporte, la scuola russa, passando per Uffici e Scali
intermedi (le passaporte hanno un collegamento, come tutti sanno, di
duecento chilometri al massimo).
- Mi raccomando, ragazzi - disse la prof.ssa Sinistra -,
rappresentate Hogwarts. Comportamento corretto ed educato e fate fare bella
figura alla nostra scuola! Arriveremo questa sera, dato che, tra una
passaporta e l’altra, dobbiamo aspettare, secondo le leggi magiche sui
viaggi internazionali, almeno un’ora… se va bene, dato che gli Uffici locali
ci dovranno controllare e vistare i documenti. Forza, andiamo!
Ci collocammo tutti e cinque in delle sedie intorno ad un
orribile tavolino di velluto e, un attimo dopo, eravamo già alla prima
stazione, quella delle isole Faer Oer… Da lì ci spostammo in Norvegia,
quindi in Estonia, dove ci fermammo un po’ di più per i controlli e per il
pranzo. La due tappe successive furono in Russia e, finalmente, giungemmo
nel tardo pomeriggio di quel primo giorno nei pressi di Durmstrang. Non era
possibile infatti materializzarsi in quel Castello, che era anche
indisegnabile e inindividuabile, come ci spiegò la prof.ssa Sinistra.
Uno sgangherato pulmino era pronto per accoglierci e portarci
al Castello: due giganteschi autisti, senza dirci una parola, ci prelevarono
e ci fecero accomodare, a gesti, nel veicolo. Poi partimmo, diretti dentro
una sterminata foresta di conifere. Poco dopo entrammo nella bolla magica
che circondava Dumstrang… mi ero immaginato una cosa del genere, avendo
avuto un’esperienza analoga a MacDonald Castle l’anno precedente… ma mai mi
sarei aspettato di vedere, alla guida del pulmino, due orribili esseri, più
simili ai troll che agli elfi domestici! Dovevano essere però ben
addestrati, anche se non particolarmente socievoli, dato che non ci
rivolsero mai la parola!
Davanti a noi si stagliava Durmstrang: era un bel castello,
meno imponente di Hogwarts, tra ampie foreste, sulla riva di un grande lago…
un po’ come il nostro Lago Nero, forse un po’ più piccolo. Eravamo
elettrizzati, ma anche sereni: il luogo, coperto di neve, ci dava
l’impressione di grande pace e grande serenità… Già immaginavo una settimana
di tutto riposo…
Secondo me, la “gita” a Durmstrang sarà molto
meno riposante di quello che Peter pensa… Un grande abbraccio e un
ringraziamento a tutti quelli che preferiscono, seguono, ricordano o
semplicemente leggono la fanfic e soprattutto a
Barbie_Ettelanie_91 e ad ace 95 che ogni
volta mi aiutano con le loro recensioni. Appuntamento a mercoledì con il
settimo capitolo (A Durmstrang). GattyP :)