Post Scriptum
Note: La
storia ruota attorno alle vicende degli ultimi tre anni di scuola di
Regulus Black per poi proseguire verso la prima guerra magica, i
protagonisti principali saranno i giovani serpeverde con l'intrusione
straordinaria del Clan MacFusty e dei malandrini. Il clan MacFusty è
un clan scozzese che compare nel libro “Animali fantastici e dove
trovarli”, risiede nelle isole Ebridi e si occupa della protezione
degli omonimi draghi, per cui non è un Clan di mia invenzione seppur i
personaggi membri di esso siano miei.
Mi
sembra superfluo dire che non è una storia a scopo di lucro e che
tutti i personaggi appartenenti al mondo di Harry potter fatta
eccezione per i memebri del Clan MacFusty e Dorian Greengrass non
siano miei.
Detto
ciò posso anche, finalmente tacere, se qualcuno volesse farmi sapere
cosa ne pensa di questo primo capitolo, messaggi e erecensioni
saranno più che bene accetti :)
King's Cross, Londra.
Settembre 1976
Sentiva
gli occhi di tutto il binario 9 ¾ puntati su di lui e sui suoi
genitori, non era mai stato così tanto nauseato dalla folla come in
quel momento, odiava trovarsi lì, odiava lo sguardo freddo dei suoi
genitori, odiava la compassione che leggeva per lui negli occhi dei
passanti, come se fosse lui quello da compatire, lui che ormai era
l'unico erede che rimaneva ai Black.
Andato
Via
Bruciato
L'odore del fuoco che aveva cancellato il nome di suo
fratello per sempre dall'arazzo di famiglia gli impregnava ancora le
narici, se lo sentiva addosso ovunque andasse, era quasi certo fosse
l'odore del senso di colpa e per quel senso di colpa lui odiava sé
stesso, non era lui quello a doversi sentire il colpa, non era lui
quello che era stato smistato in Grifondoro, non era lui quello che
si accompagnava a traditori, mezzosangue e Ibridi, gli
sembrava di sentirlo il sussurro della sua coscienza, coscienza che
aveva la voce di Severus Piton, mentre gli rivelava la vera natura di
Remus Lupin, amico di Sirius, di suo fratello, di un purosangue che
per i suoi amici li aveva traditi tutti, li aveva lasciati, lo
aveva lasciato.
No se c'era una cosa certa in tutta quella orribile
situazione che si trovava a vivere era che lui non si doveva sentire
in colpa, lui era la vittima.
Lo
avresti dovuto fermare
La sua altra coscienza, quella lui cercava di non
ascoltare insisteva particolarmente su quel punto, la voce la sentiva
così nitida nella sua testa che sentì la necessità di scacciarla
via sbuffando, quella coscienza non aveva la voce di Severus, non ci
era neanche vicina, era più morbida, severa e canzonatoria allo
stesso tempo, era la voce della sua migliore amica.
Ryesen MacFusty era stata l'unica a non averlo visto
dopo quello che era successo con Sirius, il fatto che vivesse nelle
isole Ebridi e che fosse la figlia secondogenita del leader di uno
dei Clan più forti della Scozia limitava di molto i suoi contatti
con lei durante l'estate, non tanto per la distanza, una passaporta
sarebbe stata una soluzione più che soddisfacente quanto per le
rispettive famiglie che, per rendergli la vita più semplice, avevano
deciso di detestarsi, Orion Black e Brandon MacFusty non erano ciò
che la gente definirebbe acerrimi nemici, non avevano mai provato a
uccidersi né a schiantarsi, ma c'era tra i due un silenzio
irrispettoso che si attenuava solamente a casa Greengrass, gli unici
Inglesi con cui i MacFusty tenevano rapporti di sincera e ricambiata
amicizia, in effetti la continuità dei suoi rapporti con la ragazza
derivano più che altro dal suo essere amico di Dorian Greengrass,
che era per i MacFusty come un altro figlio e dall'essere seppur alla
lontana legato a Rabastan Lestrange, migliore amico del loro
primogenito, gli era ancora inconcepibile come due anime così
diverse come Ross MacFusty e il fratello piccolo del marito di sua
cugina potessero condividere un'amicizia così, ma tant'era, Dorian e
Rabastan erano senz'altro i due motivi che impedivano in quel momento
a Brandon, che lo aveva avvistato mentre salutava la figlia, di farlo
a pezzi, o meglio ancora di farlo fare a pezzi da uno dei loro draghi
neri delle Ebridi. Orion Black doveva aver intercettato quello
sguardo torvo perché il suo umore peggiorò sensibilmente appena
arrivò il momento di salutare il figlio.
“Mi raccomando rendici fieri”
Regulus strinse sua madre, pronto a dirigersi sul treno,
ma poco prima di separarsi dall'abbraccio, rarissimo, di sua madre
non poté fare a meno di intercettare lo sguardo di Sirius, stretto
nell'abbraccio di Dorea Potter, felice, felice come mai era stato a
Grimmould Place, felice e sorridente con James Potter, sorridente
come mai era stato con lui, James Potter, se c'era qualcuno da
biasimare per il cambiamento di Sirius era sicuramente lui, se c'era
qualcuno che doveva essere odiato quello era sicuramente lui, iniziò
a sentire il sapore del sangue nella bocca, siera morso l'interno
della guancia fino a farlo sanguinare, si era morso l'interno della
guanca fino a ricacciare indietro l'urlo che agognava di gridare sin
da quando suo fratello era uscito di casa, lasciò i suoi genitori
appena si accorse che uno strano bruciore si stava impadrondendo dei
suoi bulbi oculari.
“Reg! Siamo qua”
Nonappena scorse la capigliatura di ricci rossi
foltissima e il viso tempestato di lentiggini di Ryesen si concesse
un sorriso, timido, quasi impercettibile, mosse la mano appena per
rispondere al saluto della ragazza che gli si avvicinava a tutta
velocità facendo bella mostra dei denti bianchi e dritti e
trascinandosi dietro la chioma bionda e lunga di Dorian Greengrass, e
mentre Srius e James venivano inghiottiti di nuovo dalla folla
scomparivano anche i suoi dispiaceri.
***
“...e ricordati, io e tua madre ti amiamo Ryesen, ma
ti ameremmo di più se i tuoi voti in pozioni migliorassero
sensibilmente, quindi ricordati che non saranno tollerati altri
scadente o accettabile chiaro? Altrimenti anziché passare le vacanze
con tuo fratello quest'anno le passerai a fare ripetizioni”
Ryesen MacFusty adorava suo padre, adorava il suo finto
modo burbero di approcciarsi agli altri, adorava il quasi
impercettibile odore di zolfo che annusava nei suoi capelli ogni
volta che l'abbracciava per farla sentire al sicuro e amata, per
questo non si sarebbe mai sognata di contraddirlo. Purtroppo per il
lei il tacito assenso non era mai abbastanza per Brandon MacFusty
che, come ogni buon genitore purosangue, non tollerava che la figlia
dimostrasse tanta poca affinità per una delle materie che in teoria
dovevano distinguerli più di tutte dagli altri. Cercava di
concentrarsi esclusivamente sui suoni del binario distinguendo
chiaramente voci di ragazzini al primo anno, voci e volti di persone
conosciute e volti di persone amate che riuscivano in un istante a
farle sembrare le voci del genitore più ovattate e lontane.
Cercava con insistenza una singola persona tra quella
folla di gente e l'apprensione disegnata sul suo volto dovenao di
certo aver messo in allarme il genitore che, con viso contratto
catturò di nuovo la sua attenzione afferrandola per un braccio.
“E per la gloria di Salazar e Frygga smettila di
andartene in giro con quel Black”
già, perché ovviamente come ogni buon genitore
scozzese il suo dolce padre non amava sapere che la frequentazione
scolastica più assidua della figlia fosse il rampollo di una delle
nobili famiglie che meno di trecento anni prima avevano quasi
rischiato di far loro perdere parte delle loro tradizioni, Ryesen non
prendeva mai sul serio la raccomandazione del genitore perché era
certa che il padre in cuor suo sapesse che l'argomento “Regulus”
era l'unico per il quale la figlia non ammetteva interferenze
dall'esterno.
“Smettere di frequentare Reg? Come diamine farei
allora a rimediare voti decenti in pozioni?”
quella era un'altra verità assodata, Ryesen per pozioni
era davvero poco portata, aveva un talento naturale nello scambiare
ingredienti e modificare indicazione, talento che per circa cinque
ore a settimana la trasformava in una minaccia per qualsiasi
creatura, vivente e non, che avesse la sfortuna di trovarsi nei
sotterranei, Regulus dal canto suo cercava, per puro spirito di
autoconservazione, di rimediare ai suoi danni, salvando non solo la
vita degli studenti del quinto anno ma anche la sua media scolastica
e quello era solo uno dei tanti motivi per cui il rampollo di casa
Black era diventato a tutti gli effetti il suo migliore amico.
“Guarda Pa' c'è Dorian!”
il viso di entrambi gli scozzesi si illuminò di un
sorriso brillante di sincera eccitazione, Dorian Greengrass era
l'unico Inglese, dopo la morte dei suoi genitori, per il quale il
burbero rosso nutrisse affetto smisurato, era l'unico Inglese a parte
Rabastan a cui il genitore permettesse di avvicinarsi anche ai
territori delle Ebridi più esterne, era un terzo figlio per i suoi
genitori che avevano sempre incoraggiato la sua amicizia con il
ragazzo di due anni più grande di lei, il giorno che aveva ricevuto
la sua lettera per Hogwarts Dorian era con lei, il giorno che era
stata scelta dalla sua bacchetta erano stati Dorian, Ross e Rabastan
Lestrange ad accompagnarla, la natura le aveva donato un fratello,
lei era stata in grado di trovarne altri due.
Salutò il padre, preso a scambiarsi un'occhiata torva
con Orion Black, e si rifugiò brevemente tra le braccia dell'amico
che la guardava con occhi verdi e gentili e giocherellava con i suoi
ricci mentre lei per dispetto tirava la chioma biondo cenere
attirando si di sé l'ira dei pizzichi di Dorian.
“Sei riuscita a parlarci dopo che...beh, credo che
ormai lo sappia tutta la società magica Inglese, Salazar che
schifoso bastardo”
“Reg mi ha evitata per tutta l'estate, rispondeva solo
alle lettere in cui escludevo di proposito l'argomeno Sirius”
il buon umore che aveva ritrovato nell'abbraccio
rassicurante di Dorian era sparito di nuovo, Ryesen non provava astio
nei confronti di molte persone ma se ce n'era una che le faceva
davvero rivoltare lo stomaco quello era di certo Sirius Black, era
ovviamente un sentimento superficiale dovuto in gran parte al pessimo
umore che Regulus metteva su ogni qual volta si nominava il fratello,
Sirius Black aveva la capacità con il solo essere nominato di
guastare la serenità del suo amico che già ne provava poca nella
sua vita, per cui quando se lo vide passare davanti con James Potter,
altro elemento che minava costantemente alla sua salute mentale con
scherzi idioti e a volte pericolosi non riuscì a trattenere un verso
disgustato che attirò subito l'attenzione dei due.
“Qualcosa da dire serpe?”
la voce vellutata di Sirius Black le invase le orecchie
come un'infestazione di locuste, non la guardava torva ma aveva
stampato in faccia quel ghigno maligno che normalmente riservava solo
a Regulus, e lo odiò, lo odiò così tanto, perché lei non meritava
di essere guardata come Regulus, lei con lui non aveva niente a che
fare era per cui innaturale che le riservasse gli stessi occhi con
cui guardava il fratello, quella era la prova di tutta l'indifferenza
che Sirius Black poteva provare per il suo amico, la dimostrazione che
lo struggimento di Reg per quel rinnegato era inutile e
ingiustificato, e lei detestava Sirius, lo detestava perché era la
causa persa di Regulus, la causa persa che lo avrebbe
irrimediabilmente ferito.
“Lascialo perdere, non ne vale la pena”
Dorian la incoraggiò a camminare senza degnare di uno
sguardo i due Grifondoro, stringendole la mano con la speranza che
decidesse di non metterle addosso ai due, Ryesen invidiava molto la
matura superiorità che Greengrass sembrava essere in grado di
mostrare di fronte a tutti, non lo aveva mai visto prendere parte a
dispute o a litigi, Dorian si limitava ad esistere nel suo mondo che
raramente si scontrava con quello degli altri, lo vide
improvvisamente alzare il braccio verso un punto indefinito della
folla e appena vide la persona alla quale il saluto era rivolto le si
illuminò di nuovo il viso, non fece caso all'espressione contrariata
di Walburga Black né al marito che pareva essere sull'orlo di una
crisi di nervi, accelerò il passo trascinandosi dietro Dorian.
“Reg! Siamo qui”
i sorrisi di Regulus Black erano rari e quasi
impercettibili, per cui appena notò le sue labbra distendersi
leggermente e la mano muoversi timidamente nella loro direzione non
potè fare altro che dimenticarsi dello spiacevole incontro e
rimettersi in pace col mondo, bastava che lei e Regulus stessero
assieme per far stare ogni cosa al suo posto.
***
“Incredibile la sofronatetzza e la poca educazione di
quella ragazza...”
Regulus ascoltava sempre sua madre, o quasi, quel
momento era uno di quelli in cui non avrebbe accettato niente se non
il silenzio era certo che sua madre stesse facendo qualche paragone,
era riuscito ad acchiappare i termini selvaggia e come suo
padre, ed era vero che Ryesen fosse leggermente selvaggia ma ciò
non gli aveva impedito di legare con lei al primo anno, con la tacita
benedizione di Dorian che le stava dietro quasi sempre come una di
quelle creature che i babbani chiamano angeli custodi, non che lei ne
avesse bisogno, il Black sapeva che in caso di pericolo suo fratello
Ross sarebbe arrivato ad ardere vivo chiunque avesse osato dire o
fare qualcosa contro la sua amata sorellina ed era grato che a quello
scambio di silenziosi insulti tra Wlaburga Black e la sua amica
stesse assistendo Dorian e non MacFusty.
L'imbarazzo del momento si riassorbì quasi
completamente quando il sorriso sghembo di Evan Rosier si frappose
fra sua madre e la sua vittima, se Greengrass era l'angelo custode
della sua amica, Rosier era di sicuro il suo, arrivava sempre al
momento giusto e sapeva sempre cosa dire.
“Lady Black è un così grande piacere vederla, spero
di non aver interrotto niente!”
Regulus sogghignò sommessamente, Evan sapeva
perfettamente di aver interrotto qualcosa.
“Evan! Caro ragazzo, no di certo, anzi...è un gran
piacere vederti”
sia sua madre che suo padre si persero in complimenti
per il giovane serpeverde che, da bravo figlio di Salazar qual era,
sapeva sempre come ottenere ciò che desiderava
“Mi chiedevo se potessi rubare Regulus, vorrei trovare
uno scompartimento libero prima che vengano appestati da feccia di
ogni genere”
fece un cenno con la testa verso un gruppo di ragazzini
del primo anno, piccoli, quasi sicuramente nati babbani, l'immediata
approvazione nel volto di sua madre gli diedero conferma che se c'era
una cosa che i suoi odiavano ancora di più vedere attorno al loro
figlio di Ryesen MacFusty quella era di sicuro la feccia babbana,
sorrisero ad Evan accondiscendenti e si allontanarono tra la folla,
“Tu sei consapevole del fatto di essere un demoniaco
bastardo vero?”
“Faccio del mio meglio”
pochi secondi dopo Regulus Black si ritrovò le braccia
di Ryesen MacFusty attorno al collo, si allontanò con i suoi amici
pronto per iniziare il suo quinto anno di scuola, senza dare troppo
peso allo sguardo crucciato che il suo salvatore aveva appena
lanciato nella direzione di Emmeline Vance, non poteva sapere Regulus
che quello sguardo avrebbe dato il via a tutta una serie di
sfortunati eventi che prima o poi avrebbero messo in pericolo la sua
vita.
***
“Cos'era quello?”
Emmeline osservava la figura di Evan-figlio del
demonio-Rosier che scompariva attorniato dal suo gruppo di amici, ci
aveva sperato un po' a dire il vero che si avvicinasse a salutarla,
ma ovviamente Rosier non poteva di certo mettere a rischio la
sua reputazione in pubblico rivolgendo la parola alla grifondoro
traditrice del suo sangue che si era scopato tutta l'estate, si
sorprese della volgarità dei suoi pensieri e tornò a fissare Lily
Evans, da quando era stata scelta come Prefetto Lily aveva dato già
prova del fatto di avere dei radar al posto degli occhi, quel verde
così innaturale doveva essere senz'altro frutto di qualche
esperimento genetico che le aveva concesso dei super poteri capaci di
leggere dritto negli animi delle persone...com'è che dicevano i
babbani? Zucchero cannella e ogni cosa bella? Quella formula si
applicava perfettamente alla sua amica, piena di virtù che però
spesso tendeva a usare a sproposito, come in quel momento. Perché di
certo Emmeline non poteva parlare proprio con lei dei danni emotivi
che le aveva causato la vicinanza casuale di Evan Rosier
quell'estate.
“Ma di che parli?”
“Di quello sguardo. Con chi ce l'hai?”
“Con
nessuno...Hey senti non ti sembra Potter quello?”
Ecco come tenere a bada Lily Evans, bastava farle
credere che quel rompiscatole di Potter fosse nelle vicinanze e ogni
forma di invasione della privacy, stalking o amichevole affetto
veniva soppresso per dare il via a improbabili fughe e rocambolesche
strategie di mimetizzazione.
Potter non era lì per davvero, e per il suo bene
sarebbe stato meglio che non si trovasse neanche sul treno.
La frattura creatasi nell'amicizia tra Lily e Severus
come conseguenza dell'ennesimo scherzo di cattivo gusto dei
Malandrini e dei nuovi, pessimi individui ai quali si accompagnava
Piton minacciava di trasformarsi in una voragine, del resto l'unico
che poteva porre fine allo stato catartico nel quale era sprofondata
la loro amicizia poteva essere solo il serpeverde, di certo non stava
a Lily scusarsi per essere stata chiamata sporca mezzosangue.
Sporca
mezzosangue
Le parole di Severus continuavano a rimbombarle nella
testa provocandole profondo disgusto, per lui, per la maggior parte
degli studenti di Serpeverde che lei poteva già vedere col braccio
marchiato e per sé stessa, conscia del fatto che, se ciò che aveva
fatto durante quell'estate fosse giunto alle orecchie di Lily Evans
non dalle sue labbra l'amicizia tra la Grifondoro e il Serpeverde non
sarebbe stata l'unica cosa a finire.
Si mise a camminare velocemente per raggiungere di nuovo
la compagna di casa che sussultò neanche troppo sommessamente quando
sentì il braccio della Vance piombarle sulla schiena con violenza e
affetto privo di grazia.
“Guardavo Rosier prima” gli occhi radar dell'amica
mutarono improvvisamente in due enormi e verdissimi punti
interrogativi “è stata un'estate complicata, è successo qualcosa e
dovrei parlartene ma prima c'è una cosa che devo fare...ti dispiace
darmi del tempo?”
ed eccoli là lo zucchero e la cennella di Lily Evans,
dipinti sul suo sorriso
“Tutto il tempo che ti serve...ma evita di fare
stupidaggini, vado a cercare Remus, sperando che sia in uno
scompartimento per conto suo”
Emmeline rise di gusto all'affermazione dell'amica,
neanche lei credeva davvero a quello che stava dicendo, non per
davvero.
Le due si diressero sul treno assieme, per quello che
sarebe stato il loro penultimo anno di scuola.
***
In tanti anni di amicizia con Srius Black James Potter
aveva stilato una lista di cose da fare in caso di crisi nella
sfortunata circostanza in cui, in futuro, qualche altro povero
malcapitato si fosse trovato ad avere a che fare con qualche figlio
di quella casata maledetta.
In quel momento la sua guida di sopravvivenza gli
suggeriva di ignorare del tutto l'amico, che guardava torvo fuori dal
finestrino dello scompartimento che si erano trovati.
“Quando
non ne potrai più casa mia è sempre aperta...lo sai vero?”
Gli aveva ripetuto quella frase sincera, come una
preghiera per cinque consecutivi, sperando che l'ennesimo livido,
l'ennesimo abuso, l'ennesimo insulto che veniva rigurgitato dai
Toujour Connard di Grimmould Palce fosse quello che avrebbe
fatto traboccare il vaso della tolleranza del suo amico, il vaso si
era completamente sfracellato all'inizio dell'estate, quando Srius
Black si era presentato a casa Potter con un baule e segni ancora
freschi e doloranti nella sua schiena. E lì per lì James Potter
ringraziò Godrick per aver messo un po' di buon senso nella testa
del suo migliore amico e si ripromise di appuntare nel calendario
della sua vita di trovare il tempo per far pentire a Orion e Walburga
Black di essere venuti al mondo, ma ora si rendeva conto che Srius
era, se possibile ancora più inquieto di prima.
Regulus era ancora fuori dal treno, assieme ad altri tre
serpeverde e l'odio di Sirius era rivolto in particolare verso lui,
la rosa dei purosangue, quell'individuo talmente abbietto e meschino
che probabilmente avrebbe meritato di essere tormentato dai
Malandrini tanto quanto Mocciosus, Sirius Black aveva già inteso
quale piega avrebbe preso Evan Rosier e il non poter saltare giù da
quel treno a prenderlo a botte per poi tagliare quel cordone
ombelicale che sembrava unirlo al fratello lo stava lacerando e James
non sapeva cosa fare, Regulus era un argomento off-limits per tutti,
e da occhi esterni il legame tra i due fratelli sembrava già
inesistente.
“Sirius-”
seguì uno sbatacchiare di vetri, l'amico aveva chiuso
il finestrino e si era messo a trangugiare le cioccorane che Peter
aveva incautamente lasciato incustodite al suo posto mentre andava a
mettersi la divisa.
“Non mi interessa... non è un mio problema, non più”
Certo
che è un tuo problema
Avrebbe voluto dirlo a voce alta, avrebbe voluto
prendere Srius e lanciarlo fuori da quel finestrino per l'amor di
Godrick e stava per ribattere, voleva davvero ribattere, ma lo
sguardo di Srius sembrava essersi finalmente disteso, continuavano ad
osservare fuori certi di non essere notati, l'inconfondibile chioma
di Ryesen MacFusty era stata presa d'assalto dalle dita di Regulus
Black che le tirava i ricci per prenderla in giro, con Dorian
Greengrass che cercava di soccorrerla come meglio poteva.
Forse non tutto era perduto, la sua attenzione sulla
chioma rossa della scozzese venne immediatamente interrotta
dall'arrivo di un'altra chioma rossa, la sua chioma rossa preferita.
“Lily! Non ci riesci davvero a stare lontana da me”
iniziò a ridere osservando lo sguardo torvo che la
compagna di casa gli aveva appena riservato, era chiaro data la
spilla rilucente sul suo petto che poteva essere lì solamente per
Remus
“Cercavo Remus Potter... ma vedo che non è qui quindi
levo il disturbo”
“La tua presenza non è mai un disturbo!”
lo urlò a una porta già chiusa, pensò al rossore
furioso che doveva esserle sbocciato in faccia mentre si allontanava
seguita dalle risate sguaiate e vivaci sue e di Sirius, e quando notò
lo sguardo torvo che Dorian Greengrass gli aveva riservato fuori dal
finestrino James Potter comprese che quello sarebbe stato un anno
fantastico, davvero fantastico.
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