kaleidoscope
Note:
Questa sarà una
raccolta di storie (drabble, sentences, OS etc) su Thor e Loki nei
vari contesti del MCU, sia legata al canonverse ma anche ad
ambientazioni original, a molti Missing Moment o What if.
Sarà una raccolta
aperta, che man a mano riempirò in base all'ispirazione del
momento
e anche in base ai diversi prompt suggeritimi.
Tratterò del loro
rapporto sia come brotp ma anche come bromance o romance.
Lascerò ai lettori
leggerne le sfumature (e se andrò oltre il rating arancione,
la
posterò altrove dal momento che qui su EFP è
vietato).
Contando che è la
primissima volta che scrivo di loro (anche se li amo profondamente),
spero di aver mantenuto l'IC.
Vi lascio alla
lettura,
Iky
*
Prompt: Kaleidoscope di Chris Thalissa Hale
Ambientazione:
Canonverse, Post Thor Ragnarok, Missing Moment
Rating: giallo
Personaggi: Thor;
Loki
Genere:
Introspettivo, Angst;
Kaleidoscope
“Midgard,
davvero?” la voce di Loki
risuonò pungente e divertita “ottima scelta, mio
re.”
Thor
nemmeno si
voltò, continuando a fissare lo spazio attraverso i vetri
dell'imponente navicella.
Si era
ritrovato da
solo nella sala grande, non appena tutti si erano ritirati, a
osservare il cosmo sospeso nelle stelle, dove il tempo stesso cessava
di essere scandito: erano in viaggio, persi nel vuoto, con Asgard
distrutta; e Thor adesso si sentiva leggermente impaurito da
quell'enorme responsabilità che gravava sulle sue spalle:
non aveva
potuto che scegliere il compimento di Ragnarok, ma non aveva mai
desiderato essere davvero Re.
E
questo Loki lo
sapeva bene: solo che non smetteva mai di provocarlo.
“Potremmo
colonizzare la Norvegia,” continuò, facendo
qualche passo avanti e
fermandosi al suo fianco, il sorriso sornione sul volto
“Odino ne
sembrava affascin-”
Thor
sbatté un
pugno sul vetro spesso, facendolo traballare.
Loki
non sussultò
nemmeno, solo le labbra si allungarono strette in una smorfia
contratta, le iridi vacue ammantate di ombre scure.
“Non
adesso.”
mormorò il Dio del Tuono, pregandolo al silenzio.
Si
sentiva
sopraffatto improvvisamente da una stanchezza pesante: lo rendeva
vulnerabile, e non gli piaceva; non era dell'umore adatto per
sopportare l'ironia del fratello, figurarsi l'ascoltare quelle parole
affilate.
Socchiuse
l'unico
occhio rimastogli, inclinando il volto e sfiorando, con la fronte, la
mano ancora sul vetro.
Loki,
con grande
sorpresa, si acquietò: non disse una parola, continuando a
respirare
placido al suo fianco.
Thor
ascoltò i
suoi respiri, allineandoli con i propri, lenti e profondi, in
qualche modo confortanti. E lo erano in effetti. Lo
era Lui,
la sua presenza vicina, reale.
Aprì
la palpebra
lentamente, mentre alcune ciocche dorate ricadevano scombinate; e lo
fissò per un tempo che non esisteva, immerso nello spazio.
Loki
non sorrideva
nel suo solito modo arrogante o arcigno, non aveva un'espressione
sorniona o colma di odio e ira: era calmo. Come
Thor forse non
lo vedeva da troppo.
Osservava
l'Infinito davanti a sé con uno sguardo sicuro e profondo,
curioso e
in qualche modo solenne, denso dei saperi più arcaici: non
traspariva paura o tentennamento dai muscoli rilassati, fasciati
nelle vesti broccate di smeraldo e argento. Non c'era vergogna nel
modo in cui inclinava il viso, le lunghe ciocche nere che ricadevano
su di esso, per pensare a cose a cui Thor probabilmente nemmeno
sapeva dare un nome: strategie, trucchi, molteplici idee che vagavano
continuamente attraverso quegli occhi bagnati da un intelligenza
sopraffina.
Era
sempre stato
più bravo di lui, in quello. Regale e maestoso, anche nella
sopravvivenza. Persino nella menzogna.
Suo
fratello. Il
Dio dell'Inganno. Il Principe di Jotunheim.
L'unica
famiglia
che gli fosse rimasta.
“Perché
sei
rimasto?”
Quella
domanda fu
un soffio, sfuggito alle labbra.
Lo vide
sgranare
appena le ciglia corvine, stupito: fu un momento.
“Avresti
preferito di no?” gli rispose con un nuovo quesito.
Thor
quasi si
lasciò andare ad un sorriso: così tipico,
così prevedibile.
“Saresti
potuto
andare ovunque. Eri libero. Lo sei ancora.”
continuò,
distaccandosi e voltandosi verso di lui, le dita ancora sul freddo
vetro.
Loki lo
imitò,
guardandolo negli occhi di sfuggita, il sopracciglio leggermente
sollevato, l'aria beffarda.
“Mi
piace
stupirti.” asserì, per poi ritornare a osservare
le stelle.
Thor
ricambiò il
sorriso: “Lo hai fatto, fratello. In molti modi.”
ammise, ma non
c'era accusa nella sua voce. Era solo stanco e rassegnato.
Loki
rimase ancora
in silenzio, ma qualcosa nel modo in cui increspò
impercettibilmente
gli occhi catturò l'attenzione del dio del tuono.
Un
lampo sottile,
un'ombra fugace: dispiacere forse, ineluttabilità
probabilmente.
Fu
questo che
spinse Thor a parlare ancora, sommessamente:
“Siamo
rimasti
soli.”
Una
confessione
dolorosa, sincera, fatta anche per riempire quei muti respiri
dell'altro a cui, onestamente, non era abituato: pensò che
era da
troppo tempo che non gli parlava così, col cuore in mano.
Loki
socchiuse le
lunghe ciglia nere, senza distogliere lo sguardo dall'Universo
racchiuso tra le vetrate della navicella:
“Lo siamo sempre
stati, fratello.” ammise, quell'ultima parola quasi
sussurrata con
note di disprezzo.
Ma quel
Noi celava
un messaggio ben più intimo, Thor lo percepì: - Io,
lo sono
sempre stato.
E senza
pensare
oltre gli si avvicinò, calamitato, in un gesto fisico che
gli era
sempre appartenuto: strinse le dita sulla sua spalla, l'altro si
voltò.
Si
osservarono in
silenzio, mentre la mano di Thor risaliva su quel collo niveo
tracciando scie elettriche: era fredda la pelle di Loki. Lo era
sempre stata? Non se lo ricordava più.
“Non
adesso”
mormorò, mentre i polpastrelli pressavano e tra le dita si
intrecciavano ciocche corvine. “Adesso siamo
insieme.” continuò,
parole incoerenti che tentavano di rassicurare; un pallido tentativo
di autocommiserazione.
Loki
inclinò
leggermente il viso, mentre un nuovo sorriso tagliente increspava la
bocca tesa:
“Non
fidarti mai di me,” rispose, senza discostarsi da quel tocco
“mio
re.”
Thor
strinse la
presa, avvicinandosi: nei suoi occhi non c'era ira, solo fulgida
fermezza.
“So
chi sei”
sussurrò, le fronti che si sfioravano.
Loki
aprì le
labbra: erano secche, nonostante dissimulasse gelida compostezza e
regale arroganza.
“Il
Dio degli
Inganni.” rispose per lui, parlando per se stesso.
Thor
chiuse
l'occhio, la benda di cuoio sul sinistro che si increspava.
“Figlio
di
Odino.” le parole di Loki risuonavano come lame: sussurri
sempre
più bassi, densi di schernevole amarezza.
“Il
Principe di
Jotunheim” continuò, alitando, intanto che un
braccio vestito di
verde e argento si sollevava leggermente, le mano che lambiva e si
stringeva a sua volta sul polso dell'altro.
Thor
trattenne un
lieve respiro.
“Fratello
del
grande Thor di Asgard.” concluse, lontano dall'intento di
voler
schernire.
“Non
esiste più
Asgard.” Thor lasciò andare quell'ammissione
pesante, che gravava
nel cuore.
Si
ritrovò più
vicino a Loki, stretto in quell'abbraccio inusuale. “Non
esiste più
niente.”
“Allora
forse è
questo quello che siamo,” gli rispose l'altro, connesso al
suo
dolore “Niente.”
Thor
aprì
l'occhio, incontrando il verde dei suoi: “No. Io e tu siamo
qui.”
mormorò, deciso “Io voglio che tu sia
qui.”
Loki
tentò di
sorridere beffardo, ma risultò solo un increspatura colma di
mestizia: “Eppure dici di sapere chi sono.”
Le mano
di Thor,
rimasta sul suo collo, si chiuse più forte:
“Loki.” pronunciò
semplicemente il suo nome: ecco chi sei.
Il
sorriso
dell'altro si spense, mentre il verde si inumidiva, offuscato da scie
di sale che non sarebbero mai scese: anche le sue dita si strinsero
più forti.
“Sono
qui.”
rispose solo, chiudendo gli occhi.
“Lo
so.”
sussurrò Thor, abbandonandosi del tutto in quell'abbraccio.
*
Loki
si congedò, lasciando Thor da solo nella sala grande.
Lo
fissò ancora,
da lontano, indugiando sulla sua ampia schiena.
Poi
voltò l'angolo
e poggiò la propria lungo la parete: sospirò,
tremante, i capelli
corvini che si amalgamavano al grigio, il viso sollevato verso
l'altro.
Tra le
dita, brillò
una luce bluasta: il Tesseract, un apparizione fugace, come un lampo
già svanito.
Così
come quella
lacrima impercettibile, incastrata tra le palpebre strette,
ora sfuggita via.
Sorrise,
Loki,
amaro tra le labbra:
“Non
fidarti mai di me,” ripeté, un sussurro accennato
al silenzio “mio
re.”
Perché
è questo, quello che sono.
Quello che
sarò sempre.
Kaleidoscope
*
Note Autrice
Bene spero che questa prima piccola OS possa piacere.
E' davvero la prima volta che scrivo su questo fandom e su Thor e
Loki: ammetto di essere parecchio nervosa ahaha Spero di aver fatto
il mio ingresso in punta di piedi. E mi auguro che davvero possa
esservi piaciuta.
Io dal canto mio ho bisogno di esorcizzare tutto ciò che
provo dopo
Infinity War, dal momento che Loki è in assoluto uno dei
miei
personaggi preferiti all'interno del mondo Marvel (al di là
della
ship o meno).
Ringrazio Chris per il prompt e spero presto di usarne altri.
Grazie per essere giunti fin qui.
Un bacione,
Iky
Caleidoscopio:
Apparecchio fatto con due o
più specchietti disposti ad angolo entro a un tubo, dove si
trovano
alla rinfusa piccoli oggetti colorati: le riflessioni multiple
formano immagini spesso simmetriche che mutano in modo imprevedibile
e variabilissimo a ogni movimento.
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