Non sapete chi sono

di Ciulla
(/viewuser.php?uid=134306)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Non sapete chi sono

“Va bene”.  È ciò che mi dicono tutti,
fuggendo al mio sguardo angosciato,
e piano mi chino a raccogliere i frutti
di quello che ho seminato.
C’è chi mi stima, c’è chi mi consola,
è a voi che io chiedo perdono.
Ma sento che presto rimarrò da sola,
appena saprete chi sono.

 

“Non preoccuparti”. Lo sento spesso,
nessuno mi spiega il perché.
Per quale motivo lo faccio lo stesso,
se un modo di smettere c’è.
C’è chi mi odia, c’è chi mi disprezza,
è a voi che io do ragione.
Meglio il dolore alla colpevolezza,
fatemi male, persone.

 

“So che sei meglio di così”.
E forse questo è un aiuto.
Perché è un segnale che in fondo, sì,
qualcuno un dubbio l’ha avuto.
Il dubbio che debole sia il mio cuore,
che la volontà sia gracile,
e che non sappia che è sempre migliore
non fare la scelta più facile.

 

“Ti amo”. Eppure, l’amore non vince,
e suona così di bugia.
È la tua menzogna che non mi convince?
Son stufa di dire la mia?
Mi odio? Vi odio? Ma l’odio, poi, esiste?
Non è solo assenza d’amore?
Non è forse il nero che infine resiste
se s’è consumato il colore?

 

“Sei stanca”. Così si conclude ogni giorno,
a giustificare me stessa,
a togliere tutto il dolore di torno
in una bugia che non cessa.
Rimando lo schifo del mondo a domani,
sebbene lo sappia di già
dal tremito forte di queste mie mani,
che è il mondo che infin vincerà.





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3769225