Ha l'aspetto
della primavera.
Non sa bene il
perché, ma è l'unica
cosa che riesce davvero a pensare quando lo guarda: c'è
qualcosa di
inafferrabile nel modo in cui respira lentamente ed è
incredibilmente stucchevole, lo sa, ma quelle rare volte in cui
riesce ad osservarlo mentre dorme, la mente si riempie di parole che
difficilmente elabora.
E allora i
capelli rosati sembrano
riprendere i colori dei ciliegi in fiore, anche quando fuori
è
estate, autunno o inverno; se li sfiora e li accarezza, sente che
marzo è alle porte. È sopito nel suo volto
rilassato – altra
visione unica, sempre preso a guardare dritto verso il futuro che
desidera per loro – si riposa dietro le sue palpebre chiuse.
E
anche se è novembre, anche se gli alberi sono spogli, in
quei
momenti sembrano riprendere vita.
E la sua pelle,
quel carnato pallido
che ricopre il suo corpo con la leggerezza e la morbidezza di un
velo, è fresca come l'acqua che scorre veloce, troppo libera
per
essere afferrata, verso il mare. Le ciglia lunghe che adornano i suoi
occhi somigliano ai prati che, ancora, sono adombrati in parte dalla
neve ma che iniziano di nuovo a respirare dopo il freddo e si
risvegliano. Gli pare quasi di sentire il profumo dei fiori che
sbocciano, lentamente, chi prima e chi dopo.
Lo accarezza
dolcemente, desidera quei
petali che ha al posto delle labbra ma non abbastanza da interrompere
il suo sonno. Sa che, una volta aperti gli occhi, quell'incantesimo
si romperà e quelle due iridi pescate torneranno a guardarlo
con
finta supponenza, come se fosse capitato per sbaglio sotto le sue
lenzuola. Come se il fatto stesso che abbia dormito stretto a lui
fosse un onore, oltre che un piacere.
E allora
tornerà anche Gaku a smettere
di pensare alla primavera; il pensiero di quell'esplosione di colori
gentili sbiadirà lentamente, durante il giorno, quando con
la loro
impetuosità calcheranno chissà quale palco e
tornerà ad essere un
sogno sussurrato – reale, che adesso può sfiorare
con mano, ma che
al momento rimane questo.
Per adesso,
però, si crogiola ancora
in quell'assaggio: un sogno di una notte di primavera.