Aeternum

di PersephoneAm
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Stavo cadendo.

Letteralmente.

In tutti i sensi.

Ero divenuta un'Anima Caduta.

Una condannata.

Condannata da Dio all'Inferno, per colpa delle macchinazioni di una donna che, di angelico, non aveva poi molto. Clara era una di quegli angeli che avevano il terribile vizio di voler prevalere sugli altri, sempre pronti a muovere guerra per entrare a far parte delle Schiere degli Arcangeli. E proprio Clara, per poter entrare nelle grazie di Gabriele, mi additò come falsa e ladra e, non contenta delle accuse mossemi contro, fece trovare a Raffaele, l'angelo giustiziere, un calice d'oro nel mio alloggio, che era solito essere semplice, spoglio.

Eppure non potevo credere che Raffaele, che mi aveva cresciuta come fossi sua, potesse credere che io avessi fatto loro un torto così grande. Credetti fino alla fine che potessero tornare sui loro passi.

Ma nulla di tutto ciò avvenne.

Venni privata delle mie ali e, a quell'avvenimento, non potei che urlare dal dolore. Sembrava quasi che mi avessero spezzato tutte le ossa insieme e che mi avessero poi calpestata, saltandomi sulla schiena. Qualcosa di caldo scivolò sulla mia pelle, fino al sedere.

Raffaele mi portò alla porta del Paradiso, guardandomi amareggiato e disgustato.

«Non sei degna di essere un Angelo.»disse, lasciandomi andare e voltandomi le spalle.

Urlai di paura, mentre cadevo nel vuoto e, prima che riuscissi a toccare terra, passò molto, troppo tempo.





ANGOLO MIO. Sì, sono tornata. E sì, dovreste uccidermi. Dovreste uccidermi perché non ho finito nemmeno una delle storie che avevo iniziata, dovreste uccidermi perché ne sto iniziando una nuova e perché questo "prologo" è tanto corto, quanto poco comprensibile ai fini della storia, ma vi chiedo di pazientare, per le altre storie e per questa, perché finalmente sto riprendendo a scrivere con calma e finalmente aggiornerò tante cose! Nel frattempo, colgo l'occasione per salutarvi. Mi siete mancate. E mi è mancato tantissimo anche scrivere e pubblicare. Bonne nuit, Steppy.




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