Laureato in Spavento

di LadyDP
(/viewuser.php?uid=1029903)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Mandy afferrò il suo orsetto, che riposava insieme a lei, tutto disteso sul cuscino.

Si alzò con una strana angoscia, come dopo un incubo. Cercò di ricordarsi che cosa aveva sognato,

e le venne in mente uno strano mostro viola con le corna da toro.

 

Faceva delle strane smorfie, come un pagliaccio. Ma non l’avevano fatta ridere nemmeno un po'.

Anzi.

 

Mentre scendeva le scale, però, pensò che forse quella scena l’aveva vissuta veramente.

 

“Mamma” respirò profondamente, come sul punto di piangere, appena arrivata al pianterreno.

 

“Dimmi, tesoro” le rispose Barbara.

 

Barbara era una donna molto bella, ed assomigliava molto alla sua bambina.

 

Entrambe avevano un viso rotondo e dolce, incorniciato da lisci capelli biondi.

 

Mandy portava sempre un cerchietto blu, che richiamavano i suoi grandi occhi, dello stesso colore.

 

Anche Barbara aveva gli occhi blu, ma di certo non portava un cerchietto.

 

La donna indossava sempre un tailleur con pantalone, che richiamavano la sua professione di avvocato, e portava un taglio cortissimo, con un ciuffo davanti.

 

La sua serietà nel vestire non si discostava dal suo atteggiamento.

 

Da quando era morto il padre di Mandy, infatti, Barbara non sorrideva mai.

 

Era più protettiva verso la figlia, non la lasciava mai. Le faceva sentire tutto il suo amore, e la sua presenza, ma quello che più avrebbe voluto Mandy sarebbe stato vederla sorridere, sinceramente e col cuore.

 

 

Entro mezz’ora le due sarebbero partite, una per andare a lavoro, e l’altra per andare a scuola.

 

Quel giorno la piccola si era alzata tardi ed infatti non c’era molto tempo per la chiacchiere,

però la madre decise di darle corda, qualunque cosa volesse raccontarle.

 

“Ho visto un mostro questa notte” raccontò, guardando il basso. Sembrava turbata.

 

Sua figlia aveva sette anni. Non era quel tipo di bambina che diceva le bugie, ma di sicuro non poteva fidarsi ciecamente di tutte le fantasie che le raccontava.

 

“Un mostro, Mandy?” chiese “Sei sicura?”

 

“Sì. Era viola, grande, con i denti come quel brutto squalo

che c’era in TV l’altro giorno e due corna da toro”

 

Era piuttosto precisa come descrizione. Poteva esserselo sognato. Magari stava confondendo il sogno con la realtà.

 

“E che cosa faceva?”

 

Si ricordò improvvisamente di un mostro che aveva sognato da piccola.

 

Era simile a quello di cui stava parlando lei.

Grande, grosso, terrificante. Con le corna e brutti denti.

 

Rosso e dai lunghi baffi neri.

 

Ruggiva, e ruggiva contro di lei.

 

“Delle smorfie strane”

 

“Delle smorfie strane?”

 

“Sì. Sembrava che volesse farmi ridere” spiegò.

 

“Però non ti faceva ridere, vero?”

 

“No. Mi ha fatto solo tanta impressione”

 

“Ho capito. Adesso non ci pensare. Ne parleremo dopo, ok?”

 

“E se questa notte ritorna?”

 

“Verrò a dormire con te, d’accordo?”

 

“D’accordo”





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3772849