CAPTIVE

di Crilu_98
(/viewuser.php?uid=841324)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.




 

L'uomo vestito di nero era accovacciato sul ramo di una robusta quercia e in quella posizione la sua figura ricordava quella di un enorme gufo. Un presagio di morte e sventura. 
Gli occhi erano fissi sulla casa che bruciava, immoti e scuri come gelide schegge di ossidiana; una lacrima di sangue che scendeva lentamente sulla guancia era il solo segno del suo turbamento. 
Il vampiro rimase a guardare fino a quando la villa non si ridusse in cenere, poi la sua attenzione fu catturata dagli esseri umani che si muovevano nella penombra data dalle ultime braci. 
Le sue iridi si accesero di un rosso cupo e un ringhio animalesco gli sfuggì tra i canini allungati. 
Sarebbe stato facile, per lui, saltare giù dalla pianta e avvicinarsi di soppiatto a quegli uomini ignari, avventandosi su di loro prima ancora che avessero il tempo di invocare il loro temibile Dio. 
Avrebbe affondato con piacere i denti nelle loro gole pallide per il terrore, godendo dell'energia che lasciava i loro corpi per rinvigorire le sue vene che bruciavano per la sete. 
"Ho bisogno di sangue. "
Pensò leccandosi le labbra sottili, prossimo a cedere a quel desiderio ardente, fatto di dolore, fame e brama di vendetta. 
Ma il movimento della coperta che teneva tra le braccia lo riportò alla realtà: non poteva dare libero sfogo ai suoi istinti, non ora che gli era stata affidata una missione così delicata. 
Abbassò gli occhi fino ad incontrare quelli grigi della bambina appena svegliata. Nonostante la curiosa situazione non sembrava spaventata e lo fissava piuttosto con espressione rapita. 
Il vampiro fece scorrere un dito affusolato lungo la sua guancia, beandosi del calore della sua pelle viva; la bimba, al contrario, si agitò per quel contatto gelido e sgradito, storcendo la bocca in una smorfia di paura. 
"Shhh!" 
Sussurrò la creatura con voce gentile. 
"Non potrei mai farti del male, piccola anima. Ora ti porto al sicuro, va bene?" 
Lanciò un ultimo sguardo a ciò che rimaneva della grande casa sulla collina e spiccò un grande balzo. 
Per un attimo sembrò librarsi nell'aria, ma anche se gli esseri umani si fossero voltati nella sua direzione difficilmente avrebbero potuto scorgere la sua figura ammantata dall'oscurità. 
Poi il vampiro ricadde silenziosamente tra gli alberi e in pochi attimi svanì nella notte.





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3774424