It's summertime!
It's summertime!
Sakura amava l'estate, il potersene stare in veranda mentre il vento - talvolta - fresco le sfiorava la punta del naso e le smuoveva le corte ciocche di capelli.
Le piaceva godersi quei momenti accompagnata da un gelato o da un fetta d'anguria fresca.
Il sole tiepido illuminava gran parte del giardino, quanto le sarebbe
piaciuto poter mettere lì una piscinetta dove passare i
pomeriggi... "Sakura..." alla voce del ragazzo sobbalzò, portandosi le mani al cuore ed emettendo un verso di sorpresa "Syaoran! Come sei entrato?"
"Mi ha aperto tuo padre, andava di fretta, ha qualche appuntamento?"
"Sì, il lavoro lo sta tenendo molto occupato anche con questo caldo" brontolò scocciata la ragazza gonfiando le guance.
Il ragazzo si sedette accanto a lei che lo guardava curiosa come
sempre: era strano vederlo così a suo agio in abiti che non era
solito usare, se non quando andavano in piscina o al mare.
"Come mai quest'abbigliamento?"
"Faceva troppo caldo per indossare qualcosa che non fosse una canotta ed un bermuda" brontolò imbarazzato facendola sorridere, non sarebbe mai cambiato nonostante la sua età.
"Ti va di fare qualcosa?" propose la giovane alzandosi e andando verso l'interno "Non saprei" rispose scocciato Syaoran lasciandosi cadere sul pavimento della veranda, godendosi anche lui quel venticello fresco.
Le cicale cantavano allegre mentre lo scampanellio del fuurin* li cullava, tranquillo.
Sakura amava l'estate per svariati motivi, oltre al potersene stare in veranda e mangiare il gelato.
L'amava per i giochi, i colori e... i gavettoni. Da piccola si era
sempre divertita tanto con il padre ed il fratello, poi con il passare
degli anni si erano aggiunti anche Yukito e Tomoyo a quel continuo
scambio di risa e gavettoni.
Avanzò verso la cucina per poi intrufolarsi nel bagno e riempire
d'acqua il secchio e il bacino per stendere il bucato. Syaoran poteva
apparire controso, ma sapeva stare perfettamente al gioco.
Tranquilla attese fino a quando - una volta colmi d'acqua - chiuse l'acqua corrente.
Silenziosamente tornò in veranda, scoprendo uno Syaoran
completamente rilassato: rimase qualche minuto ad ammirarlo, le lunghe
ciglia scure gli sfioravano appena le guance, le labbra stese in un
sorrisetto rilassato, i tratti del viso totalmente addolciti.
Quasi le salivano i sensi di colpa visto quello che stava per fare, ma ne sarebbe valsa la pena, pur di vederlo sorridere.
Afferrò la bacinella trattenendo le risate e la tremarella da
loro causata, prese un respiro e... l'acqua venne rovesciata tutta sul
viso del giovane che si alzò di botto finendo anche con lo
scivolare.
Sakura trattenne appena le risate fino a scoppiare in una rumorosa ed allegra "Sakura" scandì
Syaoran sillaba per sillaba, in modo fintamente arrabbiato, mentre
procedeva verso il giardino afferrando quella che - oh oh - era una pompa dell'acqua che il padre usava per innaffiare le piante del giardino.
"Occhio per occhio..."
brontolò mentre la ragazza tentava di riafferrare la bacinella
per proteggersi, ma i suoi riflessi questa volta fecero cilecca
beccandosi il getto dell'acqua in pieno viso.
"Syaoran!"
"Hai iniziato tu, stupida!" e le risate che riempivano l'aria, coprivano il canto delle cicale, lo scampanellio del fuurin, le voci dei passanti.
Coprivano tutto e tutti e si divertivano, come se fossero due bambini.
Continuarono a lungo, colpendosi a vicenda, bagnandosi e nascondendosi,
la risata di Syaoran le riempiva il cuore di dolci sensazioni, amava
vederlo completamente rilassato in sua presenza, completamente se
stesso e senza alcuna barriera.
Era pronta a lanciargli l'ultima parte d'acqua presente nel suo secchio
quando scivolò rovesciandole addosso facendo diventare
più appiccicosa e aderente la sua maglietta rosa.
Rimase sdraiata qualche secondo immobile per poi scoppiare a ridere
seguita a ruota da Syaoran accorso in un primo momento per aiutarla.
Si sedette accanto a lei scostandole qualche ciocca bagnata dal viso "Forse dovremmo asciugarci"
la ragazza non rispose alla frase del giovane, trovandosi del tutto
avvolta dal calore di quelle sue iridi scure che la scrutavano allegre.
Lasciò scivolare lo sguardo lungo il busto coperto del ragazzo, trattenendo il respiro - come ogni volta che lo vedeva senza maglietta.
"Sakura...?"
"Oh, sì, hai ragione, ti serve un cambio, vero?" proferì velocemente e alzandosi con altrettanta velocità andando a sbattere contro la testa del ragazzo "Oddio, scusami, scusami!"
Altre risate da parte del giovane che, preso dall'impeto allegro, le afferrò il viso tra le mani - come facevano ad essere così calde nonostante i gavettoni d'acqua fredda?! - baciandola con dolcezza.
Nonostante non fosse la prima volta sentiva il viso andare a fuoco, un
fuoco che divampava anche nel suo petto ogni volta che la sfiorava.
"Andiamo dentro, dai" propose infine lui staccandosi e guardandola arrossire, che lo facesse apposta?
Che comportamento vile da parte sua, lasciarla con il cuore a mille e la testa nel pallone.
Con le gambe tremanti si alzò annuendo e andando verso il bagno,
afferrò due asciugamani dal mobiletto dietro alla porta per poi
passarglielo tra i capelli per asciugarli. L'imbarazzo di qualche
minuto prima stava scemando in lei e ne era felice.
"Aspetta" brontolava tra una strofinanta ed un'altra, cercando di afferrare l'altro asciugamano e poter fare lo stesso con lei.
"Aspetta" ripetè facendola ridere, quanto poteva apparire infantile in momenti come questo?
Syaoran afferrò l'altro asciugamano ed iniziò a
strofinarlo sui capelli cercando di assorbire tutta l'acqua, ogni suo
tocco era così delicato e dolce che le mattevano il buon umore.
Amava quando si prendeva cura di lei, la faceva sentire amata e protetta
Non seppe come, nè perché, ma tutto intorno a loro sembrava esser sparito, scomparso del tutto - che erase** ne avesse combinata una delle sue? - c'erano soltanto loro due, i loro respiri e i loro cuori.
Lentamente si ritrovarono di nuovo vicini, ma a differenza di prima questo era un bacio più forte, più passionale.
L'imbarazzo in lei non c'era, non lo avvertiva, sentiva solo
l'esigenza di poter avere di più, di poter percepire di
più le mani di lui sul suo corpo.
Si lasciava accarezzare da quelle mani - dannatamente bollenti - e quelle labbra.
Il respiro sembrava diventare ogni secondo più pesante mentre la
pelle del collo veniva sfiorata dalle labbra di Syaoran, trattenne
appena un verso di sorpresa quando arrivò a baciarle la spalla
mentre le spalline del reggiseno e della cannottiera venivano spostate.
"Sya-syaoran..."
"Mmh...?" mugugnò lui
tornando alla sua altezza per guardarla negli occhi, erano così
luminosi e caldi, quasi sentiva di poterci cadere dentro per quanto
erano profondi.
Ma lei non rispose, rimandendo ferma come pochi istanti prima,
avvertiva un bisogno incredibile di sentirlo più vicino,
nonostante il calore estivo.
Afferrò i bordi della canotta di lui, abbassando lo sguardo e iniziando a giocarci "Sakura, guardami"
Intimidita alzò lo sguardo arrossendo più che mai, lei
tentava di apparire intrepida e per niente imbarazzata, ma non ci
riusciva, per niente.
"Sii più sciolta, sentiti libera di essere te stessa" le suggerrì Syaoran sorridendole e afferrando gli asciugami caduti per terra "Che ne dici se..." ma
le parole di lui gli morirono sul nascere, venendo messo a tacere dalla
ragazza che, in un impeto di coraggio, si catapultò sulle sue
labbra chiudendole in un bacio a stampo. Più di quello non
riusciva a fare da sola, ma se guidata da lui, ma se aiutata da lui...
sapeva di poter affrontare anche questo, nonostante non fosse la loro
prima volta.
Al pensiero di quella volta sorrise, ricordando la notte nella casa di
montagna, avvolti dal silenzio e dall'imbarazzo che li avvolgeva come
fossero due adolescenti... anche se lo erano in effetti.
Syaoran la strinse a se, lasciando viaggiare nuovamente le mani sulla
sua schiena, al di sotto della maglietta umida che venne portata via in
pochi semplici tocchi da parte del ragazzo. Le mani correvano veloci
accarezzandole la pelle umida della schiena e dei fianchi, ogni tocco
lasciava dietro di se un scia bollente, si sentiva morire e rinascere
in continuazione.
Le sganciò - con non poche difficoltà da parte di entrambi, viste la mani tremanti e bisognose - il
reggiseno, di solito, quelle volte in cui l'avevano fatto erano
completamente al buio o avvolti dalle lenzuola chiare, il dover stare
in piedi così davanti a lui le mozzava il respiro. Motivo per
cui intimidita si girò dandogli la schiena, coprendosi alla
meglio e prendendo dei respiri profondi.
"T'imbarazzi ancora?" chiese sorpreso Syaoran abbracciandola da dietro, avvolgendola del tutto il quell'abbraccio caldo ed umido.
"U-un po'" sospirò
trattenendo dei gemiti, il ragazzo aveva ripreso a baciarle la pelle
nuda soffermandosi su alcuni punti come se volesse distrarla da
qualcosa. Non che ci volesse molto a farla estraniare dal suo mondo e
farla finire in paradiso. Lui era il suo angelo tentatore.
Trattenne l'ennesimo verso di sorpresa quando avvertì la mano di lui nei suoi slip "Sya-Syaoran!" esclamò inarcandosi e chiedendo di più muovendo il bacino.
Tirò i capelli di Syaoran che continuava a torturarla in
più punti contemporaneamente, stava sentendo le stelle, anzi,
avvertiva l'intero universo in quegli attimi.
Avvertiva le gambe molli e non potè fare a meno di lasciarsi
andare completamente tra le braccia del ragazzo alle sue spalle,
avvertiva contro la sua schiena l'evidente eccitazione del ragazzo e
ciò non fece altro che emozionarla maggiormente.
"Syaoran... andiamo i-in camer-a mia" soffiò cercando di mantenersi lucida e sospirando rumorosamente.
Syaoran la lasciò andare, afferrando gli asciugamani bagnati e
gli abiti di lei buttandoli nella cesta dei panni sporchi. Stava
cercando di riprendere fiato, il cuore batteva all'impazzata, quasi
stesse correndo una corsa persa in partenza.
Annaspava in cerca del corpo di lui, si sentiva persa, aveva bisogno di
quelle sensazioni, della capacità di lui di farla sentire in
bilico tra il paradiso e l'inferno.
Nel giro di pochi attimi si ritrovò nuovamente tra le braccia di
lui che la sollevavano dal pavimento, avvolse le gambe intorno al suo
bacino facendo scontrare entrambe le loro intimità.
Alla cieca proseguirono su per le scale fino a chiudersi la porta della camera di lei alle loro spalle "Kero-chan non c'è, è in giro con Tomoyo"
soffiò lei tirandolo con se sul letto da una piazza e mezza
della sua stanza, la porta chiusa a chiave li faceva sentire ancora
più al sicuro.
Decisero che quella canotta che divideva entrambi i loro busti era di
troppo e se ne disfarono in pochi battiti di ciglia, con le punte delle
dita Sakura percorse ogni centimetro dei muscoli di lui, il suo corpo
era bollente, un fuoco vivo.
La baciò ancora, lasciando scendere le mani lungo le cosce
snelle di lei tirando lentamente verso il basso il pantoloncino di
jeans lasciandola solo con gli slip indosso. Iniziò a
massaggiarle di nuovo il punto debole, facendole inarcare la schiena,
non capiva se fosse umida a causa dell'acqua usata pochi istanti prima
o a causa del tocco di lui.
"Sai, quando ti ho vista con quella maglietta bagnata ho pensato a svariati modi in cui togliertela" le
soffiò all'orecchio sorprendendola sia con le parole che non i
gesti: aveva spostato di lato i suoi slip così da poter infilare
un dito nella sua apertura.
Aprì la bocca richiudendola subito dopo, non sapeva cosa dire, a
stento riusciva a pensare lucidamente, era possibile che una persona
fosse capace di far provare cose simili?
O era il fatto che fosse proprio Syaoran a fargliele provare a farla sentire così?
"N-non ce la faccio più"
sussurrò ad un certo punto lui, tornò a baciarla mentre
con dei movimenti fluidi faceva scivolare via gli ultimi indumenti che
coprivano entrambi i loro corpi.
Come al solito afferrò il portafogli estraendo la bustina
colorata del preservativo, lo indossò per poi tornare da lei, da
ciò che aveva lasciato incompiuto.
"Pronta?"
"Sono nata pronta" rispose veloce e spiccia, pronta ad accoglierlo in lei in tutti sensi.
Aveva accolto i suoi sentimenti, i suoi pensieri, le sue paure e la sua anima.
Ogni volta che si univano riuscivano a scambiarsi totalmente segreti e amore.
Riuscivano a completare i tasselli mancanti.
E così, tra sussurri, risate sommesse, baci e carezze riuscirono a provare ancora la completezza di quel bisogno.
Sakura amava l'estate per svariati motivi: lo starsene in veranda, il gelato, l'anguria, i gavettoni, i colori ed il mare.
Ma Sakura amava, soprattutto, i gavettoni se ogni volta sarebbe finita così.
*Fuurin: particolare campanellino tipico del Giappone usato durante il periodo estivo.
**Erase: sì, ho accennato ad una delle carte.
Buonsalve!
Prima di tutto ci tengo a specificare questa cosa: ormai ci
sto prendendo mano, sarà colpa di due persone di mia conoscenza?
E mi sento anche meno impacciata nello scriverle.
Spero possa piacervi e niente... grazie per chi ha letto fino alla fine.
Vera
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