Cos'hanno in comune un corvo e una scrivania?

di Hotaru_Key22
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Cos'hanno in comune un corvo e una scrivania?

La bambina osservò il fratello chiudere il libro e poggiarlo sul comodino, poi guardarla e chiederle «Perché non dormi ora, Ginny?».
George non era mai stato un fratello particolarmente affettuoso, premuroso o altre cose di cui la signora Weasley sarebbe potuta andare fiera, ma quella sera toccava proprio a lui leggere una storia alla piccola di casa Weasley. Che poi la sorellina avesse scelto proprio Alice nel paese delle meraviglie, favola babbana particolarmente complicata nella sintassi, era solo sfortuna.
«E allora cos'hanno in comune un corvo e una scrivania, Georgie?» chiese Ginny, che se lo chiedeva fin da quando il maggiore aveva pronunciato tale interrogativo.
George ci rifletté su: non ne aveva idea, ma Ginny non si sarebbe addormentata fino a quando lui non ne fosse venuto a capo. Era un bel problema quello.
La piccola lo fissava con i suoi occhi chiari come a voler perlustrare ogni angolo remoto della sua anima pur di trovar risposta a quell'indovinello.
«Perché non proviamo a trovare stanotte una soluzione?» tentò di convincerla George, ma la bambina scosse la testa e strillò «Voglio saperlo adesso!».
George non sapeva più cosa fare, così si sedette alla scrivania e iniziò a scarabocchiare su un foglio possibili risposte, ma tutte quelle che proponeva a Ginny venivano bocciate con ampio dissenso.
«Sai cosa hanno in comune?» disse ad un tratto il maggiore, dopo circa un'ora che continuava a scrivere «Hanno in comune la capacità di farmi uscire fuori di testa e farmi iniziare a scrivere delle note per una stupida bambinetta quando potrei essere con Fred a...aspetta un attimo...».
Il volto del bambino si illuminò «Note! Entrambi producono note! Ginny, il corvo produce delle note con il suo verso e la scrivania note scritte su fogli di carta!».
George si voltò soddisfatto, pronto a ricevere gli elogi e i baci della bambina, che avrebbe senz'altro ammesso di avere il fratello maggiore migliore del mondo, ma rimase piuttosto deluso nel vedere che la sorellina già dormiva beata.
Le rimboccò le coperte e le fece una carezza sui capelli, sussurrando «'Notte, Ginny. Non sei affatto una stupida...».
Quando il rosso fece per uscire, venne fermato da una voce acuta e tenera, impastata dal sonno «Georgie...vorrei che tu fossi sempre così...»
«Così come?» chiese il maggiore con le guance che iniziavano ad imporporarsi.
«Come il fratello maggiore migliore del mondo...».
Il cuore di George perse un battito, infine lui sussurò «Farò del mio meglio» e lasciò cadere una caccabomba dietro di sé prima di chiudere la porta e sentire le grida furiose di Ginny all'interno della stanza.
George Weasley era pur sempre George Weasley.

 




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